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Autore: Ino chan    07/12/2007    2 recensioni
Un vecchio proverbio indiano dice" Se l'amore di un uomo può spostare le montagne, quello di un padre può rovesciare il cielo!"
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matt Parkman, Mohinder Suresh, Molly Walker
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Author: Ino chan

 

Author: Ino chan

Fandom: Heroes.

Rating: Verde

Genere: Oneshot

Personaggi: Mohinder Suresh. Matt Parkman. Molly Walker.

Paring: //

 

Disclamer:Purtroppo i personaggi in questione non mi appartengono"per fortuna di Sylar e Peter! *ç* e anche di Matt siamo sinceri" non ci guadagno un soldo bucato a scrivere questa storia, ma  almeno soddisfo la mia voglia di pucciosità! >////<

 

Avvertenze: Spoiler seconda stagione Heroes.

 

 


"L'amore di un padre...”

 

 

Matt sorrise.

Nonostante tutto sorrideva ancora.

Nonostante la perdita di Janice, nonostante la mancata paternità di quel bambino per cui aveva fatto praticamente di tutto, nonostante quel potere che gli stava mandando in pappa le cervella, nonostante tutto sorrideva...

Molly...

Quello scricciolo era diventato tutta la sua gioia...

Quello scricciolo che sorridendo lo chiamava papà nei suoi pensieri, mostrando orgogliosa il suo nuovo cognome -Parkman.- vantandosi con i compagni che suo padre era stato appena promosso a detective.

Sorrideva, anche se sapeva che quello stato di grazia non era stato fatto per durare, che il virus Shanti sarebbe tornato, che la guerra non era vinta, ma solo sospesa, che stavolta probabilmente Mohinder non avrebbe potuto salvare il suo angioletto..

Sorrideva per non farle capire nulla, stringendole la mano, ascoltando i suoi racconti in silenzio, pregando in quel Dio,in cui infondo aveva sempre creduto di prendere lui e di lasciare andare lei... Lei che amava come il suo stesso sangue.

 

-Prigione!- chiocciò Molly poggiando la pedina di Matt nel quadrato atto a prigione, battendo le mani allegra, indicandolo-...Un poliziotto in prigione!-

 

-Ah non fare tanto la superiore!- esclamò Matt indicando la sua pedina-Hai abbastanza denaro per pagare il pedaggio? Guarda quanti alberghi ho lì!-la bambina sgranò gli occhi poggiando il capo contro il piano di gioco-Non ho tutti questi soldi!-

 

Si guardarono ridendo, Matt fece per alzarsi a prendere le ciambelle dallo sportello alto della cucina, ma fu bloccato dallo scatto delle chiavi nella toppa, si volse con un sorriso di benvenuto che gli si gelò in bocca alla vista dello scarmigliato indiano che fece il suo ingresso trascinando i piedi.

 

Mohinder, gli occhi lucidi, il naso fasciato e la giacca a trascinare per terra, rivolse un occhiata prima alla bambina, che lo fissava interrogativa poi all'uomo che " forse grazie alla sua dote" sembrava aver presagito quello che era successo. Lo fissava con quel  pacco colorato fra le mani, con le sopracciglia talmente vicine che parevano quasi toccarsi.

 

Ricambiò i loro sguardi...

Sentendo il cuore contrarsi fino a fargli male, lo sentiva battere contro lo sterno, mentre Molly gli si avvicinava chiedendo lumi per il suo comportamento e Matt poggiava la scatola al tavolo e si avvicinava seguendo la piccola.

 

-Mohinder, che ti è successo al naso?- chiese la piccola indicandoglielo, sfiorandoglielo  con la punta delle dita, sorprendendosi quando il genetista, piegato un ginocchio a terra lo abbracciò di slancio, nascondendo il viso contro la sua spalla.

