10/12/2007
4 recensioni“Eddai! Solo per cinque minuti!”
“Ti ho detto di no!!”
“Minutiininininininini…”
“Yuri, basta!”
Julia rintanò le mani tra i capelli, gli occhi smeraldini stropicciati già immersi in fogli pallidi, macchiati di nero.
Macchiati perché nella sua mente artistica quei segni abbinati a numeri non avevano senso.
Righe, perimetri, formule, aree. Scarabocchi che ridacchiavano e indicavano il dispettoso sole che saltellava come bimbetta oltre la finestra, sbucando fra le nuvole.
E presto ci sarebbe stato anche qualcun altro, fuori dalla finestra, se non fosse rimasto zitto…
“È una così bella giornata!” esclamò il rosso indicando lo spumeggiante sole di giugno come se fosse uno spot televisivo, armato di un sorriso a trentadue denti che mai avrebbe mostrato in pubblico.
Che bello averlo solo per se.
“Ti sei dimenticato di questo??” ululò la ragazza in risposta sollevando un enorme lista di esercizi che il suo allenatore le aveva portato con espressione serafica assieme a una rosa rossa e al vassoio della colazione.
Richiesta di perdono che non sarebbe mai arrivato.
Julia aveva cercato di spiegare all’allenatore che quando sarebbe tornata a casa, si sarebbe specializzata nel fare le piroette, a saltare la corda su un filo o al massimo ad addestrare i leoni, non avrebbe cercato di ottenere la laurea in matematica…
“Ma cara” aveva risposto questi sculettando in maniera equivoca “la geometria serve non solo per il bey, ma anche per un’artista del circo dotata come te: pensa se dovessi calcolare l’area della pista che devi percorrere su un maestoso cavallo bianco all’inaugurazione”…finché Julia, in perfetto stile spagnolo, lo aveva sbattuto fuori dalla stanza, intimandogli da non provocarla a calcolare l’area della sua tomba, di cui presto avrebbe avuto bisogno.
Comunque la ragazza non avrebbe saputo da che operazione iniziare, ma non voleva certo diventare un’impresaria di pompe funebri…..
Dopo aver sopportato l’allenatore e suo fratello che era sgattaiolato via come un ladro dopo aver finito gli esercizi in cinque minuti,ghignando allegro, ora si ritrovava il suo fidanzato appollaiato sulla finestra che miagolava sul magnifico tempo che non poteva perdersi.
“Non morirai se non li finisci…” uggiolò sempre sorridente il russo.
Julia alzò il volto: aveva i capelli scarmigliati da tutte le volte che erano stati tormentati, gli occhi smeraldini cosparsi di formule e qualche prodotto sballato, le labbra strette e le unghie mangiucchiate.
“Ti rendi conto che io non potrò andare alla fiera domani se non finisco questi” esclamò indicando il plico di fogli: purtroppo avrebbe perso la fiera di Madrid se non li avesse completati tutti: era agli arresti domiciliari.
“E chi se ne importa della fiera” sbuffò il capo dei Neoborg “fai un giro con me oggi e domani resti a finire….questi cosi” finì sollevando brevemente i fogli con fare disgustato: anche Yuri non era mai stato un amante della geometria.
Gli occhi di Julia erano così spalancati che si sarebbero potuti friggere al tegamino: perdere la fiera, ovvero il paradiso di gioielli, vestiti, sciarpe, capelli e miliardi di altri accessori “pucciosi”?Non sia mai!!
“Yuri Ivanof” scandì la ragazza con voce velenosa “ ora tu scendi da davanzale, ritorni sull’albero, scivoli tra i rami, appoggi i tuoi piedini a terra e tornatene a casa. E quando ti lanci giù come uno scimpanzè- perché lo farai, non guardarmi così- stai attento all’aiuola, se non crederanno che sia stata io col bey”.
“Prima però mi calcoli l’altezza dell’albero, così vedo se posso saltare subito giù come uno scimpanzè…scherzo, scherzo!!” sorrise il ragazzo quando si ritrovò sommerso dai libri.
“Ora sparisci” gridò Julia stufa, chiudendo la finestra e rischiando di buttare giù il ragazzo dall’ albero.
