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Autore: Cinziart_96    22/05/2013    5 recensioni
Ciao a tutti!! E' da un po' che non pubblico, ho avuto da fare con la scuola. :)
Ma ora, volente o nolente, sono tornata!
"Rosso. Rosso e arancio. Poi giallo e rosso di nuovo.
Un susseguirsi di colori e forme indistinte. Lampi azzurri e verdi.
Scoppi, grida. Urla di terrore.
Figure grigie sorvolavano i corpi inermi dei Signori del Tempo.
E lui osservava dall’alto, impotente.
Finito. Era tutto finito.
Poi un’esplosione. La più forte di tutte.
Distrusse ogni cosa."
Diciamo che è un'inizio un po' distruttivo... LOL. Non è questo l'inizio, però. :D
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il retrogusto amaro dei ricordi.

Woooh… woooh… woooh…
Il rassicurante suono del TARDIS.
Una dolce melodia che non puoi dimenticare, che ti fa sentire a casa.
Ti culla prima di addormentarti.
Ed è grazie a quel dolce suono che si vivono fantastiche avventure.
 
-Che corsa, eh?-
-Già… dammi un secondo per riprendere fiato…-
Il Dottore e Rose erano entrati correndo nel TARDIS, come al solito scappavano all’ultimo istante da un pericolo che li rincorreva. Il Signore del Tempo, ormai abituato, si era subito buttato sulla consolle e, attivando qualche leva, si erano portati fuori pericolo, sia nello Spazio che nel Tempo.
Solo quando il TARDIS tornò immobile entrambi si concessero un sospiro di sollievo.
-E anche questa volta Rose e il Dottore rientrano vittoriosi nel TARDIS, la loro fedele nave spaziale!- disse ridendo lui. –Allora, tutto ok?-
-Sì…tutto ok.- Rispose Rose, con un soffio, mentre si appoggiava stremata alla consolle.
–Adesso capisco perché a scuola non riuscivo a prendere 10 in un test di velocità…- realizzò- Mi mancava un alieno blu e viola che mi correva dietro con una pistola in mano…-
Il Dottore si mise a ridere, sedendosi sulla poltroncina della sala comandi.
-Già. Però è stato divertente!-
-Oh sì… Molto!- Il cuore di Rose batteva ancora forte per lo sforzo, ma almeno aveva ripreso fiato.
-Adesso dove andiamo?-
-Veramente… credo che andrò a farmi una doccia.-
A Rose dispiaceva spegnere l’entusiasmo del Dottore, ma senza una pausa era impossibile stagli dietro.
Poi, vedendo l’espressione del suo compagno di viaggio aggiunse: -Perché?-
-Oh. Sì, sì hai ragione… Io… io intanto aggiusto due cose nel TARDIS…- disse il Dottore, imbarazzato, mentre con il cacciavite sonico in mano si accingeva ad alzare qualche grata del TARDIS, scoprendone i complicati meccanismi.
-Ok… allora vado.-
-Si. A dopo.-
Mentre Rose si incamminava verso uno dei tanti bagni della Macchina del Tempo, il Dottore spostava fili e oggettini vari dalla consolle.
In realtà non stava aggiustando nulla. Il TARDIS non aveva ancora bisogno di manutenzione. Così iniziò a giocherellare con il cacciavite sonico, passandolo di mano in mano, aspettando impaziente l’arrivo di Rose.
Senza nemmeno accorgersi si ritrovò a pensare al suo passato. Al suo lontano passato.
Quando correva sotto gli alberi dalle foglie d’argento.
Quando guardava il sorgere e il tramontare dei due Soli…
Ricordò il profumo dei fiori e dei prati.
Si immagino sua madre, suo padre e la sua famiglia…
Gli sembrava di essere lì con loro, mentre si abbracciavamo, guardando il cielo.
Poi il Tempo e lo Spazio. Tempo e Spazio fusi in un’unica cosa: il Vortice.
Il grande salto di un Signore del Tempo. Ma questa volta il Vortice lo attirava a sé come un buco nero.
Non poteva resistegli. Venne risucchiato.
Rosso. Rosso e arancio. Poi giallo e rosso di nuovo.
Un susseguirsi di colori e forme indistinte. Lampi azzurri e verdi.
Scoppi, grida. Urla di terrore.
Figure grigie sorvolavano i corpi inermi dei Signori del Tempo.
E lui osservava dall’alto, impotente.
Finito. Era tutto finito.
Poi un’esplosione. La più forte di tutte.
Distrusse ogni cosa.
 
