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Autore: Cathi    20/05/2013    3 recensioni
Dal testo:
"Sono servite a questo?"
"Cosa? Le ribellioni?"
"No, la morte di zia Prim e quella di Finnick e di tutti gli altri?"
I giochi sono finiti, ma non le edizioni della memoria.
Signore e signori che i 95° Hunger Games abbiano inizio e possa la fortuna essere sempre a tuo favore Reneé Mellark!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La brezza mattutina entra dalla finestra e a fatica mi alzo dal letto.

 

 

Scendo le scale in pigiama e mi trascino in cucina.

 

 

“Giorno papà” biascico intingendo un biscotto nel caffè.

 

 

“Giorno Reneé”

 

 

Finisco di fare colazione e torno in camera mia a preparami per la giornata.

 

 

Oggi è sabato, niente scuola!

 

 

Mi vesto e scendo di nuovo.

 

 

“Ehi , oggi devo andare da mamma. Ci vediamo alla panetteria dopo pranzo?”

 

 

“Giusto, la domenica da mamma. Portale queste” mi consegna una scatola blu che contiene qualcosa di caldo e fragrante.

 

 

Per strada annuso meglio l’odore della scatola.

 

 

Focaccine al formaggio.

 

 

Cammino per un paio di metri e busso a casa di mia madre.

 

 

“Katniss, smettila ti prego”

 

 

“Gale come posso?”

 

 

Quanto lo odio.

 

 

Gale, la persona che ha dato il colpo di grazia alla mia famiglia.

 

 

Poggio le focaccine sul tavolo e faccio il caffè.

 

 

“Reneé non mi ti ho sentita entrare , come va ?”

 

 

Fisso accigliata il compagno di mia madre.

 

 

“Gale” la mia voce è gelida

 

 

Lo vedo afferrare una delle focaccine.

 

 

“Sono per mamma”

 

 

“Sono tante”

 

 

“Sono per mamma. Tra l’altro per tua informazione papà si è svegliato molto presto per farle”

 

 

“Gentile il Peeta”

 

 

“Sono per mamma”

 

 

“Cos’è per me tesoro?” la  sua voce fresca mi arriva alle orecchie

 

 

“Focaccine al formaggio”

 

 

“Tuo padre è un tesoro”

 

 

“Non pensavi lo stesso tre mesi fa”

 

 

“Reneé non si piange sul latte versato. Io e tuo padre non andavamo d’accordo e...”

 

 

“Questo basta” finisce Gale per lei

 

 

“Tu non sai cosa basta” lo fisso inviperita con aria di sfida

 

 

“Piantala Reneé, le cose finiscono e così stiamo tutti meglio” mi risponde beffardo

 

 

Tutti meglio? Io gli spacco la faccia a questo qui!

 

 

Mi verso tutto il  caffè in una tazza ,lo trangugio e sbattendo la porta esco di casa.

 

 

Rivoli di lacrime salate mi rigano le guance,

 

 

Cammino velocemente verso la panetteria stringendomi nel giubbotto .

 

 

Tiro fuori le chiavi e apro la porta.

 

 

Ecco, questo è il mio mondo.

 

 

Mi tolgo il giubbotto e metto un grembiule poi decido cosa fare.

 

 

Quasi spontaneamente mi ritrovo ad impastare una pasta sfoglia grezza.

 

 

Papa’ ci aggiunge uova e zucchero quando è così, ma per la torta che voglio fare la mia è perfetta.

 

 

La stendo sopra una teglia tonda e passo al ripieno.

 

 

Taglio le mele a fettine sottili le asciugo e le posiziono sulla sfoglia fino a riempirla completamente poi la inforno.

 

 

Mi siedo un attimo e annuso l’aria zuccherata e incredibile di questo posto.

 

 

Ci lavorava papà da piccolo con la sua famiglia.

 

 

Sono tutti morti durante la ribellione.

 

 

Una bomba dicono in paese.

 

 

Mi alzo e osservo le foto impolverate appese.

 

 

Sono bellissime e sento di appartenere finalmente a qualcosa.

 

 

Quando l’odore di mele mi riporta alla realtà, tolgo la torta dal forno e la inizio a decorare con la melassa.

 

 

Piccoli riccioli regolari sulle mele.

 

 

Sto mezz’ora a completare la mia opera ,poi la metto in forno per altri due minuti per far seccare la melassa.

 

 

La metto in un piatto e la poggio nel mezzo della vetrina.

 

 

Mi rimetto ad impastare questa volta una morbida ed elastica pasta color crema .

 

 

Faccio delle palline e le lascio lievitare.

 

 

Casco nuovamente sulla poltrona e tutti i miei pensieri confluiscono nuovamente in una manciata di lacrime.

 

 

Mi sento così debole.

 

 

Non come mamma.

 

 

Lei sa arrampicare,tirare frecce,lottare,combattere.

 

 

Non come papà.

 

 

Lui è forte,sa combattere e tenere una spada decentemente oltre ad essere un pasticcere fantastico.

 

 

Io bhe, io sono solo Reneé mi ripeto.

 

 

So arrampicare sugli alberi e sono una brava pasticcera.

 

 

Non è uscito il meglio dei due, mi ripeto.

 

 

Friggo la pasta dolce fino a trasformarla in un vassoio di bomboloni di forma irregolare.

 

 

Neanche questi mi riescono.

 

 

Papà li fa belli tondi e uguali tra loro.

 

 

I miei sono tutti di forme strane.

 

 

Non sono neanche una brava pasticcera.

 

 

Li lascio freddare e preparo la crema di vaniglia.

 

 

Questa la so fare bene.

 

 

Me l’ha insegnata papà quando avevo sette anni.

 

 

Metto sul fornello il latte e la vaniglia. Monto le uova e lentamente le aggiungo al latte.

 

 

Mescolo sul fuoco fino a perdermi nei cerchi di crema gialla e nel profumo di vaniglia.

 

 

Mi estraneo dal mondo totalmente.

 

 

Quando è pronta la tolgo dal fuoco e riempio i miei bomboloni irregolari.

 

 

Li cospargo con lo zucchero di canna e li poggio vicino alla torta.

 

 

“Sono i più bei bomboloni che abbia mai visto”

 

  
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