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Autore: evenstar    20/05/2013    9 recensioni
Il classico inizio di ogni scadente storia horror "Era una notte buia e tempestosa", solo che questa storia non è horror (e spero che non sia neanche scadente!). Ambientata in due archi temporali, subito dopo il ritorno di Tony dall'Afganistan e qualche anno dopo.
Ovviamente pepperony e fluff a gogò.
Con una piccola sorpresa finale.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Un violento temporale era scoppiato nella baia di Malibu, raffiche di vento scuotevano le palme costringendole a piegarsi come fuscelli mentre goccioloni di pioggia mista a grandine martellavano l’oceano tempestoso. Ad intervalli regolari i fulmini illuminavano la notte e i tuoni squassavano il silenzio facendo tremare i vetri delle finestre.
Pepper si svegliò al rombo dell’ennesimo tuono scattando a sedere nel letto, spaventata. Il cuore le martellava nel petto ad un ritmo vertiginoso mentre le dita artigliarono le lenzuola al rombo successivo. Sebbene fosse una persona adulta e, riteneva, decisamente equilibrata, la ragazza aveva una fobia che si era portata dietro fin dall’infanzia: i tuoni. Nonostante avesse imparato a conviverci durante il giorno, in quei rari temporali estivi californiani che spezzavano la monotonia di splendide giornate ventilate, di notte tutto cambiava. Con il buio i tuoni smettevano di essere solo il rumore dell’onda d’urto di aria ionizzata e tornavano ad essere presagi di sventura, il concretizzarsi di paure ataviche e inconfessate che, in ogni altro singolo istante della sua vita, restavano ben sprofondate nel suo subconscio.
Pepper, sempre con il fiato corto, accese l’abat jour e una tenue luce calda invase la camera, dissipando le ombre. Il cuore della ragazza smise di cercare di uscirle dal petto e lei poté finalmente tornare a respirare normalmente. Il successivo tuono però provocò un ulteriore sobbalzo nella giovane che si rese conto di non poter continuare a restare a letto. Prese la vestaglia che teneva ai piedi del letto, la infilò in fretta e si diresse verso la grande sala della Villa accovacciandosi poi sul divano davanti alla grande vetrata che dava sull’oceano. Alla luce dei fulmini che imperversavano nella baia si mise a scrutare il mare, ipnotizzata dalle onde che si infrangevano sulla spiaggia, la mente che iniziava a vagare. Quel giorno era stato speciale per lei e adesso, osservando la furia degli elementi, si trovò a pensare a come, in qualche modo, anche la natura volesse sottolineare la peculiarità di quel momento.
Solo dodici ore prima era in piedi sull’asfalto, sotto un sole cocente e un cielo limpido, intenta a fissare il portellone di un aereo militare che si apriva lentamente, facendo comparire un pallido e stravolto Tony Stark di ritorno dalla sua lunga prigionia.
Poche ore dopo Pepper si ritrovava al buio in mezzo alla tempesta a fissare un’ombra scura sulla spiaggia sottostante la Villa, illuminata a tratti dalla fredda luce dei lampi. All’inizio la ragazza non capì, il suo cervello si rifiutava di assimilare quello che i suoi occhi stavano vedendo ma poi, dopo l’ennesimo lampo, scattò in piedi sconvolta, spalancando le vetrate e uscendo sul terrazzo.
- TONY!
 
Tony Stark, non essendo riuscito a prendere sonno, fu una delle poche persone quella notte a non essere svegliato dalla tempesta. Era andato a dormire solo e decisamente presto per i suoi canoni, due eventi piuttosto rari per lui, ma si era ritrovato sveglio a fissare il soffitto mentre il braccio ferito gli lanciava fitte fastidiose. La sua mente aveva iniziato a vagare sugli eventi della giornata: gli occhi arrossati di Pepper all’aeroporto, l’espressione attonita di Obadiah (e di altre decine di persone, a ben pensare) alla conferenza stampa, la strana sensazione nel ritrovarsi nel suo letto, il gusto dei cheeseburger. Il primo tuono lo aveva fatto sussultare e gli aveva riportato alla mente la sua prigionia, quando anche un lieve suono poteva fare la differenza tra la vita e la morte, ma ben presto vi si era abituato, facendosi cullare dallo rumore della pioggia contro i vetri della finestra e dal fischio del vento.
