Anime & Manga > Sailor Moon
Ricorda la storia  |      
Autore: report    09/12/2007    6 recensioni
Una piccola bugia può indurre in un grande errore di valutazione...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Salve! Allora prima di cimentarvi nella lettura di questa storia, volevo avvertirvi che sono nuova. Cioè non nuova nello scrivere fanfiction, ma ho sempre scritto storie su Inuyasha, ma sailor mon occupa un posto speciale nelle mie preferenze di anime, quindi ho voluto cimentarmi qui. Se notate orrori su nomi o caratteristiche fatemelo sapere e naturalmente…. Fatemi sapere se ho scritto una schifezza!!!!!




br>
La sto osservando da circa venti minuti, stando comodamente seduto sul divano con le braccia dietro la testa con lei che va avanti e indietro per la stanza come una trottola.
Possibile che non si fermi mai?
Possibile che sia senza stanchezza?
Sorrido e lei se n’accorge, mi fissa per un po’, adagiando le sue piccole mani sui fianchi e mi fa la linguaccia facendo dondolare i codini “Cosa fissi Mamoru?” scuoto la testa “Niente Usagi, ma non ti pare un po’ prestino per fare l’albero? È solo il 28 novembre! E poi sei qui dalle otto di stamani… credo… sì sono sicuro di non averti mai visto in piedi così presto in un giorno non scolastico!” lei diventa rossa… e poi esplode.
“Non dire sciocchezze! Io mi alzo sempre presto! Non sono felice, ma non ho mai perso una lezione all’università!” socchiudo gli occhi “Nessuna nessuna?” lei giocherella con il gancio di una pallina… “Ok… forse una o due!” annuisco e osservo l’albero.
Perfetto. È perfetto come ogni anno, come ogni volta che lei corre da me ha prepararlo.
Senza che me renda conto, lei è al mio fianco ad osservare la sua creazione, e io osservo lei. Indossa un paio di jeans, stivali con un accenno di tacco e un golf rosa che fa brillare in maniera stupenda i suoi splendidi occhi azzurri.
Scuoto la testa “Ottimo lavoro Usagi!”esclamo e lei annuisce felice, per poi diventare estremamente seria “Che c’è?” chiedo preoccupato.
Lei mi osserva e si siede sul divano a testa bassa. I suoi lunghi codini toccano il pavimento, poi quando rialza la testa vedo i suoi occhi lucidi “Oh Mamoru… perdonami!” esclama riabbassando la testa e io mi precipito accanto a lei ancora più preoccupato.
“Di cosa Usagi!”
“Io… ecco… io… non potrò più mantenere la mia parola!” la fisso non capendo “Di cosa parli?”
“Io… te…. Noi passiamo insieme ogni vigilia di natale ormai da… da quanto Mamoru più di quindici anni?” annuisco, ancora non capendo di cosa sta parlando “Io… quest’hanno non potrò essere qui il 24!” sgrano gli occhi “Davvero? Sei impegnata? Un bel giovanotto ti ha invitato?” ma appena lo dico lei schizza in piedi “Ma che dici!”
Mi alzo e mi piazzo davanti a lei. Le afferro il mento e la fisso nei suoi bellissimi occhi “Usagi… spiegami!”
Mi si getta addosso, stringendomi forte “Oh Mamoru! Mio padre è stato trasferito in un nuovo ufficio! Ci dobbiamo trasferire tutti! Partiamo tra quattro giorni! Noi… andiamo a seicento chilometri di distanza! Non ci vedremo più!”
Appena lo dice, sento qualcosa dentro di me spezzarsi, ma non dico nulla, la stringo solo più forte.
“Usagi dai non piangere! Non è una tragedia! Non potevamo di certo vivere per sempre in simbiosi e poi seicento chilometri non sono tanti. Ci vedremo ancora stanne certa!” la vedo allontanarsi di scatto “Ma io ti avevo giurato di passare il natale con te per sempre!”
Sorrido “Era una promessa impossibile!” e adesso la sua reazione mi spiazza “Ma come… Mamoru! Quindi a te non importa nulla che io parta!” urla come una pazza, cerco di avvicinarmi, ma lei mi scaccia “Usagi No… non..!”
“Sei un insensibile! Io che mi preoccupo di non lasciarti solo e tu.. Tu non fai una piega! Potevi dirmelo prima che non ti importava niente! Che se ci fossi o no per te era uguale!”