 

-Che hai fatto?-

-Matt.-

 

Usando il suo potere Parkman aveva scavato nella mente dell'indiano, come in un film alla tv aveva visto il colpo partire e Bennet stramazzare al suolo come un sacco, aveva sentito le risa perverse di quella biondina dell'aria antipatica e le urla di dolore di Claire, quelle implorazioni ad un cadavere - Non morire papà. Non mi lasciare!-.

 

Molly si sentì afferrare per un gomito e trascinare a parte indietro, sgranò gli occhi verso Matt, Mohinder si alzò cercando di spiegare, di dare un senso logico al ricordo che sicuramente lui aveva visto ... Solo quello avrebbe potuto farlo scattare a quel modo.

 

-Matt ascoltami.-

-BESTIA!-

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Mohinder andava avanti e indietro di fronte a quella piccola branda, le dita allacciate, poggiate alla nuca, Matt stava facendo la valigia, con tutto l'intento di finire al più presto e di dedicarsi al bagaglio di Molly.

 

-Che diavolo stai facendo...Oddio, ragiona Matt.- esclamò cercando di afferrarlo per un gomito, ritirando le mani con un verso quando questo lo scostò con violsenza- Stai facendo una tempesta in un bicchiere!- cercò di afferrarlo per le spalle, ma Parkman fu più lesto di lui, lo strinse per la camicia e lo sbattè contro un muro, arrivando ad un niente dal suo viso.

 

-Se per quel bastardo di Bishop sei arrivato ad uccidere Noah. Chi me lo dici che un giorno non mi ritroverò un proiettile in fronte?- sibilò Matt battendogli l'indice al petto-Forse giorno ti chiederanno indietro Molly e lo sai bene che vivo io quelli non se la prenderanno, perciò...-

 

-Matt io non vi farei mai del male.-

-Spiacente, non mi fido. Io non mi rigenero come Peter e Claire, se mi arriva in colpo al petto potrei non sopravvivere stavolta.- tornò al borsone, dove infilò un paio di pantaloni, tre camice e della biancheria mentre Mohinder, mani nei capelli lo fissava incape di trovare parole abbastanza convincenti per farlo rimanere e non portarsi via la bimba.

 

Nessuno dei due si rese conto del fagottino che li fissava dalla porta socchiusa, pugni premuti in bocca per soffocare i singhiozzi che le facevano dolere la gola- Non litigate...- sussurrò- sentendo le ginocchia venire meno Non litigate...-

 

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-Dov'è? Cristo dove può essere!-

 

Matt battè le mani sul tavolo per evitare di stringere attorno al collo di Mohinder, uscendo dalla camera da letto si era diretto verso la cameretta di Molly  per aiutarla a fare i bagagli, trovando un bigliettino sulla scrivania che diceva- Vado via, non voglio che litigate per colpa mia.-

 

-Matt andiamo a cercarla!-

 

L'uomo lo fissò terrorizzato, annuendo lentamente, accettando la giacca tesagli, infilandola di corsa e seguendo l'indiano a rompi collo fuori dalla porta, sbattendola,infilandosi nel buio della notte.

 

 

Erano ore che giravano come trottole impazzite. Non sapevano più dove sbattere la testa, Matt era ad un passo dal chiamare la polizia quando si accorse, di quella creatura seduta alla fermata dell'autobus, il capo coperto da un pesante cappuccio ornato di pelliccia da cui spuntavano due lunghi ciuffi biondi.

 

-Molly!- urlò, si volse verso l'indiano scostato da lui di un paio di metri -MOHINDER L'HO TROVATA!- esclamò correndo verso la piccola.

 

-Molly! Molly amore!- le si chinò sopra poggiandole la mani alle spalle, scrollandola accovacciandosi ai suoi piedi, scrollandola ancora per farla riprendere, togliendole alla fine il cappuccio dal capo poggiando la fronte contro la sua-HA LA FEBBRE ALTA!-

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Seduto accanto a quel lettino, Mohinder si ritrovò a pregare come mai aveva fatto in tutta la sua vita, strinse le dita a pugno, premendo le tempie fino ad arrossare la pelle, lanciando un occhiata in cerca di conforto verso Matt, che girò il capo stizzito.

