SPECIAL
la vera storia
di
come è nato Harry Botter
C’era una volta, tanto tempo
fa…
Banale! Che diavolo
di inizio è "C'era una
volta?"
Ormai è
fuori moda,
ma cosa ti credi di
stare a raccontare una fiaba Disney?
Trova un inizio
più accattivante,
qualcosa di
più suggestivo,
degno delle nostre
gesta!
Va bene, va bene… ricominciamo!
Prego!
Era una notte buia e tempestosa…
Ma che cavolo dici?
Se erano le tre del
pomeriggio e si crepava dal caldo?!
E poi chi
è che di notte si mette a scrivere una roba
del genere?
Io di sicuro no,
forse tu Pad, che soffri d’insonnia!
Hai provato con una camomilla?
No, mi fa andare
troppe volte al bagno, non posso
passare la nottata sulla tazza del cesso!
Be’,
infatti saresti sveglia comunque..
Altri rimedi?
Qualcosa di più immediato?
Una clavata in
testa?
Ehm.. scusate? Io starei narrando, se non
vi dispiace!
Oh, ma certo,
continua pure!
Prego, prego!
Dunque, stavo dicendo… Nel mezzo
del cammin di nostra vita, Prongs e
Pad..
Oh, nel mezzo del
cammin di nostra vita a chi?!
Ci stai dicendo che
siamo due vecchie decrepite?
Ma no, era solo per dare un inizio
prorompente alla vostra storia!
Vedi di attenerti ai
fatti, ciccio!
Ti paghiamo per
questo,
vedi di rispettare il
tuo contratto!
Ma quale contratto? Mi pagate una miseria!
Ma non è
vero!
E dei calzini sporchi vi sembrano una paga
adeguata?
Ehm…
RICOMINCI, PREGO!
Non la disturberemo
più!
Ok, va bene. Allora, quel ramo del lago di
Como, che volge a
mezzogiorno..
Be’,
sì in effetti con l’ora ci siamo, più o
meno,
ma io non ho visto
nessun ramo sul lago di Como!
Ma io non ho proprio
visto il lago di Como!
Se continuiamo
così ci citeranno per plagio…
SE VOLETE LA STORIA EFFETTIVA, VA BENE!
ECCOVI ACCONTENTATE! ERA UNA
SCHIFOSA GIORNATA DI MAGGIO, SI CREPAVA DAL CALDO, FACEVANO 50 GRADI
ALL’OMBRA
E DUE MENTECATTE, CHE NON AVEVANO NIENTE DI MEGLIO DA FARE, HANNO AVUTO
LA
GENIALE IDEA DI SCRIVERE UNA SCHIFOSA PARODIA BUONA SOLO PER PULIRCISI
IL..
Ehi! Io uso solo
rotoloni Regina,
che non finiscono
mai! xD
BASTAAAAAA! Io me ne VADO!
*il narratore fa le valigie, arraffa quattro
calzini e se ne và
sbattendo la porta*
Ma non avevamo
davvero niente di meglio da fare? Tipo
uscire, vedere gente..
Pad, tu odi le
persone!
Ah, giusto ._.
Comunque, ora siamo
senza narratore!
Che si fa?
Quello che facciamo
tutte le sere, Mignolo…
Cercare di
conquistare il mondo?
No, improvvisare!
Ok, che lo show abbia
inizio!
AVVERTENZE:
La
lettura di questa storia potrebbe causare effetti collaterali quali:
convulsioni,
danni permanenti al cervello, asfissia, infarti quindi si consiglia una
sana
grattata prima di iniziare la lettura (a maggior ragione
perché è venerdì 17).
In caso di decesso Pad e Prongs non sono in alcun modo responsabili
dell'accaduto. (OVVERO SE SIETE FRACICHI NON È
COLPA NOSTRA!!!)
Il caos
primordiale
Un anno fa esatto, o
esattamente un anno fa, o
trecentosessantacinque giorni fa, la mia camera era un porcile (parole
testuali
della Marmotta). Non che a me dispiaccia, ma la mia genitrice stava
dando di
matto e giurò di murarmici dentro se non avessi ridato
subito una bella
scorticata a quella che la gente comune chiama
“camera”, ma che ormai della
camera non si vedeva neanche più il letto.