Si voltò, facendo ondeggiare i capelli ramati spruzzati d’oro, risiedendosi, gli occhi stretti e le dita tra le lineari figure.
Cercando di dimenticare quel bagliore freddo, come un addio, che aveva intravisto tra gli occhi celesti del suo amato, dietro l’anonimo vetro.
La mattina dopo Julia dovette cospargersi di cipria dato che si era addormentata sulla matita, il cui segno rossastro si allargava sulla sua fronte, stranamente simile alla diagonale di un rettangolo.
“Le due diagonali di un rettangolo sono sempre congruenti…oddio, sono impazzita” rimuginava mentre, specchiandosi, cercava di trovare un’angolatura da cui non si vedesse il segno e rammentando tristemente gli occhi turchini di Yuri, velati di rimprovero.
Inoltre non fu particolarmente entusiasta quando, appena tornata dalla colazione, vide la finestra di camera sua aperta e sentì il vento toglierle la cipria dalla fronte.
La richiuse con stizza, ancora stressata dalla geometria, prima di notare un foglietto bianco sul tavolo.
Gli occhi smeraldini di Julia scrutarono il foglio e riconobbero una figura non annoverata tra quelle geometriche di sua competenza.
Un cuore rosso, grande e liscio, sincero come un pugno, come guance al primo amore, come tramonto sul mare.
E sotto la figura, in parole chiare e tonde, le particolarità.
Cuore.
Generalità= figura geometrica non logica perfetta.
Lati= dipende dalle sfaccettature che può avere l’amore e quanti sentimenti possono provare le persone che disegnano questa forma.
Calcolare l’altezza del cuore= sottrarre dal totale l’altezza che serve al più basso per raggiungere le labbra dell’altro( nel tuo caso molto….eheheh)
Calcolare il perimetro del cuore= sommare le due metà, dividere per l’area delle labbra e(nel mio caso) moltiplicare per un milione!
Calcolare l’area del cuore= abbracciare la persona che si ama veramente, stare ad ascoltare il suo battito, sospirando tutti i sentimenti che si provano per lei…..( e non buttarla giù da una finestra!).
Particolarità della figura= non ha bisogno di teoremi per essere dimostrata!
C.v.d
Il volto di Julia passò dal divertito al commosso in pochi istanti, in uno spettro di colori che variavano dal rosso al rosa, dal tramonto all’alba.
E, dopo essere rotolata dalle scale, i colori della fiera le sembravano così sciocchi, frivoli in confronto a quella tempesta che le sconvolgeva il cuore.
Trovò Yuri a passeggiare sul mare, assorto, col cuore in mano.
E Julia lo abbracciò mentre lo baciava, ansiosa di calcolare il loro personale perimetro d’amore.
Sospirando tutti i sentimenti che si provano per lei….
“Ti amo…”
Nota1=O_o…oddio. Ma vi rendete conto che ho scritto una fic.. romantica??Aarghh!sono gravemente malata d’amore!!!aiutoooooooooooooo!!!(sono 999 parole....ho paura..)
Nota2=vabbè torniamo alla normalità( un bel respiro..): ben ritrovati, caro pubblico di beyblade!!Io sono Lalani alias Mikoto( la fan delle YuriJulia, sì proprio lei!!)Mi sa che dovete sopportarmi anche stavolta!Questo delirio esprime il mio grande e sconfinato odio per la matematica e materie affini( non vi dico la mia media…) e la povera Julia deve subirsi i compiti anche durante il torneo.. che voglia!
Un puntualizzazione: il c.v.d significa, come forse molte di voi sapranno, come volevasi dimostrare e si trova alla fine di ogni spiegazione del teorema.
Inoltre Yuri è un po' OOC...ma io l'ho sempre immaginato tenerone!!!
Nota3= Avviso alle lettrici di You can sleep when I drive: per chiunque seguisse la mia fic, vi dico che, a causa del mio computer spastico sono rimasta un po’ indietro, ma tenterò di finire il più presto possibile!!Aspettate fiduciose!
Grazie per la vostra attenzione,
Lala