Rimango basito. Non era quello che intendevo.
La vedo afferrare il cappotto e correre verso la porta “Comunque se può interessarti l’aereo parte alle dieci. Tra quattro giorni!” sbatte la porta e adesso sono solo.
Mi lascio cadere sul divano e mi afferro la testa “Maledizione!” esclamo e poi osservo l’albero davanti a me.
Ecco perché è venuta così presto.
Mi alzo e sfioro una ad una ogni decorazione.
“Quindi Usagi dovrò toglierle tutte io poi!” mi ritrovo a parlare da solo “Scemo!” enfatizzo e osservo fuori della finestra.
Lei se ne andrà. Lei, l’unica che è riuscita ad avvicinarsi a me nonostante il mio carattere chiuso, sparirà per sempre.
Ancora mi sembra impossibile che mi sia rimasta accanto per così tanto tempo. Lo so, non ho un bel carattere. Da quando sono rimasto solo, da quando i miei sono morti non ho mai più voluto nessuno al mio fianco, ma Usagi, lei non si è mai lasciata scoraggiare dalle mie risposte brusche, dai miei silenzi e alla fine ha vinto.
Mi è stata amica, mi ha aiuto nei miei periodi bui e mi ha promesso, molti anni fa che non sarei più stato solo.
All’inizio della nostra amicizia, il primo natale che ci conoscevamo, mi ha quasi trascinato a forza a casa sua la sera del 24 urlando per strada che non potevo restare solo, che non era giusto e sempre a forza mi ha addobbato l’albero, e da allora ogni anno era la solita storia. Lei faceva l’albero e la sera del 24 lo passavamo tutti insieme con Rei, Ami, Minako e Makoto a casa dei suoi genitori con quella peste di suo fratello.
Mi aveva accolto nella sua famiglia, tra i suoi amici che col tempo erano diventati la mia famiglia e i miei amici.
Sempre così… da quindici anni.
Siamo cresciuti insieme.
L’ho vista diventare donna piano piano. Ho visto però il suo animo restare sempre solare e socievole con tutti e inconsapevole della sua bellezza e dell’effetto che faceva sugli altri, su di me.
Appoggio la fronte sul vetro freddo osservando la neve cadere leggere.
Da quast’anno il mio sogno sparirà come neve al sole.




“Idiota!”
“Idiota!” urlo di nuovo appena varco il tempio di Rea e la vedo lì che mi osserva a bocca aperta mentre un cliente mi fissa.
Divento rossa “Scusi… non dicevo a lei! Oh dio… no certo che non dicevo a lei.. Idiota… neanche la conosco! Potrebbe essere, ma io che ne so… io…” e appena lo dico vedo Rei schizzare in piedi e afferrarmi per un braccio trascinandomi via.
“Usagi, ma sei impazzita!”
Scuoto la testa e mi siedo sul suo letto “scusa… mi avrà preso per una pazza vero?” lei annuisce e si siede davanti a me su una sedia “Dimmi chi è l’idiota!”
Sospiro “MAMORU!” urlo e lei sorride.
“Rei!” urlo “non ridere! Gli ho detto che partivo, che non avremmo più passato il natale insieme e lui… niente mi ha solo detto che non era così grave!”
La vedo alzarsi e fulminarmi con gli occhi “Gli hai mentito quindi!” scuoto la testa “NO!”
“Usagi forza da come mi hai detto sembra che partivi per la guerra, invece sì, questo natale lo passerai lontano, ma poi… USAGI!” urla e io sobbalzo “Perché non gli hai detto che saresti tornata? Che tu avevi deciso di continuare l’università qui..!”
Abbasso la testa “Io… volevo vedere la sua reazione…!” mi si siede accanto, appoggiando un mano sulla mia “OH Usagi perché non glielo dici e basta!”
Scuoto la testa “Ma lui mi vede solo come la sua sorellina, come una amica, niente di più e oggi ne ho avuto la conferma!” mi alzo, fissando fuori dalla finestra la neve che cade leggera, coprendo tutto “Non voglio che tutto sparisca come neve al sole. Meglio averlo come amico che non averlo proprio!”
Vedo Rei scuotere la testa “Per me sbagli e te ne renderai conto prima o poi!”