La goccia che fece traboccare il vaso fu la scomparsa di
mia sorella: era entrata per prendere un libro e non aveva
più fatto ritorno.
Quindi, per compiere l’impresa di dare un senso a quella
stanza, non potevo fare affidamento all’aiuto di mia sorella.
Cosa fare?
Semplice! Fare quello che faccio tutte le volte che non so cosa fare.
Chiamare
Pad.
Ma Pad non sarebbe mai venuta a darmi una mano, a mala
pena riesce a sistemarsi la sua cuccia, figuriamoci se si fosse offerta
volontaria per una missione suicida di tale portata.
E qui la mia geniale mente partorì un inganno senza
precedenti, una subdola, squallida, menzogna per attirare
l’ingenuo fido nella
trappola.
Un minuto di silenzio per il mio povero braccio.
Stavo recuperando i resti, quando ad un tratto sentii un
suono. Stordita dall’alta temperatura, all’inizio
non capii di cosa si
trattasse, poi finalmente il mio cervello si mise in moto ed
elaborò una
risposta: il telefono! Il telefono stava squillando! Il suddetto
marchingegno
babbano, si trovava, però, dall’altra parte della
stanza e ora il dilemma che
mi si poneva era: alzarmi e andare a rispondere o lasciare squillare
quel
maledetto coso? Il mio istinto canino mi suggerì di andare a
rispondere.
« Pronto? »
«
Paaaaaad! Mia cara amica, come stai? »
« Ti devo
rispondere? »
«
Se non vuoi non fa niente. Allora.. fa caldo, vero? »
« Ripeto:
ti devo rispondere? »
«
Naa, perché, sai, la Marmotta ha preso il gelato…»
« Uhm..
» dico io iniziando a interessarmi alla
conversazione.
«
È buono, variegato alla Nutella, con granella di
nocciole. L’ho messo ora in freezer »
« E mi hai
chiamato per parlarmi del tuo gelato? Ti
pagano per fare la pubblicità? »
«
Sai, io sono un animo generoso e gentile. Ti volevo
offrire un po’ del mio gelato, ma se preferisci squagliarti
sul divano…»
« Prongs,
cosa c’è sotto? »
« Ma…
sono indignata! Stai dicendo che ho un secondo fine?
Dovresti vergognarti, volevo solo essere gentile, visto che so quanto
tu soffra
in questi giorni così torridi e caldi! »
« Va bene, sono da te fra qualche minuto »
« Perfetto!
A tra poco
».
Così mi preparai psicologicamente ad uscire ad
affrontare l’asfalto fumante e arroventato da
quell’odiosa palla gialla che in
tanti chiamano sole e che io chiamo “rottura di
pluffe”.
Montai in sella (pure il sellino era arroventato, vi
lascio immaginare il dolore) e partii più veloce che potevo
verso la dimora di
Prongs. Nel tragitto l’unica cosa che mi spingeva a
proseguire era il pensiero
del gelato: quel morbido, gustoso e freddo gelato che se ne stava solo
soletto
nella vaschetta e non aspettava altro che essere divorato da me!
Dopo aver superato gelidi venti (ma magari!) e torridi
deserti (quelli c’erano), aver quasi investito tutta una
famigliola di gatti
(così non avrebbero più sofferto il caldo) e una
vecchietta con le buste della
spesa (che era più arzilla di me, nonostante i 50 gradi
all’ombra), giunsi alla
stanza più remota, della torre più alta..
vabbè, in parole povere a casa di
Prongs.
« Gelato »
cominciò a delirare « Nocciola, freezer.. »
Quasi quasi mi faceva pena, ma il fine giustifica i
mezzi.
« Aaaaah
»
intervenne la Marmotta « Bene,
sei arrivata anche tu! Che l’operazione pulizie abbia inizio! »
« Cosa?
Pulizie? Dove? No!
