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Autore: PSunshine    22/05/2013    1 recensioni
« Beh, è vuoto, sì, ma… hanno portato alcuni attrezzi. Tu dovrai semplicemente entrare, rubare qualcosa che possa farci guadagnare del denaro, lasciare il nostro Tag su una parete e sarà fatta. Sarai dei nostri. » puntò gli occhi chiari nei suoi, mentre un bagliore d’eccitazione si faceva largo in essi. Il pericolo era ciò che da sempre alimentava la vita di quei ragazzi. « Ci stai? »
« Sì. »
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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One  


« Sei pronta? Ti aiuto a salire dalla finestra. » si offrì Matt, avvicinandosi alla ragazza e cingendole le spalle con un braccio, per poi guardarla ed assicurarsi che fosse tutto a posto. Era quasi l’una di notte ed i  quattro si trovavano dinnanzi allo studio di registrazione dei Tokio Hotel, per la “prova” di Abigail.
 
« Tranquillo, non ne ho bisogno. Mi aspettate qui? » si voltò verso gli altri e sistemò la borsa a tracolla. Sarebbe entrata nello studio ed avrebbe rubato la prima cosa di valore che le fosse capitata davanti. Dopodiché, avrebbe lasciato un tag con scritto "T4" su una parete e sarebbe fuggita via. Tutto tranquillo. Non poteva essere poi così difficile, giusto? I T4 avevano fatto di peggio e lei doveva essere pronta a tutto se voleva davvero entrare a far parte della crew. E di sicuro lo voleva.
 
« Certo che ti aspettiamo qui. In bocca al lupo, baby. » il biondino si abbassò sulla sua ragazza e le posò un semplice bacio a stampo sulle labbra, per poi allontanarsi con Klaus e Brigitte. Tutti e tre andarono a sistemarsi in un angolino, mimetizzandosi alla perfezione con il buio cupo della notte.
 
Abbie inspirò profondamente prima di arrampicarsi con agilità, usando come porta l’unica finestra socchiusa dell'intero edificio; quando fu entrata, si ritrovò in uno stanzino senza un filo di luce. Infilò una mano nella tasca dei jeans e ne tirò fuori un accendino, con cui si fece luce fino a trovare il piccolo interruttore accanto alla porta chiusa. Dopo averlo premuto, ripose nuovamente l'accendino in tasca ed iniziò a guardarsi attorno.
 
Doveva essere capitata in una sorta di ripostiglio; vi erano scatoloni ancora imballati sistemati ordinatamente su uno scaffale in legno. Era evidente che la band non aveva ancora sistemato ogni cosa a dovere in quel nuovo studio.
 
Posò frettolosamente la borsa per terra, e ne tirò fuori un piccolo coltellino svizzero. Desiderava andar via di lì il prima possibile. Con facilità tagliò il nastro adesivo che chiudeva uno degli scatoloni e lo aprì, tirando immediatamente un sospiro di sollievo. Praticamente, sarebbe stato facile come rubare una caramella ad un bambino. Proprio lì dentro erano stati riposti alcuni dei trofei vinti dai ragazzi. Ne prese alcuni, probabilmente interamente fatti d'oro e che sarebbero valsi una fortuna, e li infilò velocemente nella propria borsa.
 
***
 
« Bill, io non ce la faccio più. Seriamente. Mi spieghi perché diavolo siamo ancora qui a scrivere? Questo posto è maledettamente vuoto, non c'è nemmeno una macchinetta per il caffè ed io sto letteralmente morendo di sonno. » Tom sbuffò sonoramente, lasciandosi cadere su una piccola poltroncina in pelle scura e stropicciandosi gli occhi con fare stanco. Erano in una piccola sala dell'edificio, gli unici mobili erano quelle due poltrone ed un tavolo in legno, dove il vocalist era curvo a scrivere un testo ormai da un paio d'ore.
 
« Andiamo Tom, ho quasi finito questa canzone, dammi una mano invece di lamentarti! Non riesco a trovare una conclusione decente al ritornello. » ribatté contrariato, alzando lo sguardo verso suo fratello e stringendosi nelle spalle come se stesse facendo la cosa più naturale del mondo.
 
« Forse c'è qualcosa che non ti è chiara, vero? Sai che è l'una di notte e noi siamo in uno studio completamente vuoto a cercare di gettare giù una canzone, cosa che tra l’altro potremmo benissimo fare domani, alla luce del sole e con una bella tazza di caffè davanti? » fece, stizzito, rigirandosi in modo nervoso un laccetto della felpa oversize tra le dita. Odiava quando suo fratello si faceva prendere da quegli attacchi di genialità improvvisa ed iniziava a scrivere, scrivere ed ancora scrivere noncurante del luogo in cui si trovava e, soprattutto, dell'orario.
 
« Ho. Quasi. Finito. » il ragazzo gli lanciò un'occhiataccia, tornando poi al proprio foglio stropicciato e continuando a scrivere come se le parole del suo gemello non l'avessero minimamente scomposto. Era inutile. Quando Bill si metteva in testa qualcosa, era praticamente impossibile fargli cambiare idea.
 
