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Autore: Letizia25    20/05/2013    3 recensioni
Da un appuntamento al buio può nascere qualcosa? Dalle prime righe:
"Emma era una ragazza taciturna e molto timida. Non era mai stata in grado di farsi dei veri amici, a parte una volta in cui aveva stretto amicizia con Anna, la sua attuale migliore amica. Era un’amicizia nata per caso. Inizialmente nessuna delle due aveva fatto caso che tra loro si stava creando un rapporto importante e duraturo, nonostante le difficoltà che avrebbero affrontato. Poi, ad un tratto, si erano ritrovate a passare tantissimo tempo insieme, chiacchierando del più e del meno ed avevano capito che una non poteva fare a meno dell’altra.
Proprio in quel momento stavano parlando al telefono."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dal niente

 
Emma era una ragazza taciturna e molto timida. Non era mai stata in grado di farsi dei veri amici, a parte una volta in cui aveva stretto amicizia con Anna, la sua attuale migliore amica. Era un’amicizia nata per caso. Inizialmente nessuna delle due aveva fatto caso che tra loro si stava creando un rapporto importante e duraturo, nonostante le difficoltà che avrebbero affrontato. Poi, ad un tratto, si erano ritrovate a passare tantissimo tempo insieme, chiacchierando del più e del meno ed avevano capito che una non poteva fare a meno dell’altra.
Proprio in quel momento stavano parlando al telefono.
«Anna, ho detto di no!» ripeté per la centesima volta Emma.
«Perché no? Solo per provare, dai!» cercò di convincerla Anna.
«Ma sei matta? Lo sai che sono una frana nell’attaccare parola con qualcuno, figuriamoci un ragazzo che non conosco!!».
Anna sospirò. «È un appuntamento al buio. È plausibile che tu sia nervosa, ma non fino a questo punto!!».
Emma rimase sbigottita per qualche secondo.
«E secondo te io sarei “solo” nervosa?» riprese poco dopo, sottolineando quel “solo” con il tono della voce. «Lo sai anche tu quanto sono timida. Non riuscirei a spiccicare parola e farei solamente perdere tempo a questo ragazzo…».
Anna sbuffò. «Ti prego, fammi contenta almeno questa volta, poi non tirerò più fuori cose del genere!!».
Emma era in bilico. Quando l’amica le diceva frasi come questa, lei cedeva sempre, in compenso l’amica manteneva quel che aveva promesso. Sospirò.
«E sia, solo per farti contenta. Dimmi quando e dove.».
L’altra urlò di felicità e disse tutte le informazioni all’amica.
Si salutarono dopo pochi minuti, perché Anna doveva vedersi con il suo ragazzo.
Emma chiuse la chiamata e sospirò e dette un’occhiata alle parole che aveva scritto su un post-it giallo.
Gelateria Pretto, ore 16:00.
Si guardò allo specchio dell’armadio, rimasto aperto dalla mattina.
Osservò il corpo minuto e magro, gli occhiali ed i capelli raccolti in una coda.
Troppo bassa e magra, pensò mentre si tastava il ventre.
Occhi piccoli e brutti, dall’anonimo color castano scuro, pensò mentre i suoi occhi si scrutavano.
I capelli sembrano spaghetti unti, pensò mentre si passava una mano tra i capelli color dell’ebano.
Eppure sia sua madre che Anna dicevano che era davvero molto carina. Ma lei non ci credeva.
Si era sempre vista brutta, fin da piccola e nessuno, a parte una persona, le aveva fato cambiare idea.
Sospirò e si rimise gli occhiale, poi chiuse l’anta dell’armadio ed aprì un cassetto del comodino e ne trasse fuori una foto. La osservò con nostalgia. Raffigurava lei insieme ad un ragazzo.
Carlo, pensò mentre sfiorava con la punta delle dita l’immagine del suo volto.
Solo lui, quando erano più piccoli, riusciva a farla sentire speciale, unica, bellissima. Lei aveva sempre mostrato un certo interesse verso di lui, che si era poi tramutato in amore. Lui l’aveva sempre trattata come  amica, mostrando grande rispetto e riguardo nei suoi confronti. Però niente di più.
L’avrebbe rivisto solo il mese dopo, a luglio, quando sarebbe andata in vacanza con i suoi.
Il suo sguardo cadde sull’orologio a muro. Segnava le 15:00 e l’appuntamento sarebbe stato tra un’ora.
Si preparò tranquilla, mettendo gli abiti che Anna le aveva detto di indossare: un paio di shorts, una canottiera fucsia, i sandali neri ed i suoi inseparabili occhiali da sole Ray Ban a goccia, per cui andava letteralmente pazza. Prese poi la borsa con telefono, chiavi e soldi ed salutò sua mamma, poi uscì e si diresse verso la gelateria con le cuffie dell’MP3 alle orecchie.