Gli era mancata, la pioggia.
Gli era mancata così tanto che aveva sentito la necessità di alzarsi e uscire sulla terrazza per sentire lo scroscio dell’acqua sul volto e la sensazione dei vestiti bagnati addosso. Poi aveva visto il mare in tempesta e aveva deciso di scendere sulla spiaggia, ed era lì che si trovava, immobile sotto il diluvio, le braccia leggermente aperte a godersi la splendida sensazione di libertà. Il tuono successivo portò con se l’eco del suo nome, un’eco che aveva già sentito una volta quando gli avevano cacciato a forza la testa nell’acqua tentando di convincerlo a costruire Jericho. Tony non ci fece molto caso, attribuendola agli effetti della privazione di sonno e della stanchezza, ma poi il richiamò si ripeté, questa volta non coperto dal tuono.
Tony si girò verso la Villa, osservando una figura snella stagliarsi nera contro le luci della sala. Fece un gesto con il braccio sano e iniziò a risalire lentamente, cercando mentalmente una buona scusa per il suo strambo comportamento.
- Tony! – lo chiamò Pepper quando fu quasi arrivato, osservandolo come se non lo avesse mai visto in vita sua. – Si può sapere cosa diavolo stava facendo là fuori, sotto il diluvio? – gli chiese scostandosi mentre lui entrava in sala, sgocciolando acqua ovunque.
- Niente – rispose semplicemente lui.
- Come sarebbe a dire, niente?  Perché è uscito?
- Niente, Pepper. Stia tranquilla, sto bene. Non stavo facendo niente – tentò di rassicurarla lui, leggermente infastidito dallo sguardo contrariato della ragazza.
- Sta diluviando! – disse lei indicando, come se ce ne fosse bisogno, la finestra attraverso cui il temporale continuava ad infuriare.
- Di quello mi ero accorto.
- E allora perché stava fuori? Ha bevuto? – chiese lei scrutandolo attentamente alla ricerca di qualche segno di alcol e, stranamente, non ne vide.
- No! – sbottò lui. – Senta – rispose poi sospirando e capendo che, senza una risposta sensata, non se la sarebbe cavata. – Volevo solo sentire la pioggia, va bene? – le chiese.
- Sentire la pioggia? Ma che cosa…?
- Sono stato tre mesi nel deserto… in una grotta.
- Oh – mormorò la ragazza, finalmente comprendendo e sentendo le guance arrossarsi. – E’ bagnato fradicio – gli disse osservando la pozza che si stava formando sotto le scarpe dell’uomo e vedendo i capelli che gli si incollavano sulla fronte. – Ed è gelato – finì sfiorandogli un braccio nudo. – Vada a farsi una doccia ed ad asciugarsi, le preparo un tè.
- Non ce n’è bisogno, davvero sto bene – cercò di dire Tony che, a quel punto, aveva solo voglia di rintanarsi in camera sua e continuare a fare quello che stava facendo prima di quella brutta idea, ossia riflettere.
- Deve scaldarsi altrimenti domani avrà la febbre, coraggio – disse Pepper indicandogli la scala e spronandolo ad andare ad asciugarsi.
Tony scosse la testa ma non provò più ad opporsi, si diresse verso le scale e sparì al piano superiore. Ricomparve dopo qualche minuto con abiti asciutti e un asciugamano attorno al collo, i capelli ancora umidi. Pepper gli tese una tazza bollente e lui, sebbene non fosse un amante del tè, non fece storie e iniziò a bere sentendosi, suo malgrado, meglio.
- Grazie.
- Di niente – rispose la giovane bevendo a sua volta. – Brutta tempesta – commentò osservando la pioggia battere incessante contro le vetrate.
- E’ un uragano – spiegò Tony.
- Qui? – chiese allibita Pepper che, da quando abitava in California, non aveva mai sentito di uragani che martellassero la costa ovest.
