Anime & Manga > Soul Eater
Ricorda la storia  |      
Autore: Elsa Maria    20/05/2013    3 recensioni
- [...] “… La cosa che ho sempre sognato…” Disse fra i singhiozzi. Kid, che aveva capito: “Sei la cosa che ho sempre sognato” arrossì, coprendosi persino la bocca con la mano. Come comportarsi in un simile momento? Il suo cuore stava anche battendo più forte… Perché proprio in quel momento, quando Liz gli aveva confessato i suoi sentimenti, perché quella era una confessione in piena regola! Non era tanto ottuso da non accorgersene. ... -
--------
Una semplice one-shot creata per scucire un sorriso.
Buna lettura.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Death the Kid, Liz Thompson, Patty Thompson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 The thing that I have ever dream
 

Una domenica mattina d’estate, con il sole alto nel cielo e alcune nuvole bianche, Patricia Thompson, weapon iscritta alla Shibusen, correva nel giardino della casa in cui viveva con la sorella e il suo meister. Felicemente rincorreva una farfalla bianca, dai pallini neri sugli angoli delle ali, che abilmente evitava le mani della ragazza, sempre pronte ad afferrarla in un suo momento di distrazione. 
“Kid, Kid, mi aiuti per favore?!” Lo pregò, continuando a controllare l’insetto. Il ragazzo, seduto su una sedia di vimini, era intento a leggere un libro che aveva iniziato il giorno prima; si era preposto di leggerlo in 8 giorni precisi, e un libro di –all’incirca- 800 pagine non poteva essere trascurato poi molto, d’altronde lui era un ragazzo indaffarato.
“Non posso Patty, ho altro a cui pensare.” Disse irritato dall’intervento dell’arma, che lo aveva distratto. Si inumidì le dita e girò pagina, lanciando poi un’occhiata alla ragazza. Lei si strinse fra le spalle, disinteressandosi della risposta scontrosa che le era stata data, e continuò a cacciare la farfalla. Il corvino riprese la lettura, quando la mancanza di una presenza lo fece preoccupare.  “Patty, dov’è Liz?”
“La sorellina?” Gli fece eco, cominciando a pensare –prendendo anche la posa di chi pensa-. “Dovrebbe essere nella sua stanza!” Esclamò gioiosa, felice di aver trovato la risposta.
“Bene.” Chiuse il libro con un colpo secco, lo poggiò sul tavolo basso accanto a sé, e si alzò compostamente. “Rimani pure a giocare, attenta ai crisantemi.” Indicò i fiori piantati in tutti e quattro angoli del giardino rettangolare. 
“Yes, sir!” Rispose lei, aggiungendo un saluto militare. Kid sospirò, era più che certo che la sua arma era irrecuperabile, ma ciò non toglieva il fatto che era molto forte e insostituibile –non solo a causa della simmetria-. Rientrò nella casa, percorse il salone, il corridoio e salì le scale bianche, tenendo sempre un passo preciso e altezzoso. Arrivato al piano superiore, diede un’occhiata alle porte delle stanze da letto e sentì dei singhiozzi provenire dalla camera della maggiore tra le due sorelle. Preoccupato e curioso, bussò con due colpi decisi, ma lievi, alla porta di legno. In un linguaggio indecifrabile lei lo invitò ad entrare –o così, per lo meno, aveva capito-. La stanza quadrata aveva una carta da parati a tinta unita dal color rosa pallido –che poteva sembrare bianco se la luce del sole ci batteva sopra-, mentre il bordo, tra il soffitto e il limite della parete, era di un rosa più forte. Liz –diminutivo di Elizabeth- era sdraiata sul letto, con la faccia sprofondata nel cuscino. I capelli biondi le ricadevano ai lati, coprendo la stampa floreale della coperta; il cappello era a terra, come una delle due ciabatte azzurre –l’altra era ancora pendente al piede, ma sarebbe caduta a breve-. Il corvino sospirò sconsolato, le andò accanto, sedendosi su un lato del letto, iniziando ad accarezzarle i capelli, tenendo un sorriso di comprensione accennato.
