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Autore: HisLovelyVoice    19/05/2013    4 recensioni
Mi alzai, decisa ad andarmene e a non avere più nulla a che fare con lui, e mi asciugai il volto. Ma lui mi prese per un braccio e mi fece sedere in braccio a lui. Mi strinse forte a se da dietro. Poi mi fece girare di fianco, prese i miei polsi, tirò su la manica e baciò tutti i miei tagli e tutte le mie cicatrici.
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Questa storia è un missing moment della storia Waiting for happiness. si può leggere anche senza aver letto tutta la storia, ma conviene leggerla, per capire meglio alcune cose.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
- Questa storia fa parte della serie 'I need happiness'
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FABIO
Vidi Camilla e Federico allontanarsi da noi, tenendosi mano nella mano. Erano così belli insieme, volevo tanto avere anche io una relazione come la loro. Magari con Giulia…
- Camilla è un po' strana, lo sai? - dissi a Giulia. Lei annuì.
- è un tipo un po' particolare. Ma è speciale. - disse.
- come te. - mi lasciai sfuggire. Mi morsi il labbro, mentre lei arrossì. 'Stupido Fabio! Magari lei è venuta solo per farmi un favore!' - che classe fai? - chiesi per cambiare il prima possibile discorso. Come se non lo sapessi! Già conoscevo il suo nome, frequentava il terzo A se non mi sbagliavo e spesso si chiudeva in un bagno malandato, ma nessuno ne sapeva il motivo.
- terzo. Tu? - disse, confermando ciò che sapevo.
- quarto. - annuì. Sembrava che anche lei lo sapesse già. Ma sicuramente era una mia impressione. La guardai attentamente. I capelli ricci le ricadevano lungo la schiena e il loro colore rosso risaltava molto sulla sua pelle bianca. Gli occhi verdi sembravano smeraldi, di un verde molto bello. Era veramente bella.
- ti va di fare una passeggiata? - le chiesi titubante. Fortunatamente annuì. - non sei una di molte parole. - costatai. Arrossì. 'Arrossisce anche molto facilmente.'
- beh, non so cosa dire, non voglio annoiarti. -
- e perchè dovresti annoiarmi? - scrollò le spalle.
- non so. Forse perchè non ti interessa nulla della mia penosa vita. - corrugai la fronte.
- perchè penosa? - scosse la testa.
- niente, lascia stare. - mi fermai e la presi per le spalle.
- Giulia, mi stai facendo preoccupare. - le feci alzare il volto. La fissai in quei suoi occhi meravigliosi che finalmente potevo vedere da vicino. - cosa ti è successo? -
- niente, tranquillo. - ci conoscevamo da poco, ma tenevo a lei. Forse perchè spesso mi era capitato di guardarla di nascosto. Forse perchè mi sentivo così attratto da lei, da chiedere informazioni sul suo conto in giro. Forse perchè anche se quella era la prima volta che parlavamo mi piaceva.
- Giulia, lo so che ci conosciamo da cinque minuti, ma sappi che comunque io sono qui, e quando vorrai mi potrai parlare, okay? - annuì.

