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Autore: Infinite Sky Driver    24/05/2013    3 recensioni
Il paradiso terrestre.
Dei sconsacrati.
I polli non pioveranno dal cielo, ma saranno i vostri peggiori incubi. O almeno lo saranno se siete vegetariani.
SHINee Legend. Come back.
Genere: Comico, Demenziale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Quasi tutti, Sorpresa
Note: Raccolta | Avvertimenti: Gender Bender
- Questa storia fa parte della serie 'SHINee Legend II'
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Introduzione.
Va beh, non ho molto da dire. Un giorno ho guardato la quantità di storie demenziali in questa categoria e mi sono rattristata nel vederne così poche, così...ho pensato: Perchè non creo la seconda raccolta di SHINee Legend?
E così.....è nato SHINee Legend II! 8D
Non so quanti di voi si ricordano della mia prima raccolta, ma gli sfortunati che la ricordano....sanno che è demenziale, e questa sarà ancora peggio. Direi che sfocia nel nonsense. Ma è proprio così che mi piacciono! Perciò..non voglio spoilerare niente. Questo è il prologo, ditemi cosa ne pensate con una recensione, sarei davvero felicissima di sapere cosa ne pensate! *n* Detto questo, buona lettura!


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Questa è una storia.
Una storia che parla di un racconto.
Un racconto che narra vari avvenimenti.
Vari avvenimenti in terre lontane, ne in cielo ne in terra, ma in dimensioni sconosciute all’uomo, agli animali, ai vegetali, ai minerali, agli organismi monocellulari, agli uomini sapiens.
Tutto iniziò un giorno.
Non troppo lontano, non troppo vicino. A due chilometri a est del nord, venti gradi sud del polo.

 

              
 

Una voce gli arrivò alle orecchie soave, leggera, delicata.
Aprì gli occhi, trovandosi in una sorta di paradiso terrestre.
La vegetazione cresceva rigogliosa tutt’attorno a lui. Piante grasse, magre e nella norma si beavano della luce del sole di primavera.
A pochi passi da lui si vedeva ancora ciò che aveva lasciato l’inverno. Neve sparsa un po’ ovunque sui sassi, qualche lettera mai finita, un paio di scarpe.
Insomma, se n’era andato così. Da un giorno all’altro.
Aveva lasciato posto alla primavera, gentile e delicata. Forse era stata proprio questa a parlargli all’orecchio, con lo stesso tono con cui si parla ad un amante.
Ma si rese conto che non aveva potuto sentire la voce della primavera.
Quella che aveva udito, era una voce di uomo. Una voce matura, ma talmente dolce e consapevole che aveva pensato per un attimo che si trattasse di uno dei suoi hyung.
SI alzò a sedere, osservando i fili d’erba di uno strano colore verde acqua.

Non capiva come mai si trovasse in quel luogo. Un attimo prima stava provando nella sede della compagnia, forse si stava facendo una doccia, ma non ricordava nient’altro.
SI guardò il corpo, scoprendosi irrimediabilmente nudo.
Si coprì l’intimo con le mani, pudico, mentre con gli occhi cercava in giro i suoi vestiti, o comunque si assicurava che nessuno l’avrebbe visto in quello stato.
A quanto pareva, però, non c’era anima viva nei dintorni.
Si dimenticò della sua nudità e prese a correre felice in mezzo alla vegetazione rigogliosa, spuntando su di un prato enorme e verdissimo, era la distesa d’erba più bella che avesse mai visto in tutta la sua vita.
Vide laghi di granatina, affondò le dita nella sabbia di alcune oasi di zucchero di canna, si appiccicò agli alberi di formaggino. Il suo corpo strabordava di gioia e arcobaleni.

Si sentì felice.

Si sentì stupido.

Si sentì…in un altro luogo?

