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Autore: CHAOSevangeline    24/05/2013    1 recensioni
{HetaOni}
Stava cercando di fare il possibile per limitare i danni del dolore che aveva visto dilagare sempre di più dentro Feliciano. Se l’avesse motivato ad andarsene, forse sarebbe riuscito a render tutto meno difficile e a togliergli di dosso almeno il peso della colpa di essere fuggito da solo.
Eppure sentiva che così facendo avrebbe spezzato quell’animo ormai stremato.
Alla fine, il suo cuore avrebbe comunque finito con il dilaniarsi.
Già, perché fisicamente quel ragazzo era vivo, stava relativamente bene, ma Ludwig l’aveva visto ugualmente morire lentamente, all’interno: la sua allegria era ormai finta, quasi come una marionetta che usava per nascondere tutto ciò che non poteva far sapere loro ed evitare domande indesiderate.
Non era più come prima.
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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Non mi voglio dilungare in grandi introduzioni, perché preferisco parlare per bene dopo la storia.
Dico solo che vi suggerirei la lettura della fanfiction con questa OST (https://www.youtube.com/watch?v=fh5-NNuTm-A) di sottofondo, se ne avete l'occasione, perché è quella che mi ha ispirato il tutto.
Buona lettura!

 

The decision of love.




Se avesse dovuto dire cos’era secondo lui l’inferno, avrebbe sicuramente avuto la risposta pronta: quel luogo, quella casa. Quello era l’inferno.
Più il tempo passava, più persone che conosceva perdevano la vita senza che lui potesse fare assolutamente nulla per evitarlo.
L’ultima che l’aveva abbandonato era suo fratello e riusciva a percepirne il corpo ormai gelido appoggiato contro il proprio fianco.
Avrebbe pianto, se solo non avesse dovuto cercare di motivare in qualche modo il ragazzo di fronte a lui.
Feliciano era in ginocchio, stringeva convulsamente il proprio diario come se quel misero quaderno potesse dargli la forza di andare avanti, di alzarsi e di uscire da quel posto, come gli aveva chiesto Ludwig.
« Vai, Feliciano… manca poco tempo. »le labbra del biondo si incurvarono in un debole sorriso, senza riuscire a trattenere un gemito di dolore che stonò terribilmente con la sua espressione apparentemente rilassata.
L’italiano scosse la testa, mentre le lacrime scorrevano copiosamente lungo il suo viso. Diversamente da come aveva fatto in quel periodo, non stava cercando di fermarle.
« N-No, rimango qui… » la voce rotta, che feriva sempre di più la sua gola ad ogni singola lettera che pronunciava. « Tu starai bene, anche Gilbert si sveglierà e usciremo da qui… Sì, sì andrà così! » un sorriso poco sano si prese possesso delle sue labbra e una risata isterica aleggiò nella stanza.
Ludwig non lo voleva vedere così, non voleva che perdesse la cognizione della realtà proprio in quel momento.
« Feliciano, noi non possiamo venire con te e lo sai. » cercò di assumere un tono vagamente severo per convincerlo, ma non ci riuscì: il dolore e la pressione delle lacrime erano un nemico troppo forte contro cui lottare per riuscire a non ammorbidire almeno in parte la propria voce.
Se non altro, era forte del fatto che quella frase avrebbe distrutto tutte le illusioni che l’italiano stava cercando di crearsi.
« Sono orgoglioso di te per quanto sei stato forte… Adesso però fai la cosa giusta e vai via. Non mi vuoi fare arrabbiare, giusto? »
Stava cercando di fare il possibile per limitare i danni del dolore che aveva visto dilagare sempre di più dentro Feliciano. Se l’avesse motivato ad andarsene, forse sarebbe riuscito a render tutto meno difficile e a togliergli di dosso almeno il peso della colpa di essere fuggito da solo.
Eppure sentiva che così facendo avrebbe spezzato quell’animo ormai stremato.
Alla fine, il suo cuore avrebbe comunque finito con il dilaniarsi.
Già, perché fisicamente quel ragazzo era vivo, stava relativamente bene, ma Ludwig l’aveva visto ugualmente morire lentamente, all’interno: la sua allegria era ormai finta, quasi come una marionetta che usava per nascondere tutto ciò che non poteva far sapere loro ed evitare domande indesiderate.
Non era più come prima.