» incominciò a farfugliare la mia
amica comprendendo piano piano l’inganno. Si stava ancora
riprendendo
dall’odissea per giungere fino a casa mia. Quando il quadro
le fu chiaro un
lampo assassino le attraversò gli occhi e mi
lanciò uno sguardo di puro odio.
Ma sapevo che non avrebbe mai osato mettersi contro la Marmotta.
Soprattutto se
si parla di pulizie. Il mio piano aveva avuto successo!
Presto i rimorsi di coscienza sarebbero stati
affievoliti da una stanza pulita e luccicante. Sempre se la mia amica
non mi
avesse ucciso prima. Perché c’era qualcosa nel suo
sguardo che gridava:
VENDETTA!!!.
L’ora era giunta, dovevamo aprire quella porta che
separava il mondo normale, come voi lo conoscete, dal caos primordiale.
Eravamo
pronte (Pad un po’ di meno) munite di straccetti, spray, un
aspirapolvere e uno
scafandro ciascuno. Eravamo lì titubanti, quando la Marmotta
decise di prendere
in mano la situazione: con un poderoso calcio sfondò la
porta della mia stanza,
poi con un colpo ben assestato della sua inseparabile scopa ci
fiondò dentro
quel tugurio e richiuse in fretta la porta in modo che non potessimo
evadere.
« Se
solo riuscissimo a trovare la finestra… »
« Ma dove cavolo è la finestra?! »
Fine primo atto
Atto
II
E luce fu
« Ma cosa porca
Morgana ci hai fatto qua dentro?!? »
« Non
è colpa mia. Non sono io che faccio disordine …
è
lui che ritorna sempre da me »
Disordine non era la parola giusta per descrivere quello
che vedevano i miei occhi, sembrava che si fosse svolta una battaglia,
mista ad
un terremoto con un piccolo accenno di Tsunami e per concludere una
tromba
d’aria aveva dato una mescolata al tutto.
« Senti Prongs, io di solito non sono una che critica il
disordine… »
« Grazie
per la comprensione amica mia! »
« …ma qui dentro fa veramente schifo! »
« Vabbè,
mettiamoci a lavoro.
»
Ancora non so come ho potuto credere che volesse
offrirmi il gelato, dovevo aspettarmelo che doveva esserci qualcosa
sotto. Però
ormai ero rinchiusa là dentro e non avevo molta scelta, la
mia unica speranza
era che la Marmotta, dopo averci fatto lavorare come elfi domestici, ci
avrebbe
dato veramente una gustosa merenda. Allora abbiamo incominciato ad
accatastare
la robaccia.
« Hai
fatto tutti i vaccini? » mi
chiese poi Prongs, appallottolando un paio di calzini puzzolenti.
In tutta risposta le lanciai la prima cosa che mi capitò
a tiro.
« Ahia!
Uh guarda, mi hai tirato Harry Potter tarocco »
« Harry Potter cosa?
»
« Tarocco, perché
ho comprato i libri che non hanno la
copertina rigida e nemmeno la sovra copertina, sono tascabili e
tarocchi! »
«Sì,
e al posto di Harry Potter nel titolo c’è scritto
“Harry Botter”!»
E luce fu! In quel momento
la stessa folle idea ci
folgorò le cervella. Come se un lampo a ciel sereno avesse
squarciato la stanza
che già di suo era devastata. Come mai non ci era venuta in
mente prima un'
idea simile?
« Pad pensi anche tu quello che penso io? »
«
Sì! CI SERVE DELLA CARTA!!! »
Ma dove trovare carta e penna in quel marasma di roba?
Era come cercare un bidet in Francia. Il panico ci assalì.
Se non mettevamo
subito per iscritto quell'idea avremo perso l'ispirazione. Ma come
fare? COME?!
Dalle macerie emerse un braccio illuminato da un fascio
di luce. Un coro angelico pervase la stanza. Mia sorella
spuntò fuori come la
Statua della Libertà. Aveva delle mutande come copricapo e
si era fabbricata un
mantello fatto di stracci. Emanava un tanfo orribile, tra piedi sudati
e
ascella di palestra. Con una scintilla la stanza sarebbe saltata in
aria e noi
con lei!