Tom si alzò dalla poltroncina senza degnarlo di un ulteriore sguardo ed uscì fuori dalla stanza, andando nel piccolo corridoio buio ed avvicinandosi ad una finestra. Si accese una sigaretta e lasciò che la nicotina avesse sul suo corpo almeno un minimo di effetto calmante. Non aveva nemmeno la più pallida idea che un paio di stanze più in là una ragazzina fosse china su uno dei loro scatoloni e stesse raccogliendo un bel bottino proprio con i loro tanto agognati trofei musicali.
 
***
 
Abigail si mise velocemente in piedi, chiudendo la borsa in cui aveva accuratamente riposto tre piccoli trofei, e si guardò per un momento intorno. Quella stanza era decisamente troppo stretta e piena di scatoloni per poter lasciare su una delle quattro pareti il tag della crew. Avrebbe dovuto farlo su una nel corridoio. Poco male, adesso era decisamente più tranquilla di qualche minuto prima. Non pensava che rubare qualcosa, soprattutto a gente famosa, potesse essere così dannatamente semplice.
 
Uscì fuori dalla piccola stanzetta e si ritrovò nuovamente immersa nel buio. Fortunatamente, la luce che fuoriusciva dal ripostiglio illuminava in parte una delle pareti del lungo corridoio. Le sarebbe bastato per incidere il tag; se avesse acceso altre luci, probabilmente qualcuno da fuori le avrebbe viste e si sarebbe insospettito.
 
Tom sobbalzò improvvisamente quando vide una porta aprirsi e qualcuno uscire fuori. Si irrigidì spontaneamente ed assottigliò lo sguardo, senza però muoversi di un millimetro. Chi diavolo era? Un ladro? Gettò la sigaretta fuori dalla finestra e, lentamente, si avvicinò all'interruttore su cui posò la mano, senza però accendere la luce. Nell'avvicinarsi a quella figura sfocata, però, capì che era una donna. Una donna? Era a malapena una ragazzina! Che fosse una fan che cercava qualcosa dei ragazzi? Di sicuro non sarebbe rimasto a cercare di capirlo in quel modo. Premette il piccolo pulsante e la luce inondò il corridoio, facendo trasalire Abigail, che immediatamente incrociò lo sguardo del chitarrista.
 
« Cazzo. »
 
« Sì, beh, è ciò che tutti dicono dopo essere stati colti in flagrante a fare qualcosa che non avrebbero dovuto fare. » il ragazzo inarcò appena un sopracciglio, in modo ironico, e dopo aver incrociato le braccia al petto iniziò a camminare verso la biondina, fermandosi a pochi passi da lei. « Chi diavolo sei? » domandò, senza troppi preamboli.
 
« Nessuno. » rispose Abbie, con voce piatta, infilando una mano nella felpa e guardando il ragazzo, un po' nervosa. Che cazzo ci faceva ancora lì all'una di notte? Quello studio avrebbe dovuto essere vuoto!
 
« Tom? Ma con chi parli? » la porta di una camera si aprì e ne fece capolino Bill, che affiancò suo fratello ed aggrottò la fronte con fare sorpreso e confuso nel vedere Abigail. « Ehm... che sta succedendo? » domandò ancora, dato che la ragazza non si muoveva di un millimetro e Tom teneva lo sguardo fisso su di lei come se sapesse che da un momento all'altro avrebbe provato a fuggire.
 
« Allora, "Ulisse"... » il chitarrista rivolse nuovamente lo sguardo alla biondina, con voce pregna di ironia. « Sei una fan? Che ci fai qui? » proprio mentre le poneva queste domande, l'occhio gli cadde sulla bomboletta spray che Abigail teneva in mano.
 
« Nulla. » si affrettò a rispondere la biondina, e nascose velocemente la bomboletta dietro la schiena dopo aver notato che il rasta l'aveva vista. Doveva prendere in mano la situazione, se avesse continuato a rispondere a monosillabi non l'avrebbero mai fatta andare via. « Ero... pensavo che l’edificio fosse vuoto. Non credevo ci fosse qualcuno. » pensa, Abbie, pensa! « Ho fatto una scommessa con alcuni amici, niente di ché. Dovevo semplicemente... scrivere qualcosa su una parete ed andare via. »
 
« Aha, davvero? » il chitarrista accennò una risata sarcastica, avvicinandosi poi a lei a grandi passi e sorpassandola. Arrivò dinnanzi alla porta dello sgabuzzino, sul quale si affacciò. Gettò uno sguardo agli scatoloni e, dopo aver notato quello aperto, voltò nuovamente lo sguardo verso di lei, assumendo un'espressione neutra. « Apri la borsa. »
 
« Cosa? » Bill si avvicinò a sua volta, e dopo aver notato lo scatolone aperto si limitò a posare gli occhi sulla ragazza, in attesa. « Ma che sei, una piccola ladra in erba? »
 
« Non ho rubato nulla. » la ragazza si affrettò a mentire, posando istintivamente una mano sulla propria borsa e facendo un piccolo passo indietro. « Ve l'ho già detto cosa ero venuta a fare qui, lasciatemi andare via. »
 
« Certo che ti lasciamo andare via, ragazzina, dopo aver chiamato la polizia. » ribatté il chitarrista, infilando una mano nella tasca posteriore dei propri jeans e tirandone fuori un i-Phone.
 