Sospiro e mi giro “Rei….!” lei mi fissa “Verrete tutte vero?” adesso sorride “Sì! Ha organizzato tutto Amy, arriveremo il 24!” l‘abbraccio “Lo devo dire anche a lui vero!” e lei mi colpisce sulla testa con un pugno “Rei… ancora con questa storia!”
“Scusa, ma Usagi a volte mi sembra che tu abbia ancora dodici anni!” esco dal tempio sorridendo. Rei è sempre dura con me, ma lei è fatta così… mi vuole bene così.
Arrivo a casa e sono circondata da scatoloni e mio padre appena mi vede mi lancia occhiate languide, io mi tolgo il cappotto e gli appoggio la mano sulla spalla “Rassegnati! Io non vengo!” annuisce e mentre mia madre ride compongo il numero di casa di Mamoru. So che adesso non è in casa, così posso evitare di parlargli.
La segreteria parte e la sua voce, calda e profondo mi fa sorridere. Anche il suo messaggio è serio.
Tutto di lui è serio, anche da bambino, non sembrava un bambino, ma un piccolo adulto.
“Mamoru, sono io…. Ecco… se non verrai all’aeroporto … io… ho organizzato il natale con le ragazze nella casa nuova… spero verrai anche tu…. Avvisa Amy, lei sta organizzando tutto. La partenza, se vieni… ecco certo… è per il 24. Ciao, Usagi!”
Attacco e osservo il telefono. “Sono proprio scema!” sussurro e vado ad aiutare mamma con gli scatoloni.



Il telefono ha squillato, ma non ho risposto, sdraiato al buio a rimuginare quanto sono sveglio e coraggioso.
Poi lei… la sua voce. Sono schizzato in piedi ad osservare la segreteria e adesso che si è fermata mi rendo conto che non ho sentito neanche una parola.
Schiaccio il tasto rosso che lampeggia e lei è di nuovo lì, nella stanza, al mio fianco, posso quasi vederla, toccarla.
Adesso ho capito… anche se lontani, ha organizzato il solito natale e forse se non avessi fatto lo scemo, me l’avrebbe detto poco prima, ma adesso non solo pensa che non m’interessi che lei se ne vada, che neanche voglia andare ha salutarla all’aeroporto, ma pensa che non voglia neanche passare il natale con lei!
Ottimo, sempre meglio.
Guardo l’ora, le sei di sera, ormai è tardi per chiamare Amy, rimanderò a domani, ma poi il mio cellulare squilla e devo correre in ospedale.
Rimetto piedi in casa e vedo solo il letto, mi lancio lì sopra e chiudo gli occhi. Ho così trotterellato che non mi rendo neanche conto che ore sono, che giorno è.
Mi sveglia un suono lontano…. Uno squillo…. Il telefono… il cellulare.
Me lo ritrovo in tasca e questo mi fa rendere conto che sono ancora vestito, poi la voce di Minako che mi urla nei timpani mi sveglia di botto “Ma dove diavolo sei!” mi siedo sul letto e mi strofino il volto “Non urlare Minako… qualunque cosa tu voglia rimandala a domani!”
Lei urla più forte “Domani? Domani! Lei parte oggi e tu rimandi a domani!” schizzo sul letto “Che dici?” urlo e poi vedo la sveglia sul mio comodino, mercoledì 2 ore 9:15. E il mio cuore si ferma “Oddio… ho dormito per un giorno intero!” esclamo e il suo tono di voce decresce “lei… credo che non verrai Mamoru!” e appena lo dice, sono gia sulla porta con le chiavi della macchina in mano “Trattienila. Sto arrivando!” riattacca e come un pazzo mi dirigo all’aeroporto.
Aspettami Usagi. Non puoi partire credendo che per me niente cambi, che la tua partenza mi sia indifferente. Non me lo perdoneresti mai.
Non me lo perdonerei mai.
Cerco il terminal. E quando arrivo vedo le ragazze e…. il vuoto.
Amy mi si avvicina “mi dispiace Mamoru. È già partita!” osservo oltre lei e corro verso le vetrata.
La vedo salire le scalette dell’aereo, i capelli stranamente sciolti, senza i suoi soliti codini. Si gira un secondo, ma non può scorgermi per poi sparire nella pancia dell’aereo.
Batto un pugno sul vetro e mi ritrovo Rea accanto “Spero che adesso sarai contento!” abbasso la testa “Possibile che tu te ne sia scordato!”
