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Autore: StoryMaker    22/05/2013    0 recensioni
Siamo nel futuro, l'Umanità ha colonizzato diversi pianeti dei sistemi solari vicini. Ma qualcosa blocca le sue mire espansionistiche. Tra i sistemi interni, ve n'è uno nel quale si trova un pianeta abitabile, sebbene le sue temperature siano inferiori a quelle terrestri: MantalorII, la grande luna del gigante gassoso Mantalor.
Su questo corpo ghiacciato l'Uomo scoprirà di non essere solo nella Galassia. La razza dei Verathosiani, grandi rettili antropomorfi, ha posto sulla luna una struttura mineraria per l'estrazione del Kyranto, raro elemento radioattivo e grande fonte di energia.
Ma quando i rapporti diplomatici sembrano andare bene, ecco che sorgono i primi conflitti. Umani e Verathosiani si troveranno combattere per via di un incidente. Scoppia la Guerra del Fronte Interno.
Victor, giovane soldato umano, protagonista della storia si ritroverà a combattere in prima linea o impegnato in missioni di sabotaggio. Nel corso degli scontri stringerà "impensabili" amicizie e, pur di fermare la guerra, indagherà sugli avvenimenti precedenti al conflitto, facendo emergere diversi fatti nascosti dalle ombre.
Genere: Avventura, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto ebbe inizio con la Grande Conquista, o meglio il TDP: "Terrestrial Dominance Project" come agli americani piaceva chiamarlo, ovvero il Progetto Predominio Terrestre, per riportare quanto dicevano le TV, quanto si leggeva sui giornali o si sentiva alla radio. Lo fecero passare per un impresa quasi gloriosa, quasi un modo per divinizzare l'Uomo, un vero e proprio "secondo passo" per l'Umanità.
Ma prima di parlare di quest’ambizioso e superbo progetto e delle devastanti conseguenze che comporterà, dobbiamo individuare le sue origini.
Tutto ebbe inizio con la colonizzazione del pianeta rosso.
Terraformare Marte non fu un lavoro semplice, sia perché era la prima volta che l'Uomo decideva di rimodellare un pianeta ostile ad immagine del proprio, sia perché furono in molti ad opporsi all'idea, ritenendola priva di senso e interesse immediato. Alla fine però il progetto fu accolto e vennero inviate nello spazio diverse navi da trasporto contenenti il necessario per attuare il processo.
Raggiunta l'orbita di Marte vennero collocati giganteschi ambificatori di luce, molto simili a enormi specchi,  sopra i poli per riflettere i raggi solari e sciogliere il ghiaccio. Sul suolo marziano, invece, grandi macchine producevano gas e anidride carbonica per aumentare l'effetto serra mentre colossali trivelle perforavano la crosta del pianeta per farne uscire i vapori.
Il processo durò per anni, durante i quali centinaia di sonde furono inviate sul pianeta, assieme a satelliti e perfino diversi team di astronauti: scienziati, operai, tecnici e persone comuni che avrebbero dovuto fondare delle piccole colonie. Ma i risultati non giunsero nei tempi previsti, l'Umanità iniziava ad abbandonare quel sogno di conquista che parve prima tanto promettente ma ormai solo un illusione.
Quando infine le nuove generazioni iniziarono a giudicare le vecchie per la loro azione, un inutile spreco di tempo, forze e denaro, quando sui nuovi mezzi dì telecomunicazione fu ritenuto fallito il progetto Terraformazione e quando in pochi rimasero coloro che nutrivano ancora speranza, apparvero i primi risultati. Nell'atmosfera del pianeta comparvero le prime piccole nubi di pioggia dopo chissà quanti millenni di siccità. Fu allora che si decise di riprendere in mano il progetto ormai quasi abbandonato e su Marte vennero importate piante terrestri, modificate per adattarsi meglio al clima del nuovo pianeta che servirono a produrre grandi quantità di ossigeno. Lentamente si potè ammirare il cambiamento del pianeta che da corpo rosso, arido e freddo assunse un clima più temperato, con nuvole di pioggia e alcune distese d’acqua. Venne ribattezzato NeoMars, il “Nuovo Marte”, frutto di un impresa umana degna di essere ricordata per secoli. Venne istituita così una festa in onore della sua inaugurazione e ogni anno l'Umanità celebra con orgoglio il ricordo di quell'evento che diede il via a una serie di altre terraformazioni nei secoli successivi.
Fu così che naque il TDP, l'ambizioso progetto di colonizzare ogni pianeta simile alla Terra per ottenere nuove ricchezze e conferire alla specie umana il titolo dì Dominatrice della Galassia.
 
Sono passati diversi anni dall'avvio della Grande Conquista, molti pianeti sono stati localizzati e sono in corso di terraformazione, altri sono già stati resi abitabili e colonizzati come Atlantis, pianeta coperto per la maggior parte da oceani e dal clima equatoriale; Genesi, dal terreno estremamente fertile ora rivestito da gigantesche foreste; Elios, avvolto da una fitta atmosfera e illuminato da ben tre soli; Loris, avvolto da una fascia di asteroidi e circondato da sette lune; Thanos, il pianeta dalle catene montuose più elevate della galassia ora nota e dall'intensa attività vulcanica. Ma questi sono solo alcuni dei pianeti reclamati dall'Uomo. La superbia e l'ambizione umana ha spinto la colonizzazione sistemi più interni della nostra galassia dove accadde un evento così importante da far sembrare ogni altra scoperta un granello di polvere in confronto.
Correva l'anno 3614 d.C. quando le navicelle sonda di Ferodis, base terrestre più interna, raggiunsero la grande luna MantalorII. Si notò subito che c'era qualcosa di strano. Le trasmissioni OG (ologratiche) non trattarono niente di più importante di questa scoperta per il resto del giorno e per i giorni a seguire.
  
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