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Autore: Maharet    19/05/2013    4 recensioni
Una storia nata per caso durante un weekend alle terme... perché riesco a pensare a Malec ovunque io mi trovi!
Magnus sembrava perfettamente a suo agio, totalmente incurante dell’attenzione che sembrava attirare su di sé. Si stiracchiò come un gatto, poi socchiuse gli occhi e incrociò i suoi, come se avesse avvertito sulla pelle l’intensità del suo sguardo. Gli sorrise, quel sorriso sincero che riservava solo a lui, invitandolo con un gesto della mano a raggiungerlo. Gesto che ebbe il potere di calamitare istantaneamente sulla sua persona l’interesse della schiera di ammiratrici del suo fidanzato.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Crumbs of Malec'
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Alla mia Min,
perché metà del merito di questa storia va alle terme, ma l'altra metà é tua e delle nostre role...
Te l'ho già detto che ti adoro, vero? <3


Alec era impalato da almeno dieci minuti all’ingresso delle piscine termali in cui l’aveva trascinato il suo compagno, abilmente ricavate da alcune grotte naturali, una mano occupata a rigirare tra le dita la cintura dell’accappatoio e l’altra a chiuderne i lembi sul petto, completamente paralizzato.

Non che avesse problemi con il proprio corpo. Quando erano gli occhi di Magnus a fissarsi su di lui, le sue mani e la sua bocca a percorrerlo, il disagio era praticamente inesistente. Ma lì, in mezzo a decine di persone, aveva l’impressione di essere osservato come un fenomeno da baraccone.

Il suo sguardo vagò incerto per l’ampio locale, fissandosi infine sull’oggetto della sua ricerca. Lo stregone era mollemente adagiato su una sdraio ricoperta da un asciugamano arcobaleno, il corpo bellissimo e seminudo ornato solo da un perizoma che lasciava davvero pochissimo spazio all’immaginazione.

Squadrò nervoso le ragazzine ridacchianti che gli si erano schierate intorno, dandosi di gomito l’un l’altra e mangiandoselo con gli occhi. Pensò, con una punta di scoramento, che non si sarebbe mai abituato al modo in cui il suo compagno attirava frotte di uomini e donne ugualmente adoranti.

Magnus sembrava perfettamente a suo agio, totalmente incurante dell’attenzione che sembrava attirare su di sé. Si stiracchiò come un gatto, poi socchiuse gli occhi e incrociò i suoi, come se avesse avvertito sulla pelle l’intensità del suo sguardo. Gli sorrise, quel sorriso sincero che riservava solo a lui, invitandolo con un gesto della mano a raggiungerlo. Gesto che ebbe il potere di calamitare istantaneamente sulla sua persona l’interesse della schiera di ammiratrici del suo fidanzato.

Con un sospiro si diresse verso di lui, arrivando accanto allo sdraio con l’irresistibile desiderio di estrarre una spada angelica ed infilzare un po’ di quelle umane, che sembravano entusiaste di avere due ragazzi da fissare anziché uno. Si fermò davanti a Magnus, che con scioltezza si sollevò dalla sdraio – suscitando un coro di commenti coloriti riguardanti un dettaglio anatomico in particolare, dettaglio che avrebbe preferito essere l’unico a contemplare - e senza dargli il tempo di fare qualunque gesto afferrò la cintura dell’accappatoio, sfilandogliela.

-        Per Raziel…

Imprecò a mezza voce il nephilim, incapace di realizzare la rapidità con cui le mani del suo compagno salirono sulle sue spalle, facendo scivolare a terra l’accappatoio e liberandolo così della sua unica protezione di fronte alla schiera di assatanate sbavanti, che ora davano l’impressione di essere di fronte ad un qualche genere di mistica apparizione.

-        Siamo alle terme, dolcezza… dovresti andare in giro come mamma ti ha fatto, non certo avvolto in svariati metri quadrati di spugna dal dubbio fascino!

Alec chiuse gli occhi e contò mentalmente fino a dieci, nell’estremo tentativo di non porre fine in quel preciso istante alla pluricentenaria esistenza dello stregone. Tentò di ignorare il brusio di sottofondo, che era appena salito di un paio di decibel, e con un gesto deciso afferrò il polso di Magnus.

