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Autore: Mels_36    19/05/2013    9 recensioni
Cosa fareste se il vostro ragazzo vi chiedesse di scegliere tra l'astinenza forzata e l'umiliazione pubblica?
Sebastian ha un'idea ben precisa di quale sia la scelta giusta.
[Ambientata durante la 4x07]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rating: Verde
Genere: Romantico / Fluff / Commedia
Pairing: Sebastian / Thad e accenno a Nick/Jeff
Avvertimento: Questa shot è ambientata durante – per così dire – la 4x07.


 

Di gelosia presunta e scommesse consapevoli




Sebastian sbadigliò sonoramente, avanzando lungo il corridoio per raggiungere la propria stanza. Aveva passato una mattinata intensa, epilogo inevitabile di un lungo periodo durante il quale Clarington non aveva fatto altro che pensare al modo di sottrarre alle New Directions il loro miglior cantante.
Tuttavia, tentare di convincere Anderson a tornare nei Warblers si stava rivelando una faccenda stancante: sorrisi di circostanza – non privi di una certa malizia – svariati approcci – tutt’altro che innocenti –  e, naturalmente, canzone improvvisata sul momento, con tanto di balletto perfettamente sincronizzato.
Blaine si era mostrato titubante e insicuro, destabilizzato dall’indossare nuovamente il blazer ; era solo questione di tempo prima che cedesse definitivamente e mollasse quel branco di nullità per tornare nel suo luogo di naturale appartenenza.

Accelerò il passo, ricordando il preciso motivo per il quale aveva lasciato Clarington alle prese con i suoi deliri d’onnipotenza e abbandonato in tutta fretta la stanza adibita alle prove, nonostante la maledetta bestiaccia dal pelo bianco avesse tentato di fermarlo soffiandogli rabbiosamente addosso: la sua tenacia e determinazione l’avevano portato al successo, ed ora era tempo di riscuotere la meritata vincita.

Aprì la porta con un gesto plateale, squadrando velocemente la stanza e mettendo subito a fuoco l’oggetto del proprio interesse, che in quel momento era comodamente sdraiato sul letto, intento a leggere un libro di Hemingway. Passarono pochissimi istanti prima che decidesse di buttarsi letteralmente su quello stesso letto, irritando – e non poco – l’altro occupante.

  “Smythe, se mi chiedessero il tuo maggior difetto, risponderei la tua totale mancanza di delicatezza .”

Sebastian non diede segno di aver udito le parole di Thad, e si concentrò sul suo scopo principale: slacciargli la cravatta e sbottonargli la camicia. Un compito che, tuttavia, era reso difficile dalla poca collaborazione dell’altro.

  “Potresti chiudere quel libro e concentrare l’attenzione su di me? Ti posso assicurare che ci guadagneresti. Tanto.”

Thad non sembrò affatto impressionato da quelle parole, ma tutt’al più scocciato dall’intraprendenza di Sebastian; e quest’ultimo, a dirla tutta, era un po’ stranito da quel comportamento.

Thad non si tira mai indietro.

  “Harwood, avverto una certa ostilità da parte tua. Posso saperne il motivo?”

Thad chiuse il libro e, finalmente, Sebastian vide i suoi occhi scuri ricambiare dapprima il suo sguardo, per poi soffermarsi all’altezza delle labbra, quasi si stesse trattenendo dalla voglia di fiondarcisi sopra e passarci la lingua.

Ma la domanda è: perché non lo sta ancora facendo?

  “Siete riusciti a convincere Blaine?”

Sebastian chiuse le palpebre un paio di volte, trattenendo l’impulso di darsi un pizzicotto sul braccio per assicurarsi che fosse tutto reale. Davvero Thad voleva parlare di quello?

  “Questione di tempo.”

Non gli importava approfondire maggiormente l’argomento, soprattutto quando la porzione di pelle sotto l’orecchio dell’altro era così invitante; ma non aveva fatto i conti con la testardaggine di Thad.

  “A quanto pare le tue mosse da seduttore funzionano sempre a meraviglia.”

Sebastian sbuffò e si scostò leggermente, sentendo l’entusiasmo venir meno a man a mano che la conversazione andava avanti.

