Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Sam Lackheart    18/05/2013    1 recensioni
[Spamano]
"E con questa spada, porgo giuramento ufficiale al mio unico signore e padrone, maestro della mia vita e della mia morte, nelle cui mani ripongo il mio onore"
Antonio cercò di rimanere serio e tenne la testa china, mentre pronunciava quelle parole solenni. Certo, era difficile non sorridere, visto che anche da inginocchiato, era comunque più alto della piccola peste che gli stava davanti, serio come non mai.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"E con questa spada, porgo giuramento ufficiale al mio unico signore e padrone, maestro della  mia vita e della mia morte, nelle cui mani ripongo il mio onore" 
Antonio cercò di rimanere serio e tenne la testa china, mentre pronunciava quelle parole solenni. Certo, era difficile non sorridere, visto che anche da inginocchiato, era comunque più alto della piccola peste che gli stava davanti, serio come non mai.
"Accetto i vostri servigi, e vi proclamo mio umile suddito. Da oggi in avanti, obbedirai ciecamente al tuo signore e padrone"
Il più grande alzò la testa, stupito suo malgrado del tono che aveva assunto Lovino: quando voleva, sapeva essere di una solennità sconvolgente.
"Quale allora la mia prima missione?" chiese lo spagnolo, senza alzarsi.
"Adesso non esagerare, bastardo, ti dirò io cosa fare!" urlò il piccolo, incrociando le braccia. Doveva riflettere: i giorni che riuscivano a passare insieme erano sempre meno, e   voleva sfruttarli al meglio.
"Ho fame" deliberò, dopo pochi minuti.
"Posso portarle da mangiare"
"Oh, no" lo corresse l' altro, con una strana luce negli occhi "Dovrai portare me dal cibo"
Antonio corrugò la fronte, riuscendo a capire solo quando sentì le braccia del più piccolo ancorate al suo collo, e i piedini che spigevano per infilarsi tra le braccia.
"E vedi di muoverti!"
Non riuscì a non sorridere, mentre lo sistemava sulla sua  schiena. 
Iniziò a correre, veloce, spronato talmente tanto dalle risate e le urla di gioia del più piccolo, che notò troppo tardi l' arrivo di Jan. Riuscì ad infilarsi in una delle pesanti tende rosse del corridoio, facendo sbucare solo la testa, e nascondendo alla buona il corpicino del più piccolo, che si tappò la bocca: aveva una non tanto segreta paura per quel bastardo di un biondo. 
"Che cosa stai facendo?" chiese serio l' olandese "Ti stanno cercando, dovete discutere su quello che ho appena detto alla riunione in cui tu saresti dovuto essere presente, ma a quanto pare te ne sei dimenticato di nuovo. A proposito, ti interessano tende nuove?"
"No, grazie" disse frettoloso Antonio: in effetti si era dimenticato della convocazione, e scaricò subito Lovino a terra con un piccolo tonfo, uscendo completamente della tenda.
"Se cambi idea sai dove trovarmi" rispose Jan, sparendo velocemente dietro l' angolo.
Lo spagnolo iniziò a correre a perdifiato, cercando di pensare ad una qualunque scusa per il ritardo mostruoso in cui era, ma venne rischiamato da una vocina stridula che urlava "Bastardo, dove stai andando?"
"Devo preservare la vostra vita, mio signore!" disse, voltandosi.
"A me sembra che stia preservando solo la tua" lo rimbeccò serio Lovino incrociando el braccia.
"Beccato. Allora può il mio signore donarmi due ore di libertà?"
Non c' era che dire, Lovino aveva la stoffa del despota. Tenne sulle spine lo spagnolo per cinque minuti buoni, prima di dire "E va bene, ma poi devi farmi usare la balestra"
Lo spagnolo riprese a correre, sorridendo sotto i baffi, nonstante fosse pienamente consapevole della sgridata che si sarebbe preso di lì a poco. Non poteva davvero resistere a quella piccola peste, era semplicemente adorabile!
"Antonio Fernandez Carriedo!" urlò il Primo Ministro, sbattendo i pugni sul tavolo e facendo voltare tutti i presenti "Si può sapere dove era finito? Le sembra il caso? In crisi per una nuova guerra e noi ci mostriano senza di lei agli occhi del nemico! Lei  è un irresponsabile!"
"Ero occupato con urgenti affari di politica interna" cercò di dire, prima di essere travolto da altri rimproveri.
I presenti probabilmente si chiedevano come facesse ancora a sorridere, e in pochi riuscirono a scorgere, dietro la porta socchiusa, un paio di occhi scuri e un broncio perenne, che ormai non faceva più nessun effetto.
Lo spagnolo non prestava molta attenzione ai rimproveri, sempre gli stessi: non che non gli interessasse badare alla sua Nazione, ma davvero non riusciva a distogliere lo sguardo dalla quasi impercettibile fessura della porta; era qualcosa di magnetico, che andava oltre i limiti banali di tempo e spazio. Era qualcosa di ancestrale, inconsapevolmente radicato nelle coscienze di entrambi, nonstante quella del più piccolo fosse più restia ad ammettere un sentimento tanto forte come l 'amore che, in qualche strano modo, li univa, così forte da lasciare il più grande senza fiato, quando pensava a come fosse la sua vita, prima di incontrarlo. 
 