« D'accordo. D'accordo. » Abigail si morse appena il labbro inferiore, ed aprì la cerniera della borsa. Tirò fuori due piccoli trofei in oro, che posò per terra, accanto a sé. « Ecco qui. Posso andare, adesso? » se c'era una cosa che avrebbe voluto fare in quel preciso momento, era fuggire il più lontano possibile da quel maledetto studio di registrazione. Sentì le gote andare a fuoco, segno che un colorito roseo si era fatto strada sulla sua pelle pallida. Odiava trovarsi in quel genere di situazioni, ed era più che certa che fosse stata colpa di Brigitte. Lei sapeva che c'era la possibilità che i ragazzi si trovassero lì dentro.
 
« Hai altro? »
 
« No. »
 
« Non mi fido. »
 
« Affari tuoi. »
 
Bill restò a guardare la ragazzina quasi esterrefatto, ed istintivamente sbuffò una piccola risata, scuotendo lentamente il capo e voltandolo poi verso suo fratello, che nel frattempo aveva riposto l'i-Phone, ma continuava a fissare la biondina.
 
« Fai parte di una crew, vero? » la guardò come se la risposa fosse comunque scontata, ed assunse subito un'espressione divertita. « O meglio, avresti voluto far parte di una crew. »
 
« Tom, che stai dicendo? Che ne sai? »
 
« E' ovvio. » il ragazzo si voltò verso il suo gemello, scrollando le spalle con fare tranquillo. « Non lo vedi che è una ragazzina? Sarà stata sicuramente una prova voluta da un qualche gruppo, una sorta di iniziazione. Sai come funzionano queste cose. »

Sicuramente il chitarrista lo sapeva bene. Da ragazzino aveva sempre fatto parte di piccole crew di strada, e sin da quando aveva dieci anni si era divertito ad andare in giro con i suoi amici ad imbrattare vecchi edifici ed a cercare di fare qualsiasi tipo di acrobazia con gli skateboard. Tutto questo era andato avanti fino a quando gli impegni con la band non lo avevano costretto a smettere, ma c’era sempre una parte di lui che ancora amava quel genere di vita.
 
« E' un mio problema ciò che stavo cercando di fare. Vi ho ridato la vostra roba, adesso posso andare via? » ripeté la ragazza, riponendo la bomboletta spray nella propria borsa, per poi incrociare le braccia al petto con fare stizzito. Odiava il fatto di essere stata colta sul fatto, ed odiava ancor di più l'idea che probabilmente gli altri le avrebbero dato dell'incapace. Tutto per colpa di quella stronza di Brigitte.
 
« Vai, ragazzina. E cerca di non farti più vedere qui intorno. » rispose il chitarrista, desideroso di andar via il prima possibile da quell'edificio.
 
Abigail diede le spalle ai due fratelli senza aggiungere altro e a passo svelto si diresse verso l'uscita. Quando fu fuori si avvicinò velocemente ai tre ragazzi, un'espressione tetra dipinta sul volto ed una strana voglia di lasciare sul viso pallido di Brigitte la forma delle sue cinque esili dita.
 
***
 
« Che tipetta... » commentò il vocalist, ancora un po' scombussolato dalla faccenda. Si stiracchiò lentamente, gettando poi un'ultima occhiata allo scatolone aperto. « Certo, avrebbe fatto un bel po' di soldi se fosse riuscita davvero a rubarci quei trofei. »
 
« Decisamente. Per fortuna, l'abbiamo beccata. » concordò il suo gemello, afferrando i premi che Abigail aveva lasciato per terra e sistemandoli nuovamente al loro posto. « Anche se, devo ammetterlo, non mi sarebbe dispiaciuto conoscere quella ragazzina in un'altra occasione. » accennò una risata divertita, chiudendo nuovamente lo scatolone e facendolo scivolare sotto lo scaffale in legno. « Non era niente male. »
 
***
 
« Merda. Quindi, non sei riuscita a prendere nulla? » Mathias sbuffò sonoramente dopo aver sentito il racconto della ragazza, mentre camminavano verso il luogo di ritrovo della crew.
 
« Lo sapevo che non avresti concluso un bel niente. Sei un'incapace, lasciatelo dire. » infierì la ragazza, guardando Abigail con un'espressione altezzosa e decisamente soddisfatta. La biondina ci aveva visto giusto. Brigitte sapeva bene che c'era la possibilità che qualcuno fosse rimasto nello studio di registrazione, ed ovviamente era stata lei a proporre quella prova. Ma chi poteva dirlo? Nessuno avrebbe messo in discussione la sua parola per far spazio ad una semplice ragazzina.
 
« In realtà non è stato proprio un buco nell'acqua. » ribatté Abbie, mordendosi appena il labbro inferiore nel tentativo di trattenere un sorriso. Si fermò ed infilò una mano nella borsa, tirandone fuori un piccolo trofeo in oro. « Questo non l'hanno visto. »
 

 
  
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