Si guardò
attorno, con circospezione. Nessuno, perfetto. Appoggiò il foglietto alle
labbra e il rossetto si stampò parzialmente sull’angolo. Poi, tirò fuori la sua
penna e scarabocchiò qualcosa di incomprensibile sul foglio piegato in tre
volte. Lo lasciò lì, per poi andarsene, furtiva come era arrivata.
Kelsi si
svegliò di soprassalto, alzando di botto il busto e respirando a fatica. E
anche quella notte era andata. Sospirò pesantemente, per poi togliersi le
coperte di dosso e infilarsi le ciabatte. Accese la luce della stanza e, come
mai prima, le sembrò vuota e spoglia. Un armadio, il pianoforte con tutti i
suoi spartiti, il letto, un comodino e una libreria. Ai muri non c’erano
poster. Dopo tutto, esistevano poster di Beethoven, Bach, Mozart o Verdi?
Si
stiracchiò per bene, sbadigliando, poi si alzò dal letto e si avviò stancamente
in cucina. Quel giorno non sarebbe andata a scuola. Non ne aveva la forza. La
notte non dormiva, e quel poco che dormiva lo passava a fare incubi che la
facevano sudare come in una sauna. Come quella notte. Se ci ripensava,
rabbrividiva. Si avvicinò piano al frigorifero e lo aprì, facendo scaturire una
luce giallastra dall’elettrodomestico. Afferrò prontamente il succo d’arancia e
chiuse il frigo con uno scatto. Si passò la mano libera sul viso stanco, poi
posò il cartoccio di succo sul ripiano della cucina, per aprire poi la credenza
e prendere un bicchiere. La luce della Luna illuminava ogni suo movimento, così
che non facesse troppo rumore da svegliare i suoi coinquilini. Già, perché
adesso lei conviveva in una casa con altri due suoi amici, dato che facevano
tutti e tre un college musicale e teatrale. Era lo stesso edificio, ma i due
indirizzi erano separati. Avevano vinto delle borse di studio all’ultimo anno
di liceo, con uno spettacolo teatrale. Erano stati fortunati.
La
ragazza si riempì il bicchiere con il succo, per poi portarselo alle labbra e
berlo tutto d’un fiato. Posò il bicchiere sul ripiano e si guardò attorno,
spaesata. Come se non fosse lei che abitava in quella casa. Come se non fosse
lei che non dormiva la notte. Sospirò.
Si sedette sulla sedia, con il bicchiere in mano. Ma perchè a lei? Perché stava così
male? Non lo sapeva, non l’ ha mai saputo. È sempre stata propensa al male
fisico, ma più che altro a quello interiore. Quello di stomaco e simili. Col
tempo, aveva imparato anche ad essere fredda e calcolatrice come la sua amica
Sharpay. Facevano una bella coppia. Scosse la testa per togliersi quei pensieri
di mente, per poi alzarsi in piedi barcollando un po’, e dirigersi
all’ingresso. Arrivò alla porta e stava per aprirla, quando sentì sotto le
ciabatte un qualcosa. Lo afferrò a tastoni e lo portò in camera. Chiuse la
porta e accese la luce. Quello che vide fu un foglietto ripiegato in tre con
sopra una frase tutta ordinata e precisa. La scrittura di Sharpay. “Alla
piccola Beethowen, con affetto.” Kelsi sorrise, raggiante. Lo aprì e cominciò a
leggere. Era un testo di canzone.
You have my heart
And we'll never be worlds apart
Maybe in magazines
But you'll still be my star
Baby cause in the dark
You can't see shiny cars
And that's when you need me there
With you I'll always share
Because
“Kelsi, mi dispiace
tantissimo che tu stia male. Lo sai, anche se non te lo dico spesso. Per questo
mi sono sentita un po’ in colpa, e ho voluto rimediare. Questa è la canzone che
ho scritto per tirarti un po’ su di morale. Spero di esserci riuscita. A ogni
strofa mi fermo per parlarti, anche se probabilmente non lo leggerai perché
correrai ad abbracciarmi in camera mia prima di finire la lettera. Ma ti prego,
finisci di leggerla, è importante per me, okay? Cominciando da qui, volevo
dirti che sei e sarai sempre la mia migliore amica, la mia stella, la mia più
grande e unica amica. Hai il mio cuore, anche se te l’ ho donato solo
quest’anno, insieme a quello di mio fratello. Hai la mia fiducia, il mio
sostegno e tutto quello che si può chiedere ad una amica.”