 

Lo vide chinarsi sullo zainetto che la piccola aveva portato nella sua fuga, sfilando un quaderno e aprendolo ad una pagina precisa, lo guardò per un attimo poi iniziò a leggere, con quel suo vocione leggermente roco.

 

 

-...C'era una volta una bambina che viveva in una bella casa assieme alla sua mamma e al suo papà. Era tutto bello e lei era molto felice, ma un brutto giorno un mostro nero venne e portò via la mamma e il papà.-

 

Leggeva ad occhi bassi, leggermente piegato in avanti sulla seggiola, le guance arrossate per lo sforzo di non piangere, leccandosi le labbra carnose come per farsi coraggio

 

- ...Lei aveva paura, sapeva che il mostro nero voleva prendere anche lei, così si nascose in una stanza della casa sperando di non essere trovata. Pregò che qualcuno venisse a salvarla e così avvenne. Un principe venne a salvarla. Un principe vestito di nero con una stella sul petto e una pistola come fioretto. Lui la salvò promettendole di proteggerla per sempre.-

 

Mohinder abbassò gli occhi, sapeva benissimo che era lui il preferito di Molly, non c'era bisogno di quella favola per farglielo capire. Lo guardò cattivo, ma Matt non accennò a terminare la lettura.

 

 

La bambina voleva bene al suo panciuto eroe, grande come un orso, ma con il cuore tenero di una farfalla, ma non potè restare molto con lui. Degli uomini freddi come la neve vennero e  la portarono via. Passarono i mesi e un brutto male colpì la bambina . Passarono i mesi e la bambina era convinta di morire, quando....

 

Matt si passò due dita cercando di allentare la morsa del colletto della camicia, poggiando gli occhi sul viso di Mohinder, che lo seguiva interessato. Evidentemente si stava chiedendo come mai Molly non glie lo aveva mai fatta leggere prima quella favoletta che parlava di lei.

 

... Quando un mago venne a trovarla. Era un mago molto giovane, del colore della cioccolata, la bambina credeva che fosse un mezzo-mago, un'aspirante stregone come Topolino e lo spiava nella speranza di vederlo fare una qualche magia a far ballare le scope come nel film. Il mago fece una delle sue magie e salvò la bambina.

 

Mohinder singhiozzava senza pietà con la faccia fra le mani,

ondeggiando sul posto,  Molly lo vedeva come un mago, un mago che fa le magie, la guardò cercando in quel visino sedato dal farmaco che le scivolava direttamente in vena, le tracce di quell'amore che permeava da quella panciuta calligrafia. Le sfiorò la guancia, mentre Matt riprendeva la lettura.

 

...La bambina aveva trovato un nuovo eroe. Un eroe un po' imbranato, ma pur sempre un grande eroe, un grande eroe e  che le voleva bene e che la voleva difendere  anche da quello strano signore con gli occhiali,anche se non ce ne era bisogno, perchè lui era il bravo papà di una fata ballerina...

 

Claire ... Mohinder sorrise massaggiandosi il mento... Una fata ballerina... La piccola era portata per le metafore.

 

Adesso sono passati 5 mesi dal giorno in cui il mostro Nero è entrato nella vita della bambina, lei ora è felice, perchè è tutto come prima. Non ci sono più la mamma e il papà è vero, ma adesso la bambina ha di nuovo una famiglia. I suoi due eroi, il cavaliere con la stella sul petto e il buffo mago ora si prendono cura di lei....

 

Le labbra di Matt tremarono violentemente mentre due grossi lacrimoni rotolavano lungo le sue gunce - ... E oggi la bambina non ha più due eroi, ora ha due....- la voce gli morì in gola facendolo tremare- ...Dolci papà...-

 

Parkman chiuse il quaderno sospirando, poggiando lo sguardo sull'uomo in lacrime di fronte a lui, sentendosi quasi in colpa nel vederlo così costernato, si allungò  attraverso il lettino e gli poggiò una pacca sulla nuca china, costringendolo ad alzare gli occhi.