  “Noto una punta di sarcasmo nella tua voce.”

Thad voltò la testa di lato, facendo chiaramente intendere che non avrebbe ribattuto; e per quanto Sebastian sapesse che era suo preciso dovere tentare di capire quale fosse il problema, preferì soprassedere e lasciare che fossero i suoi istinti a guidarlo. Lasciò scivolare le mani lungo il petto di Thad, con delicatezza e senza alcun tipo di frenesia, lasciando crescere l’ansia e l’aspettativa; sfiorava la pelle con i polpastrelli, indugiando intorno alle zone più sensibili e erogene.
Si azzardò a rialzare lo sguardo sul volto dell’altro, sperando di scorgervi le stesse sensazioni che stava provando lui: inutile dire che fu un pessimo errore.
Ringraziò tutte le divinità esistenti o meno per non aver dotato gli esseri umani della capacità di uccidere con la sola forza dello sguardo – si annotò mentalmente di cancellare dalla lista dei suoi personaggi super hot preferiti Ciclope/Scott Summers – perché altrimenti lui a quell’ora sarebbe già stato brutalmente assassinato.

  “Ma non ti senti nemmeno lontanamente in colpa a toccarmi dopo aver passato l’intera mattinata a fissare con impertinenza il fondoschiena di un altro?”

Sebastian cadde letteralmente dalle nuvole. Quindi era quello il motivo per il quale Thad stava opponendo tanta resistenza? E lui che per un attimo aveva pensato a qualcosa di serio.

  “Hai detto bene, Harwood. Ho usato solo gli occhi. Niente a che vedere con quel che farò ora al tuo fondoschiena.”

Ma sapeva che Thad non si sarebbe arreso facilmente e l’avrebbe fatto penare a lungo; quando si impuntava su qualcosa era praticamente irremovibile.

  “Occhi, mani... Che differenza fa?”

  “Oh, andiamo! – Sebastian stava iniziando a perdere la pazienza – Sono legittimato a guardarlo! Ha un culo da favola e per di più libero!”

E forse con quest’ultima affermazione aveva passato appena appena il segno, ma era troppo tardi per rimangiarsela; accettò di buon grado il pizzicotto sul suo fianco, considerando che la rappresaglia avrebbe potuto essere ben peggiore.

  “Allora facciamo così: da oggi puoi occuparti unicamente del suo.”

Sebastian sospirò, amareggiato; le cose erano andate in modo nettamente diverso a come le aveva previste nel momento in cui aveva messo piede in camera.

  “Tacos – Thad arricciò un labbro, infastidito dal nomignolo – godere dell’esclusiva Smythe ti sta facendo montare la testa.”

Thad non rispose, ma approfittò di un leggero movimento dell’altro per mettersi a sedere sul letto e riallacciarsi la camicia; inutile dire che Sebastian prese quell’atto come un’offesa personale.

  “Dammi un valido motivo per il quale ti stai rivestendo.”

Dovette aspettare qualche minuto prima che quel dannatissimo nano ispanico si decidesse a dargli una risposta.

  “Ogni atto sbagliato comporta una punizione, Smythe. E la tua è l’astinenza.”

Ditemi che è uno scherzo.

  “Questo è fuori discussione, Harwood.”

Thad si voltò verso di lui, e Sebastian si accorse solo in quel momento di uno strano luccichio divertito che brillava nei suoi occhi; non rabbia, non risentimento. Thad Harwood stava giocando con lui.

   “Non puoi costringermi, Smythe. A meno che...”

Ed ecco che, finalmente, le carte iniziavano a scoprirsi.
Sebastian si sentì un vero idiota: se avesse fatto più attenzione ai particolari, si sarebbe accorto immediatamente che qualcosa in quella faccenda non quadrava. Thad non era, generalmente, un tipo geloso; se si accorgeva che Sebastian indugiava troppo nel dare attenzione a qualcun altro, semplicemente faceva di tutto per mettersi in mostra, ricordando puntualmente al francese il motivo per cui aveva deciso di avere una relazione più o meno seria e, soprattutto, esclusiva.
Per questo era rimasto leggermente perplesso quando Thad aveva lasciato l’aula canto senza proferire parola; ma alla fine aveva ritenuto che Thad avesse capito la reale finalità del suo comportamento e che, di conseguenza, non ci avesse visto nulla di sconveniente.
In alcun momento aveva sospettato che, in realtà, quel fastidioso ragazzino stava tramando alle sue spalle; aveva bisogno di un arma di ricatto e Sebastian gliel’aveva data senza nemmeno rendersene conto.

