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Autore: Pallina Di Burro    21/05/2013    6 recensioni
Molti credono che la paura dell’oscurità sia dovuta al non sapere ciò che vi si nasconde,
in realtà pochi sanno che è colpa della luce.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gareki, Yogi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da piccolo avevo paura del buio, credo, fino a quando quell’oscurità che si celava nella mia stanza non diventò nient’altro che l’oblio,
fino a che la paura stessa lasciò spazio alla semplice apatia.
Non ricordavo bene, fino a qualche tempo fa, cosa fosse la paura; dominare i sentimenti, le sensazioni, per me era diventato facile come per una persona qualunque è sorridere.
Si tratta sempre di qualcosa di profondamente falso, no? Qualcosa che copre i reali stati d’animo.
Le paure e le angosce, così come la felicità o la gioia, erano ben protette da una coltre di egoistica inerzia, tanto che anche il dolore sembrava sparire.
Tuttavia il petto bruciava egualmente, ed io non ne capivo il motivo; continuavo a vagare in quel buio che ormai non era altro che la mia casa, la mia essenza.
Esso, però, è inconsistente; tutto ciò che avevo era niente dunque, ed il nulla era tutto ciò che mi restava.

Tuttavia, da qualche tempo inizio a sentirmi diversamente.
Cerco ancora di controllare il buio dentro di me, di reprimerlo, di non averne paura, ma questo, la sera, ingloba tutto ciò che ora mi è familiare, che in questo momento non voglio perdere.
Un cespuglio morbido e biondo da aggrovigliare, quando nessuno ti vede; il calore di un corpo, quando il tuo, da solo, non è caldo abbastanza; quelle affermazioni stupide, che ti fanno salire il sangue al cervello; se l’oscurità mi impedisse di darle per scontate? Se non riuscissi più a vederle?
Ora ho paura del buio, dell’ignoto, ma non me ne rammarico.
Mi fa sentire più vivo, come le ferite sulla pelle, gli ansiti o i gemiti, il dolore, il piacere.
Molti credono che la paura dell’oscurità sia dovuta al non sapere ciò che vi si nasconde,
in realtà pochi sanno che è colpa della luce.
Essa è luminosa, ardente, protettiva, così piacevole da spingerti ad aggrapparti a lei, fino a quando questa diventa bollente e le bruciature così profonde da costringerti a lasciarla.
A quel punto il buio torna ad avvolgerti, lieve, freddo, perché una volta raggiunto quel bagliore tutto il resto è niente.
È così giusto affidarmi ad essa, dunque? Riuscirò a tornare nel buio prima di scottarmi?

Una lieve carezza, schiudo gli occhi: un raggio luminoso, un sorriso e quella mano che continua a giocare sul mio viso.
Mi guarda, un po’ più in alto di me, ed io gli do le spalle.
Qualcosa di morbido, caldo, vellutato, si posa dunque sul mio collo.
Faccio finta di niente, aspettando che quelle labbra si allontanino.
Un sussurro.

“Buongiorno, Gareki…”
 
E’ troppo tardi.
 
“Chiudi le tende, odio la luce.”
 
Mi sto già bruciando.












“MA SEI SORDO, YOGI!? HO DETTO CHIUDI LE TENDE, VOGLIO DORMIRE.”

“S-Scusa--- pensavo, ecco, è una così bella giornata--!”
 
“Pensare ti fa male, chiudile e basta.”

   
 
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