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Autore: Jules Lawliet    22/05/2013    4 recensioni
INDOVINA CHI SONO.
Genere: Dark, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri personaggi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Caro Ryuzaki...


Caro L…
Appena prendo carta e penna in mano è come se il cervello mi andasse in blackout, quindi perdonami se risulterò poco chiaro in ciò che ho bisogno di dirti.
Perché proprio una lettera? Ci siamo sempre parlati attraverso un computer sotto nomi fittizi premurandoci di camuffare la voce per evitare di essere riconosciuti, ma dopo più di un anno di corrispondenza e qualche bicchiere di ottimo Bordeaux mi sento abbastanza in confidenza da confessarti che  detesto con tutto il cuore il suono innaturale ed elettronico delle tue parole.
Poi hai una voce così bella…
Come faccio a saperlo?
Riesco quasi a immaginarti mentre ti arrovelli sul come faccia a sapere chi sei,  seduto in quel modo buffo con il pollice tra le labbra.
Sì, conosco i tuoi atteggiamenti perché ti sono, o almeno ti sono stato, più vicino di quanto puoi immaginare, e NO, non sono Kira. Purtroppo sono un personaggio molto meno importante nella tua vita, e anche se prima ero causa di molti dei tuoi pensieri adesso sono stato relegato in un angolo della tua memoria.
Non c’è un reale motivo per cui confesso queste cose, se vuoi prendi questa lettera come una scialba dichiarazione d’amore.
Amore.
Con tutto l’affetto del mondo, penso che l’unica cosa verso cui tu abbia provato questo sentimento sia un Pc di nuova generazione, quindi sono sempre stato riluttante nel confessarti i miei sentimenti.
Ma non pensare che io sia cinico nei confronti della possibilità che sotto la tua facciata esista qualcosa di vagamente umano, del resto sono io la persona che per prima ti ha visto dormire nella tua solita posizione da pappagallo sul trespolo con la testa che piano piano si appoggiava alle ginocchia.
Molte volte ho tentato di riprodurre questo tuo modo di sederti, desiderando capire che cosa in particolare di quella posizione ti rendesse così concentrato, ed è quasi inutile dire che ancora di preciso non l’ho capito. Semplicemente durante momenti di acuta nostalgia mi rannicchio sulla sedia riflettendo sul caso che mi hai affidato.
Poi ancora mi sfugge il motivo per cui utilizzi la parola “affidato”.
Non ti fidi di me, dal momento che non conosci la mia identità, ma semplicemente sai che sono il migliore dopo di te… persino più bravo dei tuoi attuali eredi. E adesso che sai che io so chi sei probabilmente ti fidi ancor di meno.
Probabilmente cercherai delle prove sulla busta, qualcosa che ti permetta di conoscere qualcosa in più su di me. Non ne troverai. Del resto ho imparato molto sulla segretezza proprio da te.
Comunque non ho intenzione di tenerti in questa condizione di inferiorità molto  a lungo perché potrebbe crearti qualche pensiero di troppo, e anche se essere nella tua testa è la cosa che più desidero al mondo… la distrazione potrebbe giocarti qualche brutto tiro.
Scommetto che neanche ci crederai quando ti rivelerò la mia identità, perché ti risulterà evidente il cambiamento che ho subito rispetto al mio passato, che tra l’altro conosci molto bene.
L’unica cosa che ti chiedo è di mantenere il segreto, e in cambio ti darò la mia fragola.

Tuo da sempre,
Backup.

 
  
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