« Sorella, sei ancora viva?! »
«
Taci! »
proferì lei con solennità « Sono
stata scelta per compiere una missione
»
« Quale
missione? »
domandò Pad scioccata
dall'apparizione della creatura
« Sono trenta giorni e trenta
notti che giaccio sotto
quella montagna di panni sporchi »
« Ma se sono soltanto tre giorni che sei sparita »
«
Silenzio
mortale!!! »
poverina, il fetore le aveva dato
alla testa. Non era più lucida. « Sapevo che questo giorno
sarebbe
giunto, le etichette dei maglioni lo avevano previsto, il cotone 100%...»
« Dici che dovremo avvisare tua
madre?! »
« LA MADRE NON DEVE SAPERE,
ALTRIMENTI VI OSTACOLERÀ, LEI
VI IMPEDIRÀ .... IO SONO SOLO UN’ UMILE CUSTODE
CHE VI PORGE GLI STRUMENTI.... » e
così dicendo iniziò a sventolare un foglio di
carta e una penna.
«
Ma cosa
ci facevi là sotto con carta e penna? »
« Annotavo le mie memorie! »
«Da qua!
» dissi io intenzionata a mettere fine a quella
pagliacciata, ma che infondo mi stava inquietando, anche
perché mia sorella
aveva ancora le mutande in testa e non sembrava intenzionata a
levarsele.
Al diavolo l'ordine e le
pulizie! Ormai io e Prongs
avevamo deciso che dovevamo mettere su carta la nostra idea. Passammo
un'ora a
scrivere e a fare disegnini idioti e ogni nuova idea che ci veniva in
mente
dicevamo « Ooooh, questa è buona! » e
poi scoppiavamo a ridere come delle
sceme. Fortunatamente, la Marmotta non aveva ancora scoperto che
avevamo del
tutto abbandonato la missione pulizie e che la stanza era peggio di
prima.
Proprio in quel momento ci aprì la porta, rincuorata dal
fatto di aver
ritrovato la figlia perduta. Talmente era la sua gioia in quel momento,
che
nemmeno fece caso alla baraonda che regnava nella stanza. Per fortuna,
altrimenti ora non saremo qui a scrivere questo poema!
Avevamo buttato giù la lista dei titoli di ogni libro,
uno più strano dell'altro, e i nomi di Solente e Misnerva
erano già stati
ideati. Così, dal nulla, anzi dal caos era nato qualcosa.
Quel giorno era nato Harry Botter.
Fine secondo atto
Atto III
L'Apocalisse
Ma proseguiamo con la nostra
storia.
Esattamente una settimana dopo quella memorabile e
delirante giornata, io e Prongs andammo in missione per Roma, dovevamo
arrivare
fino alla Stazione Termini ad informarci per dei biglietti per
Mirabilandia.
Eravamo alla stazione della nostra cittadina, o meglio,
agglomerato di case e il treno come al solito era in ritardo. Il
binario,
sempre come al solito, pieno di Babbani. Anche quel giorno, tanto per
cambiare,
si moriva di caldo e io iniziai ad invocare l’arrivo del
treno delirando sempre
di più, mentre Prongs era andata a comprare il biglietto.
Una volta uscita dal
bar, si avvicinò alla macchinetta tentando
di timbrarlo.
Una volta.
Due volte. Tre volte.
« Ma
perché non
timbra, porca Morgana?! » sbraitò la mia
amica in mezzo alla stazione.
« Prongs…
»
Prongs infilò
ripetutamente il biglietto nella macchinetta senza risultato.
« Prongs.. » alzai un po' più
la voce.
« Ma-perché-non-lo-timbra » disse
prendendo a pugni ritmicamente la macchinetta.
« Perché
è fuori
servizio, DIAMINE!
»
Prongs mi
lanciò uno sguardo, sorrise a mo’ di scusa.
« Aaah».
Così timbrò il
biglietto nella macchinetta funzionante.
« Testa
di Prongs...
»
« Cosa? » fece lei
con aria sospetta.
« Nulla
»
FINALMENTE ci
avviamo al binario 1. Vuoto, deserto. Nessuna persona.
