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Autore: Kamelya    22/05/2013    0 recensioni
Sofia è una ragazza un po’ insicura, sempre triste, che si definisce ''nerd''.
Ma sarà proprio un ragazzo a fargli capire quanto lei è speciale.
In fondo, tutti siamo speciali. Basta solo crederci.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 7

Who are you?


Solo in quel momento, riuscì a guardarlo bene. Ed era davvero un bel ragazzo. Gli occhi erano identici a quelli della sorella. I capelli,però, erano castani e la carnagione era decisamente più scura.
-Beh, io vado.. ciao Sofia!-
-Ciao..-
E alla fine.. l’avevo conosciuto..
Restammo in stanza solo io e Tatiana. Dire che ero imbarazzata e confusa era davvero poco..
-Wow, sei tu quella ragazza! Massi era così curioso di conoscerla-
-Curioso?- chiesi.
-Si.. mi aveva detto che non aveva avuto il tempo di chiederle il nome perché era fuggita via.. come si vantava ahaha-
-Mi dispiace.. ero così spaventata..che figura..chissà che ha pensato..-
-Macchè! Non ti devi preoccupare..-
Sorrisi.
Tornai a casa. Nemmeno io sapevo se essere felice o triste. Pioveva e non avendo un ombrello tornai a casa inzuppata. Entusiasmante.
Andai a letto e mille pensieri mi avvolsero.
Quando chiusi gli occhi, mi ritrovai l’azzurro di quel ragazzo che mi osservava. Quello sguardo mi aveva incantata. Non riuscivo a togliermelo dalla testa. ‘Massimiliano’..
Non mi era mai capitato...
 