“Ho avuto un turno doppio all’ospedale e poi sono crollato!” la vedo scuotere la testa “Bhè almeno chiamala. Dovrebbe atterrare tra un ora. Inoltre Mamoru verrai alla festa di natale vero?” e mi fissa con le fiammelle negli occhi. Cavolo, così fa proprio paura.




Osservo fuori dal finestrino.
Lui non è venuto.
Lui… neanche è venuto a salutarmi e neanche mi ha telefonato in questi quattro giorni.
Possibile che in questa amicizia ci credessi solo io?
Non gli ho detto che sarei tornata e so che anche le ragazze non hanno parlato. Per quello che ne sa, non mi avrebbe mai più visto e…. niente.
Una lacrima mi scorre sul volto e mio padre la vede “Tesoro, ma se piangi già ora, quando ci saluterai sarai una fontana! Resta con noi!” mia madre mi fissa e lo colpisce con una gomitata “Tesoro, lascia stare!” poi si gira e mi sorride. Credo che lei abbia capito.
Dopo un ora atterriamo. Mi guardo un po’ intorno e devo ammettere che la città non è male, non ci starei mai, non riuscirei ad allontanarmi dalla mia amata casa, ma non è male.
La casa che i miei hanno preso è una piccola villetta a schiera. La loro è la numero tre e grazie al trasloco è gia arredata.
Mi sistemo in una camera e corro da mia madre ad aiutarla, meglio tenere la mente occupata.
Poi sento il telefono, lo estraggo e vedo il nome: Mamoru.
Continuo ad osservarlo finché, dopo almeno una trentina di squillo non smette.
Non voglio parlargli, non voglio sentire le inutili scuse che vorrebbe raccontarmi. Credo di avere già capito tutto.
Lo lancio sul letto e riscendo. Quando risalgo noto che ci sono sei chiamate, tutte sue e continua così anche per i successivi dieci giorni, poi, non squilla più.
Mi dirigo in giardino e decido di addobbare gli alberi esterni. Sarà un natale diverso, ma…. Sarà comunque natale e io amo il natale.
Ad opera compiuta collego la spina e sento una voce alle mie spalle.
“Ottimo lavoro!” mi giro e mi specchio in due profondi occhi blu.
“Scusa?” chiedo avvicinandomi alla recinzione “Dicevo… ottimo lavoro!” sorrido e osservo le luci “Bhè grazie!”
Lui allunga una mano tra la recinzione “Io sono Seiya! Abito tre case più giù!”
Allungo la mano e rispondo al saluto “piacere! Io sono Usagi!”



Non mi ha mai risposto.
Ok, può non aver sentito la prima telefonata, forse anche la seconda, ma non le 30 telefonate che ho fatto in dieci giorni!
Non vuole parlarmi, deve essere furiosa.
Osservo il pezzo di torta che Makoto mi porge e sospiro “avanti Mamoru, vedrai che appena ti vedrà gli passerà!” sospiro di nuovo e lei appoggia i gomiti sul tavolo e si avvicina “Mamoru!” alzo la testa “Ma dimmi un po’, non è che ti piace la nostra Usagi!” per poco non mi strozzo con la torta.
“Ma che dici?” esclamo serio, ma lei non distoglie lo sguardo da me. “Quindi mi vuoi dire che se il 24 arriviamo e la troviamo in giardino, appiccicata ad un bel giovane tu saresti contento?” schizzo in piedi “Perché? Quale giovane? Che cosa sai?” e lei scoppia a ridere “Beccato!” urla e mi indica con un dito.
Mi risiedo e ingurgito un altro pezzo d’ottima torta “Si nota così tanto?”
“Ma no! Diciamo che solo un cieco potrebbe non accorgersene. Un cieco e la nostra Usagi naturalmente!” poi si siede “Ma non potevi dirglielo?” sorrido sarcastico “Certo come no! Lo sai che non sono bravo in queste cose!” lei annuisce “Che non mi apro molto con gli altri” annuisce di nuovo “Che per me esprimere anche il più piccolo dei sentimenti è complicato” annuisco ancora. “Insomma Makoto…. Devi enfatizzare tutti i mie difetti?” adesso mi sorride “Scusa, ma lei è Usagi. Lei ti conosce come le sue tasche!”
o so, lei ha ragione e questo rende tutto più complicato, ma fortunatamente tra pochi giorni partiremo e così potrò spiegargli, chiarire e forse anche dirgli la verità. Ormai tacere non ha più senso.
