Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |      
Autore: EmmaStarr    22/05/2013    7 recensioni
Gliel'aveva detto sua madre, lui aveva la stoffa del vincente. Non sarebbe uscito dalla strada che stava percorrendo, perché – gli sembrava di averlo già detto – era la strada che portava a Casa.
E, per quanto suadente fosse la sua voce, nemmeno Gea poteva convincerlo ad abbandonare la strada che portava a Casa.
D'accordo, quella strada era difficile. Ripida. Lunga. Pericolosa.
Ma lui non era da solo: c'era Jason, c'era Piper. Erano due amici incredibili, e lui doveva assolutamente salvarli: non avrebbe accettato la sconfitta, mai e poi mai.
Non finché non avesse finalmente trovato Casa.
********************************************************************************************
Leo Valdez. Festeggiamo il suo ingresso nella lista dei personaggi! ^^
Perché è un tipetto tutto da amare, e basta. Perché se la merita, un po' d'attenzione. Perché è Leo, e tanto basta a farlo diventare uno dei personaggi migliori di tutta la Saga.
Sulle note di "I can go the distance" di Michael Bulton, vi presento il mio esordio in questo fandom!
Si basa solo sul libro "l'eroe perduto", quello già tradotto in italiano - non è spoiler, giusto?
Spero vi piaccia!
Un abbraccio
Emma
Genere: Angst, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jason Grace, Leo Valdez, Piper McLean
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NdA: nessun personaggio mi appartiene (magari...) e non scrivo a scopo di lucro (chi pagherebbe per questo?)
Vi consiglio di ascoltarla con sottofondo musicale I can go the distance http://www.youtube.com/watch?v=m6v_gOmVJ4I di Michael Bolton.
Spero vi piaccia!



I'LL REACH MY HOME












“Mamma, ho fatto un incubo!”
“Oh, Leo. È passato, è tutto passato. Vieni qui.”
“Mamma fuori piove, ho paura!”
“No, non serve, sciocchino! Sono qui, non temere. Sarò sempre qui.”
“E tu sei più forte dei temporali!”
“Tua madre è più forte di ogni cosa, ometto! Dovresti saperlo!”
“Ti voglio tanto, tanto, tantissimo bene.”
“Tu eres mi vida, querido.”

 

 

Leo non doveva smettere di correre. La pioggia lo bagnava, ma lui non ci faceva caso. Era scappato, e quelli che scappavano non potevano fermarsi. Mai.

La pioggia non gli piaceva, era fredda, era buia. Non gli era mai piaciuta.

Perché? Perché lo faceva sentire ancora più solo.

Ma in fondo, lui era solo, ora che la sua mamma non c'era più. Sì, Esperanza Valdez era morta per colpa sua, e lui non aveva un posto dove stare.

Nessun posto che aveva visto sembrava appartenergli, nessun posto sembrava essere il suo: anche se aveva solo dieci anni, si sentiva oppresso dal peso di quella sua inadeguatezza, di quella sua stranezza.

Lui non era giusto, non era normale.

Un demonio.

Eppure...

Eppure, ogni tanto, anche lui sognava. Certo, era difficile ricordarselo ora.

Ora che correva sotto la pioggia, zuppo, cercando un riparo per la notte.

Ora che lo stomaco brontolava per la fame e ogni muscolo del suo corpo era intirizzito per il freddo.

Ma quei sogni c'erano, lo confortavano, lo facevano stare bene: sognava un posto diverso, bello, sicuro.

Non importava come fosse, o dove. Ogni volta che lo sognava era diverso, in effetti. Un giardino, un campo, una casa, un'officina...

Ma tutti questi sogni avevano in comune una cosa: erano Casa.

 

I have often dreamed, of a far off place
Where a hero's welcome, would be waiting for me
Where the crowds will cheer, when they see my face
And a voice keeps saying, this is where I'm meant to be

 

[Spesso ho sognato un luogo lontano
Dove mi aspetta un benvenuto da eroe,
Dove le folle esulteranno al vedere il mio volto
E una voce continua a ripetere che quello è il posto dove io dovrei stare]
 

 

“No! Per favore, non portatemi ancora là dentro!”
“Sta' zitto! Quella è casa tua!”
“No, quella non potrà MAI essere Casa! Casa era solo quando c'era lei!”
“Ma di che stai parlando? Ragazzino, guarda che non ho tempo da perdere!”
“Le dico che io sto cercando Casa, e un giorno la troverò!”
“Sì, come no! Casa... Dammi retta, smetti di illuderti.”
“... Eh?”
“Una casa è solo il posto in cui ti sbattono finché non ne trovi un'altra. Chiuso.”