When the sun shines, we’ll shine together
Told you I'll be here forever
Said I'll always be a friend
Took an oath I'm a stick it out till the end
Now that it's raining more than ever
Know that we'll still have each other
You can stand under my umbrella
You can stand under my umbrella
Under my umbrella
Under my umbrella
Under my umbrella
“Saremo sempre amiche,
sempre. Lo so che adesso sei tentata di chiudere tutto e di correre in camera
mia…” Kelsi sorrise spontaneamente. La conosceva bene. E aveva ragione, perché
era troppo tentata di chiudere, correre dall’altra parte del corridoio e
saltare sulla pancia di Sharpay per abbracciarla. Ma si trattenne. Finisce e
vado da lei. Si ripeteva, proprio per non chiudere e andarsene. “ma ti
ricordo che è una cosa importante per me che tu la legga tutta. Te l’ ho detto
prima, e te lo ripeto adesso. Voglio spiegarti perché ho scritto sotto il mio
ombrello. Perché se piove, nevica, grandina o se c’è una bufera, io sarò sempre
fuori a cercarti, con il mio ombrello, a tenerti il posto accanto a me. Perché
noi due dobbiamo stare assieme, sempre, e l’ ho capito adesso che stai male.
Volevo capirlo prima, credimi, ma solo adesso mi accorgo di quanto bene mi hai
dato senza ricevere nulla in cambio. Per questo ti ho scritto questa canzone.
Un po’ per tirarti su di morale, un po’ perché ti voglio bene e volevo fartelo
sapere in qualche modo. Lo sai, non sono tipo da molti sentimentalismi, ma
questa era una cosa che sentivo di dover fare. Un po’ come te, quando componi.
È la stessa logica.”
These fancy things, will never come
in between
You're part of my entity, here for Infinity
When the war has took it's part
When the world has dealt it's cards
If the hand is hard, together we'll mend your heart
Because
“Sei una parte di me,
la mia gemella mancata, se stai male tu sto male anche io. Sono sensazioni che
ho provato solo con mio fratello Ryan, che è mio gemello veramente. Ma trovare
una persona così… splendida come te, è stato illuminante. Come ho detto prima,
se stai male tu, sto male anche io, per questo voglio tirarti su. Perché io non
posso più sopportare di vederti così, la notte non dormi più, e se dormi urli,
il giorno non mangi, poi ci sono dei giorni in cui vomiti. Io non ce la faccio
più a vederti così, chiamalo egoismo, chiamalo come vuoi, ma io ti voglio bene
e voglio che tu stia bene. Te lo ricordi il liceo? Che piuttosto di saltare una
giornata di scuola venivi anche con la febbre a 40. Me lo ricordo, perché una
volta sei venuta veramente con la febbre a 40. Ed è stato quel giorno
che ho capito. Mi hanno mandata da te in infermeria, ti dirò, non mi importava
più di tanto, ma quando ti ho vista così, bianca come un lenzuolo e tutta
sudata, scossa da tremiti… mi si è stretto il cuore. Ti ho aiutata e da quel
giorno hai sempre avuto una parte del mio cuore. Senza saperlo, certo, ma ce
l’avevi e ce l’ hai ancora adesso.”
