Anime & Manga > Pokemon
Ricorda la storia  |      
Autore: LaU_U    21/05/2013    4 recensioni
«Siamo uniti, siamo numerosi, siamo determinati. Siamo qui per farci sentire da tutti. [...] Condividiamo un ideale, abbiamo in comune un obiettivo. Ci siamo uniti per manifestare il nostro dissenso in maniera pacifica, ma a gran voce.[...]
STATECI VOI DENTRO UNA PALLINA»

Non tutti sono d'accordo con le battaglie fra pokémon. Ma in quanti modi si può manifestare il proprio dissenso?
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, N, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

SOMMOSSA

 

 
Siamo uniti, siamo numerosi, siamo determinati. Siamo qui per farci sentire da tutti. Veniamo da ogni angolo del paese, ciascuno ha la propria famiglia e il proprio lavoro che lo attendono a casa. Siamo studenti, impiegati delle poste, infermieri, cuochi, casalinghe e tanti altri. Siamo bianchi, siamo neri, uomini e donne, indossiamo bandane, magliette rosse, gialle, rosa. Portiamo zaini sulle spalle, borse a tracolla, bambini emozionati che ci stringono la mano. Odoriamo di ciambelle e di sudore. Non siamo qui per far festa, ma l’eccitazione nell’aria sembra quella che si potrebbe percepire ad un concerto, appena prima dell’ingresso del cantante. I nostri corpi sembrano percorsi da scariche elettriche. Abbiamo atteso a lungo questo momento.
«Ogni volta siamo sempre di più. È straordinario!»
«Tre anni fa non arrivavamo neanche ai quindici».
«Dovranno ascoltarci per forza».
Siamo circa duecento, il sindaco dice un centinaio, la polizia invece va al raddoppio. Con alcuni della comitiva ci siamo incrociati qualche altra volta, ma per lo più non abbiamo idea di chi siano le persone accanto a noi. Nonostante questo, ci sentiamo un gruppo affiatato. Camminiamo fianco a fianco e ci rivolgiamo sorrisi e sguardi d’intesa, come fossimo amici da sempre. Ci scambiamo bottiglie d’acqua, grissini, fazzoletti di carta; li allunghiamo ai nostri vicini o chiediamo a qualcuno di passarli in giro. Tutto è di tutti.
«Forza, andiamo da quella parte!»
«Insieme, verso i cancelli».
«Di là!»
Condividiamo un ideale, abbiamo in comune un obiettivo. Ci siamo uniti per manifestare il nostro dissenso in maniera pacifica, ma a gran voce. Per questo abbiamo scelto di farlo nel momento e nel luogo in cui potremo avere i riflettori puntati addosso. Ci uniremo in protesta proprio nel giorno in cui le gente celebra quello contro cui noi marciamo. L’ingresso dello stadio sarà il dove. La finale del torneo della Lega del Kanto, il quando.
 

STATECI VOI DENTRO UNA PALLINA
 
LIBERTÀ PER I POKÉMON!
 
BASTA COI MASSACRI!

 

Abbiamo striscioni, megafoni, cartelloni e scarpe comode. Solleviamo verso l’alto le nostre scritte a pennarello per farle leggere al mondo intero, mentre i cori si diffondono nell’aria e ci riempiono le orecchie. La nostra voce e il nostro numero sono ciò di cui abbiamo bisogno. Al resto ci penseranno le telecamere.

 
A poche ore dall’inizio della sessione finale, le strade attorno all’arena sono già gremite di manifestanti che contestano il presunto sfruttamento dei Pokémon nell’ambito dei tornei della Lega. Si sono riuniti in centinaia questa mattina. Le forze dell’ordine e i loro Machoke sono schierati ai cancelli dello stadio in assetto anti-sommossa, così da difendere gli spettatori da eventuali pericoli di rivolta. Abbiamo intervistato poco fa Custer Thorne, un rappresentante dei manifestanti che ci ha esposto il suo punto di vista.
«Oggi decine di Pokémon finiranno negli ospedali in seguito alle ferite causate dagli scontri violenti a cui sono sottoposti. E sto parlando solamente del piccolo numero che partecipa al torneo della Lega, perché se si considerasse la portate nazionale del problema si raggiungerebbero cifre esorbitanti a tre zeri. In un giorno solo migliaia di Pokémon vengono stritolati, morsi, avvelenati, elettrizzati e nessuno fa niente perché questa barbarie finisca».
Le richieste dei dissidenti sono chiare: proibire i combattimenti fra Pokémon e il loro sfruttamento. La messa fuori legge delle poké ball è inoltre uno dei primi obiettivi del loro programma. Ma questi strumenti sono davvero così pericolosi? Professor Burke?
«Quello che questi contestatori si ostinano a non comprendere è che le poké ball non causano alcun danno ai Pokémon in esse contenuti. Sono una tecnologia che trasforma la massa in energia. A livello esemplificativo, un Graveler, per quanto massiccio, non si sentirà stipato dentro a una sfera poiché all’interno di essa perderà le sue caratteristiche fisiche, le sue dimensioni, il suo peso, per diventare pura energia senziente».