- Sono rari, decisamente meno violenti che nella costa est, ma ci sono. Ogni tanto.
- Da quando è metereologo?
Tony sorrise. – Mi piacciono le tempeste.
- Io le odio – disse la ragazza incassando le spalle e sussultando all’ennesimo tuono.
Tony l’osservò incuriosito da qual comportamento e, per la prima volta da quando l’aveva vista stagliarsi contro la vetrata, si chiese cosa ci facesse in piedi a quell’ora di notte. Un pensiero si fece strada nella sua mente, assolutamente troppo strano perché potesse essere vero.
- Non sarà che lei…
- NO – rispose Pepper senza nemmeno farlo finire di parlare, troppo imbarazzata. Fu tradita da uno dei boati più forti della serata, talmente forte da far tintinnare i bicchieri nella credenza, che la costrinse ad abbassare la testa e a coprirsi le orecchie con le mani.
Tony stava per fare una battuta quando vide l’espressione di puro panico e di vergogna della ragazza e si fermò, incerto.
- Non è niente – le disse appoggiandole imbarazzato una mano sulla spalla per confortarla, per poi toglierla subito dopo. – Il tuono è solo…
- Non sono una bambina, Tony. Lo so cosa sono – rispose piccata Pepper. – E’ solo che il rumore improvviso mi spaventa – ammise.
- Lo capisco.
- No, non credo.
- Davvero.
- Solo mezz’ora fa era fuori in mezzo alla bufera e non sembrava che la cosa le desse fastidio – gli disse.
- Capisco le angosce, Pepper. Tutti abbiamo le nostre fobie.
Pepper alzò lo sguardo, incerta, ma quello che vide negli occhi dell’uomo era veramente comprensione e non, come aveva temuto, ironia. Fece un sorriso timido e tornò ad affondare il viso nel calore rassicurante del tè.
- Quindi… - le disse poi mentre un sorrisino malizioso gli compariva sulle labbra. – Visto che nessuno dei due riesce a dormire…
- Tony!
- Che ha pensato? Volevo solo proporre un film – si difese lui alzando le braccia in segno di assoluta innocenza, ma il suo sguardo raccontava tutta un’altra storia.
- Veda di comportarsi bene, signor Stark. O la prossima volta la lascio ad annegare là fuori! – rispose Pepper ridendo dell’espressione di Tony.
- Prometto che sarò un modello di virtù, Potts. Anzi, arriverò persino a farle scegliere il film.
- Davvero? – chiese la ragazza ora veramente colpita.
- Certo. Escludendo solo un paio di categorie… - le rispose facendo una smorfia e incamminandosi con lei verso il salotto.
 
Alcuni anni dopo…
 
Un violento temporale era scoppiato nella baia di Malibu, raffiche di vento scuotevano le palme costringendole a piegarsi come fuscelli mentre goccioloni di pioggia mista a grandine martellavano l’oceano tempestoso. Ad intervalli regolari i fulmini illuminavano la notte e i tuoni squassavano il silenzio facendo tremare i vetri delle finestre.
Pepper si svegliò al rombo dell’ennesimo tuono scattando a sedere nel letto, spaventata.
- Tutto bene? – chiese una voce di fianco a lei mentre una mano calda e rassicurante si posava sulla sua schiena, cominciando a massaggiarla lentamente.
- Si, bene – mormorò Pepper girandosi verso Tony che, nel frattempo, aveva acceso la luce.
- E’ stato il tuono? – le chiese.
Pepper annuì lentamente, vergognandosi ancora una volta per la sua paura irrazionale. Il tuono successivo la fece sobbalzare ma, pur continuando a non capire come Tony potesse amare le tempeste, dovette riconoscere che il suo panico era molto meno intenso rispetto a quello provato un tempo. La vicinanza del marito, il fatto di sapere di potersi sempre rintanare tra le sue braccia al sicuro, aveva avuto un effetto positivo su di lei.
- Vieni qui – le disse infatti attirandola verso di sé e stringendola in un abbraccio protettivo mentre un altro tuono rombava all’esterno. Pepper si accoccolò contro di lui posandogli una mano sul petto e si ritrovò a fissare la porta della camera da letto, in attesa.
