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Autore: carmineeramo    20/05/2013    0 recensioni
Non ce la facevo più.
Sapete cosa vuol dire farsi 16 ore filate di Skyrim mangiando solo patatine in busta e bevendo solo Red Bull?
La Playstation era bollente, la spensi solo perché scattò il contatore.
Avevo le mani infiammate, calli ovunque, le dita rosse e la testa che mi girava da una parte all'altra.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
- Questa storia fa parte della serie 'Fabio.'
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Non ce la facevo più.
Sapete cosa vuol dire farsi 16 ore filate di Skyrim mangiando solo patatine in busta e bevendo solo Red Bull?
La Playstation era bollente, la spensi solo perché scattò il contatore.
Avevo le mani infiammate, calli ovunque, le dita rosse e la testa che mi girava da una parte all'altra.
I miei sarebbero stati fuori per 2 settimane per una vacanza.
Non mi portavano mai con loro dall'età di quindici anni, penso volessero stare soli senza nessuno tra i piedi.
Mia sorella era una mia responsabilità ma ero riuscito facilmente a scaricarla di mia nonna.
Mia sorella Ilaria ha 9 anni ed è una rompiscatole, preferisco davvero starle alla larga.
Durante più o meno la nona ora di gioco mi raggiunse Roberta e in seguito anche Filippo.
Era incredibile la differenza fra me e Filippo, non mi rasavo da 2 giorni e avevo una barba da fare invidia a Gandalf, delle occhiaie enormi ed alternavo momenti di esaltazione a momenti di crisi esistenziale.
«Ciao Filippo, Fabio stranamente non parla.» disse Roberta vedendo entrare Filippo.
«S-Sto bene» risposi assonnato.
«Novità, se vuoi chiarire con Marco oggi è l'occasione giusto, in quel pub danno un torneo di poker e possono partecipare soci e non.»
Mi alzai, sempre tenendo il joystick in mano, presi un lecca-lecca dalla scatola che c'era accanto a Filippo e dissi: «Interessante, a che ora?»
«Verso le 10:30, hai tutto il tempo per lavarti e vestirti,parteciperò anche io però devo andare, ci vediamo Fà!»
«Okay, ci vediamo lì allora» risposi «Roberta, tu rimani?»
«Me ne vado tra una mezz'oretta, sei sicuro di non voler mangiare niente?»
Roberta mi assistiva come una sorella maggiore, era fantastico come si occupasse di me, si preoccupasse di me e riusciva a rimanere perfettamente lucida.
Passò un'oretta e rimasi solo di nuovo.
Squillò il telefono, vidi l'orario ed erano le 10:20, mi stropicciai gli occhi e risposi.
«Fabio? Dove cazzo sei?» urlò una voce che sembrava quella di Filippo.
In sottofondo si sentiva della musica e delle voci, era già al pub.
«Sono sotto la doccia arrivo subito!>> risposi.
Avevo dormito dalle 5 del pomeriggio alle 10 di sera!
Mi lavai velocemente, mi pettinai e uscì di casa dimenticando il cellulare e le chiavi dentro casa.
Arrivai al pub e subito Filippo mi vide: «Fabio, finalmente, stiamo per iniziare. Vieni questo è il tuo tavolo!»
Annuì e salutai Marco che era sul nostro stesso tavolo.
Vi ricordate come ve lo descrissi al primo capitolo? Beh, era cambiato tantissimo.
Vestiva con un giubbotto di pelle e una maglietta nera degli Motorhead.
A quanto pare aveva anche cambiato gusti musicali, non lo riconoscevo quasi più.
Iniziò la partita e persi metà delle mie fiches alla prima mano ma poi mi rifeci alla seconda.
Dopo una terza e quarta mano passata a foldare mi accorgo che il Marco e un suo amico stavano barando.
Siccome probabilmente il mio cervello non connetteva in quel momento mi viene l'impulso di alzarmi e capovolgere il tavolo per la rabbia.
Gridai: «Cazzo, state barando! Rivoglio i miei soldi!!»
Non ricordo più niente, mi svegliai in ospedale con Roberta che mi guardava con gli occhi lucidi.
Vidi i suoi capelli biondi e capii subito che si trattava di lei.
«Si è svegliato!>> disse al medico, abbozzando un sorriso.
Anche io sorrisi, non ricordavo davvero nulla ma a quanto pare ero pieno di contusioni ovunque e per fortuna non avevo niente di rotto.
Filippo mi spiegò tutto, l'amico di Marco, quello che stava barando, mi tirò un pugno sul petto ma non caddi a terra, Marco scappò di corsa dentro un auto sportiva mentre dei tizi vestiti da motociclisti mi picchiavano.
Filippo diceva che non avevo avuto un minimo di reazione e continuavo a stare lì fermo, fino a quando non sono svenuto.
Filippo ha subito chiamato il 112 e mi ha raccontato che stanno per chiudere il locale.
Marco, non ha nemmeno tentato di aiutarmi, che vigliacco.
Tornai a casa con Roberta, lei sarebbe rimasta a dormire con me per qualche tempo dato che neanche i suoi genitori erano in città e anche perché mi serviva qualcuno che si occupasse di me.
Io la notte non dormivo però, giocavo a Fifa mentre piangevo, piangevo tantissimo.
Quella rissa mi aveva cambiato.
Non parlavo più con nessuno, Roberta mi capiva a stento e non mi muovevo dal divano.
Mi sentivo uno schifo, una merda.
Fino a che un giorno non arrivai al culmine della pazzia.
   
 
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