Soltanto quando ebbe messo piede fuori casa, realizzò sul serio che cosa stava per fare ed il suo cuore accelerò i battiti. Cosa avrebbe fatto? Dopotutto, questo ragazzo era uno sconosciuto e lei non sapeva minimamente cosa dire e cosa fare.
Ricordati di essere sempre te stessa, perché sei bellissima esattamente così come sei.
La frase che Carlo amava ripeterle ogni volta che la vedeva giù di morale. Sorrise al ricordo ed il suo cuore si calmò.
Cominciò a camminare e, dopo pochi minuti, raggiunse la gelateria.
Si sedette su una panchina lì vicino ed aspetto l’arrivo del ragazzo che avrebbe dovuto conoscere di lì a poco.
Era da poco cominciata la canzone Let me love you (Until you learn to love yourself) di Ne-Yo sull’MP3 della ragazza, quando un tocco leggerò le sfiorò la spalla. Lei si voltò, e al cuore mancò un battito.
«Carlo.». Riuscì solo a dire il nome del ragazzo che le stava davanti, travolta com’era dall’enorme sorpresa.
«Allora sei tu la ragazza misteriosa!!» disse lui sedendosi accanto a lei e baciandole una guancia per salutarla.
Lei, a quel contatto rimase inerme, senza difesa, solo con il respiro che le si mozzava a metà strada.
«Che ci fai a Verona?» gli chiese dopo qualche istante di silenzio.
«Beh, io abito qui.» rispose lui, leggermente imbarazzato.
Emma ritrovò tutt’ad un tratto la sua calma, vedendo che lui era in difficoltà.
«Ricordati di essere sempre te stessa, perché sei bellissima esattamente così come sei. Mi dicevi sempre questo quando mi vedevi tesa o giù di tono. Adesso i ruoli si sono invertiti.».
Lui le sorrise e le mise un braccio intorno alle spalle. Il cuore di lei fece una capriola.
«Beh, dato che è un appuntamento al buio, significa che dobbiamo cominciare tutto da zero, o sbaglio?».
Emma sorrise a quel discorso ed annuì.
«Emma, tanto piacere!» disse porgendo la mano all’amico.
«Carlo, ed il piacere è tutto mio.» rispose lui, stringendogliela.
Sorrisero, e quel loro “appuntamento al buio” iniziò.
Presero il gelato e poi fecero una lunga passeggiata lungo l’Adige, scoprendo lati dell’altro a cui non avevano mai pensato.
Risero come matti fino a quando una vecchietta passò davanti a loro e si rivolse a Carlo.
«Giovanotto, le signorine vanno trattate con gran riguardo.». Si era poi allontanata, lasciandoli spiazzati per qualche minuto. Si guardarono negli occhi ed arrossirono, quindi distolsero lo sguardo quasi fosse stato automatico.
Il cuore di lei era in tumulto, come una tempesta.
«Che cosa fa il tuo cuore in questo momento?» chiese ad un tratto Carlo, a bruciapelo, lasciando Emma sbigottita.
Lei chiuse gli occhi ed ascoltò quell’organo particolare, sede di tutti i sentimenti, per poi rispondere con sincerità.
«È come se fosse un mare in tempesta, dove il fragore delle onde è tale da doversi tappare le orecchie. I cavalloni giocano a chi più inghiotte altri sui simili, spargendo gocce in ogni dove… E il tuo?».
Neanche un secondo dopo si stupì di tutto quello che aveva rivolto al ragazzo. Ok, gli aveva sempre detto tutto quello che pensava senza peli sulla lingua, ma non fino a questo punto.
Guardò Carlo, e vide che lui la guardava con occhi diversi.
«Il mio è un concerto di tamburi, in cui ognuno suona per conto suo e c’è una confusione tale da non capirci più niente.».
Dopo queste parole non si dissero niente per un po’. Continuarono a camminare, lanciandosi sguardi fugaci.
Intanto il cielo si era incupito e le stelle cominciavano a fare capolino, mentre la luna era alta già da un pezzo.
I piedi di lei guidarono entrambi in un cortile, noto, sotto un balcone.
«Che ci facciamo qui?» chiese lui stupito.
Lei non rispose. Si limitò semplicemente ad indicare il cielo. Il ragazzo guardò verso l’alto e rimase a bocca aperta.
Il cielo era un manto nero, puntellato da milioni di stelle luccicanti con la luna che faceva da padrona su tutta quella meraviglia.
«È magnifico, non trovi?» chiese lei dopo qualche minuto.
Il ragazzo si voltò e le prese le mani. «Non quanto te.».
Lei si girò di scatto, appena prima di sentire il fiato caldo di lui sulle sue labbra.
I battiti accelerarono in un lampo e lei si lasciò guidare dal cuore verso quelle labbra che spesso aveva sognato.
Si baciarono, incuranti di tutto quello che era intorno a loro.
Quando si divisero, si guardarono negli occhi e sorrisero. Carlo prese parola.
«Sai che l’amore nasce quando meno te lo aspetti?». Lei sorrise. «Lo so da sempre.».

Angolo Autrice: Allora gente, spero che anche questa One Shot vi sia piaciuta!! :D Mi raccomando, fatemi sapere che cosa ne pensate!! Un bacione e a presto, Letizia <3
   
 
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