- Sei preoccupata? – le chiese Tony intuendo quello che le stava passando per la testa.
- Un po’ – rispose Pepper tendendo l’orecchio per cercare di carpire qualche altro suono, al di là del fragore della pioggia e dei tuoni.
- Vuoi che vada a controllare? – le chiese sbadigliando.
- Non sento nulla – gli rispose, incerta su cosa fare. Non voleva sembrare troppo apprensiva.
- Ma non sei tranquilla – finì la frase lui, capendo perfettamente quello che stava provando.
- No.
Tony sorrise e le posò un bacio sui capelli mentre scostava le coperte per alzarsi. Nel momento stesso in cui mise i piedi sul pavimento l’ennesimo rombo scosse le finestre e, nello stesso istante, la porta della camera da letto si aprì di colpo mentre uno batuffolo rosa schizzava sul letto e andava a nascondere la testa sotto il cuscino di Pepper.
Tony sorrise incrociando lo sguardo della moglie, adesso decisamente più tranquilla, e si rimise a letto, afferrando il fagottino rosa e tirandolo fuori da sotto le coperte.
- Amore, che cosa combini? – chiese prendendo in braccio la figlia e stringendosela al petto, rassicurante.
- Papà, ho paura! – rispose la piccola, nascondendo la testolina contro la spalla del padre.
- Ti ha svegliato il tuono? – le chiese dolcemente Pepper accarezzando la massa di capelli neri scompigliati, così simili a quelli di Tony.
La piccola non rispose ma annuì sempre nascondendosi contro la spalla di Tony.
- Va tutto bene, è solo un temporale – le disse Pepper guadagnandosi un’occhiata ironica da parte di Tony.
- E’ questa dove l’ho già sentita? – chiese lui ridendo allegramente mentre veniva fulminato da uno sguardo truce della moglie.
- Lei è una bambina – le rispose enfatizzando la “è”, chiarendo come alla figlia di quattro anni si potesse tranquillamente spiegare come i tuoni non fossero nient’altro che innocuo rumore.
La bimba singhiozzò e Pepper la fissò preoccupata, quella era decisamente la tempesta peggiore dalla sua nascita ma la piccola non era mai stata così spaventata da nulla anzi, aveva ereditato dal padre la propensione a mettersi nei guai con una certa facilità.
- Arya, tesoro che cosa c’è? – le chiese prendendola in braccio e cullandola dolcemente.
- Non voglio avere paura – mormorò la bambina. – Papà non ha paura di niente.
- Ma papà… - iniziò a dire Pepper ma fu fermata da Tony.
- Anche io ho paura, Arya – le disse Tony passando un braccio attorno alle spalle di Pepper in modo da abbracciarle entrambe.
- Davvero? – chiese la piccola con due occhioni azzurri lucidi fissi in quelli del papà.
- Ma certo!
- E di cosa? – richiese mentre anche Pepper si girava a guardarlo curiosa.
Tony sorrise alla giovane con aria complice. – Uhm, fammi pensare – disse iniziando ad accarezzare la schiena della bimba fino ad arrivare al fianco. – Dei ragni, ad esempio – esclamò arrivando alla pancia di Arya e iniziando a farle il solletico. – Quei brutti ragnacci che camminano sulle loro zampette – riprese tra le risa della piccola. – O dei serpenti – disse continuando a mimare nel solletico il movimento strisciante dei serpenti.
Pepper rise a sua volta, contagiata dall’allegria della figlia che adesso si dimenava tutta felice tra di loro.
- Che ne dici se adesso ci mettiamo tutti e tre a dormire? – chiese Tony ad Arya, sistemandola bene tra lui e Pepper e coprendola fino al mento con le lenzuola.
- Ma ci sono i tuoni – rispose la piccola, pratica.
- Si ma non ti faranno niente, stai tranquilla – le disse Pepper accarezzandole la testa e posandole un bacio sulla fronte.
- Sei sicura mamma?