Aiuto Amy e Minako con le valigie, mentre Rei e Makoto sono già pronte al terminal.
Amy mi sorride “Sei pronto per la verità?” osservo le altre ragazze che sorridono, ma bene, adesso lo sanno tutte!
“Senti Amy, ma secondo te è giusto che venga? Non mi ha voluto parlare. Forse dovrei aspettare un po’!” lei mi osserva seria “Stai scherzando vero? Cosa vuoi aspettare? L’invito al suo matrimonio!” sgrano gli occhi “Avanti Mamoru lo sai che Usagi non passa inosservata. Se non ti sbrighi arriverà qualcun altro!” sollevo le valigie e posso il biglietto all’hostess “Meglio sbrigarci!” esclamo mentre le quattro ragazze scoppiano a ridere.





Bene, tutto è pronto.
Le ragazze mi hanno telefonato e arriveranno per le sei, l’aereo ha fatto ritardo, comunque tra due ore le potrò riabbracciare.
Mi sono mancate moltissimo e questo mi ha fatto capire che non mi sarei mai potuta trasferire con i miei. Senza di loro, mi sento vuota.
Mi osservo allo specchio e riflesso in esso, vedo la foto sul mio comodino.Mi giro e la stringo tra le mani sfiorando il suo volto.
Non mi ha più chiamato, ma era logico, non ho mai risposto alle sue telefonate, però… anche solo l’idea che lui continuasse ha cercarmi rendeva viva in me un piccola fiammella che però adesso è spenta.
Di me non gli importa niente.
Alzo la testa e vedo i miei occhi umidi.
Ogni volta penso a lui alla fine scoppio a piangere.
Perché?
Perché Mamoru mi hai mentito?
Perché mi hai fato sempre credere di volermi bene, anche solo come amica, ma di volermi bene e invece sono bastati dieci giorni per cancellarmi dalla tua vita.
Ti davo così noia?
La voce di mia madre mi risveglia dai miei tristi pensieri.
“Usagi! Scendi iniziano ad arrivare gli ospiti!”.
Afferro lo scialle e scendendo le scale mi ritrovo Seiya sorridente che mi tende la mano.
“Usa! Sei splendida!” divento rossa e lo bacio su una guancia “Grazie! Anche tu non stai male!” lui mi sorride e mi resta accanto mentre i collegi di mio padre iniziano ad arrivare.
Poi sento delle voci conosciute e mia madre sulla porta che saluta le mie amiche una per una.
Adesso inizia il mio natale.
Mi giro un secondo verso Seiya quando la sento dire un nome che credevo di non sentire. “Mamoru!” e la vedo abbracciare lui.
Lui.
Lui.




Davanti al cancello della villetta, che trovo molto bella, mi sono bloccato. Rei mi ha quasi trascinato a forza verso il portone.
Sono agitato, nervoso e… dio… terrorizzato.
Appena la porta si apre, la madre di Usagi si getta addosso ad ognuno da loro, poi quando mi vede, mi regala uno dei suoi meravigliosi saluti e urla il mio nome, abbracciandomi.
Rispondo volentieri suo abbraccio.
Con me è sempre stata gentile, premuroso, anzi potrei dire che mi ha fato da madre.
Le voglio bene, molto bene.
Entro, salutando anche suo padre e poi la vedo.
Vicino alle scale che conducono al piano superiore. È bellissima. Indossa un lungo vestito bianco, ornato da piccoli ricami gialli. Sembra una principessa e…. sembra avere accanto il suo principe.
Avanzo di un passo e vedo un ragazzo al suo fianco. È alto, capelli scuri legati in un codino e occhi blu.
Con la mano destra, stringe il braccio di Usagi che sembra essere felice di questa situazione.
NO!
Non posso essere arrivato tardi.
Avanzo e vedo Usagi lasciare quel ragazzo e avanzare verso di me. Si ferma e io sorrido “Ciao!” esclamo e lei non muove un muscolo.
“Usagi? Ci sei?” la vedo annuire “Sei venuto!” esclamo estremamente sorpreso e questo mi colpisce dritto al cuore. Lei pensava che io l’avessi scordata.