Strano, pensammo
io e Prongs, rivolgendoci uno sguardo d'intesa.
Il binario 2
era pieno di gente.
Ma che vanno
tutti nell’altra direzione?! O forse sono turisti che si
dirigono verso Pisa.
Poi un rumore
ci distolse dai nostri pensieri.
Rumore del
treno. Il nostro treno.
Il nostro
treno che stava passando al binario 2. Avevano cambiato binario.
Noi restammo
lì, imbambolate, a guardare la scena. Poi Prongs si
risvegliò.
« Andiamo
corriiiiiiii
»,
gridò iniziando a muoversi per raggiungere il sottopassaggio.
Io la afferrai
per una manica.
« È
troppo tardi, Prongs
», proferii con fare
melodrammatico, «
non ce
la faremo mai!
»
« Daaaaiiiii
» continuò lei
Io agitai la
testa. «
Sta
partendo, è troppo tardi, lo capisci? »
Il treno chiuse
le porte e se ne andò.
Sconsolate ci
avviammo verso le panchine del binario 1.
Che, per la
cronaca, sono messe alla fine del binario, luogo dove il treno non si
ferma mai
e ciò rende inutile l'esistenza delle suddette panchine.
Non ci rimase
che aspettare il treno successivo. Stremate per il caldo e anche
incavolate per
aver perso il treno, passammo i successivi minuti a riposarci
sulla panchina.
Il tempo sembrava non passare mai e anche il treno.
« Pad? »
« Che
c'è, Prongs? »
« Ma
è il treno
quello laggiù?
»
Alzai lo
sguardo, sollevai gli occhiali da sole con nonchalance e vidi un
piccolo treno
in avvicinamento sul binario 1.
Guardai
Prongs allarmata. Poi la folla di gente a chilometri da noi che si era
radunata
sulla banchina.
« Porca
Morgana!
»
gridammo all'unisono.
E via, di
corsa per raggiungere la folla di persone. Se non ce
l’avessimo fatta avremmo
dovuto aspettare un altro treno.
« Corri
Forrest!
»
dissi per incitare la mia amica a muovere quelle zampe
da Prongs che si ritrova.
La gente era
già salita. L'ultimo vagone era vicino, molto vicino. La
porta si sarebbe
chiusa a momenti.
Scatto
felino. Eravamo sul treno.
« Bè,
poteva andarci
peggio »
proferì Prongs
« Taci
» le risposi con il fiatone.
Ogni volta
che saliamo sul treno, siamo consapevoli della battaglia che ci
attende: quella
del posto. Perché trovare un buon posto sul treno, o per lo
meno un sedile sul
quale fare riposare le chiappe, non è un’impresa
da poco. Bisogna sperare di
trovare quello con l’aria condizionata, dove l’aria
sia quantomeno respirabile,
i sedili siano in uno stato discreto e non ridotti ad uno schifo.
Quel giorno
la fortuna fu dalla nostra parte, trovammo un vagone dotato di aria
condizionata,
pulito e nemmeno con tanta gente sopra. Io stavo letteralmente
rinascendo con
quel clima fresco, c’erano almeno 10 gradi in meno rispetto a
fuori.
Quello non
era altro che un segno del destino, tutto ci stava dicendo di metterci
sedute
tranquille a parlare del nostro progetto.
« Ovvio,
bisogna portarla avanti, Prongs! »
« Questo sì… ma ci mancano
così tante cose. I
personaggi, i nomi delle Case, dei luoghi! »
« Senti,
abbiamo un’ora di tempo prima di arrivare a
Termini. Pensiamoci ora!»
E così fu. Quell’ora in treno elaborammo tutti i
nomi di
tutti i personaggi della parodia, non solo del primo libro, ma anche
degli
altri sei. Eravamo determinate ed intenzionate a portare avanti questo
grande
progetto.
Nel delirio più totale ci sbellicavamo ad ogni nuovo
personaggio che veniva partorito dalla nostre folli menti, divertendoci
ad
esasperare ogni caratteristica dell’intera saga di HP, che
ora sarebbe
diventato HB.
« Aspetta, aspetta! Senti questa: la famiglia
Whiskys!»