  “Quello era lavoro, Harwood” tentò comunque, cercando di dimostrare a Thad che quel tipo di rappresaglia era totalmente ingiustificato. “Stavo eseguendo gli ordini di quel folle di Clarington.”

  “Troppo semplice, Smythe.” Thad ormai si era alzato dal letto, e non tentava neanche più di nascondere la soddisfazione per aver condotto brillantemente la partita. “Sta a te decidere. Altrimenti... C’è sempre Anderson.”

E Sebastian davvero avrebbe voluto che Blaine fosse una possibilità concreta. Solo che, già da un pezzo, aveva capito che le alternative avevano cessato di esistere nel momento in cui Thad si era imposto nella sua vita e gli aveva mostrato i lati piacevoli del condividere la propria quotidianità con un’altra persona. E tutto questo Thad lo sapeva alla perfezione.

Ma prima o poi pagherà quest’eccessiva sicurezza del nostro rapporto, lo stronzetto.

A quel punto Sebastian si arrese definitivamente e si abbandonò scompostamente sul letto.

  “Sentiamo, in cosa consiste la mia punizione?”

Aveva gli occhi rivolti verso il soffitto, e non poté vedere – per sua fortuna e per la sopravvivenza di Thad – il gesto di vittoria che fece l’ispanico. Quest’ultimo si ricompose pochi istanti dopo, però, per rispondere alla domanda.

  “Domani è Venerdì 15.”

Sebastian aggrottò la fronte, pensieroso; ci vollero diversi minuti prima che collegasse quella giornata ad un evento specifico, per poi urlare un “NEANCHE PER SOGNO!” in direzione di Thad.

Ma la battaglia era persa, ne era consapevole; Thad aveva vinto e lui doveva rispettare la sorte riservata a coloro che venivano sconfitti.
 

*                                                         *                                                            *

 
  “Ti sta un incanto.”

  “Harwood, ti aspetta una morte atroce, ricorda.”

Thad ridacchiò, mentre ritoccava con qualche semplice gesto il costume indossato da Sebastian.

  “Sul serio, Smythe – Jeff, arpionato al braccio di Nick, aveva un sorriso molto largo e decisamente ironico sul volto – Sei l’albero più bello che abbia mai visto.”

  “Sterling, un’altra parola e...”
 
  “E niente, Sebastian – Thad si sporse verso di lui e posò le labbra sulle sue – Smettila di lamentarti, avanti. Non sei un salice piangente, ma un càrpino.”

  “Cos’avranno di tanto speciale questi carpini...” borbottò il francese, leggermente rabbonito da quel rapido bacio.
 
  “Le cicale.” Nick aveva parlato sovrappensiero, e non si era accorto di aver attirato l’attenzione delle altre tre persone presenti. “Sui carpini ci sono le cicale. Penso sia questo il motivo.”

  “Sai sempre così tante cose, Nicky.” Jeff lo guardava con occhi sognanti, sotto lo sguardo assolutamente schifato di Sebastian.

  “Ancora non capisco perché non puoi farlo tu, Tacos.”

Thad sospirò, per quella che forse era la centesima volta.

  “Te l’ho già detto, Sebastian. Quella str... ehm, simpatica e gentile maestra di Rafael ha detto che ero troppo basso e di conseguenza poco credibile.”

  “Capito, Sebby?” Il sorriso di Jeff andava da un orecchio all’altro. “Devi essere un albero credibile.”

  “Sterling, fott...” Thad gli tappò prontamente la bocca con la mano, facendogli notare con un cenno che erano circondati da bambini. Sebastian gli lanciò un’occhiata in tralice, ma non aggiunse nient’altro.

  “Signori, un attimo di attenzione.” La maestra tanto amata da Thad fece la sua comparsa e iniziò un lungo discorso sull’importanza di quella recita scolastica e sull’impegno che ogni attore doveva mostrare; Thad ne approfittò per avvicinarsi a Jeff ed allungare la mano verso di lui.

