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Autore: Sachi93    21/05/2013    1 recensioni
"Potrebbe essere una favola.
E potrebbe avere un lieto fine.
Ma sembra quasi che nessuno abbia la forza di scriverlo.
Come se fosse soltanto un miraggio lontano...
Una speranza morta...
[...]
Perché c'era una volta una città."
15° Sequel di Cicatrici, i protagonisti sono Feliciano e Romano.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Cicatrici...'
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Potrebbe essere una favola.
E potrebbe avere un lieto fine.
Ma sembra quasi che nessuno abbia la forza di scriverlo.
Come se fosse soltanto un miraggio lontano...
Una speranza morta...
Una pretesa che molti invocano.
Mai arrivata.
 
Era difficile pensare.
Era veramente difficile credere che quella un tempo era una vita.
Brulicante, fremente, gioiosa.
Diversa da ogni altra.
E ora di lei, non rimaneva che qualche traccia.
Aggirarsi nei suoi dintorni, entrare timorosi e vedere.
Vedere con gli occhi, con il corpo, con il cuore, che nulla vi era rimasto di quel ricordo.
Polvere che scivolava, uno spiffero che gracchiava.
No, non uno spiffero, un sospiro, un lamento, flebile, acuto, continuo.
 
Perché c'era una volta una città.
Posta fra il cielo e la terra.
Dove l'estate arrivava senza pietà e l'inverno troneggiava al suo seguito.
E  a vegliare su di lei una natura indomabile.
Lei, come il calore di una luce di chi sapeva di essere a casa.
Un piccolo fiore consolatore sulla strada
Ma in una primavera ormai lontana, un muro cadde.
E tutto venne reciso.
 
E c'era ancora chi tremava al ricordo.
Chi aveva dimenticato e viveva.
Chi aveva lasciato tutto.
Chi era una lapide ancora nuova, appena intaccata dal tempo.
 
Fra le macerie di quella stessa vita i loro sguardi vagavano.
Cercando qualcosa che poteva essere di nuovo un segno di vita.
Un ciottolo rotolava al loro passaggio, in un mattino lattiginoso.
Romano e Feliciano erano sempre lì.
Come ogni anno, così da tanti mesi.
Come quella grande cicatrice che squarciava le loro schiene.
 
Eppure, mentre loro voltavano le spalle alla nebbia, c'era ancora.
Nascosto all'ombra dei resti di quelle antiche mura.
Una margherita.
Tanto fragile, così viva, si stagliava alla ricerca dei suoi raggi di sole.
Forse Dio esisteva ancora.
E forse c'era ancora una città.
 
 
 
 
 
 
Salve ragazzi!
Bhe che dire, spero vivamente che chiunque legga, capisca quanto sia difficile su un evento del genere, spero vivamente di non aver offeso qualcuno.
In modo piuttosto sottile ho descritto il terremoto in Emilia e all' Aquila, giocando sui sensi e sulle percezioni.
Per il resto, spero che vi sia piaciuta,  anche se so che è molto breve.
Se avete qualche idea per la serie Cicatrici, fatevi avanti, non vi mangerò!
Un caloroso saluto e un bacione,
Sachi93.
  
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