 

Oh, Casa.

Leo aveva imparato che quella cosa chiamata Casa non esiste se non nei sogni.

Quando hai tredici anni e hai cambiato abitazione qualcosa come ventisette volte, senza che nemmeno in un posto ti sia sentito bene, a tuo agio, a Casa, allora cominci a credere che non ti sentirai bene da nessuna parte.

Leo ormai aveva smesso di crederci, vivendo alla giornata.

Rideva, scherzava, e in qualche strambo modo era anche felice.

Da qualche parte aveva anche degli amici, sì. E la sua vita non faceva poi così tanto schifo.

L'ultima casa però l'aveva stufato: c'era quella zia Penny (perché si ostinava a farsi chiamare zia, poi, era un mistero) che non faceva che gridare e, diciamocelo, il suo spezzatino era orribile.

Bleah. Leo rabbrividì solo al ricordo.

E adesso era di nuovo libero, libero e indipendente.

Poteva fare qualunque cosa avesse voluto! Aveva voglia di ridere: a chi serviva una Casa, in fondo?

Troppo piccola, troppo restrittiva. Alla fine avrebbe avuto voglia di scappare di nuovo.

Ma già il sorriso si stava spegnendo dalle sue labbra.

No, da una Casa non sarebbe mai, mai, mai voluto scappare.

Perché? Perché con sua madre era stata Casa, e lui la rivoleva indietro. Tanto.

No, alt, non doveva piangere. Non doveva assolutamente piangere.

Cosa diceva sempre sua madre? Andrai lontano, Leo. Sarai un ometto fantastico, non piangere.

Come poteva andare lontano, se non sapeva dove stava andando?

Però glielo doveva.

Sì, lo doveva a sua madre!

Non avrebbe pianto, avrebbe trovato la forza di reagire, e sarebbe andato lontano.

Avrebbe trovato Casa, era una promessa.

 

 


I'll be there someday, I can go the distance
I will find my way, if I can be strong
I know ev'ry mile, will be worth my while
When I go the distance, I'll be right where I belong

 

[Un giorno o l'altro sarò lì, posso andare lontano
Troverò la mia strada se saprò essere forte
Conosco ogni miglio di strada sui cui vale spendere il mio tempo
Quando vado lontano sono proprio nel posto a cui appartengo]

 

 

“Possiamo farcela, ragazzi!”
“Oh, come no. Liberare Era. Sarà una cosa da un pomeriggio. Anzi, perché non facciamo che mentre voi la liberate io schiaccio un pi-”
“Molto spiritoso, Leo!”
“Sai, suonerebbe minaccioso se tu non stessi ridendo, Grace.”
“Ragazzi, smettetela! Abbiamo un mezzo. E un piano. E siamo uniti. Cosa può andare storto?”
“Questa, Piper, è quel tipo di frase fatta che poi si rivela drammaticamente falsa.”
“Pensa a guidare, mister Fiammifero.”
“Agli ordini, Superman!”

 

Così era più semplice, così era più bello.

Non era da solo, a cercare Casa. Jason e Piper erano con lui, erano suoi amici.

Avevano una strada lunga e difficile da percorrere, ma lui ce la poteva fare: poteva andare lontano.

E andare lontano non solo con Festus, ma ovunque, con qualunque mezzo.

Leo non si sarebbe fatto abbattere da nessuno difficoltà, perché sua madre potesse essere fiera di lui.

Mi vedi, mamma? Va bene, così? Guarda, sono qui. Farò di tutto perché questa strada mi porti a Casa. Quando sarò a Casa, lì ti troverò.

Sì, ne era certo. Quando fosse arrivato a Casa, sua madre sarebbe stata lì ad aspettarlo.