  “Paga, Sterling.”

Jeff fece una piccola smorfia ma non disse nulla, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni 10$ e porgendoglieli. “Anche se non ho ancora capito come hai fatto a convincerlo.”

  “Ho i miei metodi” rispose Thad, strizzando l’occhio nella sua direzione, prima di tornare vicino a Sebastian e stringergli la mano, mostrandogli tutto il suo supporto morale.

Il discorso continuò per una buona decina di minuti, con frasi come “perché la recitazione è l’arte di esprimere emozioni” e “tra questi bambini potrebbe nascondersi un giovane Di Caprio”, finché diversi sbadigli – tra i quali poteva annoverarsi quello straordinariamente lungo e intenso di Sebastian – la fecero imbestialire e decise che non avrebbe sprecato fiato per pronunciare una parola in più; si allontanò, lo sguardo fiero e la testa alta, con grande gioia di tutti genitori, parenti, e fidanzati dei parenti presenti.

  “Zio Thad!” Un piccolo e concitato Rafael si fece largo tra la gente, accelerando il passo quando vide la persona che cercava. “Non trovo più le mie antenne da formica!”

Thad sbarrò gli occhi: mancavano circa dieci minuti prima dell’inizio dello spettacolo, e se le antenne non fossero saltate fuori nell’immediato la maestra lo avrebbe ucciso con le sue stesse mani, provando anche un sadico piacere.

  “Dobbiamo trovarle. Non voglio morire.”

Rafael piegò la testa di lato, cercando di capire il collegamento tra le due frasi, ma Thad lo prese prontamente per la mano accompagnandolo negli spogliatoi, seguito da Nick che si era offerto di dare una mano nella ricerca.

Sebastian, intanto, guardava sconsolato le diverse parti del suo corpo ricoperte di verde; quel colore, a dire di Thad, gli donava terribilmente, ma lui faticava ad essere dello stesso avviso. Era talmente preso da quell’operazione che ci mise qualche istante prima di accorgersi della mano tesa di Jeff davanti a lui.

  “Pagare, Smythe.”

Sebastian fece una smorfia insofferente, come se Jeff avesse appena riportato alla sua mente un brutto ricordo.

  “Te li darò a fine spettacolo. Quanti erano? 20$?”

  “30.” Jeff incrociò le braccia al petto, l’aria soddisfatta e un ghigno furbo sulle labbra. “Sapevo di aver fatto bene nel seguire il mio istinto.”

  “E sentiamo, come facevi ad essere sicuro che avrei perso?”

Jeff fece spallucce, per poi assumere un’aria più seria: “Perché ormai è chiaro a tutti che sei innamorato, Sebastian. Non è così?”

Sebastian voltò la testa, evitando accuratamente di incrociare lo sguardo di Jeff ma finendo inevitabilmente per posare gli occhi su Thad, che era tornato con il sorriso sul volto e le antenne nella mano.

  “Domanda di riserva, Sterling?”











Note dell'autrice:

Che dire. Era davvero tanto, tanto tempo che volevo scrivere una shot ambientata durante la 4x07. Ogni volta che vedevo il video "My Dark Side" provavo il forte impulso di farlo ma, causa il miliardo di impegni, rimandavo sempre. Ora, finalmente, sono riuscita a mettere per iscritto la mia personalissima versione di "Come-Thad-Harwood-Fece-Pagare-A-Sebastian-Smythe-Le-Occhiate-Rivolte-Al-Fondoschiena-Di-Blaine-Anderson" *-*
Qualche piccola precisazione:
- Ciclope/Scott Summers è uno degli X-men (uno dei più sexy, tra l'altro)
- I càrpini... Colpa del mio professore di Linguistica.
- Rafael è il figlio della sorella di Thad (chi ha letto la Thadastian Week lo ricorda sicuramente! ^^)
- Jeff è un genio. Sapeva che avrebbe perso la scommessa con Thad e si è rifatto su Sebastian. 
Spero vivamente che questa piccola shottina vi sia piaciuta :)
Alla prossima :*
  
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