“Cosa succede, Liz?” Le chiese premuroso. La ragazza pronunciò parole incomprensibili –anche di più dell’invito ad entrare- e continuò a singhiozzare, disperata. “Facciamo così, annuisci se quello che dico è la vera motivazione.” Lei annuì, in accordo. 
“C’entra per caso Patty?” Lei scosse la testa.
“Piangi a causa di un’unghia rotta?” Scosse di nuovo la testa.
“Allora è perché hai rotto qualcosa, rendendo la mia bellissima casa, asimmetrica e quindi temi uno dei miei shock?” Niente, scosse ancora la testa. Kid iniziò a pensare a quale potesse essere la motivazione e continuò a fare altre domande.
“Per scuola?” Nulla da fare.
“E’ successo qualcosa con Maka, Tsubaki o gli altri?” Negativo.
“Hai i tuoi problemi?” A quella domanda il ragazzo arrossì e, invece del cenno di dissenso, si beccò un pugno su di una coscia. “Diamine, potevi colpire anche l’altra.” Sbuffò, dolorante. L’arma lo accontentò.
“Suvvia, Liz, prova a parlare.” La incitò, ma ciò che ottenne fu un lamento più forte. “Allora c’è qualcosa o qualcuno che ti piace e che ti ha arrecato danno?” La ragazza, finalmente, annuì. “Cosa ti ha fatto Liz?” Chiese cercando di tenere saldo l’autocontrollo. Quella risposta affermativa alla domanda lo aveva turbato; uno strano sentimento di rabbia, ma allo stesso tempo di paura, gli aveva pervaso il corpo. Gli stava dando fastidio sapere che c’era un qualcuno di importante per la sua arma? Strano, molto insolito, se non irreale… Eppure… Lei si alzò, per sedersi sul letto, così facendo però fece cadere anche l’altra ciabatta.
“… La cosa che ho sempre sognato…” Disse fra i singhiozzi. Kid, che aveva capito: “Sei la cosa che ho sempre sognato” arrossì, coprendosi persino la bocca con la mano. Come comportarsi in un simile momento? Il suo cuore stava anche battendo più forte… Perché proprio in quel momento, quando Liz gli aveva confessato i suoi sentimenti, perché quella era una confessione in piena regola! Non era tanto ottuso da non accorgersene. 
“Vedi Liz… Anche per me è così, provo le stesse cose.” Ammise. Non ne era certo, però quelle strane sensazioni che stava provando volevano dire qualcosa.
“Cosa?” Gli chiese poi, asciugandosi le lacrime.
“Anche tu sei per me la cosa che ho sempre sognato.” Ripeté, un po’ confuso dalla reazione della ragazza.
“Kid… Perché mi stai dicendo questa cosa?” Chiese arrossendo e strabuzzando gli occhi, stupita.
“Come perché? Tu me l’hai appena detto?!” Sbottò innervosito, e sempre più a disagio.
“Non parlavo di te, idiota.” Disse lei innervosita. “Stavo piangendo per loro, che ho sempre sognato, non sono più disponibili!” Aprì un foglio che teneva stretto nel pugno tutto accartocciato. Sopra erano illustrate dei sandali argento, con il tacco a spillo, dal cinturino coperto da brillantini, dallo stile elegante. “Ho chiamato il negozio e non c’è più il mio numero!” E ricominciò a piangere disperata. “Sogni infranti!” Si disperò. Kid, immerso nella vergogna, si alzò in piedi e, con passo lento, uscì dalla stanza.

“Kid, cosa è accaduto?” Gli chiese Patty, masticando il pezzo di torta alla fragola che aveva appena preso dal frigo. 
“Nulla Patty, veramente nulla.” Disse con tono funebre, andando nell’ingresso della casa, dove prese la giacca dall’appendiabiti.
“Dove vai?”
“Al cimitero.”
“Come mai?” Domandò sorridendo.
“Vado a scavarmi una fossa.” La vergogna era troppa per poter continuare a vivere. Non era mai stato melodrammatico, ma dopo una tale figura, la morte era l’unica consolazione.

Alla fine, Kid rimase in vita, ma mai più volle avere a che fare con Liz e le sue scarpe.



N.d.A.
Non ho molto da dire, effettivamente, quindi vi chiedo che, qualunque cosa mi vogliate dire, scrivete una recensione e io risponderò a quella! Lo so che è una rottura, ma veramente non saprei che aggiungere in questo angolo... QUindi, spero vi sia piaciuta! 
Alla prossima storia!
Here we Go!

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Soul Eater / Vai alla pagina dell'autore: Elsa Maria