GIULIA
Certo, gli avrei potuto parlare. Avrei potuto anche dirgli tutto quello che avevo passato e che stavo passando. Ma poi? Cosa sarebbe successo? Sarebbe rimasto? No, si sarebbe spaventato e sarebbe scappato da me. Perchè io ero un mostro. Non capivo nemmeno perchè avesse voluto parlare con me, magari gli interessava Camilla e voleva avere qualche consiglio.
- Giulia, ci sei? - guardai Fabio. Era veramente troppo bello.
Ma io a lui non piacevo, dovevo mettermelo in testa. Già che stavamo parlando era un miracolo. Sicuramente dopo questa giornata non avrebbe più voluto avere niente a che fare con. Del resto, come dargli torto? Se fossi stata un'altra persona, mi sarei tenuta a distanza da me.
- si, sono qui più o meno. -
- ti capita spesso di avere la testa tra le nuvole? -
- si, pur di non pensare al passato. - okay, stavo dicendo troppe cose che sarebbero dovute rimanere segreti.
- non ti va proprio di parlarne? - perchè mi sarei dovuta illudere ancora? Perchè avrei dovuto soffrire in un futuro quando lui, scoprendo la verità, se ne sarebbe andato? Se dicevo la verità subito mi liberavo da un peso, e non mi sarei mai affezionata a lui.
- possiamo sederci? - chiesi.
- certo. - mi rispose. Quando fummo seduti, mi appoggiai alla sua spalla ed iniziai a ripercorrere il mio passato, cercando il momento in cui la tristezza aveva preso il sopravvento.
- mia madre e mio padre si separarono quando ero ancora piccola. Vedevo nei loro occhi rabbia, odio che si manifestava nelle loro frequenti liti. Poi si separarono. Per me fu un peso enorme da sopportare, ma dovevo pur cercare di tirare su mia sorella. Se non poteva avere l’affetto di due genitori uniti, volevo almeno che avesse tutto il mio appoggio. Vivevamo da mia madre. Poi un giorno mio padre venne a prenderci a casa e ci disse che nostra madre aveva avuto un incidente e che era morta sul colpo. Fu un altro macigno da dover sopportare. Non avevo mai perso nessuno di così importante. Passai notti intere a piangere e ad avere incubi. Non sapevo se era meglio dormire e sognare l’incidente o rimanere sveglia piangere. - presi un respiro profondo. Guardai Fabio, che era abbastanza scioccato. Ma mi fece cenno di continuare. - poi, la mia migliore amica, l’unica che mi era rimasta affianco, l’unica con cui riuscivo a parlare tranquillamente, mi rimpiazzò con un’altra ragazza, negando la nostra amicizia che durava dall'asilo. A questo punto iniziai a tagliarmi. - ammisi. - e mi taglio tutt'ora. Mia sorella, la mia piccola Gioia, è morta. Aveva solo sei anni! - le lacrime iniziarono a rigarmi il volto, ma non mi preoccupai di sciugarle. - dopo un po’ di tempo ho tentato il suicidio qui, a scuola. Per fortuna che c'era Camilla, altrimenti mi sarei buttata. Che senso aveva la mia vita se non avevo la mia sorellina? Solo in seguito mi resi conto dell'errore che stavo per fare. Ora va meglio, ma anche se ci provo, non riesco a smettere di tagliarmi. Mi fa sentire meglio, come se tutto il dolore uscisse, dandomi un po’ di tregua. -
Guardai di nuovo Fabio. Teneva lo sguardo basso. Mi alzai, decisa ad andarmene e a non avere più nulla a che fare con lui, e mi asciugai il volto. Ma lui mi prese per un braccio e mi fece sedere in braccio a lui. Mi strinse forte a se da dietro. Poi mi fece girare di fianco, prese i miei polsi, tirò su la manica e baciò tutti i miei tagli e tutte le mie cicatrici.
Non lo capivo.
Non gli facevo schifo o ribrezzo?
Perché non mi aveva fatto andare?
Perché baciava i miei tagli?
- non meriti di soffrire così tanto. - disse quando ebbe finito.
- e invece sembrerebbe di si - costatai.
- non voglio che tu soffra ancora. - mormorò, stringendomi a se. Posai il mio volto nell’incavo del suo collo. Aveva un buon odore.
- perché? - chiesi timorosa.
- perché è da giorni che ti guardo. Non sono uno stalker, ci tengo a precisarlo. Ma circa tre mesi ti ho visto per la prima volta qui, in cortile. Ti osservavo, mentre te rimanevi sola in disparte su una panchina. Non so cosa mi succedeva, ogni giorno scendevo e mi mettevo sempre nello stesso punto sperando di vederti. E te tutti i giorni scendevi. Sentivo il bisogno di venirti a parlare, non volevo vederti sola, ma avevo paura. Così me ne rimanevo nel mio angolo, sperando che un giorno mi notassi. - il mio cuore aveva accelerato il battito. Riuscivo a sentire anche il suo cuore, che batteva veloce come il mio. Mi allontanai e lo guardai negli occhi.
- sai, tre mesi fa sono scesa per la prima volta solo per vedere te. - ammisi timorosa. Vidi i suoi occhi illuminarsi. - premetto anche io che non sono una stalker. - dissi ridendo. - ti avevo visto per la prima volta in corridoio. Quando poi dalla finestra di un bagno ti avevo visto giù, in cortile, ho pensato di scendere e di venire a guardarti, sperando che un giorno mi notassi. - dissi, ripetendo le sue parole. Perché era la pura e semplice verità. Mi accarezzò il volto con il dorso della mano destra, mentre la sinistra stringeva la mia.
Si avvicinò al mio viso. Eravamo a pochi centimetri di distanza.
- vorrei essere il tuo ragazzo. - sorrisi. Mi avvicinai ancora di più, e lui fece lo stesso, fino a quando le nostre labbra non si incontrarono.
Quando ci allontanammo, sfortunatamente, gli sorrisi.
Mi alzai, seguita da lui. Mi prese la mano e iniziammo a passeggiare per il cortile.
Ero felice.
Ero dannatamente felice.
Sentivo che nulla sarebbe potuto andare storto.
Perché lui non si era spaventato, non stava scappando.
Lui sarebbe rimasto.




HEI!!!
allora cosa ne pensate di questi due ragazzi? io li amo! ♥
Giulia meritava un po' di felicità dopo tutto quello che ha passato
e Fabio è così dolce! :D
beh, se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate!
un bacio xxx
Giulia

  
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