Attorno a lui non c’era più l’aria fresca, ma si trovava all’interno di un tempio.
Il profumo d’incenso era talmente forte che tossì parecchie volte, sfregando anche gli occhi arrossati per il fumo.
-Ti sei divertito?- La stessa voce che aveva sentito prima.
-Cosa?-
-Ti sei divertito?- Ripeté come un disco rotto.
-Divertito?- Si sentì confuso. Non vedeva nulla, solo candele tutt’attorno a lui che rischiaravano poco l’ambiente lasciato in penombra. I numerosi fumi degli incensi gli impedivano la chiara vista.
-Ti sei divertito?- La voce parve un poco infastidita, questa volta.
-Non capisco…chi sei tu?-
-ALLORA, TI SEI DIVERTITO O NO?-
Gli arrivò in fronte una ciabatta, facendogli perdere l’equilibrio e barcollando con il busto, dalla sua posizione seduta.
-Ma che diav..-
-Rispondi-
-Prima dimmi chi sei-
-Tu sei?-
-Io sono? Te l’ho chiesto prima io, voce dei miei stivali-
-Se vuoi, allora sarò “Voce dei miei stivali”, tu sei..?-
-Minho-
-SBAGLIATO!- Un’altra ciabatta, più pesante, gli arrivò sulla nuca.
Minho, massaggiandosi ed imprecando tra i denti voltò la testa indietro, ma di nuovo la nebbia non gli fece vedere nulla.
-Ti sei divertito?- Continuò.
Minho, sospirando, rispose.
-Si.-
Percepì un sorriso provenire da quella voce.
-Piacere, ti sei divertito-
Minho non capì a che gioco stesse giocando.
-Chi sei tu?-
-Voce dei miei stivali-
Minho perse la pazienza. Si alzò e provò a camminare, ma in qualsiasi direzione andasse si ritrovava sempre al punto di partenza.
-Sta calmo, ti sei divertito. Devi imparare molte cose, qui-
-Ovvero? Fatti vedere!-
Una figura indistinta prese forma da dietro la fumina di incensi. Minho assottigliò gli occhi per vedere meglio.
Quello che apparve fu contro le sue aspettative.
Un ometto piccolo e grasso gli sorrise, con gli occhi stretti in una fessura.
Portava vestiti arancioni, molto larghi, che lo facevano sembrare ancora più grasso.
-E tu…da dove spunti fuori?-
Voce dei miei stivali sorrise, benevolo.
-Povero, sciocco, ti sei divertito. Io sono la tua guida spirituale, e ti guiderò nel mondo della consapevolezza-
-La smetti? Io sono Minho-
-Certo, lo so chi sei-
Minho perse definitivamente la pazienza.
-Mi prendi in giro? Primo, da dove sbuchi fuori; secondo: cosa vuoi da me; terzo: perché sono qui; quarto:…perché sono nudo?-
-Sei nudo perché è questa la tua essenza- Sorrise ancora l’ometto piccolo.
Detto questo prese un rasoio e gli tagliò i capelli.
Minho cercò di divincolarsi, ma non riuscì nemmeno a fiatare, come immobilizzato da una forza schiacciante.
L’uomo guardò soddisfatto il suo lavoro finito, poi gli rovesciò della cera bollente in testa.
Minho imprecò gesticolando, insofferente.
Dopodichè l’ometto gli posizionò una candela in testa e la accese, per poi sedersi di fronte a lui.
Prese a leccare un sasso.
Minho, che aveva smesso di farsi domande, lo fissò impietrito.
-Perché lecchi un sasso?-
-Perché è questo che farai tu, quando prenderai il mio posto-
-Prendere il tuo posto? Non ci penso nemmeno!-
-Ma dovrai farlo, e quando lo farai, istruirai molte persone nelle grandi verità della vita-
-Come…leccare i sassi?-
-Esatto, mi capisci, hai visto ti sei divertito?-
-Non sono divertito affatto, stupido ometto-
Un’altra ciabatta gli arrivò alla nuca, con più forza.
-Ma che diav!-
-Attento, ti sei divertito. Le ciabatte diventeranno scarpe. Le scarpe sassi. I sassi badili. I badili frane. Le frane tsunami!- Disse quella frase con un’enfasi tale che aspirò troppo fumo e tossì rischiando di strozzarsi.
-Mi arriverà uno tsunami in testa quindi?-
Voce dei miei stivali gli passò il sasso, soddisfatto.
-Arriverà ciò che è giusto per te-
Minho non capiva.
Prese il sasso e lo fissò. Aveva cambiato forma, probabilmente sotto l’effetto corrosivo della saliva di quell’uomo.
Fu tentato di assaggiarlo, ma l’ultimo pizzico di buon senso lo fermò.
-Chi sei?-

-A tempo debito lo scoprirai-

L’uomo era svanito, lasciandolo solo, nudo, pelato, con una candela in testa, ed un sasso in mano.
Quando si guardò, portava gli stessi vestiti di quell’uomo, e si sentì più sollevato.
Iniziò a leccare il sasso, riflettendo sull’accaduto.
Almeno fino a quando uno strano rumore gli distolse l’attenzione dai pensieri, portando il suo sguardo verso una grande luce che stava facendo sparire quella fastidiosa nebbiolina.