Una lacrima solitaria rigò il viso del Dottore, riportandolo alla realtà.
Non poteva. Non doveva piangere. Piangere non gli avrebbe ridato gli amici, né il pianeta a cui apparteneva.
Si accorse di stringere i pugni sul cacciavite sonico, ancora nelle sue mani.
Tremava e non riusciva a controllare il fremito.
Era arrabbiato e mortificato al tempo stesso.
-Dottore?-
Rose l’aveva chiamato, quasi sussurrando, ma lui sobbalzò lo stesso per lo spavento.
Alzò lo sguardo su di lei. Aveva ancora i capelli umidi per la doccia.
-Sì? Cosa c’è?- Chiese il Dottore, asciugandosi velocemente le lacrime con il dorso della mano. A Rose non era mai capitato di vedere il Dottore piangere così, non sapendo quale avrebbe potuto essere la sua reazione, decise di provare con una semplice domanda.
-A cosa stavi pensando?-
-No, no… sto bene, credo… Non preoccuparti…-
Era peggio di quel che pensava.
-Ok…- continuò Rose un po’ indecisa se riprendere o no la conversazione. –Non hai risposto alla mia domanda, però…-
Lui la guardò. Per una volta non sapeva cosa dire. Tutte le frasi che avrebbe potuto dirle gli morirono in gola.
Rose era di fronte al Dottore adesso, disponibile ad ascoltarlo.
Questo voleva dire parlarle del suo passato, delle sue origini, di tutto ciò che aveva perso… Le avrebbe detto qualcosa come: “Rose, sai che il mio pianeta è esploso? Ho perso tutto. Ma un giorno ho trovato te. Quel magnifico giorno… te lo ricordi? Il problema è che ho paura di perdere anche te. E non riuscirei mai a perdonarmelo. Non dopo tutti quelli che ho visto morire. Hai voglia di ascoltare i deliri di un vecchi pazzo che scappa dal suo destino?”
No. Non poteva. Rivivere i ricordi non li avrebbe resi meno dolorosi.
Scosse piano la testa, guardandosi le scarpe.
Poi nel suo campo visivo entrarono anche i piedi nudi di Rose. Il Dottore alzò lentamente lo sguardo, posando gli occhi su quelli di lei.
Avrebbe voluto correre. Correre via da lì. Ma non ci riusciva, era come se la suola delle scarpe si fosse incollata alla grata del TARDIS.
Rose si avvicinò ancora di un passo al Dottore, poi lo abbracciò cingendogli dolcemente la vita.
-Non importa. Non sei obbligato a dirmelo se non vuoi.-
-Rose… io…-
Lei alzò la testa per guardarlo in viso. I suoi occhi lucidi riflettevano il dolore e la tensione che provava in quel momento.
-Rose io non posso… non ci riesco…-
Un’altra lacrima percorse lo zigomo del Dottore.
Questa volta però si asciugò nei capelli della ragazza, che aveva nuovamente appoggiato la testa vicino a lui.
Rose lo strinse un po’ di più a sé, cercando di dagli conforto.
Con un sospiro il Dottore si lasciò andare in quell’abbraccio finito a metà. Appoggiò la testa sulla spalla di Rose e portò le mani sulla sua schiena.
A poco a poco la tensione svanì dal corpo e dalla mente del Dottore, che riuscì a godersi quel tenero momento con Rose.
Si sentiva felice adesso. Felice che qualcuno lo abbraccisse e lo coccosasse un po’. Felice di non essere solo e felice di poter contare su qualcuno in grado di capirlo al volo, senza bisogno di parole.
Lentamente si sciolse dell’abbraccio.
-Grazie Rose Tyler.- Il Dottore la guardava serio ma sereno. Lei sorrise e lui ricambiò.
Prima di riportare la sua attenzione verso il TARDIS, il Dottore le diede un dolce bacio sulla fronte, arrossendo appena per il gesto sconsiderato. Poi si girò e iniziò a parlare di posti splendidi e incredibili in giro per l’Universo, azionando qualche leva ogni tanto, mentre piroettava su se stesso intorno alla consolle.
-Allora? Cosa scegli?- Chiese euforico il Dottore.
-Eh? Cosa?- Rose si era persa in quel turbine di parole ed emozioni, ma si riprese quasi subito, impedendo al Signore del Tempo di approfondire la situazione.
-L’ultimo. Scelgo l’ultimo pianeta che mi hai detto. Mi piace il suono del suo nome.-
Il Dottore sorrise. Nessuno in tutto l’Universo avrebbe scelto un pianeta in base a come suonava il suo nome. Nessuno, tranne Rose. Per questo era speciale.
-Allora, reggiti forte Rose!-
Neppure il tempo di afferrare qualcosa per rimanere in piedi, che già il Dottore aveva azionato qualche leva, e il melodioso suono del TARDIS li catapultò entrambi in una nuova, fantastica avventura.

 
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Note Autore:

Io: Risalve a tutti! :)
Voi: …Ma anche no. -_-'
Io: M-ma perché? Sono tornata proprio per farvi un piacere... D:
Voi: Sai che si stava proprio bene senza di te? C'era una pace... Guarda che non ci disturbi se te ne vai. v_v
Io: Cattivi.
Voi: Ma dai? Adesso te ne accorgi?
Io: Purtroppo sì…
Voi: Va beh… ormai sei qui. Abbiamo letto la tua storia fino all'ultima riga. Hai qualcosa da dire?
Io: …Vi piace? :) *sorrisone a 312 denti*
Voi: Pensavamo in qualcosa di più poetico, in realtà.
Io: IO dico quello che mi pare e piace, OK?
Voi: Fai come ti pare, allora… *si dileguano*
*io, accompagnata dal cri-cri dei grilli, inizio a parlare come una scema, da sola, perchè... ammettiamolo. NESSUNO è sopravvisuto fin qui.*
Io: Salve di nuovo! Con tutte le verifiche, i compiti e le interrogazioni non sono riuscita a pubblicare prima. E' stato un massacro. Un suicidio, davvero.
Voi: E perché ti sei impegnata tanto allora?
Io: Per farvi un piacere, ovvio!
Voi: …
Io: Eddai! Almeno un po' vi sarà piaciuta questa ff!
Voi: …
Io: Va beh, sentite… se proprio dovete fare così…
Voi: …
Io: Giochiamo al gioco del silenzio, eh? Bene! Tanto io ho solo un'altra cosa da dire.
    Potete recensire? Per favooore… solo una piccola recensione… *in ginocchio con occhioni da cucciolo*
 
Grazie mille a tutti in anticipo! :D
Gallifrey_96
  
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