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Autore: LuLu96    19/05/2013    2 recensioni
L'amore è una brutta bestia. Prima ti fa volare quanto più in alto è possibile, poi, all'improvviso, ti scaraventa a terra senza possibilità di salvarsi. Ma non è una novità, già i poeti antichi cantavano le loro pene d'amore. Saffo, Catullo, cosa hanno di diverso da noi? E Dante e Guinizzelli? Assolutamente niente. Perchè quando si perde una persona amata, il dolore che si prova è uguale nei secoli. Sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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È strano, sai, parlarti, esserti amica, starti accanto senza amarti più, ma sentendo ancora quel brivido sulla pelle nel punto in cui la sfiori, come quando credevo che avrei dato la vita per te. L'avrei fatto, sai, senza pensarci due volte. Eri tutto per me, l'aria, l'acqua, il cibo, ma non te me sei mai accorto. O forse l'hai fatto e non hai mai affrontato la cosa. Mi avevi detto di amarmi, certo, ma invece di ascoltare quello che diceva il mio cuore, avrei dovuto ascoltare la tua voce, quel tremolio appena accennato della "a", il tono poco convinto. Per non dire niente dei tuoi occhi! Il dubbio vi si leggeva senza il minimo sforzo, se solo avessi voluto vederlo. Ho sempre capito cosa pensavi dai tuoi occhi. Quelli parlano da soli, molto meglio della tua bocca.
La tua bocca. Non immagini quanto mi manchi in questo momento il tuo sapore, il calore familiare delle tue labbra, il loro contatto sulle mie. Sapere che altre le hanno avute, dopo di me, mi uccide, ma cosa posso farci? Per tutto questo tempo ho alimentato l'illusione dell'essere felice, vedendo quello che volevo, nascondendo quello che faceva male. Ma rimpiango quell'ultimo bacio non dato, mi maledico per quell'orgoglio così ostentato di entrambi da farci perdere. Ti amavo e forse mi hai amata anche tu, ma cosa siamo adesso? Due cuori che corrono sulla stessa strada, anche se uno di questi si è fermato, l'altro ha accelerato, allontanandosi.
Dio, quanto mi manca quando mi abbracciavi! Mi sentivo protetta, come se niente potesse scalfirmi. E quanto sento la nostalgia delle tue mani grandi che stringevano le mie, che toccavano avide il mio corpo, mai sazie. Ricordo quando quelle stesse mani tanto affamate hanno asciugato le mie lacrime. Lacrime che attraverso i miei occhi versavo per entrambi. Perchè tu non sei capace di piangere. Non sei capace di aprire quel tuo guscio spesso e impenetrabile. Ci stavo riuscendo, però, quella sera. Quella è stata forse la giornata più bella della nostra storia. In quel momento mi sentivo come una bambina di fronte a te, sai? Che tanto saggio, tanto grande e forte mi asciugavi le lacrime cadute per amore e non per pena, sgorgate perchè in quel momento io ero te e tu eri me e quelle erano le tue lacrime, non le mie. Mai ho avuto pena di te, mai, perché so che la pena ti farebbe stare solo peggio. E io voglio che tu stia bene, che tu sia la persona più felice di questo mondo, perchè così posso esserlo anche io. Perchè ti amo.
   
 
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