La mattina seguente avevo due occhiaie pazzesche, e nemmeno riuscii a seguire le lezioni. E poi tra compagne e professori non potevo nemmeno stare in pace..‘Martinelli! Cosa ho detto? Stai più attenta!’ o ‘Sofia ma mi ascolti? Hai fatto inglese?’ oppure ‘Ma hai dormito male oggi?’ Avrei voluto mandare tutti a quel paese.
Tornata da scuola, all’una e mezza, andai a dormire fino alle quattro. Per fortuna mia madre era a lavoro e per il giorno dopo non avevo compiti.
Verso le cinque, uscì a farmi una passeggiata per schiarirmi le idee. Era una tipica giornata primaverile:  il cielo era azzurro, con qualche nuvola passeggera e l’aria era fresca. In quelle giornate così, avevo voglia di uscire di casa, anche sola. Poi, adoravo quel venticello che mi scompigliava timido i capelli. Anche se mia madre era piuttosto contraria a queste mie uscite. Una volta me ne andai il pomeriggio presto e  mi ritirai alle nove.. ma non avevo il cellulare con me. Il mio vicinato sentì tutte le urla..
Oltre a quel piccolo giardino vicino alla chiesa un po’ in periferia, c’era un parco immenso dove mi piaceva andare con il mio cane prima che scomparisse. Era così rilassante.. c’erano anche un’altalena e uno scivolo, e a quell’ora non c’era mai nessuno. Per fortuna. Qualche volta ci andavo anche a studiare..
Mi sedetti sull’altalena e iniziai a dondolare come una bambina.
Ma proprio in quel momento, mi squillò il cellulare.. la mia pace era finita..
-Sofia, Sofia!- Era Ilaria. Un momento.. Ilaria?!
-Ilaria?- chiesi confusa.
-Dove stai?-
-Al parco…- risposi vaga.
-C’è qualcuno con te- Eh? E cosa erano tutte quelle domande?!
-sono sola..Ilaria ma che cav…-
-Ti raggiungiamo lì..aspetta- Raggiungiamo? Che significava? Non mi diede il tempo di rispondere che attaccò.  Con chi stava? Perchè mi aveva cercata? Non vorrà litigare ancora.. oddio e se voleva… offendersi?
Dopo venti minuti abbondanti di pensieri e paranoie, la vidi arrivare con Donato e Michele. Non so cosa scrivere sul mio stato d’animo in quel momento perché non sono in grado di farlo. Cioè era venuta con Donato? Ma che le saltava in mente.. voleva litigare di brutto allora!
-Co..co…ehm..cia..ciao- riuscii solo a dire
-Ciao Sofia!- mi urlò Donato. Mi limitai a sorridere.
-Potete lasciarci sole un attimo?- intimò Ilaria a Michele Donato, usando un tono freddo.
-Certo- risposero.
Ando si furono allontanati, Ilaria iniziò a parlare.
-Non ti adirare per favore Sof.. e non urlarmi contro, ti prego-
Dannazione.. che situazione.. quando me la ritrovai davanti, non sapevo più che dire.
-Perché.. perché sta Donato? Mi volevi fare un dispetto?-
-No, per carità.. si è trovato con noi dopo essere uscito dalla palestra..-
Ah..
-Scusami.. sono una stupida. Hai fatto bene ad arrabbiarti così, mi hai fatto riflettere.. ti ringrazio tanto.. sei un’amica fantastica, sono io che…-
-Oh Sof.. non dire così… grazie mille… ma comportati di nuovo da cretina e non ti parlo più sul serio..-
-Ehm.. va bene..- e mi abbracciò. Con Ilaria era sempre stato così, dopo aver litigato ci abbracciavamo sempre. Con Enza e con Chiara non era lo stesso, purtroppo.
-Mi è venuto un colpo quando vi ho visti.. e ad un certo punto ho pensato che volessi offenderti..-
-Sempre la solita patatina!- e mi pizzicò la guancia. Con Ilaria era così  facile fare pace..
Ci avvicinammo ai due ragazzi, che stavano discutendo animatamente di calcio.
-Beh, andiamo?- disse Ilaria.
Michele e Donato, ci guardarono.
-Ma è successo qualcosa?- domandò Donato.
-Dovevamo chiarire una cosa, tutto risolto!- risposi sorridendo.
-Voi ragazze siete tutte così complicate.- dichiarò deciso Michele.
Ilaria gli diede una pacca sulla spalla. –Ah ..siete voi ragazzi ad essere troppo semplici per noi- disse scherzosamente. Io mi misi a ridere.
-Mi posso pure vendicare, eh-
-Mmm.. non credo che ne sei capace..- e si diedero un bacio.
Mi misi a pensare. Se io mi fidanzassi, saprei comportarmi in maniera adatta? Saprei essere divertente? Saprei evitare di fare figuracce? E poi, come ci si sentiva ad essere amati? Ma figuriamoci se ero capace di far innamorare qualcuno di me..
 -Sofia! Ehi! a che pensi?- mi richiamò Donato.
Donato..
-Oh..ehm.. a..a nulla..-
-Sembravi pensierosa..-
-No, no..-
-Ehi voi.. se non sono di disturbo.. potremmo andarcene? Ho bisogno di un divano perché mi fanno male le gambe- disse Donato, scocciato.
-Si, andiamo.. tu Sof vieni con noi?- mi chiese Ilaria.
-Certo.. ma dove andiamo?
-A casa di Donato-
Ormai avevo già accettato.. ma..di... di nuovo là…
Chiamai a mia madre e le dissi che ero andata da Ilaria a studiare, per evitare le solite lamentele.
Così, mi ritrovavo ad andare a casa di Donato.. Porca vacca! Aiutatemi! Venitemi a prendere! Anzi, fatemi colpire da un fulmine!
-Sofia, che hai?- mi chiese Michele
Oh merda..
-N..nulla…-
Mentre io mi sforzavo per sembrare la più tranquilla possibile, arrivammo a casa di Donato. Ilaria mi guardava perplessa, forse quasi divertita.
-Non sporcate niente, senno i miei mi uccidono..-
-Non preoccuparti-
-Io vado a cambiarvi, accomodatevi..-
-Va bene-
Mi sentivo così a disagio, ma così a disagio che non potete immaginare. Ed Ilaria non era d’aiuto.. per nulla.
-Beh, gente che si fa?-  Donato fece il suo ritorno. Si era messo una maglia aderente. E si vedevano i muscoli.. ehm...
Distolsi lo sguardo e arrossii come una scema.
-Ci vediamo un film e ordiniamo una pizza?-
-Ottima idea!- dissero Ilaria e Michele
-Sofia sei d’accordo?-
-Oh..si va benissimo- dissi imbarazzata.
Sarebbe stata una lunga serata..


 
Ecco a voi la nostra Sofia! (è un mio disegno ^^)
Mi scuso se c’è qualche errore  e per il ritardo…
Purtroppo gli impegni della scuola si fanno sentire, il mio pc si è rotto
e la mia ispirazione ha preso un aereo per la Nuova Zelanda >__<
Spero che vi piaccia, sono felice che a qualcuno piaccia sta schifezza ^^’’
Grazie di aver letto il capitolo ^^
Continuate a seguirmi, il prossimo capitolo lo pubblicherò tra qualche giorno :)
  
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