Io, Masada e il mio coltello, c'eravamo solo noi tre in quell'astronave. 

Il mio coltello sporco di sangue si avvicinava sempre di più alla pelle pallida di Masada, che avevo affondato almeno tre volte, mentre lui piangeva. 

Non potendo parlare mi guardava con quegli strabici occhi pieni di lacrime, che credevo stessero per esplodere da un momento all'altro, indietreggiando lentamente come un bradipo. 

Perchè non l'ho ancora ucciso? 
 

Non riesco a spiegarmelo, avrei voluto ucciderlo, davvero, eppure c'è qualcosa che mi blocca. 

E se fosse qualcosa riguardante il mio passato?
 

Mentre mi rammaricavo con domande inutili Seccom smise di indietreggiare, getto il mio coltello a terra e mi abbracciò. 

                                      

Perchè stò piangendo?
 

Le lacrime scorrono incessanti sul mio viso, per quanto ancora fingerò di essere impassibile? Per quanto ancora farò del male a Masada? Sento il mio petto esplodere, sono felice, ma...

                                   

Questo è solo un sogno.

 

Si, è un'illusione, in realtà Masada non esiste, questo mondo non esiste, e forse non esisto nemmeno io..
 

E se vivessi in un sogno?
Perchè non posso uscirne? 

Se riuscissi a svegliarmi smetterei forse di sognare?
Oppure sognerei di smettere di sognare dentro un sogno?
 

Non so come comportarmi con me stessa, credo che la farò finita, ormai le uova sono state tutte posizionate e dirò addio per sempre a questo mondo di sogni, si, finalmente smetterò di sognare, mi va bene così..
 

-"Masada, perchè mi abbracci? Conosco a malapena il tuo nome e tu non sai chi sono io.."
 

Seccom mi fissava con il solito sguardo ebete (anche se onestamente non capivo bene se guardasse me oppure il pianoforte), ma ero certa di una cosa: lui già mi conosceva, e anche bene. 

Non so spiegare questa sensazione di vuoto, sento la mia anima sprofondare nell'oscurità, il mio corpo cedere e la mia mente , con il mio cuore, iniziano a fare un male insopportabile.

-"Perchè non mi rispondi? DANNAZIONE..."; 

 

Masada mi strinse, ma io mi liberai dalla stretta per andare a riprendere il coltello. 

-"...Nessuno può rispondere alle mie domande? Mi ritrovo qui, nel nulla, in un mondo abitato solo da mostri, con un coltello e senza nessuna certezza. E adesso? Beh, adesso sono qui con uno strabico alieno muto! Tsk... stupidi esseri, maledetti! PERCHE' NON MORITE?"

Lo dissi con una rabbia tale da far piangere Masada, mi osservava tristemente, il suo sguardo poggiato su di me era pesante da sopportare, avrei voluto scavarmi una fossa e sotterrarmi lì sotto piuttosto che continuare ad essere fissata da lui.
Quando sono con lui sento un grosso peso al cuore, è forse questo il motivo per cui voglio ferirlo? Forse...

Mi zittii e avvicinai a lui facendo cadere il coltello a terra, piangevo, lui mi strinse un'altra volta, era una bella sensazione ma sapevo di dover andare via da li, non so come uscire da questi sogni, se resto sono sicura che ferirò ancora Masada e non voglio vederlo soffrire perchè infondo io lo..
 

-"Masada devo andare, ti prego lasciam-", 

 

Le nostre labbra si incontrarono, arrossii, peccato che debba dirgli addio così presto. 

-"Devo.. andare.."

Scappai dall'astronave piangendo, così lasciai seccom masada in lacrime per tornare nella mia camera, quella che si trova nella realtà. Mi diedi un pizzicotto e mi ritrovai improvvisamente nel mio letto, mi alzai di scatto e andai al balcone, volevo prendere una boccata d'aria fresca.

Vidi una scaletta che portava al cielo, mi fermai a pensare a Masada mentre osservavo il cielo limpido, salii i gradini.

Perdonami Masada.. Ma ho bisogno di volare lontano dalla realtà, voglio poterti raggiungere. 

Mi buttai.
Addio Masada. Arrivederci.

Guarda Masada, sto volando..