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Autore: E l i z a    24/05/2013    4 recensioni
Nell'introduzione si sente aria di cambiamenti!
Un giovane ragazzo di diciassette anni e capelli azzurri.
Una giovane ragazza di milleseicento anni e capelli rossi.
Uno studente ed una morta.
E se per una missione la morta facesse morire di paura il vivo?
.. Read me!
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Espada, Jaggerjack Grimmjow, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Body language.

Reiko era circondata di persone, in mezzo ad una strada affollata e piena di negozi, ma era come se non ci fosse nessuno. Non potevano ne aiutarla ne vederla, era completamente sola. Il corpo in fin di vita di Grimmjow poggiato su di lei le gravava sulla schiena come un macigno, come l'avrebbe salvato in quelle condizioni?
La ragazza alzò gli occhi al cielo, constatando che sulla terra stava già calando la notte, e questo non aiutava nessuno dei due, Grimmjow necessitava di cure e un luogo adatto a riposare; si, ma dove? Non credeva ci fosse nessun posto sulla terra che potesse ospitarli entrambi che lei conoscesse.. oppure c'era?
Guardatasi un po' intorno ripensò al periodo in cui si trovava sulla terra, appena conobbe Grimmjow, e cercò di ripercorrere con la mente la strada verso la casa dei nonni, andare lì era l'unica possibilità.
Arrivò dopo qualche minuto, il cielo si era in breve fatto ancora più scuro, e la fatica fisica di Reiko cominciava a farsi sentire sempre più forte, così poggiò il corpo inerme di Grimmjow sul tronco dell'albero di fronte alla dimora, notando così che il sangue sembrava essersi fermato, questo era già un buon segno.
Nonostante le luci accese, decise di salire e controllare che nella stanza del ragazzo non ci fosse nessuno, in modo che se avesse aperto la finestra non avrebbe dato troppo nell'occhio.
Notata la via libera, dopo aver fatto scivolare il vetro, riscese dal tronco su cui stava appollaiata per riprendere sulle spalle Grimmjow ed entrare nella sua stanza.
Non vi aveva mai messo piede, così quando entrò si trovò circondata da oggetti che nella sua vita -o morte, se così vogliamo chiamarla- non aveva mai visto.
Sembrò un po' impressionata dal fatto che le stanze degli umani fossero così estranee a quelle degli espada, ma si abituò subito, infondo non era così strano che avessero stanze diverse, essendo creature diverse.
Poggiò Grimmjow sul letto, lo coprì ed andò in bagno a cercare delle garze, sicuramente ne avrebbe trovate un po', conoscendo il carattere ed il comportamento del ragazzo. E non ebbe tutti i torti.
Due rotoli di garze ancora chiusi facevano al caso suo, e tornata senza far rumore nella stanza, accostò la porta e le scartò poggiando sulla scrivania l'involucro di plastica.
Iniziò a srotolarli lentamente, pensando a quanti problemi gli avesse creato quel ragazzo fino a quel momento, ma comunque non riusciva ad incolparlo di nulla.
Nel frattempo Grimmjow sembrava essersi spostato, girato nel letto, come assopito e non malato. Difatti appena tolte le coperte dal suo corpo lo trovò con una mano all'interno dei pantaloni.
-Che razza di abitudini.
Lo mise in una posizione più comoda affinché riuscisse a fasciarlo, e ricoprì quasi interamente il suo petto e la sua spalla, che erano le parti più lesionate del corpo, e dopo un'ora circa di cure in cui sembrava non essersi accorto di nulla, emettendo di tanto in tanto anche qualche grugnito che sembrava equivalere al russare solito, lo fece sdraiare di nuovo rimettenedolo sotto le coperte, lasciandosi prendere anche lei dal sonno.
La mattina seguente, quando si svegliò, si trovò nel letto di Grimmjow, sotto le coperte e aveva addosso il suo giacchetto -benché non coprisse niente, su di lei faceva la sua pare per scaldarla-, ma intorno a lei non vi era nessuno.
Alzò un po' la testa notando la porta ancora chiusa, poi si voltò verso la finestra e vide Grimmjow a petto nudo, ma ancora fasciato, che stava contemplando qualcosa al di fuori di essa.
Lentamente si alzò, provando a non fare rumore, ma una volta in piedi un sonoro sbadiglio fece destare Grimmjow da ciò che stava osservando.
-Buongiorno- si voltò, rimanendo sbalordito dall'immagine che aveva di fronte.
Reiko era ancora assonnata, gli occhi socchiusi ed una mano posta su uno di essi con il palmo a stropicciarlo, i capelli rossi e arruffati sulla testa, i vestiti sgualciti.. era bella anche così.