Cerco di sdrammatizzare la situazione “Bhè dopo averti persa per pochi minuti all’aeroporto non potevo perdermi anche il natale no!” lei sgrana gli occhi “Sei… sei venuto all’aeroporto?” annuisco e adesso la vedo diventare rossa “Oddio… Mamoru… io…. Non ti ho risposto… credevo… scusa!”
Sorrido “Non importa! Eri furiosa vero?” alza la testa e sorride, accarezzandosi la fronte “E tu anche se ti ho trattato così sei venuto?” mi avvicino e le strofino una mano sulla testa “Non avrei mai persola festa di natale della mia testolina buffa!” adesso ride alla grande e riconosco la mia Usagi.
Si gira di scatto e lui, quel tipo è lì, dietro di lei.
“Oh Seiya!” esclama e l’afferra per un braccio, mentre il mio unico pensiero è allontanarli.
“Che maleducata. Non vi ho presentati. Mamoru, lui è Seiya. Seiya lui è Mamoru un mio caro amico!” e appena lo dice il mio cuore è colpito di nuovo.
Caro amico.
Poi la vedo sparire di corsa per parlare con le sue amiche e mi ritrovo solo con questo Seiya.
Lui afferra un bicchiere di vino bianco e si gira verso di me.
“La conosci da molto?” lo fisso e afferro anch’io un bicchiere di vino. Non dovrei bere. Non reggo l’alcol, ma…. Prevedo una lunga serata.
“Da una vita, siamo cresciuti insieme!” lui annuisce “Allora sai che è?” lo guardo stupito “Di chi parli?”
“Dell’uomo di cui è innamorata!” spalanco gli occhi “Scusa?”
“Ma sì… vedi Usagi è una schianto. Non solo è bellissima, ma ha un carattere d’oro e io… lo ammetto, mi ha colpito subito, ma non ci è stato verso. Quindi volevo sapere chi è che le ha rubato il cuore. Lei non me l’ha mai voluto dire, ma se non lo sai neanche tu. Non c’è speranza!” e detto ciò si allontana.
Lei… lei…. Lei ama qualcuno?
Mi scolo il bicchiere e ne afferro subito un altro.
Possibile che non mi sia mai accorto di nulla?
Possibile che il suo cuore sia già di un altro?
Una fitta alla testa mi ricorda che sono astemio e che bere non mi aiuterà.
Esco in giardino, un po’ d’aria mi farà bene.



Lascio Mamoru e corro dalle ragazze, abbracciandole tutte.
Poi guardo Rei negli occhi “è venuto!” esclamo e tutte annuiscono “Vedi che avevo ragione io!” esclama Amy e io lascio Rei per abbracciare lei.
“Gia!” e mi giro per vederlo, ma non lo trovo da nessuna parte.
Mi giro di nuovo verso le ragazze “Lui… c’era vero? Non era un allucinazione!”
Minako mi batte sulla testa “Guarda in giardino, mi pare averlo visto uscire!” annuisco ed esco e infatti lui è lì. Seduto sul dondolo ad osservare le stelle.
Lo guardo e il mio cuore inizia a battere all’impazzata. È bellissimo. I capelli neri brillano al chiarore della luna, ma anche se è buio, i suoi occhi blu risplendono come due gemme.
Il mio primo istinto sarebbe quello di correre verso di lui e abbracciarlo, ma devo essere concreta. Sì, lui è venuto, mi ha cercato e c’era anche all’aeroporto, però…. Non come lo vorrei io.
Mi avvicino lentamente e mi piazzo immobile davanti a lui.



Osservo le stelle e sento i suoi passi leggeri avvicinarsi.
Avanti Mamoru. Tanto non hai niente da perdere. Se quello che Seiya ha detto è vero. Hai già perso tutto.
Abbasso la testa e lei è lì, riscaldata dalla luna.
“Sei bellissima Usagi!” sussurro e lei sobbalza leggermente per poi sorridermi imbarazzata “Grazie!” risponde e alza la testa verso la luna “è bella vero?” annuisco e senza dargli tempo di reagire appoggio le mani sui suoi fianchi e appoggio la mia testa sul suo stomaco.
La sento irrigidirsi, ma poi le sue mani mi accarezzano i capelli e io vorrei restare per tutta la vita così.
“Mamoru!” sussurra e io stringo di più, lasciando i suoi fianchi e circondando la sua vita con le braccia.