 
"Lovino? Che ci fai qui?" erano le nove di una bella domenica mattina, e ciò voleva dire, per lo spagnolo come l' italiano, le prime luci dell' alba di una giornata dedita al puro ozio. Capirete bene, dunque, l' incredulità di Antonio, attutita dalle sole dieci ore di sonno.
"Se sei felice di vedermi non lo dimostri" rispose, per reprimere l' imbarazzo, Lovino, incrociando le braccia. 
Quella notte aveva fatto un sogno ... più un ricordo, romanzato dal suo subconscio. Se gliel' avessero chiesto, non avrebbe potuto dire esattamente il perchè si trovasse lì, dopo secoli che non si vedevano, come se questi non fossero passati, ma davvero non sapeva dove altro stare, in quel momento. 
"Sono sorpreso, tutto qui"
"Non dovresti, sei ancora il mio umile servitore o no?" 
Lo spagnolo corrugò la fronte: che avesse preso un colpo di sole? Ma dopo pochi attimi riemersero nella sua memoria parole che difficlmente avrebbe dimenticato. Scoppiò a ridere senza controllo.
"E' così che si tratta il tuo padrone?"
"Chiedo venia, ma i miei servigi non sono richiesti da sua maestà da secoli, ormai"
"E ti senti quindi libero?"
"Pregavo te ne ricordassi, fino a poco tempo fa"
Lovino avvampò di vergogona e, più in profondità, di un tacito senso di colpa che provava ogni volta nell' incontrare gli occhi verdi dell' altro. 
"Anch' io" riuscì a sussurrare, con lo sguardo puntato a terra.
Antonio sospirò: conosceva troppo bene quella che rimarrà sempre la sua colonia adorata, per non capire i veri desideri dell' altro. Lo prese per mano e lo tirò delicatamente dentro, e lo sbuffo che ricevette come risposta suonò alle sue orecchie come una cascata cristallina di "grazie" sussurrati e mai detti. 
 
 
"Allora, te ne sei liberato?" chiese il piccolo, segretamente sentendosi in colpa, vedendo uscire, dopo un paio d' ore, lo spagnolo.
"Sì, mi sono solo preso una bella lavata di capo!" disse per tranquillizzarlo, intuendo i suoi veri sentimenti. Era sempre così.
"Beh, allora? Hai ancora una missione, se non sbaglio!"
Lo spagnolo rise e prese Lovino per le braccia, ricominciando a correre.
Arrivati in cucina, il piccolo si findò su un cesto di frutta appena raccolta e iniziò a masticare voracemente una mela. 
"Mio signore, si può ritenere soddisfatto?"
L' italiano sbuffò, e lo spagnolo sorrise, quasi inconsciamente. Aveva decodificato lo strano linguaggio di Lovino, e segretamente lo trovava adorabile.
Lo sollevò da terra, baciandolo affettuosamente sulla fronte.
Per tutta risposta, il piccolo gli diede un calcio ben assestato sullo stomaco, che lo lasciò tramortito per un paio di minuti, nei quali non riuscì a perdere mai il sorriso. 
 
 
*** 
Oh.
Mi fanno troppa tenerezza, questi due. 
Sam
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Sam Lackheart