Un passo.
Due passi.
Quella… cosa stava arrivando e anche Feliciano se n’era accorto data l’occhiata terrorizzata che aveva lanciato alla porta.
Che poi era terrorizzata? Sembrava più che altro furibonda.
Non l’aveva mai visto così.
« Sta arrivando, Feli. Devi andare, fa in modo che tutti i nostri sforzi non siano stati vani, d’accordo? »
Un singhiozzo raggiunse il suo orecchio.
Nemmeno si era reso conto, per la velocità con cui si era avvicinato, delle braccia di Feliciano strette intorno al suo collo in un abbraccio disperato.
« Non voglio… non voglio andare da solo, Lud! Non ti voglio lasciare qui! » quasi urlò, senza riuscire a controllare minimamente il tono della voce.
Con uno sforzo che gli sembrò estenuante, il tedesco alzò un braccio per portare la mano fra i capelli dell’altro, arrestandola però a mezz’aria: se avessero ritardato ancora gli addii, quel mostro avrebbe preso anche lui.
Con tutta la forza fisica – e morale – di cui ancora disponeva lo spinse via, fissando i propri occhi azzurri in quelli ambrati dell’altro.
“Non mi guardare così.” pensò, sentendo tutta la disperazione dell’italiano crollargli addosso. Peccato che quella volta non potesse sostenerla al posto suo.
« Sei forte, Feliciano. Ce la farai. » gli sorrise appena, mentre tendeva il busto in avanti.
E così, proteso verso l’altro, poggiò le labbra pallide sulla sua fronte in un punto lasciato scoperto dai capelli castani che ormai non conoscevano più un ordine.
Quel semplice contatto sembrò tranquillizzare Feliciano, che dopo essere stato scosso da un tremito mescolato a un singulto smise improvvisamente di piangere, come se fosse stato ipnotizzato.
Si alzò lentamente e fece un passo indietro. Sembrava lottare tra la volontà di ritornare tra le braccia di Ludwig e quella di scappare per accontentare la sua richiesta.
Ludwig gli rivolse un sorriso dolce, sapendo che solamente così facendo sarebbe riuscito a rincuorarlo almeno in parte.
Quell’espressione non abbandonò il suo viso nemmeno quando la porta da cui era uscito Feliciano si accostò, senza chiudersi completamente.
« Viel Glück*, Feliciano.» sussurrò.
Voltò stancamente la testa in direzione dell’altro ingresso alla stanza.
La creatura era lì, lo stava fissando.
Si era già accorto del suo arrivo esattamente quando Feliciano era uscito dalla stanza, ma non aveva fatto nulla: si sentiva totalmente in pace.
Il portone al piano inferiore si richiuse con un tonfo e Ludwig sorrise, ancora.
« Mi dispiace per te, ma ora tutto quello che dovevo proteggere è al sicuro. » le palpebre si fecero pesanti, cominciò a chiudere gli occhi.
« Ho vinto io. »






*Viel Glück: Buona fortuna.


Angolo dell'autrice ~
Ormai sono sbarcata in questa sezione e attualmente non ho - sfortunatamente per voi, direte - intenzione di andarmene, quindi spero di riuscire a continuare ad avere idee per postare qui!

Come prima cosa vorrei dire che adoro HetaOni e ho sempre desiderato scriverci qualcosa, ma non pensavo proprio che sarebbe stato qualcosa di questo genere. A dire la verità, non so bene che cosa mi aspettavo di sfornare x°
L'idea mi è venuta quando ho scoperto che l'OST "The decision of Love" era il tema di Germania, nel gioco, e non ho proprio potuto fare a meno di aprire Word e cominciare a scrivere qualcosa.
So perfettamente che nel gioco le cose non vanno in questo modo, ma ho pensato che sarebbe stato noioso ripetere la scena per filo e per segno, quindi ho deciso di modificare un po' gli avvenimenti.
Preciso che sono totalmente impedita nel mettere gli avvertimenti e i raiting quindi... spero di non aver combinato disastri! Per essere sicura, ho anche aggiunto l'avvertimento "spoiler".
Detto questo, non so se considerarmi propriamente soddisfatta di ciò che è uscito, ma ho deciso di postarlo ugualmente con la speranza che decidiate di dirmi che cosa ne pensate!
Grazie mille anche solo per aver letto, alla prossima!

CHAOSevangeline
   
 
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