"Ho fatto delle foto. Ho fotografato invece di parlare. Ho fotografato per non dimenticare. Per non smettere di guardare."

-Daniel Pennac.

Girava. Girava come una trottola portando indietro il capo, ridendo giusto per sentirsi allegra, ammirando il Sacré-coeur dal suo cavallo a dondolo.

Girava amando quel momento e inebriandosi con la musichetta della sua giostra preferita di Parigi.

Girava per sentirsi libera e per tornare bambina durante quei pochi minuti.

I capelli svolazzavano al vento regalando emozioni uniche, il sorriso perfetto mostrava infinita gioia. La giostra di svariati colori era gremita di gente e ognuno regalava emozioni diverse. C'era chi era soddisfatto di quel giorno, chi era soddisfatto della propria vita e chi non era soddisfatto di niente.

Ma lei donava emozioni differenti,trasmetteva la voglia di vivere e il mistero celato negli occhi verdi.

Un ragazzo, qualche metro più lontano, l'ammirava del tutto assente ai discorsi degli amici. Mossi due passi in avanti, strinse tra le mani la sua macchina fotografica con il cuore in gola. La ragazza sul cavallo a dondolo della giostrino del Sacré-coeur, era emozione allo stato puro. Ogni cosa di lei faceva impazzire l'obbiettivo e ogni scatto era unico. Quelle foto non rendevano giustizia alla sua bellezza e alla meraviglia di quel momento. Mai nessuno avrebbe emozionato quel ragazzo come stava facendo lei.

-Adam,sbrigati! Sto andando a casa,vieni con me? - lo incitava l'amico anche se lui non sentiva altro che la musichetta ritmata che accompagnava le dolci risatine allegre della ragazza sul dondolo. 

-Che diavolo fai? E' tardi, dobbiamo rientrare! 

-..eh? Guardala..non è magnifica? - disse con voce sognante.

-La giostra o la basilica? In qualunque caso puoi tornare in qualsiasi momento per vederle! 

-Cosa? Si,certo.. - catturò l'ultimo istante di quella bellezza e fu trascinato via con il suo riflesso incastonato negli occhi.

Adam era seduto, nell'appartamento condiviso con l'amico, davanti al "muro delle foto". Su quel muro, erano concentrati gli scatti più belli dei due ragazzi ed era anche il loro luogo preferito davanti al quale meditare. 

Adam era un artista che aveva scelto Parigi per coltivare la sua passione anche se era stato obbligato dal padre a continuare gli studi in medicina. Quale città migliore di Parigi per sognare e vivere la propria giovinezza? Quale città migliore per catturare ogni briciolo della bellezza sconfinata della vita? Parigi era la città dei sogni, lo era per qualunque artista.

-Era arte pura. - ruppe il silenzio.

- Ma di che parli?!

-Eric, quella ragazza era eccezionale!

-Non so di chi tu stia parlando ma..

-TIENI! Guarda! - Adam scattò bruscamente lanciando le foto ad Eric.

C'era una ragazza dal viso diverso da quelli comuni che sembrava divertisti su una giostra per bambini. La cosa più bella della foto erano i particolari che a molti sarebbero potuti sfuggire: portava un cappello come quello di Charlie Chaplin, e appesi alla borsa, un paio di occhiali stile anni 80. I lacci delle scarpe da ginnastica erano legati attorno alle caviglie e le stesse scarpe erano state coperte di scritte. Attorno al collo era appeso un binocolo e dalla borsa sbucava una macchina fotografica. 

- E'..particolare! Non credo di conoscerla 

- Particolare? Non ho mai visto qualcuno così

-Dimenticala, non sai chi sia e potrebbe anche essere solo una turista.

-E se non lo fosse? La troverò..

Finita la corsa sulla giostra, Carolina raccolse i lunghi capelli biondi in una coda e raggiunse la fermata della metropolitana che l'avrebbe aiutata a raggiungere l'aeroporto. Quello era stato il suo ultimo giorno a Parigi e già sentiva la lontananza di quella magica città anche se l'Italia attendeva il suo arrivo. 

Roma era la sua destinazione. La madre l'aspettava con ansia e, al suo arrivo, il padre l'avvolse in un caldo abbraccio che le mancava da parecchio tempo.

Un padre come lui era raro. Sin da piccola l'aveva fatta sentire speciale ed era stato sempre attento a farle coltivare le sue passioni. Carolina amava le lingue e viaggiare, trovava entusiasmante catturare e intrappolare ogni istante in una foto e sentirsi diversa dagli altri.

-Ti sei divertita?

-Certamente, si parla di Parigi eh!

- Che meraviglia! E il test com'è andato?

- Non saprei..spero solo in una buona riuscita..

-Piccola mia, goditi l'estate e tra un mese scopriremo il risultato. Abbi fede! 

Il padre la baciò sulla fronte e una carica di energia percosse il corpo di Carolina da cima a fondo, facendole dimenticare ogni preoccupazione. 

-Eric corri! Vieni qui! E' lei, è lei! Non ti sembra lei?

-Adam, sono passati due mesi! Smettila e dimentica quella povera turista!

Ma Adam non lo ascolta più, era troppo distratto dalla ragazza che gli voltava le spalle e che era sicuro fosse quella che cercava.

-E' lei! Guardala, ha gli stessi capelli biondi e lisci che ben poche possono vantare!

-Anche tua cugina ha gli stessi capelli, smettila ti prego! E questa qui è troppo ordinaria, sei sicuro di ricordale la ragazza sul dondolo?

La ragazza si girò lentamente, stretta in un abbraccio e, prima di concedere un bacio, lasciò intravedere il viso. Non era lei.

-Andiamo dai, sei troppo ossessionato.

-Tu non capisci, è la mia arte! Lei è stata il più bello scatto della mia vita!

-Ti farà rimbambire se continui così! Domani esci con me e ti presento un'amica.. è spagnola e ha la tua stessa passione per la fotografia! Potrebbe diventare lei la tua arte..almeno esiste davvero!

Adam le avrebbe scattato una foto per giudicare l'arte del suo corpo anche se era sicuro che non sarebbe stato il suo miglior scatto.