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Autore: Lady_FX    20/05/2013    1 recensioni
Restarono così per un bel po’, o almeno per quanto sembrò a Jack, per un’eternità.
E sarebbe potuto restare così per sempre, per quanto gli riguardava, non esisteva nient’altro all’infuori di lui, di Ennis, e del mazzo di fiori gialli e rossi ancora stretto nella sua mano.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ennis Del Mar , Jack Twist
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno Jack era decisamente di buon umore. Aveva passato ore ed ore a fissare il cielo azzurro e le nuvole che passavano, coricato sul prato del pascolo sorridendo, aspettando il momento della cena e, con più desiderio, il dopocena.
Il suo buonumore derivava dalla mattina stessa, e dallo strano comportamento di Ennis, troppo esplicito, troppo dolce, troppo paziente. Ma a Jack non era importato tanto, pensò solo a goderselo senza farsi troppi problemi. Avevano giocato come due bambini, stando sotto le coperte l’uno accanto all’altro, Jack che si divertiva a fare i capricci dicendogli di rifiutarsi di smettere di poltrire, ed Ennis che gli prometteva sorprese al suo ritorno al campo, se solo si fosse mosso ad alzarsi e salire al pascolo.
“Voglio le patatine fritte!” disse Jack.
“Vuoi le patatine per cena?”
“Si! Patatine e sorpresa!”
“Va bene, patatine e sorpresa, allora!
E Jack gli buttò le braccia al collo, stringendolo forte e baciandolo sulla guancia. Ennis non era tanto portato per questi gesti tanto sdolcinati, e solitamente cercava di deviare con un piantala Jack, o con un semplice sorrisino imbarazzato. In quel momento invece rispose all’abbraccio, e ciò che più stupì positivamente Jack fu che, quando gli domandò sottovoce “Ennis, mi vuoi bene?” lui non solo rispose, ma disse “certo che si!” con una tenerezza e una dolcezza che a Jack fece venire la pelle d’oca.
Le loro bocche si incontrarono in un caldo bacio dapprima delicato e lento, poi sempre più audace, in una lotta di lingue affamate l’una dell’altra.
Non fecero sesso, come capitava sempre non appena i loro corpi entravano in contatto, anzi, rimasero così, Jack su un fianco appiccicato ad Ennis, ed Ennis che lo cingeva alle spalle con un braccio, che lo prendeva in giro dandogli del bambinone, e Jack a stressarlo cercando di indovinare quale sarebbe stata la sua sorpresa, anche se in cuor suo già un po’ immaginava.
Erano quelli i suoi momenti preferiti con Ennis, stava pensando Jack, ancora seduto davanti al sovrastante pascolo, guardando distrattamente le pecore e correndo coi pensieri.
Girò poi lo sguardo verso destra, e da lontano scorse un pezzo di prato, immerso di colori. Si ricordò delle parole di Ennis un giorno, chissà per quale occasione. “Li hai visti quei fiori nel prato sotto il crinale? Sono spettacolari, sembra di stare dentro un quadro!” aveva detto, con un sorriso.
Jack sorrise a sua volta davanti a quel ricordo, e senza pensarci troppo salì in groppa alla puledra e si diresse verso il prato. Raccolse solo quelli gialli e rossi, poi fece ritorno al pascolo e tentò di ordinarli alla bell’e meglio, legandoli tra loro con uno spago. Guardò il mazzo di fiori portandolo all’altezza degli occhi, e sorrise, sentendosi un po’ stupido. L’Ennis di un mese prima si sarebbe sicuramente indignato per una cosa del genere, ma Jack era disposto a rischiare. Fece una piccola modifica, lasciando i fiori gialli e diminuendo quelli rossi, di cui ne lasciò cinque che mise tutt’intorno. Aveva tutto un senso quello che stava facendo, ma Jack dubitava che quel tardone di Ennis ne avrebbe capito il significato. Pazienza, andava bene così.