Dopo un altro sbadiglio si avvicinò a lui mormorando un buongiorno in risposta, e tenendosi il suo giacchetto ancora sulle spalle si affaccio sulla grande finestra, poco più avanti a lui. Strinse tra le mani l'indumento, la brezza fresca di quella mattina le fece passare alcuni brividi.
-Ti ha tenuta calda il mio giacchetto, vedo.
Grimmjow sorrideva quasi tranquillo, come se stare li con lei lo distogliesse da qualsiasi altro pensiero. Per la prima volta era tranquillo veramente.
-Già- sorrise lei, voltando la testa a fissare la sua mano che teneva un lembo del giacchetto.
Dopo un piccolo periodo di silenzio, che sembrò rendere l'aria tra i due gelida, lei riprese a parlare.
-Cosa ti è passato per la testa?- chiese con tranquillità, una tranquillità che sembrò spiazzare il ragazzo, che si aspettava invece una reazione completamente diversa, si aspettava una Reiko in collera.
-Nulla.- rispose spostando lo sguardo, era sicuro che per come la pensava lei non l'avrebbe mai capito.
-Farti quasi ammazzare lo reputi nulla?- si voltò a fissarlo.
-Avevo le mie buone ragioni.
-Ah si? Vorrei proprio saperle.
-Cos'hai da intrometterti così tanto in quel che faccio io? Hai sempre sostenuto che di me non te ne importava un cazzo, cos'è tutto questo interesse? Sono cazzi miei.
-No, non sono cazzi tuoi neanche a volerlo! Finché sei un mio sottoposto nulla è più solo tuo.
-Sei convinta che sia ancora questo il motivo per cui ti interessi a me?!- non riusciva più ad accettare una risposta come quella, quando sapeva benissimo che la motivazione era tutt'altra.
-Quale altro dovrebbe essere?- lo guardò aggrottando la fronte.
-Non sono io a dovertelo dire.- le girò intorno, fermandosi dietro di lei, poi avvicinò la bocca al suo orecchio e iniziò a sussurrargli -Dovresti sentirlo tu. Non ti cambia nulla la nostra vicinanza?- poi le morse l'orecchio, e lei di scatto si allontanò, come impaurita.
Per un attimo Reiko dovette prendere fiato più velocemente, come se le fosse mancato per qualche istante, poi abbassò gli occhi al pavimento, pensando a ciò che avrebbe potuto dirgli.
-No, non mi cambia nulla.- mentì spudoratamente.
Strinse le dita nel palmo della mano, facendo diventare le nocche bianche e lasciando i solchi delle unghie sulla sua pelle, per poi lasciare la presa mentre voltava la testa, tenendo dentro di sé un ringhio di rabbia.
-Tu non ti preoccupi per me perché ti sono stato affidato, lo sai benissimo.
Reiko titubò, lei lo sapeva, lui lo sapeva. Forse era arrivato il momento di tirar fuori tutti i suoi dubbi e le sue domande al riguardo.
-Io.. non so spiegarmi cosa mi capita quando sono con te, quando penso a te, o addirittura quando sono lontana da te. Ho una stretta allo stomaco ogni volta che sento la tua voce e stare accanto a te mi fa sentire in qualche modo in pace. Se non ci sei tu a parlarmi, a farmi preoccupare, a farmi sorridere, io mi sento sola. E non sapermi spiegare il motivo di tutto ciò è l'unica cosa che mi fa incazzare davvero.- i suoi occhi, fino a quel momento rimasti fissi in quelli del ragazzo, si spostarono al pavimento, forse a nascondere un po' di imbarazzo.
Di fronte a quella situazione, che era praticamente una dichiarazione indiretta, Grimmjow rimase spiazzato ma al contempo contento di esser riuscito a conquistare la sua ambita preda.
-Te lo chiederò un'ultima volta- esordì lui ghignando, per spezzare il silenzio che era calato nuovamente tra i due -ricordi quando mi hai chiesto di spiegarti cosa fosse l'amore?-
Lei si voltò a fissarlo aspettando una risposta che già aveva intuito quale potesse essere.
-Non te lo ho mai potuto descrivere, perché neanche io sapevo come farlo o cosa fosse di preciso, ma tutto quello che senti ne è la rappresentazione.
-No.. io.. non è così. Non è possibile.
-Mh?- si interrogò sul perché non volesse accettarlo.
-Non ho un cuore per amare, non posso farlo come vorrei, non dovrei neanche sentirle tutte queste cose. Sono arrivata a questo punto, conquistando questo corpo uccidendo altri esseri viventi, credi sia giusto amare qualcuno ora? Il mio numero sul collo, ogni numero degli espada, rappresenta un aspetto della vita. Io rappresento la solitudine, come credi che potrei stare con qualcuno? Questo pensiero mi fa morire dentro, ma è quello che sono e quello che devo rimanere.-
Si allontanò da lui velocemente, avvicinandosi alla porta chiusa della stanza, intenta forse a uscire per rimanere un po' da sola.