“Mi lascerai davvero Usagi?”
Sento le sue mani fermarsi “Hai detto che seicento chilometri non sono tanti!”
“Ho mentito!”
La sento muoversi, credo che stia scrollando la testa perché i suoi codini mi solleticano le braccia.
“Mamoru… ti prego… non farmi questo!” sussurra e io mi stacco osservandola.
Ha gli occhi chiusi e la testa bassa.
Mi alzo “sai… il tuo amico… lui dice che sei innamorata!” adesso mi fissa allibita “Sai Usagi… chiunque esso sia è un uomo fortunato. Tu sei speciale!” e quando la riguardo lei… sta piangendo.
“Usagi!” urlo quasi e l’abbraccio mentre lei inizia a singhiozzare.
Sento le sue piccole mani stringere la mia maglia in maniera quasi morbosa.
“Usagi scusa… io non volevo… io…. Perché piangi?”
Lei si stacca “Ti ho mentito!” esclama “Su cosa?”
“Sulla partenza. Sulla mia partenza”
“In che senso?”
“Io… non mi trasferirò qui con i miei! Tornerò a casa” adesso la fisso stupito “Io…. Volevo… lo so è stato stupido, ma volevo vedere come avresti reagito e tu…. Tu non hai fatto una piega!”
Arretro, come colpito da un pugno.
NO!
Non può essere!
Non posso essere così stupido!
“Usagi!” esclamo e appena lo dico, noto che il mio tono di voce è sbagliato, estremamente sbagliato.
La vedo girarsi e sta per correre via, che l’afferro per un braccio bloccandola e trascinandola verso di me.
Afferro la sua testa con entrambe le mani e la obbligo ad alzarla verso la mia.
Non dico altro, avvicino la mia bocca alla sua e la bacio.
Sento le sue labbra calde, morbide socchiudersi.
Le nostre lingue si rincorrono rapide. Passo una mano sulla sua schiena e premo il suo corpo contro il mio.
Quando ci stacchiamo vedo le sue guance color porpora.
“Usagi…” e appoggio la mia fronte sulla sua e sento le sua mani sulla schiena, stringermi forte.
“Tornerai con me?” sussurro ad un suo orecchio “Sei sicuro Mamoru?”
“Ascolta Usagi. Lo so che ho un caratteraccio. Che sono un asociale, ma tu… tu sei l’unica che è riuscita ad arrivare al mio cuore. L’unica che non si è fermata all’apparenza. L’unica a notare che dietro la mia scorza dura, c’era solo la solitudine e la paura che affezionarsi ha ad un altro portasse prima o poi all’abbandono io… non posso perderti… io….
Sento un suo dito sulle labbra “Ok Mamoru , ho capito. Lo prendo per un si!” abbasso la testa e sorrido “sai… credo che questo sarà il mio più bel natale!” appena lo dice, le accarezzo la testa “ma non ti ho ancora dato il mio regalo!” lei sorride “Invece lo hai fatto! Un regalo che credevo che non avrei mai avuto!”




Sono circa venti minuti che la osservo dal divano.
Non si è fermata un minuto.
Sorrido e lei se ne accorge.
“Cosa ridi?” mi chiede incrociando le braccia “Usagi guarda che se non lo finisci per stasera è uguale!” scuote la testa “Assolutamente no! L’albero deve essere smontato!”
Sospiro e mi alzo, afferrando lo scatolone in cui andrà l’albero.
“Ok… però lo portiamo in cantina domani!” lei si gira e mi sorride “Va bene, ma mi spieghi perché hai così furia?” mi avvicino, accarezzandole il viso. “Tra tre giorni riprendo il lavoro e tu le lezioni. Ci vedremo poco…. Non ti pare il caso di sfruttare la situazione?” la vedo sorridermi “Oh…. Capisco!” e mi spinge verso la camera da letto.
Sorridendo, le tolgo la maglia, e penso che le nostre tradizioni natalizie subiranno dei cambiamenti. Sì, come mi aveva promesso, Usagi lo passerà sempre con me. Ma dall’anno prossimo non mi dovrà trascinare da nessuna parte. Vivremo insieme e passeremo insieme non solo i natali, ma il resto della vita. Perché anche io, quest‘anno ho avuto il più bel regalo che potevo sperare, sognare e adesso, che stringo il mio sogno tra le braccia, sono felice. Felice davvero.
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: report