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Autore: LittleMissMaddy    09/12/2007    5 recensioni
Non la guardò come un uomo guarda ad un bellissimo corpo femminile, nè la guardò come si guarda una bambina.
Lui la vide con gli occhi di un uomo che vede morire il sole; la vide con gli occhi di una donna che guarda al suo amante;
La vide, e Lei capì che non vedeva altro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Genere Romantico.
Rating Verde.
Personaggi Apollo e Lilium.
Timeline Antica Grecia.
Disclaimer Il personaggio di Lilium è di mia invenzione, mentre Apollo, chiaramente, non lo è ( anche se mi sarebbe piaciuto *_* ). Inoltre, dedico questa storiella ad una coppia di amici a cui mi sono apertamente ispirata.




Unica Sposa




Lo sapevano tutte, le ragazze: Quel giorno sarebbe toccato a Lilium, una delle più giovani.
L'unica che, tra di loro, insisteva ancora con le sue sommosse ribelli. L'unica che si arrischiasse a palesare i propri pensieri senza temere le punizioni dei Sacerdoti.
Perché erano le Vergini di Apollo, niente di meno.
Loro erano le ragazze votate al Dio del Sole, al Dio Splendente e Temerario che sfrecciava attraverso l'arcata celeste a bordo del suo magnifico carro d'oro, di giorno in giorno, per illuminare quelle che, altrimenti, sarebbero state giornate buie e tristi.
Ma lui era così generoso, così buono, che in qualche modo lo si doveva ripagare.
E ogni due lune, per compiacerlo, tra di loro cadeva la scelta su una giovane.
Lei sarebbe stata il suo dono, il suo ringraziamento.
Lilium non lo aveva mai accettato: Non era mai riuscita a concepire il motivo di un simile gesto.
Che cosa poteva desiderare un Dio da una mortale come lei e mille altre sue sorelle? Niente.
Apollo poteva ottenere tutto ciò che desiderava. Allora perché si rimetteva alle mani dei suoi Sacerdoti per svagarsi? Forse che un Dio non aveva abbastanza potere e fascino per attirare nella propria rete anche la più preziosa delle Regine della Grecia?
Questo, Lilium, non riusciva a comprenderlo.
Aveva visto certe ragazze sparire dopo il "loro momento", e le aveva riviste mesi più in là con in braccio dei bambini dalle guance rosa e gli occhi blu.
Apollo era così sconsiderato, dunque, da spargere il proprio seme nel ventre di qualsiasi donna gli fosse assegnata?
Quelle erano le domande che più frequentemente assillavano Lilium.
Così, quel giorno, quel momento, quando i servi del Tempio vennero a chiamarla, la ragazza si guardò attorno per la stanza che condivideva con le sorelle, dando un ultimo sguardo a quello che sapeva di dover abbandonare per sempre.
Non sarebbe più stata una vergina consacrata al Dio, l'indomani, e non sarebbe mai tornata al Tempio.
Era una consapevolezza così amara che dovette appoggiarsi ad uno dei servi per non cadere schiacciata da una novità tanto strana ed orribile.
« Non devi aver paura, cara. Non ti accadrà nulla di male. » le disse uno dei Sacerdoti quando entrò nella sala dove tutti quanti i servitori del Dio si radunavano per poter discutere di questa e quella questione.
I suoi lunghi riccioli neri erano stati lavati e improfumati, pettinati ed acconciati a scivolare come cascate di pece sulle sue spalle coperte dalla tunica bianca e sterile che le avevano fatto indossare; entrando a testa alta, come un indomabile animale selvatico, aveva sorpreso metà sala. Tanti tacquero, stupiti ed ammirati, altri si leccarono le labbra senza ritegno alcuno.
Lilium alzò gli occhi scuri verso i Sacerdoti, ed ebbe la netta sensazione di essere in trappola. Bastò un attimo a farle comprendere l'atrocità della sua situazione: Sarebbe stata donata come bottino ad uno di Loro, non al Dio.
Era sempre stato così, in fin dei conti, ma nessuno aveva voluto credere ad una simile possibilità. Era blasfemo farsi anche solo cogliere da un'idea tanto assurda.
In quel momento la ragazza colse la verità come un fiore spinato, apparentemente bello e dannatamente pericoloso. Le spine di quel fiore le avevano ferito il palmo della mano.
« Farò ciò che il Dio mi chiede di fare » fu la sua unica, secca, risposta.
Le sue parole vennero accolte con cenni solenni di molti capi, e qualcuno la prese per il braccio per accompagnarla fuori.