Quella sensazione di amore, di protezione, di gioia... Sua madre era quello. E poteva sentirla di nuovo solo a Casa. Conclusione: doveva vincere.

E come poteva essere altrimenti, con Superman e Miss Mondo al suo fianco?

Quello era il suo destino, il loro destino.

Allora, quanto era lontana questa Era?

 


Down an unknown road, to embrace my fate
Though that road may wander, it will lead me to you
And a thousand years, would be worth the wait
It might take a lifetime, but somehow I'll see it through

 

[Lungo una strada sconosciuta vado incontro al mio destino
Per quanto quella strada possa essere tortuosa, mi porterà da te
E aspettare mille anni varrà la pena,
Potrò metterci una vita intera ma in qualche modo ne verro' fuori]
 

 

“Calma, Leo. Calma. Sono solo tre giganti inferociti pronti a sbranare i tuoi migliori amici, non è certo il caso di farsi prendere dal panico! Che vuoi che sia, in fondo? ... Oh, certo, la situazione può essere interpretata come vagamente pericolosa, non certo tragica o addirittura terrificante! Insomma, io... Oh, chi voglio prendere in giro, ho una paura boia. Ah no, mio caro Leo, non ci provare neanche! In te scorre il fiero sangue dei Valdez, quindi hai già capito cosa fare, vero? Esatto. Mamma, sarai fiera di me, giuro.”

 

No, Leo non avrebbe accettato la sconfitta.

Era un eroe, un Semidio, un figlio di Efesto, il fuoco era il suo elemento.

Poteva farcela.

E Gea poteva provare a corromperlo tutte le volte che voleva: unisciti a me di qua, abbandona i tuoi amici di là...

Sì, e lui era un Centauro. Non aveva capito proprio niente, quella tizia: lui sarebbe andato lontano.

Gliel'aveva detto sua madre, lui aveva la stoffa di un vincente. Non sarebbe uscito dalla strada che stava percorrendo, perché – gli sembrava di averlo già detto – era la strada che portava a Casa.

E, per quanto suadente fosse la sua voce, nemmeno Gea poteva convincerlo ad abbandonare la strada che portava a Casa.

D'accordo, quella strada era difficile. Ripida. Lunga. Pericolosa.

Ma lui non era da solo: c'era Jason, c'era Piper. Erano due amici incredibili, e lui doveva assolutamente salvarli: non avrebbe accettato la sconfitta, mai e poi mai.

Non finché non avesse finalmente trovato Casa.

 

 

 

And I won't look back, I can go the distance
And I'll stay on track, no, I won't accept defeat
It's an uphill slope, but I won't lose hope
Till I go the distance, and my journey is complete

 

[E non mi guarderò indietro, io posso andare lontano
Resterò sulla pista, non accetterò la sconfitta
è una salita ripida, ma non voglio perdere la speranza,
Finché non andrò lontano e il mio viaggio sarà completo.]

 

“Voglio che Jason Grace e la sua amichetta muoiano qui, e nessuno potrà fermarmi.”
“Discutiamo questa parte...”
“Ma tu, Leo Valdez, tu non mi servi morto. Puoi venire con me, l'ho visto che ti attraggo. Non per niente io sono Chione.”
“Ecco, se posso parlare, io...”
“Vieni con me, Leo Valdez. Governiamo il mondo sotto il comando di Gea insieme.”
“Sì, come no, per essere trattato come un pupazzo da congelare quando sei stanca? No grazie.”
“Allora morirai qui.”

 

Quella frase non era stata semplice da dire, proprio no.

Lui voleva stare con Chione, lo voleva davvero. Insomma, quante altre ragazze si sarebbero mai proposte di, insomma, governare il mondo con lui?

Ecco, risposta esatta.

E c'era tutto il discorso della gloria. Lui era da sempre il terzo incomodo, quello che farebbe meglio a levare le tende quando è di troppo.

Abbastanza spesso, a pensarci bene.

Invece, con Chione gli si prospettava davanti un futuro da re.

Ma dentro Leo lo sapeva, sapeva che la cosa più difficile era guardare dietro quella specie di gloria che la fredda ragazza gli proponeva. E quando guardò, capì che non era quello che voleva.

