Vagare in un deserto rosso
Perso tra nomadi dalle pelli brune, bevande di sale
Stranito tra aquile e foreste spaurite
La mente distratta, distolta da soffici terreni umidi
Eden sottratto, rivivo d’inferni
Quando mangio teste di orfani per il mio dio
Rivivo millenni di epoche incoscienti
Sono privo di vista, silenzioso imbrunire freddo
Nella neve nulla si muove, nulla si desta
Angoscioso il tuo respiro sul mio collo
Ribollenti corvi maledetti non proveranno a strapparti le palpebre
Eden sottratto, rivivo d’inferni
Tutto rivissuto, deserto, pelli violastre,
mangiano, dilaniano, violentano la carne per il loro dio
Rivivono millenni di epoche incoscienti
Camminavo tra fiori secchi, arido suolo, arido pensare
Assetato, con tutta la saggezza che puoi trovare in una bottiglia vuota, un vetro frantumato, surreale, arrossato dal sole caldo, riflette l’azzurro purissimo
Camminavo tra fiori secchi, arido suolo, arido pensare
Assetato