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Autore: Madnesss    21/05/2013    2 recensioni
"Ci dirigemmo verso l'obitorio quando, improvvisamente, ci fu il rumore di uno schianto; aprimmo la porta per scappare più velocemente possibile fuori di lì, quando la vedemmo."
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Io e il mio amico decidemmo di darci all'esplorazione di un vecchio e abbandonato ospedale poco fuori città. Tutto l'equipaggiamento era ancora lì, a prendere la polvere e la ruggine. L'intero edificio puzzava di vomito e di strani prodotti chimici e i muri erano sporchi e ricoperti di muffa.
Ci dirigemmo verso l'obitorio quando, improvvisamente, ci fu il rumore di uno schianto; aprimmo la porta per scappare più velocemente possibile fuori di lì, quando la vedemmo.

Quella... COSA.
Aveva gli occhi chiusi, eppure sembrava che stesse fissando proprio noi. Le gambe erano rotte, quindi doveva trascinarsi lungo il pavimento della stanza. Invece di respirare normalmente, ansimava, mentre le sue ossa scricchiolavano ad ogni movimento. Non era un paziente dell'ospedale, poiché indossava il camice da chirurgo.

Cominciammo subito a scappare via da... quello. Dovevamo raccontare ciò che avevamo visto, anche se uno di noi non avesse dovuto farcela, la gente doveva sapere, in modo da stare lontana da quel posto.
Con un balzo, superai la cosa sul pavimento. Ce l'avevo fatta, ero libero! Stavo ancora correndo quando un pensiero mi passò la mente.
Non riuscivo più a sentire i passi del mio amico dietro di me.
Lentamente, mi voltai: entrambi erano scomparsi. Sia lui che quella cosa. Lo chiamai urlando il suo nome: "Jack? Jack, puoi sentirmi??" Nessuna risposta. "Jack!!" alzai il tono di voce "JACK!!!"... Niente. Uscii da lì, dovevo raccontarlo a qualcuno, avevo bisogno di aiuto.

Nessuno mi credette.
Provai a raccontarlo alla gente, ad avvertire tutti di non avvicinarsi a quell'ospedale, ma non c'è stato nessuno disposto a credermi. Dissero che ero matto, malato, che il mio amico aveva semplicemente traslocato e io non riuscivo a capacitarmene, ad accettarlo. Ma io so di non essere pazzo.
Mi seguì fino a casa. Sentivo e vedevo quella mostruosità ogni volta che chiudevo gli occhi. Lo immaginavo trascinarsi sul mio pavimento, ansimando, sbattendo contro i muri, con le ossa scricchiolanti ad ogni movimento.

Non abito più in quella casa. Il mio psichiatra mi ha detto che avrei dovuto riposarmi un po'. Quello che intendeva, era sicuramente: "Sei completamente pazzo. Ti buttiamo in un cazzo di manicomio per un po'".
Ma... Mi seguì pure lì. Potevo sentirlo strusciare, ansimare, click, click, click. Thump. Sospiro. Click. Click. CLICK. E' andato dagli altri pazienti e, uno dopo l'altro, sono scomparsi tutti. Cercarono di insabbiare il tutto, dissero che erano stati rilasciati, ma io so che non è così.

Chiusero il manicomio dopo un po' di tempo. Immagino che diventerà proprio come l'ospedale.
Ancora lo sento ansimare, sbattere e scricchiolare intorno alla mia nuova casa. Io tengo la porta di camera chiusa, le tende serrate e gli armadi a muro chiusi a chiave.

Non mi unirò a lui.
Anche se era il mio migliore amico.


E' uno di loro, adesso.
   
 
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