-        Possiamo per favore cercare un posto meno affollato?

Lo sguardo dello stregone brillò di malizia alle sue parole, mentre il suo sorriso di allargava notevolmente.

-        Un posto meno affollato? Potevi dirlo subito, fiorellino…

Alec lasciò il suo polso come se scottasse, mentre avvertiva il consueto, fastidioso rossore salire ad imporporargli le guance.

-        Io non intendevo… insomma…

Magnus scoppiò a ridere, prendendo la sua mano ed intrecciando le dita a quelle del ragazzo tra i sospiri, in parte estasiati ed in parte delusi, del loro pubblico.

-        So benissimo cosa intendevi, amore… e sono certo che in questo momento una vasca idromassaggio faccia esattamente al caso nostro!

Lo trascinò via quasi di peso, ignorando completamente il borbottio infastidito del suo compagno, mentre le ragazzine tornavano di malavoglia alle loro precedenti occupazioni. Quando arrivarono alla loro meta, tuttavia, nemmeno Alec riuscì a rimanere arrabbiato. Si trattava di una vasca molto piccola, poco più di una pozza scavata nella roccia, parzialmente isolata dal resto del complesso. L’acqua sgorgava limpida dalla parete retrostante, un lieve vapore che risaliva dalla superficie ad indicarne la temperatura piuttosto elevata.

-        E’… bellissima…

Mormorò appena Alec, guardandosi intorno. Non c’era nessuno nel raggio di parecchi metri, e persino i rumori provenienti dal resto della sala apparivano come attutiti, la stessa sensazione che provava a volte nei sogni. Squadrò inquisitorio il suo compagno.

-        Magnus… stai usando la magia, per caso?

Lo stregone sorrise senza rispondere, porgendogli la mano in un muto invito ad entrare con lui in quella meraviglia miracolosamente a loro completa disposizione. Dopo un attimo di incertezza gli sorrise di rimando, stringendo le sue dita. Sapeva che era profondamente sbagliato usare la magia sugli esseri umani, ma questa nello specifico non faceva loro alcun male; si limitava a concedere al nephilim l’invisibilità che tanto agognava, nascondendo quel piccolo angolo di paradiso ai sensi degli altri ospiti della struttura.

Il ragazzo seguì il suo compagno nell’acqua bollente, lasciando che Magnus lo attirasse tra la sue gambe, circondandolo con le braccia e facendo aderire la schiena di Alec al proprio petto.

-        Va meglio ora?

Sussurrò al suo orecchio lo stregone, disegnando con le dita pigri arabeschi sul petto del suo compagno. Alec si abbandonò contro di lui con un sospiro soddisfatto, senza rispondere, chiudendo gli occhi al contatto delle sue dita sulla pelle. Avvertì le labbra di Magnus sorridere contro il suo collo, iniziando a percorrerlo con una serie di baci leggeri come un battito d’ali di farfalla, ma sufficienti a fargli scorrere un brivido lungo la spina dorsale.

-        Sai, ho apprezzato che tu mi abbia chiesto di trovare un posto meno affollato, mon chardonneret… nonostante questo sia un secolo decisamente illuminato, temo che la maggior parte delle idee che ho in testa in questo momento avrebbero potuto turbare le giovani menti di quelle ragazzine…

Il nephilim avvertì una sorta di corrente attraversarlo a quelle parole. Si irrigidì, improvvisamente nervoso.

-        Amore, io non credo che…

La mano sinistra dello stregone – sinistra in ogni senso - interruppe il suo tentativo, scendendo lenta ma inesorabile verso l’elastico del suo costume da bagno. Il contatto delle dita con la stoffa gli spezzarono le parole in gola, mentre tutto il suo corpo si inarcava spontaneamente, alla ricerca di un contatto più profondo.

-        Non credi cosa, Alexander?

Soffiò al suo orecchio con voce beffarda lo stregone, circondando la sua vita con l’altro braccio per trattenerlo contro di sé. Come se il ragazzo potesse anche solo concepire l’idea di staccarsi da lui in quel momento. Alec senza rispondere chiuse gli occhi, pregando in cuor suo che la magia di Magnus fosse abbastanza potente da nascondere anche i gemiti che, a breve, avrebbero certamente superato la barriera delle sue labbra.
   
 
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