Mentre si avvicinava al campo, in groppa alla puledra, già poteva sentire un debole odore di fritto nell’aria. Ennis aveva mantenuto la promessa.
Appena fu in grado di scorgerlo seduto davanti al fuoco cucinando, scese da cavallo e prese velocemente il mazzo di fiori e se lo nascose dietro la schiena. Si sentiva come un bambino che porta le mimose alla mamma il giorno della sua festa, o come un ragazzino davanti alle prime esperienze. Un po’ ridicolo, un po’ troppo sentimentale, forse. Non gli importava, era felice così. Si bloccò un istante, timoroso di quella che poteva essere la reazione di Ennis, ma poi rimase del parere che avrebbe potuto rischiare un insulto.
Si avvicinò, sempre con la mano dietro la schiena e il sorriso stampato sulla faccia. Ennis lo vide arrivare.
“Ciao.” Disse, col suo solito cipiglio indifferente. Era sempre così, ma oramai Jack sapeva bene che fingeva, aveva imparato a conoscerlo in ogni suo comportamento criptico.
“Ciao!” rispose Jack, tendando di tenere anch’esso una voce indifferente, non riuscendoci granchè. Si diresse verso il ceppo di Ennis, e sotto il suo sguardo incuriosito, scavalcò il tronco con una gamba e ci si sedette cavalcioni davanti a lui, e con gesto teatrale tirò fuori da dietro la schiena il mazzo di fiori e glielo piazzò sotto gli occhi. “Tadaaaaaaaaaan!”
Ennis sgranò gli occhi, fissando i fiori. Rimase interdetto per qualche secondo, poi fece un sorrisino imbarazzato, ma non si mosse.
“Sono per te!” disse Jack, sentendosi anche lui un po’ imbarazzato.
Ennis arrossì violentemente, distolse lo sguardo, poi lo riportò ai fiori, e finalmente allungò la mano e li prese, portandoseli un attimo al naso per sentirne il profumo. Restò in silenzio, sempre con quel sorriso imbarazzato e la faccia in fiamme.
“Che c’è?” gli chiese Jack..
“Nulla, nulla…”
Teneva lo sguardo basso e evitava i suoi occhi. Jack dal canto suo lo scrutava in ogni suo movimento, guardandolo arrossire e sentendosi colmo di tenerezza verso di lui.
“Molto carini…grazie!” disse infine, prendendo il mazzo e poggiandolo sul ceppo li affianco. Poi riprese in mano il mestolo e continuò a girare le patate fritte che sfrigolavano sull’olio bollente, facendo finta di nulla, ma senza smettere di essere terribilmente rosso fino a dietro le orecchie.
Jack rimase di sasso. Ecco qui: effetto indesiderato, Ennis non aveva gradito, e magari ora pensava che lui fosse proprio un bamboccione. Il sorriso gli sparì dalla faccia e si rialzò, per poi andare a sedersi al suo ceppo, dall’altra parte del fuoco. Vide i fiori, poggiati con noncuranza sopra un tronco, ed Ennis che neanche gli degnava di uno sguardo, che gli aveva detto grazie solo per convenzione, ma a cui quel gesto era sicuramente sembrato banale e ridicolo. Jack rimase in silenzio, sentendosi altrettanto tale.
Ennis era tornato del suo colore naturale, e non accennò una minima parola, anzi, restò anch’esso in silenzio, mentre prendeva due piatti e li riempiva di patate fritte appena tolte dalla padella. Mangiarono in silenzio, e Jack sentiva su di loro l’aria pesante di imbarazzo.
Solo dopo che ebbero finito di mangiare e si accesero una sigaretta Ennis ruppe il silenzio.
“Jack, non te la prendere.” Disse solo, senza guardarlo.
Jack alzò lo sguardo e lo fissò, senza ribattere.
“Lo sai come sono io…” di nuovo diventava rosso, molto rosso.
“…non sono molto bravo ad esternare le emozioni.”
Jack non potè fare altro che sorridere, a vederlo così impacciato, tutto rosso in viso e lo sguardo basso dall’imbarazzo.
“Lo so.” Gli rispose.
Ennis allungò la mano e afferrò il mazzo di fiori e lo portò una seconda volta al naso, inspirando.
"Sono anche profumati!” sorrise.
Jack si sentì sollevato. Che stupido che era.
“Sono gialli, il colore dell’amicizia.” Disse, aspettandosi qualche silenzio, che infatti arrivò. Ennis tenne la bocca chiusa e continuò a guardare i fiori, sfiorandoli con le dita, e soffermandosi su quelli rossi.
Jack non disse nulla a riguardo, capì che non era necessario. Infondo, se il fiore giallo aveva un proprio significato, anche quello rosso lo aveva, e Jack pensò che Ennis non avrebbe avuto bisogno di spiegazioni per capire qual’ era. Così cambiò discorso.
“Tu mi hai promesso una sorpresa, stamattina, non è così?”
Ennis rise.
“Non mi sono dimenticato, ma diamo tempo al tempo.”
Jack corrucciò la fronte.
“Mi fai aspettare ancora?”
Ennis sospirò forte, poi, rassegnato disse:
“E va bene, se hai tanta fretta…” si alzò, tenendo in mano i fiori, si avvicinò a Jack e gli porse l’altra mano. Jack lo guardò incuriosito, e quello di rimando, gli disse:
“Andiamo, la sorpresa è dentro la tenda, scemo!”
Jack afferrò la sua mano e non appena fu in piedi gli cinse il collo in un abbraccio caloroso e pieno di tenerezza. Ennis sorrise, poggiando la guancia sulla spalla del compagno, e avvolgendolo a sua volta in una stretta dolce e poderosa al tempo stesso.
Restarono così per un bel po’, o almeno per quanto sembrò a Jack, per un’eternità.
E sarebbe potuto restare così per sempre, per quanto gli riguardava, non esisteva nient’altro all’infuori di lui, di Ennis, e del mazzo di fiori gialli e rossi ancora stretto nella sua mano.











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Frutto di un viaggione assurdo della mia mente contorta e di un amore assoluto verso il film e questi due meravigliosi personaggi. Questa mi è venuta in mente ascoltando la battuta di Aguirre fatta a Jack: "Twist, io non vi pagavo per lasciare i cani a controllare le pecore mentre voi due coglievate margheritine." Vabbè, diciamo che ho fantasticato un po', nonostante Jack ed Ennis non siano esattamente come li ho descritti io, e che forse ho usato un po troppo miele, beh...mi sono divertita un sacco a scriverla!
  
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