Entrarono in gruppo vari indigeni che agitavano clave, bastoni e ossa di vario genere.


-ORIMAGNO DRIMGOR!-

Jonghyun sbucò fuori da un vulcano in lontananza, tra lapilli e cenere incandescente.

-NAL CHITARIOCCI'!- Urlava forsennato, con la bava alla bocca, incitando gli indigeni in una danza alquanto ambigua.

-SARANDO’, MUCCHINC’E’, MIRETO, MUCCHIN..C’E’!!-

E gli indigeni impazzirono, agitando le loro armi, andando verso Minho con fare grottesco e primitivo. Alcuni avevano in mano dei cd e li spezzavano a metà con l’intento di far innervosire il guru del tempio, altri strizzavano spicchi di limone negli occhi ai loro compagni e urlavano grida di battaglia che assomigliavano molto a canzoni dei B.A.P. Uno di loro addentò una mela ed esplose subito dopo.

La divinità vulcanica sorprendentemente uguale a Jonghyun uscì dal vulcano, dirigendosi verso il luogo immerso nel caos. Teneva in alto uno scettro pieno di diamanti, in segno del suo potere. Gli bastarono pochi passi perché raggiungesse Minho, che non riusciva a muoversi dalla sua posizione: con sgomento aveva provato ad alzarsi, ma i pantaloni erano pieni di colla sul sedere, quindi era rimasto piantato a terra.

Jonghyun lo raggiunse, rimpicciolendo. A pochi passi da Minho, era a dimensioni reali: un metro e una mela.
L’essere ridimensionato prese la mela e la mangiò, così fu alto solo un metro.
Guardò Minho con aria critica, continuando a mordere il frutto, sbrodolandosi sul mento di quel dolce succo incolore. Spezzò poi la mela a metà, e con un sorriso soddisfatto intinse due dita nella polpa, stranamente molle e di colore arancione. Passò poi le stesse dita sulla fronte di Minho. Dopodiché gli sparse sopra della polvere, e Minho starnutì.

Dopo un attimo di smarrimento, cominciarono a parlare.
-….Chi sei, tu.-
-Jonghyun! Sono Minho!-
-Tu? No! Chi sei, tu.- E lo indicò accusatorio.
Se già si sentiva stupido prima, in quel momento Minho si sentì un completo deficiente.
-Senti, uno mi chiama Ti sei divertito, per te sono Chi sei?-
-Tu, sei Chi sei, non mi interessa il tuo nome.- Jonghyun farneticò quella frase in balia di una strana luce negli occhi, Minho non capiva se si era fumato qualcosa dentro al vulcano o se semplicemente lo prendeva in giro. Prima che potesse parlare, però, il più grande lo bloccò.
-ZITTO, TI SEI DIVERTITO. O le ciabatte diventeranno scarpe. Le scarpe sassi. I sassi badili. I badili frane. Le frane tsunami!-
A Minho sembrò di aver già sentito queste parole.
-Ma tu sei…-
-ZITTO! Le ciabatte diventeranno scarpe. Le scarpe sassi. I sassi badili. I badili frane. Le frane tsunami!-
Stavano oltrepassando i limiti del sopportabile.
Minho si alzò di scatto, con una forza sovrumana, noncurante dei pantaloni che gli si strappavano dalle gambe rimanendo attaccati al suolo lasciandolo così in boxer, sempre che ce li avesse.
-Finiscila! Me ne vado!- Detto questo, scoppiò in una risata vittoriosa, iniziando a correre mezzo nudo fuori dalla grotta, inoltrandosi nella vegetazione inesplorata.
Minho non sapeva che facendo quello, avrebbe acceso i riflettori su di se, e gli Dei gli avrebbero fatto visita, in quel suo viaggio appena cominciato.


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