 

«Se non c’è niente di male, allora vediamo se ti piace!»
Un urlo che parte da un lato del nostro gruppo. Chi ha parlato? Qualcosa viene lanciato in direzione delle telecamere. Fa una parabola in volo verso l’individuo che stavano intervistando e atterra dritto sulla sua schiena. Si sprigiona un bagliore rosso e l’uomo scompare, risucchiato all’interno della sfera che l’ha colpito. Cominciamo ad urlare. La folla si agita. Non vogliamo fare la stessa fine, non vogliamo dissolverci.
I poliziotti arrivano di corsa.
«Mantenete la calma» dice la voce metallica proveniente da un megafono.
Non riusciamo a tranquillizzarci, ci spingiamo l’uno contro l’altro per allontanarci. Qualcuno cade, senza riuscire a rialzarsi. Gli camminiamo sopra, lo calpestiamo senza neanche accorgercene, facendoci largo a spallate mentre urla di dolore. I gendarmi mandano i Machoke a ristabilire l’ordine. Si avvicinano a noi mostrando i poderosi muscoli.
«Fascisti!»
Un altro grido che fuoriesce dal nostro gruppo. Ora li vediamo, vanno nella direzione opposta alla nostra. Coi volti coperti da sciarpe e bandane emergono dalla folla. Iniziano a lanciare qualcosa ai poliziotti. Gli oggetti volano sopra le teste dei Pokémon delle forze dell’ordine e atterrano attorno agli agenti. Alcuni finiscono al suolo, altri su di loro: sfere poké. Lampi di luce e le guardie vengono assorbite. A poco servono gli scudi anti-sommossa alzati sopra le teste per proteggersi: anche essi vengono convertiti in energia e rinchiusi nelle poké ball.
I Machoke cercano di fermarli, ma siamo così tanti che è impossibile distinguerci. Allungano le mani, afferrano qualcuno. I rivoltosi sfoderano  mazze e spranghe dagli zaini, gli agenti arrivano sollevando i manganelli.
«Non ho fatto niente. Lasciatemi!»
È il caos. Nelle nostre orecchie tuonano grida, rumore di corsa, fischi, il fracasso dei pugni, le sirene. Ci sparpagliamo ovunque, presi dal panico. Ci troviamo in una situazione che non ci appartiene. La polizia non riesce a riconoscerci, non sa differenziare noi da loro. Perché potevano pure essere in mezzo al nostro gruppo, ma quelli non siamo noi.
«Lasciatemi»
«Aiuto!»
«Ho detto mani in alto».
«Bastardi, che state facendo?»
«Agente a terra, chiamate i rinforzi».
«Ahia, la mia gamba!»
«Basta! Basta!»
«Mandate i growlithe, presto!»
«Mamma! Mamma, dove sei?»
Il momento diventa delirante. Dovunque ci giriamo non c’è altro che panico e confusione. Ci stiamo diradando per fuggire, gli altri sono solo un intralcio. La folla si è dissolta. Urla di bambino. Una ragazza implora un poliziotto di lasciar stare il suo amico, insiste nel dire che si stanno sbagliando, li chiama mostri. C’è un uomo che entra in un negozio, una donna con un tatuaggio sul collo si nasconde in un vicolo, seguita da due ragazzini con i rasta, un signore grasso corre senza guardarsi indietro. Ognuno per sé.
È come essere in mezzo a una guerra. Al momento sembra non esistere altro che paura e distruzione. Individui terrorizzati. Non eravamo qui per questo. Io non ero qui per questo.
Uno striscione resta a terra, strappato, sporco, imbrattato di sangue. Ancora tre parole si distinguono: BASTA COI MASSACRI.

 

 
 
 
 
 
 
 
 

-------

 

Buondì!
Questa fic è stata una sperimentazione. Pokémon è un fandom nuovo per me (beh, più o meno… guardavo i cartoni quando andavo alle medie, una quindicina di anni fa… quanto mi sento vecchia) ed è la prima volta che scrivo qualcosa in prima persona plurale. Ho avuto come narratore io, egli, anche tu, ma mai noi. (:
 
Sono certa che anche voi vi siete chiesti qualche volta se utilizzare i Pokémon per far battaglia non fosse uno sfruttamento. La violenza c’è, è evidente. Possibile che non ci sia nessuno che ha da ridire in proposito? Non ci credo.
Sapete se hanno fatto degli episodi su questo?
Comunque immaginatelo come un avvenimento originato nel mondo Pokémon così com'era all'inizio della serie.
 
Ringrazio Layla_Morrigan_Aspasia per il sostegno eVannagio che mi ha fatto notare alcune cose che non funzionavano a dovere, aiutandomi ad aggiustarle un po’.
 
Spero vi sia piaciuta questa shot, anche se ho stravolto l’atmosfera della serie.
Grazie ai lettori.
Doppio grazie a chi commenterà!

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: LaU_U