- Certo tesoro, e poi…
- Cosa? – chiese Arya tutta curiosa dal tono cospiratore della mamma.
- Sai tenere un segreto? – le sussurrò all’orecchio facendo finta che Tony non potesse sentire mentre lui la guardava, stuzzicato a sua volta da tutta quella segretezza. 
- Si! – mormorò la bimba.
- Papà conosce chi fabbrica i tuoni, non ti faranno mai del male – le disse sorridendo.
- Davvero? – chiese con due occhioni sgranati. – Davvero papà?
Tony stava per scoppiare a ridere ma si trattenne cercando di non rovinare quella scenetta. Non l’aveva mai vista sotto quell’aspetto, ma come sempre Pepper aveva ragione. – Certo, piccola. E’ un mio amico.
- Ma perché li fa?
- Beh… - iniziò Tony preso in contropiede. – Tu ogni tanto fai i capricci…
- Non è vero! Sono brava!
- E quando devi mangiare la verdura? – le chiese il papà ridendo.
Arya fece un risolino nascondendo la testa contro il fianco della mamma, timida.
- Dicevo, anche questo mio amico ogni tanto fa i capricci. Solo che lui è più grande e i suoi capricci sono più rumorosi – concluse Tony orgoglioso della risposta mentre Pepper scoppiava a ridere suo malgrado. – Adesso dormi, però.
- Buonanotte, piccola – mormorò Pepper girandosi sul fianco verso la bimba e appoggiando un braccio protettivo su di lei.
Sebbene fino a quel momento non avessero più prestato caso al tempo, una volta che la stanza fu immersa nel buio e nel silenzio il rumore della pioggia, del vento e i tuoni tornarono a imperversare. Per qualche minuto tutti e tre cercarono di dormire ma poi Arya iniziò a dimenarsi nel letto, impedendo anche ai genitori di chiudere occhio. Dopo mezz’ora di tentativi fallimentari Pepper accese di nuovo la luce e fissò alternativamente Arya e Tony.
- Va bene, - sospirò. – Chi vuole una cioccolata? – chiese scostando le coperte e iniziando ad alzarsi.
- Io! – gridò Arya balzando in piedi all’istante.
- Pepper sei sicura? Sono le quattro del mattino – le chiese Tony, fissando la sveglia sul comodino.
- Non credo che chiuderemo occhio comunque, tanto vale – gli rispose sorridendo.
- Dai papà!
- Va bene, se mamma dice che possiamo, tanto meglio! – disse Tony allegro afferrando la bimba e caricandosela in spalla come un sacco di patate. – Andiamo, mostriciattolo.
- Non sono un mostriciattolo! – protestò la piccola scalciando ma ricominciando a ridere.
Si ritrovarono tutti e tre in cucina a bere cioccolata, Arya con due baffi scuri sulla bocca e un sorriso tutto contento mentre cercava di impossessarsi delle ultime gocce di bevanda nella sua tazza. L’ennesimo tuono fece sobbalzare le due ragazze Stark e Tony, osservandole, sorrise.
- Quindi… - disse – Visto che nessuno qui riesce a dormire…
- Tony…
- Chi vuole rivedere la Bella e la Bestia? – finì l’uomo pulendo la bocca della figlia prima che saltasse giù dalla sedia e corresse verso il salotto per prendere posto sul cuscino di mezzo del divano, in trepida attesa dei genitori e del suo cartone animato preferito.
- Lo sai che al prossimo temporale vorrà cioccolato e cartone animato, vero? – gli chiese Pepper con un sospiro.
- Almeno se sarà viziata per metà sarà colpa tua – rispose Tony prendendole la mano e dirigendosi a sua volta in salotto, raggiungendo la figlia.
  
Eccoci qui, Arya voleva la sua parte di scena dopo tutte queste storie solo sui genitori, e quindi l'ho accontentata. Spero davvero che questo piccolo stralcio di vita quotidiana vi sia piaciuto! PS se non avete idea di chi sia Arya e la cosa vi interessa, andate a vedere il capitolo "di scelte e di porte" della long The Stark Knigt rise.
Even 

  
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