 

-Matt...-

-Ora capisci perchè ho reagito così?-

-Si...- mormorò lentamente Mohinder scandendo bene ogni lettera-..Ho capito.-

 

-Questa bimba...- gemette il detective roteando gli occhi al cielo-...Ti considera suo padre, si considera tua figlia...- tornò a guardare l'amico sorridendogli bonario come al solito- ... Tu non avresti fatto lo stesso al posto di Bennet? Se ci fosse stata Molly al posto di Claire tu non avresti venduto anche l'anima al diavolo pur di salvarla....--  si passò una mano fra i corti capelli neri ridendo sottovoce- Io si.-

 

 

...............................

 

La mattina illuminò la notte con i suoi raggi d'orati, Mohinder si svegliò dal sonno di piombo che l'aveva aggredito, sentendo quella manina muoversi lentamente sotto la sua Si mosse, battendo le palpebre, incontrando quegli occhioni verdi fissi su di lui:- Molly...- mormorò sorridendo.

 

-Dove sono?- chiese la piccola, voltandosi verso Matt che dormiva a braccia incrociate e il mento incollato al petto-Dove siamo?- 

Suresh si chinò un po' su di lei, parlando lentamente e sottovoce, quasi non volesse svegliare Parkman -In ospedale...Non ti sei sentita bene tesoro.- le scostò alcune ciocche dal viso, scoprendole le guance pallide- Come ti è saltato in mente a scappare via così,eh?-

 

-Stavate litigando per colpa mia...- mormorò la bambina asciugandosi gli occhi, tirando su col naso- ...Io non voglio che litighiate per colpa mia....- tirò le labbra in una smorfia sofferta.-Non dovete farlo.-

 

Mohinder sorrise scrollando il capo- Ascolta ogni tanto capita che gli amici litighino, ma poi fanno pace.-le accarezzò i capelli- Non devi preoccuparti, non è successo nulla di irreparabile!-

 

-Avete fatto pace?-

 

Matt le fece un assonnato occhiolino-Il mago ha fatto una delle sue magie.-sbadigliò stiracchiandosi, la bambina lo guardò per poi tirarsi su e buttarsi fra le braccia di Mohinder che la strinse forte contro di lui.

Un vecchio proverbio indiano dice" Se l'amore di un uomo può spostare le montagne, quello di un padre può rovesciare il cielo!" fino a quel momento
Mohinder non l'aveva mai capito. I suoi genitori non si erano mai dimostrati molto affettuosi con lui, il figlio inutile nato troppo tardi per salvare la sorellina, ma ora, abbracciando con tutto il cuore quella bambina gli parve chiaro come acqua di montagna.

Un padre per la propria creatura farebbe di tutto, anche rovesciare il cielo appunto, Bennet aveva ragione, lui lo avrebbe capito solo quando avrebbe avuto qualcuno da amare tanto quanto lui amava Claire.

 

I casi della vita... Entrambi "innamorati" di quelle figlie non nate dal loro sangue, sorrise poggiandole un bacio sulla guancia, facendola stendere.Alzandosi a malavoglia si allontanò dalla camera.

 

-Mohinder.-Matt lo aveva raggiunto in mezzo al corridoio, il volto paffuto contratto in un espressione preoccupata- Che vuoi fare?- gli chiese agitando le mani.

 

L'indiano gli sorrise bonario come al suo solito- Quello che un padre deve fare.-

 

 

 

Credo che con questa terza fiction si sia capito quanto io ADORI questa dolce famigliola. Fra le tre che ho scritto questa è la prima che mi è venuta in mente, ma ultima ad essere pubblicata perchè non mi convinceva.Spero che vi piaccia.

 

 

 

   
 
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