« Geniale!
E ognuno avrò il nome di un alcolico,
ovviamente!
»
« Ovvio! Oddio… »
« Che
succede?
»
« Rum Whiskys! »
« AHAHAHAHAHAHAHAHA!!! »
Inutile dire che la gente di quel vagone ci guardava
malissimo. Giuro di aver visto alcune vecchiette scuotere le teste in
modo
indignato ed esclamare sottovoce « Gioventù
bruciata! ». Forse avevano ragione,
con tutte quelle risate ci stavamo bruciando i neuroni.
«
Dunque, poi c’è Hermione… »
« Hermione, Hermiona, Herminda…»
« Hermanda!
Risponde a ogni domanda! »
« AHAHAHAHAHAHA!!! Segna, segna! »
« Perfetto,
il trio è sistemato: Harry Botter, Rum Whiskys
ed Hermanda Risponde a ogni domanda! »
« So che non va bene dirselo da soli ma: geniale!»
Ormai eravamo partite, nessuno ci poteva fermare.
L’apocalisse
era iniziata, avremo stravolto ben 7 libri.
Poi il treno si arrestò di colpo. Eravamo giunte a Roma
Termini.
« Senti, Pad.. »
« Dimmi
Prongs
»
« Dobbiamo proprio andare a vedere questi biglietti per
Mirabilandia? »
Pad mi fissò a lungo, poi guardò i fogli con i
nostri
appunti, i nomi scritti i disegni che avevamo improvvisato.
« Naaaaa »
Ed è così che rimanemmo sul treno per tornare
indietro
verso casa, per avere un’altra ora per scrivere e far
crescere quello che poi
sarebbe diventato Harry Botter e la Lapislazzula Ancestrale.
Il resto poi, cari lettori lo sapete, è storia! Creare
l’account
di EFP fu il passo successivo.
Una volta scese dal treno, sulla strada di casa, rimaneva
solo una cosa da decidere.
« Ma come chiameremo il nostro account? »
« Be’,
mi sembra logico… »
« Sì? »
« Prongs
e Pad!
» fece Pad alzando le braccia in
aria-
« Giusto! Ma per dare un’aria professionale saremo
Pro
and Pad_production! »
« Andata! »
concordò stringendomi solennemente la mano.
Da quel giorno nacque una collaborazione che dura da un
anno.
Abbiamo una parodia in corso, 49 persone che ci seguono
e centinaia di recensioni.
E l’avventura di Harry Botter non è che solo agli
inizi…
(su Harry Botter e la Lapislazzula Ancestrale e le prossime parodie!)
Note delle
autrici:
TANTI AUGURI HARRY BOTTER!!! :D
*stappano una bottiglia di spumante*
Alla salute!
*bevono velocemente dai loro bicchieri*
Prima di tutto vorremo aprire queste note con un ringraziamento:
un grazie di cuore a tutte le persone che ci seguono da un anno a questa parte,
ai nostri magnifici 49 lettori che ci hanno messo tra le seguite! ;)
Grazie davvero! *^*
Quando lo scorso anno abbiamo pubblicato il primo capitolo della parodia
non ci aspettavamo un successo del genere D:
Non potevamo immaginare che così tante persone avrebbero avuto il coraggio
di leggere ogni singolo capitolo delirante che sfornavamo! xD
Piuttosto ci aspettavamo tutti commenti negativi,
con frasi del tipo “state rovinando il libro più bello del mondo!”
e invece tutti voi avete apprezzato e avete capito che quello che scriviamo
lo facciamo solo per la passione che proviamo per questa storia
e perché ridere con qualcosa che ci ha appassionato per anni è davvero divertente!
Ma passiamo a dire quattro parole sullo special,
sì, quattro parole Pad! Quando mai abbiamo parlato poco nelle nostre note delle autrici? u_u
All’inizio, quando non avevamo ancora confidenza con i nostri lettori!
Già, poi ci siamo rivelate delle logorroiche °-°
Porca Morgana, li avremo annoiati a morte con tutte le nostre chiacchiere!
