Sono seduta sulla riva del lago, e sento l’aria fredda del momento che precede l’alba sul mio viso che mi scompiglia i capelli.
Sono qui sulla riva del lago e scrivo questa lettera, perché sto per morire.
Nell’acqua ho visto il mio riflesso, la mia parte malvagia che avrebbe dovuto rimanere per sempre intrappolata nell’acqua.
Mi ha guardato, ha tuffato i suoi occhi color nocciola nei miei, ha risposto al mio sorriso, come me si è aggiustata una ciocca sbarazzina che le ricadeva vicino all’occhio destro.
Poi, il suo sorriso è svanito; ha spalancato i suoi occhioni scuri e mi ha detto: “vengo a prenderti”.
Sono qui sulla riva del lago e osservo la mia gemella che esce dall’acqua con un coltello in mano.