Era una notte tempestosa e questo non aiutava Paul a conciliare il sonno: la pioggia quella sera non era l'unica a scendere.
Sulle sue guance scorrevano veloci fiumi di acqua salata, fiumi di dolore, fiumi che richiamavano quel forte desiderio di quell'affetto e di quel contatto ormai lontani.
Nel letto il moro si girò sull'altro fianco.
Nel buio della stanza illuminato dalla fievole luce del lampione in strada, lo vide.
Vide il suo profilo aquilino e le sue labbra sottili semi aperte, come quando dormiva.
Sorrise, pensò a tutto quello che avevano creato insieme, alla musica, alle risate, ai litigi, agli sguardi... Al loro amore.
Allungò una mano per accarezzare le sue labbra lisce che tanto adorava, ma ritirò subito il braccio.
Il cielo venne squarciato da un fulmine che illuminò per un attimo il viso di Linda e subito dopo un tuono interruppe quel momento magico e irreale che Paul desiderava fosse stato vero.
Il moro si rigirò sull'altro fianco nel letto.
Le lacrime cominciarono a scorrere di nuovo sul volto di Paul, più intense e veloci.
Aveva capito che ormai non si poteva più rimediare, aveva capito che non c'era più nulla da fare: John se n'era andato di nuovo.
Ma questa volta se n'era andato per sempre...