Mentre uscivano dal Tempio, lei ed uno dei Sacerdoti, vide molte delle ragazze sbirciare dalle porte socchiuse quel triste corteo che la condusse al di fuori del suo mondo, all'esterno, dove non c'era Timore e non c'era Fede a tenerla incatenata a quella mano. Ma non si dibattè, nè si agitò. Si lasciò condurre docilmente, seguendo in silenzio l'uomo che, infine, si fermò, indicandole con la mano libera un prato fiorito situato dietro al Tempio.
« Lì accoglierai il Dio » le sussurrò all'orecchio, così vicino che la ragazza dovette voltar la testa dall'altra parte per non scontrarsi con il suo orribile volto.
Ogni cosa le sembrava chiara, adesso.
Eppure, nonostante sapesse, non si lasciò scoraggiare dalla disillusa realtà. Si fece forza ed abbandonò ogni sogno da bambina sul terreno, dietro di sè.
E piano, senza indugio, si addentrò in quel prato verde, lasciandosi forzare a sedere sull'erba fresca.
« Non è niente, non è niente » le sussurrò il Sacerdote, accucciandosi accanto a lei.
Lei annuì, ma neanche con ogni sua piccola fibra di volontà riuscì a bandire totalmente quella terrificante ondata di terrore che andò ad invaderla quando la mano del mostro andò a sfiorarle una caviglia nuda. Sì, solo un mostro poteva danneggiarla così.
Trattenne le lacrime con uno sforzo immane. Strinse le labbra tra di loro e serrò gli occhi.
« Non piangere. » le sussurrò una voce diversa, mentre il tocco pesante e sporco che le era gravato addosso poco prima sfumava in una carezza lieve.
La mano era diversa, e non la toccava più. La sfiorava.
Era così leggera e dolce che Lilium immaginò fosse fatta della stessa consistenza di cui sono fatte le nuvole.
Di Nulla.
Aprì gli occhi, stranita, e accanto a lei non c'era più il vecchio libidinoso che l'aveva condotta fino a quel piccolo paradiso.
Accanto a sè vide un uomo bellissimo, dagli occhi chiari e la bocca generosa. Aveva capelli così dorati che Lilium pensò che l'avrebbero acciecata con il loro bagliore. Ma non accadde: Le stesse mani delicate di prima vennero a soccorrere la sua testa, a reggerla contro il peso di tutti quei dubbi irrisolti.
Le tenne il volto tra le mani e aprì le labbra in quello che a lei parve il primo sorriso mai visto in tutta la sua vita.
« Stai tremando. Mi temi? » le domandò lo sconosciuto sfiorandole le guance calde con dita soffici ed affusolate.
La ragazzina spalancò gli occhi scuri, pieni di incredulità, e si morse il labbro inferiore con veemenza.
« Sei davvero Tu, signore? » chiese di rimando, con una vocina così struggente che l'uomo dovette trattenersi per non prendere quell'adorabile bocca con irruenza. Era tutto ciò che desiderava, ma, per una volta, egli rimase immobile e la guardò negli occhi.
Non la guardò come un uomo guarda ad un bellissimo corpo femminile, nè la guardò come si guarda una bambina.
Lui la vide con gli occhi di un uomo che vede morire il sole; la vide con gli occhi di una donna che guarda al suo amante;
La vide, e Lei capì che non vedeva altro.
Senza attendere replica, chissà come, la ragazza sentì che era Lui.
Il Suo Dio.
E con tutto l'amore possibile, con tutto il desiderio più genuino, Lilium si accostò alla sua bocca e la baciò con tanta tenerezza che il Dio non potè più trattenersi. Si lasciò sfuggire un gemito giunto dal più profondo del suo petto possente, e l'attirò tra le sue braccia.
Nessuno li vide mai mentre si scambiavano la vita con gesti lenti e sciolti.
Nessuno scorse il volto della ragazza, così bello da far piangere qualsiasi cuore, assumere quell'espressione beata mentre esplorava mano nella mano con il suo amante un mondo tutto diverso.
Nessuno la vide piangere, adombrarsi, quando Lui si alzò stendendole addosso la tunica bianca per coprire quel peso fragile che egli aveva tenuto contro di sè per tutta la notte.

Ma tutti sanno come Apollo le baciò per l'ultima volta la bocca rossa, e come Lilium pianse d'amore nel vederlo dissolversi in nebbia.
Pianse così tanto che alla fine ebbe la desolante impressione di non poter versare più una lacrima ancora.
Quel giorno, in quel posto, dopo quel momento, nacque un fiore.
Un piccolo giglio bianco, nato dalle lacrime versate dall'unica e vera Sposa di Apollo.
  
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