Bip. Bip. Bip.
Un suono così fastidioso alle orecchie di un estraneo,ma così rassicurante per suo padre.
Bip. Bip. Bip.
Kath Brühl era sempre stata una ragazza molto debole,fin da piccola. Le bastava un po’ di vento
per prendersi un raffreddore;una giornata di sole per avere una violenta insolazione.
Bip. Bip. Bip.
Era malata da tempo. Aveva qualcosa che molti definivano “morte sicura”.
Bip. Bip. Bip.
Leucemia.
Bip. Bip. Bip.
“Niente da fare” le avevano detto i medici.
Bip. Bip. Bip.
Ma Kath Brühl continuava a sperare di poter guarire.
Bip. Bip. Bip.
O almeno era quello che le avevano fatto credere.
Bip. Bip. Bip.
Kath ormai viveva da tempo in ospedale. Da sei anni. Per lo meno aveva passato i primi dieci in
Compagnia di sua madre.
Bip. Bip. Bip.
Morta quando lei aveva cinque anni.
Bip. Bip. Bip.
Di certo,l’infanzia di Kath Brühl non si poteva definire felice.
Bip. Bip. Bip.
Ma c’erano soltanto due cose che le suggerivano di non farla finita.
Bip. Bip. Bip.
Suo padre e la musica.
Bip. Bip. Bip.
Entrambi riuscivano a farle dimenticare di essere malata,di non poter guarire,riuscivano a farle
Credere che sarebbe stata lì per sempre.
“Papà…” si sentì una vocina flebile provenire dal letto bianco.
“Dimmi,Kath”rispose suo padre,prendendole una mano.
“Ho sentito alla ra.. radio un nuovo gruppo mus..musicale,sai?”
“E come si chiama?”
“Credo Tokio Ho… Hotel. Sono molto bravi,cantano in… tedesco..”
“Ti piacciono,questi Tokio Hotel?”
“Sì,abbastanza…”
Rimasero in silenzio.
Bip. Bip. Bip.
“Kath,tra un mese e sei giorni c’è il tuo compleanno.”
“Sì,lo so..”
“Voglio farti un regalo.”
Kath sorrise.
Il suo viso pallido prese un po’ di colore.
“Cosa vorresti?”
Kath lo guardò.
I suoi occhi erano color del ghiaccio.
Si schiarì per bene la voce e disse
“Portami al concerto dei Tokio Hotel”
“Die Strassen leer - ich stell' mich um
Die Nacht hat mich verlor'n
Ein kalter Wind - die Welt erstarrt
Die Sonne ist erfror'n
Dein Bild ist sicher ich trag's in mir
Über 1000 Meere zurück zu dir
Zurück zu uns
Wir dürfen unser'n Glauben nicht verlier'n
Vertrau mir
Wir müssen nur noch 1000 Meere weit
1000 dunkle Jache ohne Zeit
1000 Sterne zieh'n vorbei
Wir müssen nur noch 1000 Meere weit
Noch 1000 Mal durch die Unendlichkeit
Dann sind wir endlich frei
Irgendwo ist der Ort,
Denn nur wir beide kenn'
Lief alles anders als gedacht
Der Puls in den Adern ist viel zu schwach
Doch irgendwie schlagen uns
Die Herzen durch die Nacht
Vertrau mir
Niemand und nichts nehm'n wir mit
Und irgendwann schau'n wir auf jetzt zurück
1000 Meere weit
1000 Jahre ohne Zeit
1000 Meere weit
1000 Sterne zieh'n vorbei
Vorbei
Lass dich zu mir treib'n
Ich lass mich zu dir treiben
Wir müssen nur noch 1000 Meere weit
1000 dunkle Jahre ohne Zeit
1000 Sterne zieh'n vorbei
Wir müssen nur noch 1000 Meere weit
Noch 1000 Mal durch die Unendlichkeit
Dann sind wir frei
Lass dich zu mir treiben
Ich lass mich zu dir treiben
1000 Meere weit...”
Bill Kaulitz salutò il pubblico e scese dal palco,dirigendosi verso le quinte.
David Jost gli aveva detto che avrebbe incontrato qualcuno.
Incontrò il suo manager davanti ad una porta aperta.
Senza dire una parola,entrò,chiudendosi la porta alle spalle.
All’inizio non vide nessuno,poi scorse una figura seduta su un divano.
Era una ragazza,sicuramente.
Si avvicinò timoroso.
Sì,era decisamente una ragazza.
Aveva dei capelli neri e lunghi e un… una tunica bianca?
“Ehm” balbettò il vocalist.
“Ciao,Bill.”mormorò quella ragazza.
Il vocalist si sedette accanto a lei a lei.
“Io so… sono Kath Brühl. Vorrei chiederti un favore.”
“Dimmi pure,Kath”
La ragazza alzò lo sguardo su di lui,che ebbe un sussulto.
“Tu…”
“Sì,sono.. malata. Ma ora… posso chiederti questa cos…cosa?”
“Si,scusa,dimmi..”
“Potresti… cantarmi… Rette Mich?”
Bill stette un attimo in silenzio.
Poi iniziò roco:
“Zum ersten Mal alleine
In unserem Versteck.
Ich seh noch unseren Namen an der Wand
Und wisch sie wieder weg.
Ich wollt dir alles anvertrauen.
Warum bist du abgehauen?
Komm zurück
Nimm
Komm und rette
Ich verbrenne innerlich.
Komm und rette
Ich schaff’s nicht ohne dich.
Komm und rette
Rette
Rette
Unsere Träume waren gelogen
Und keine Träne echt.
Sag das das nicht wahr ist,
Sag’s mir jetzt.
Vielleicht hörst du irgendwo,
Mein SOS im Radio!
Hörst du
Kath si era appoggiata alla sua spalla.
”Komm und rette
Ich verbrenne innerlich.
Komm und rette
Ich schaff’s nicht ohne dich.
Komm und rette
Rette
Dich und
Dich und
Dich und
Ich seh noch uns’ren Namen und wisch sie wieder weg
Unsere Träume waren gelogen
Und keine Träne echt
Hörst du
Komm und rette
Rette
Komm und rette
Ich verbrenne innerlich.
Komm und rette
Ich schaff’s nicht ohne dich.
Komm und rette
Rette
Rette
Rette
Rette
Silenzio.
Nemmeno un respiro.
“Kath?” cercò di mormorare,ma la voce gli morì in gola.
Aveva un terribile presentimento.
Alzò lo sguardo su Kath.
Le labbra erano viola.
Le toccò il polso… nulla.
L’abbracciò.
E pianse.
Pianse tutte le lacrime che aveva.
Ma lo fece silenziosamente.
Non voleva disturbare il suo sonno eterno.
EPILOGO-5 ANNI DOPO
Un temporale.
A Lipsia,in casa Kaulitz,c’era qualcuno che non dormiva.
Quel qualcuno aveva paura di sognarla ancora.
Aveva troppa paura.
Si alzò barcollando.
Doveva farlo.
Si diresse verso il letto del suo fratello gemello,Tom.
“Tom…” mormorò.
“Bill…”sussurrò quello di rimando.
“Ti prego,posso restare qui…?”
Tom annuì,facendo un lieve sorriso.
Bill si infilò lentamente nel letto di suo fratello.
Non appena Tom lo abbracciò calorosamente,ogni paura lo abbandonò.
Sì,perché a volte basta un abbraccio per dimenticare il passato.
Ok.. non so quanto sia venuta bene,è la prima one-shot che faccio… ed è la prima drammatica che produco! O.O!
Ringrazio chi ha letto e chi commenterà J