Proteggilo.
Un giorno tornerò.
E così io ho fatto, e sto facendo.
Nell’attesa del tuo ritorno, lo veglio, giorno e notte.
Lo proteggo dal freddo.
Lo riparo dalla pioggia e dalla neve.
Filtro per lui il sole splendente dell’estate.
Con il mio corpo rigido, di fibra e filamenti, ho creato una coperta che lo sostiene e lo culla, come un bambino.
Il vento gioca con i miei capelli, alti nel cielo.
Da secoli sono in questo bosco, e osservo ogni cosa.
Io ero piccolo arbusto quando intorno non c’erano che erba, sassi e fiori.
Ogni mia foglia è ora occhio che guarda.
Scruta.
Osserva.
Cerca.
Ogni insetto che cammina sul mio corpo mi porta voci di terre lontane, paure remote, amori infiniti che corrono attraverso il tempo.
Ti ho odiato quando mi hai trafitto.
Ho provato un dolore lancinante, quando la tua freccia ha perforato la mia pelle spessa e si è conficcata nel mio corpo.
Hai provocato una ferita che nessuna resina potrà chiudere.
Una cicatrice che la tua razza chiamerà eterna.
Ma non avevi altra scelta.
Stavi morendo.
E non volevi perderlo.
Chi dice che alberi ed umani non possono comprendersi?.
Io ti ho compresa.
Conosco il sentimento che chiamate amore.
Amo i miei figli, come voi i vostri.
Amo la pioggia che lava via la polvere dalle mie foglie, che disseta le mie radici.
Amo il sussurro del vento lassù in alto, che portava i petali dei miei fiori lontano lontano.
Ora non ho più fiori.
La tua freccia, trafiggendomi ed imponendomi la tua forza, mi ha costretto a rinunciarvi.
Ora sono una Custode.
Per troppo amore hai ucciso la tua vita, e ti sei lasciata morire.
Ma prima, mi hai chiesto di proteggerlo al posto tuo.
Ed ecco, qualcosa è accaduto.
Dal margine del bosco sento arrivare dei passi.
Ti sento.
La tua forza è la stessa di allora, ma nel tuo passo c’è meno grazia.
Riconosco la tua anima, ora.
Sei inseguita, braccata.
Non vuoi morire, non di nuovo.
Non questa volta.
Anche lui ti sente.
Si sveglia.
La tua forza è tale che indebolisce il sigillo che gli hai imposto solo con la tua vicinanza.
E per non morire lo liberi.
Il mio compito è finito.
Bentornata, Sacerdotessa.