Ecco, stiamo di nuovo divagando, arriviamo al dunque! ;)
Giusto! Ehm... dunque, ci scusiamo per l’eccessivo uso di colori in questa storia,
ma è stata un’esigenza tecnica, dovevamo alternare i nostri punti di vista per raccontarvi come tutto ha avuto inizio :)
Mi odio io per aver acconsentito a usare i colori… stavo impazzendo mentre correggevo, figurati se non ci odiano loro! >_<
Magari non tutti odiano i colori come te, Pad!
Be’, se riceveremo gufi di protesta ben ci sta!
Ok, ma andiamo avanti, dobbiamo dirvi una cosa molto importante...
Ah, giusto, la cosa!
Già, la terribile cosa,
La cosa che ieri ci ha rovinato tutta la giornata!
La cosa peggiore che ci potesse mai accadere,
la cosa..
sì, adesso basta! Non avevamo detto di essere chiare e coincise?
Ma dove leggi una cosa del genere? °-°
Da qualche parte là sopra, in mezzo a tutte quelle lettere...
Prongs, mi sa che hai solo pensato di scriverlo, non lo hai scritto…
Vabbè, si può leggere tra le righe xD
Sì, ok ._.
Ma stavamo dicendo della cosa!
La cosa, in parole povere è che non possiamo mantenere il giuramento solenne
di postare oggi il diciassettesimo capitolo de La Lapislazzula Ancestrale,
purtroppo dovete sapere che proprio ieri il mio pc, dove avevamo scritto sia questo special
che il capitolo 17,
è morto!
Deceduto!
Perduto per sempre ç_ç
Quindi ieri ci siamo trovate nel panico più totale e con una difficile scelta:
capitolo 17 o special?
Potevamo scrivere solo uno di questi,
non avremo mai avuto il tempo per scriverli entrambi!
Pad ad un certo punto voleva suicidarsi…
Sapete cosa vuol dire riscrivere qualcosa che si era già scritto e che ci oltretutto ci piaceva?
Un omicidio, ecco cos’è! ç____ç
Alla fine abbiamo deciso per lo special,
perché dovevamo fare assolutamente qualcosa per un anno di Harry Botter!
Quindi ci dispiace per il capitolo,
non sapete nemmeno quanto
*Pad singhiozza*
Ecco, vedete? Pad non ha ancora superato il trauma! xD
Ma parliamo ancora un po’ dello special…
Ti riprendi in fretta, eh? E poi parliamo ancora un po’? Queste note non finiranno mai!
Ma sono mesi che non ci facciamo sentire! I nostri fan saranno ben felici di leggere queste cose, vero?
*una palla di fieno rotola per l’account*
Be’, qualcuno prima o poi arriverà, sono fiduciosa!
Dovete recensire! Specie dopo tutto quello che abbiamo passato per scrivere!
Ora non esagerare, Pad! Raccontaci quello che volevi dire sullo special ;)
Ah, giusto! Ovviamente tutto quello che abbiamo scritto è tratto da una storia vera,
certo l’abbiamo un po’ romanzata, ci abbiamo ricamato sopra con il nostro delirante stile,
è come se avessimo scritto una parodia della nostra vita,
ma è così che Harry Botter è nato! :D
Bene, ora finiamola sul serio!
Che fai Pad, ti vuoi suicidare di nuovo? D:
Ma no, intendevo le note! xD
Aaah… anche se non sarebbe stata una gran perdita! :P
Non sarebbe stata… ma come? >_<
Dai, scherzo, cane pulcioso!
Taci, cornine muschiate!
Comunque, questo è tutto, gente!
Speriamo che con il tempo arrivino altri fan meravigliosi come quelli che abbiamo adesso!
Noi saremo sempre pronte ad accogliervi nel nostro account ;)
E ora, venite!
Che la festa abbia inizio!
*le porte dell’account si aprono e mostrano un tavolo imbandito di leccornie*
Si festeggia!!!
*da uno stereo parte Can You dance like a Hippogriff*
Fatto il misfatto ;)
Ps. In allegato una foto della stanza di Prongs immortalata nel (nemmeno eccessivo) caos, tanto per dimostrare che non scherzavamo nello special xD