E rifiutò.

Perché l'aveva capito, l'aveva capito subito: la forza di un eroe non si misura dalla gloria, dalla forza, dall'impulsività, dal coraggio o da chissà che cosa d'altro.

No, assolutamente. Cosa diceva sua madre?

Cerca nel tuo cuore, Leo. Il tuo cuore non sbaglia mai.

La forza di un eroe si misura dal suo cuore.

 

 

 

 

 

But to look beyond the glory is the hardest part
For a hero's strength is measured by his heart

 

[Ma guardare cosa c'è dietro alla gloria è la parte piu' difficile
Perché la forza di un eroe si misura dal suo cuore.]

 


“Guardate! Un'altra!”
“Ma quante stelle cadenti ci sono, stasera?”
“Se le ho contate bene, diciassette, McLean!”
“Io ne ho viste diciotto...”
“Tuo padre è il Dio del cielo, tu parti avvantaggiato!”
“Questa, Leo, è la cosa più stupida che-”
“Un'altra!”
“Gente, questa era stupenda.”
“Ma ci pensate? Solo l'altro giorno rischiavamo la vita ogni istante, ed ora eccoci qua...”
“A guardare le stelle sopra il Bunker Nove...”
“Senza pensieri...”
“Praticamente Casa.”
“Che hai detto, Leo?”
“Niente, niente.”

 

Non sapeva perché l'aveva detto, ma era così che si sentiva: quasi a Casa.

Come se mancasse solo un passettino microscopico, un insignificante dettaglio che però faceva la differenza.

Non capiva perché: in fondo, cosa poteva desiderare di più?

Punto primo: era vivo.

Punto secondo: era lì, con i suoi amici, sotto il cielo. Era tutto così bello, così perfetto...

Sua madre sarebbe stata fiera di lui, perché Leo non aveva ancora finito di viaggiare.

Doveva trovare Casa, gliel'aveva promesso...

Però c'era vicino, molto più vicino di quanto non ci fosse mai stato.

Guardò le stelle, poi i suoi amici.

Ripensò a sua madre, e al suo viso, e alla sua voce, e ai suoi Ti voglio bene con il segnale a Morse.

Con lei si era sentito a Casa, perché lei lo amava e lui amava lei.

Il tuo cuore non sbaglia mai.

Era il cuore!

Il cuore misurava la forza, il cuore era la forza.

Il cuore era Casa.

Il cuore di sua madre era Casa.

Doveva solo trovare qualcun altro da amare, e l'avrebbe ritrovata. Mancava solo questo, e sarebbe stata Casa.

Perché Casa è dove ti amano, realizzò con stupore.

Wow, saperlo prima avrebbe fatto un sacco di fatica in meno!

 

 

Like a shooting star, I will go the distance
I will search the world, I will face its' harms
I don't care how far, I can go the distance
Till I find my hero's welcome, waiting in your arms
 

[Come una stella cadente, io andrò lontano
Cercherò nel mondo, affronterò i suoi pericoli
Non mi interessa quanto lontano, io posso andare lontano
Finché non troverò il mio benvenuto da eroe, che mi attende fra le tue braccia]
 

 

 

Angolo dell'autrice:

Salve a tutti!
Eccomi con il mio esordio in questo fandom! Sperando di non aver fatto un  casino..-
Ok, da quando ho letto questa nuova serie morivo dalla voglia di leggere qualcosa su Leo.
Ma non era nemmeno nella lista dei personaggi!
Per chi non lo sapesse, in alto a sinistra sulla pagina principale del fandom c'è la scritta "aggiungi personaggio". Ebbene, laggiù siamo finalmente arrivati a 15 voti per Leo - ergo, ora c'è il suo nome nell'elenco.
Che piacere mi ha fatto!
erto, mancano ancora Piper, hazel (la mia Hazel! ç.ç) e Frank, ma ci arriveremo.
Nel frattempo, io pubblico questa schifezzina su Leo :3
Perché Leo è perfetto, è un personaggio meraviglioso.
Grazie a tutti quelli che leggeranno e che recensiranno, vi adoro!
Un bacione, vostra
Emma ^^


 



 


 


 



 

 

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: EmmaStarr