When the sun shines, we’ll shine together
Told you I'll be here forever
Said I'll always be a friend
Took an oath I'ma stick it out till the end
Now that it's raining more than ever
Know that we'll still have each other
You can stand under my umbrella
You can stand under my
umbrella
Under my umbrella
Under my umbrella
Under my umbrella
“Quando… quando ti
prendevano in giro, a scuola, e anche adesso che ci incontriamo nei corridoi…
io li sento e ci sto male per te. Anche se non lo faccio vedere, sei una
persona troppo importante per me, perché io possa perderti. So… so che pensi
che con due scuole diverse, potremmo separarci, dividerci. Ma ti sbagli, perché
nella mia classe nessuna ha quello che hai tu. La filosofia del portone, quella
che mi hai spiegato tanto tempo fa, quando ci siamo incontrate alla festa di
fine anno. Quando è stato?, due, tre anni fa? Non me lo ricordo, però ricordo
perfettamente le parole che mi hai detto. Si
chiude una porta, si apre un portone. Per quanto sia strano, tu sei il mio
portone e non voglio che si chiuda, mai. Dimmi, non pensavi che me
la sarei ricordata. Eppure è ancora qui, scolpita nel mio cuore e nella mia
memoria. Solo in questo periodo ho capito che anche tu sei il mio portone. Lo
so, è brutto da dire così, ma è la verità. Si era chiuso il capitolo con Troy,
definitivamente, e si è aperto il capitolo con te. No, non fraintendere, non
sono innamorata di te. Cioè, non in quel senso. Non nel senso di come ho amato
Troy. Io ti amo di bene come amica, come confidente, come gemella mancata. Ti
amo perché sei tu, perché quando avevo bisogno eri con me, ascoltando tutti i
miei sfoghi per la canzone che non veniva o quant’altro, perché mi regali
sempre dei sorrisi che illuminano il cielo, perché sei sempre sincera e diretta
con me. Semplicemente perché sei tu, perché sei come sei e non devi cambiare
mai. E tu, come una mamma paziente, mi hai aiutato a rialzarmi, sempre. Come
quando si va in bicicletta. Non si può imparare da soli, io ce l’ ho fatta solo
con Ryan perché… beh, lo sai, i miei genitori non sono molto presenti. A mala
pena si ricordano il nostro compleanno. Ma comunque, lui mi ha aiutato in
bicicletta, tu nella vita. Mi tiri su, sempre, hai sempre la mano tesa verso di
me, anche quando credo che non riuscirò più ad alzarmi e ad andare avanti. Tu
ci sei, con il sorriso sulle labbra, che pur di farmi andare avanti mi
trascini.”
You can run into my arms
It's okay don't be alarmed
Come into me
There's no distance in between our love
So go on and let the rain pour
I'll be all you need and more
Because
“Puoi venire quando
vuoi, le mie braccia saranno sempre aperte per te. Come potrebbero non esserlo?
Sei la mia migliore amica… l’unica vera che ho mai avuto, e anche se non te lo
dico mai, tu lo sai, e lo so che lo sai perché mi sorridi sempre. Nel tuo
cuore, però, so che ti piacerebbe che te lo dicessi anche io. Ma lo sai come
sono. Ti amo di bene, ti ho amata di bene e ti amerò per sempre di bene, questo
era scontato. Insieme abbiamo affrontato tantissime situazioni, uscendone
sempre vincitrici. E voglio che anche questa passi, in fretta. I nostri cuori
ormai sono vicini, sono uniti da un qualcosa di forte, potente.” Una lacrima le
scese sulla guancia pallida. Si stava commovendo a leggere tutte quelle belle
cose. Prese un profondo respiro e ricominciò a leggere. “E non si staccheranno
mai. Per questo che ho voluto scriverti questa canzone. Per ricordarti quanto
sei importante per me, e quanto sempre lo sarai. Sei il mio portone, la mia
migliore amica, la mia gemella… tutto quello che vuoi, ma sei la mia
Kelsi. Ricorda, se qualcuno ti tocca, è un uomo morto. E lo sai, che se voglio
so diventare parecchio irritante.”
When the sun shines, we’ll shine
together
Told you I'll be here forever
Said I'll always be a friend
Took an oath I'ma stick it out till the end
Now that it's raining more than ever
Know that we'll still have each other
You can stand under my umbrella
You can stand under my umbrella
Under my umbrella
Under my umbrella
Under my umbrella
“È quasi finita, così
potrai venire ad abbracciarmi. Io ricambierò. Sai, in questi anni, mi sono
fatta abbracciare solamente da mio fratello e da Troy. Solo da due uomini, tu
sei la prima che ci prova. E io non ti ostacolerò, perché anche io voglio un abbraccio
da te. Te, che sei la mia stella, la mia luce nella notte, il mio angelo
custode. Sei tutto per me, la persona più importante che ho incontrato in tutti
questi anni. Anzi, in tutta la mia vita di ventitreenne. La cosa divertente… è
che pensavo a come ci odiavamo al liceo. Essendo tutte e due nel Drama Club,
forse potevamo andare d’accordo. Invece no, io ti trattavo come una pezzente,
perché ti vestivi da maschiaccio, e tu mi odiavi per questo. Guarda che lo so.
Tutti credono che sia stato un Wildcat ad inventare il mio soprannome. Ma io lo
so, che sei stata tu. Mi odiavi, con tutto il cuore, eh? Ma adesso è cambiato
tutto. Ora, soprattutto, che stai male, voglio ricordarti quanto sei
importante. E che io ci sarò sempre, comunque e dovunque. Anche se ci separano
pochi metri o un oceano intero, farei di tutto per farti stare bene. Lo sai
questo, ma a volte ti passa di mente, perché io non sono sempre lì a
ricordartelo. Ma sappi, che tutto quello che ho espresso in questa lettera e in
questa canzone, è reale, e proviene dal mio cuore, che credono tutti di
ghiaccio.”
It's raining
Ooh baby it's raining
Baby come into me
Come into me
It's raining
Oh baby it's raining
“E adesso, siamo
arrivate alla fine. È l’ultima parte, forse credo la più importante. Quindi ti
chiedo di resistere ancora un po’. Vorrei raccontarti di quando mi sei
scoppiata davanti. Hai pianto e mi hai urlato contro di tutto e di più. Poi,
sei scappata. Sono venuta a ripescarti nel bagno femminile e mi sono seduta con
te. Abbiamo parlato. Ti sei asciugata con il mio fazzoletto e mi hai spiegato
tutto. Io sono rimasta impassibile, ma dentro di me volevo abbracciarti e dirti
che andava tutto bene e piangere con te. Perché anche a me succede. O meglio,
succedeva, perché ormai non ho più il tempo e l’intenzione di piangere. Se non
va bene quello che faccio, cavoli loro. Questo lo sai, è un pezzo del mio
carattere, ma prima, quando ti vedevo piangere nel bagno, con le mani sugli
occhi… ho pianto, anche io. Solo che tu non mi hai vista. Ero in contro luce, e
le lacrime trasparenti non si sono viste. In quel momento, ho compreso il tuo
dolore. Non dovevo toglierti il piano, e alla fine non l’ ho fatto. Se non ti
avessi trovata… se tu non avessi rubato un altro pezzettino di me… forse non
sarei qui, a scriverti la lettera più lunga della storia, e a piangere per dei
sentimenti che non mi appartengono. Forse non sarei qui, esattamente. Ma…
questo tu non lo sai… ogni santo giorno che passo in tua compagnia, ringrazio
Dio di averti trovata, le bagno. Ringrazio dei tuoi sorrisi, ringrazio delle
tue parole che, anche se affilate a volte, sono sempre sincere, ringrazio della
gioia che mi trasmetti quando suoni… ringrazio semplicemente di averti trovata
e conosciuta e amata. Perché sei una persona fantastica, forse la migliore che
abbia mai conosciuto e non voglio perderti. Mai.
Quindi, con queste
ultime parole, ti lascio. Lo so, verrai da me, mi sveglierai e mi abbraccerai.
Ma mi va bene. Ti voglio bene Kelsi, e te ne vorrò sempre.”
Kelsi lasciò la lettera
sul letto e corse dall’altra parte, senza paura di svegliare il suo ragazzo.
Spalancò la porta della camera di Sharpay e la vide, sdraiata sul letto, con la
sua mascherina rosa sugli occhi. Sorrise e le si avvicinò di soppiatto. Andò
alla finestra. Tirò una tenda. Era ancora buio. Un po’ le dispiaceva di
svegliarla. Ma doveva farlo, per ringraziarla. Così tornò al letto e la
abbracciò.
<< Sharpay, ti
voglio bene. >> le sussurrò, e, benché non vedesse nulla, sapeva che la
sua amica stava sorridendo.
Uhhhhh allora. Questa storia mi è venuta in mente l’altro giorno, parlando della filosofia del portone con Lucy. E solo adesso ho trovato il coraggio di pubblicarla. La dedico a Lucy, che non so come faccia a sopportarmi ^^, e a Nathalie, che sta male. Ragazze, siete le migliori, vi voglio bene!
Beh, vado. Bacioni a tutti, Barby.