A pochi centimetri dalla maniglia però, la sua mano tremante titubò, ritirandosi quasi involontariamente per poi ricadere lungo il suo fianco, inerme.
-Grimmjow- sussurrò lei, non sapeva nemmeno per quale motivo, seppure non si fosse ancora calmata, sentì il dovere di chiamarlo per spingerlo ad avvicinarlesi.
Lui di tutta risposta sobbalzò appena sentì che le labbra di Reiko si erano schiuse a chiamare il suo nome in quel modo, con quel tono, ma convinto che volesse ancora andarsene si voltò verso di lei notandola di schiena, con la testa leggermente voltata a nascondere il volto dietro la spalla.
Gli si avvicinò, le poggiò le mani accanto al suo collo e vide la sua testa voltarsi fino a poggiare quasi il mento sulla spalla, osservandolo vigile con la coda dell'occhio, seppure tenesse lo sguardo basso.
D'impulso il ragazzo le passò le braccia intorno alla vita, stringendola fortemente a lui, avvicinandolesi di nuovo all'orecchio per sussurrarle qualcosa, mentre chiaramente sentiva il suo imbarazzo.
-La smetterai di mentirmi?
Le baciò il collo, e sorridente lei annuì.
Molto lentamente, dopo quella risposta, lui prese tra le dita il sottile filo che teneva uniti i lembi della maglia di lei, lo tirò, lo sciolse e con un lieve e veloce rumore di corda lo fece passare per ogni buco del giacchetto, lasciando il suo petto libero da quel laccio. Con calma le sue calde mani percorrevano la parte alta del suo corpo, facendola rabbrividire, fino ad arrivare al colletto della maglia, che prese e fece scivolare morbido lungo la pelle delle spalle e delle braccia, carezzandola al passaggio.
Scoprì la sua schiena, notando con stupore che la sua maschera continuava fin dietro di essa, a formare un paio d'ali che erano state nascoste fino ad allora.
Non si chiese nulla in quel momento, ma si allontanò da lei, lasciandola quasi dispiaciuta al centro della stanza, e quando realizzò che era solo andato ad abbassare le tapparelle della finestra, la ragazza si rincuorò non poco. La stanza era in penombra, si vedeva davvero poco di loro, e sapeva che tutto quello che stava per succedere andava contro quello che era lei, ma non si sarebbe fermata.
Non sapeva come avesse fatto, ma poco dopo si sentì il vestito scivolare giù, per terra. Si sentì nuda anche se lui quasi non poteva vederla. Aveva individuato la sua debolezza e la sfruttava per arrivare alla meta. Comprendeva che stava svegliando una parte della sua natura che avrebbe preferito tenere nascosta, e lo capiva in quel momento, al buio, ad un centimetro da lui. Era un uomo diverso da lei, tuttavia stare in quella stanza, in quella situazione con lui la stava eccitando. E lui se n'era accorto, si era accorto che il suo tocco l'accendeva. Le sue mani percorrevano il corpo della ragazza ed il fatto che non la baciasse ancora rendeva tutto così impersonale ed animalesco, niente di proprio, solo due animali in preda all'istinto. Perché pensava fosse un comportamento totalmente istintivo, esistente da sempre, quando ancora non c'era la coscienza dell'azione, in cui fare sesso era prioritario come mangiare e bere, mentre tutto il resto era insignificante.
Per un attimo ancora staccò le mani da lei, con sguardo alterato, falso, intrappolato nel male, nella morte. Lei con gli occhi gli disse di riavvicinarsi, di ricominciare a prenderla con le sue grandi mani. Si riavvicinò lentamente, mentre lei aveva cominciato a desiderarlo, glielo aveva detto con i gesti che lo voleva. Diventò violento, la spinse sul letto gettandolesi sopra, le morse i seni di bambina, mentre quasi gridava. Lei chiuse gli occhi per l'intensità del piacere, le mani erano abili, meravigliose, perfette. I suoi pantaloni scivolarono a terra insieme al resto dei vestiti, poi le tornò sopra facendola sdraiare supina, penetrandola quasi con violenza. Non era abituata a tutto quello, aveva una dannata paura di quel che stava succedendo, ma quando iniziò a muoversi con sua sorpresa lentamente lei si rilassò, constatando con stupore che il piacere era immenso ed il dolore ridotto al minimo. Nonostante tutto desiderava stare in una posizione migliore, perciò provò a girarsi, ma con una brusca tirata venne rimessa com'era; la muoveva come più desiderava. Le ondeggiava sopra, le tirava su le gambe e la rimetteva supina. Stava accadendo qualcosa che le fece perdere tutta la sua razionalità e la sua folle paura, trascinata nella perversione dell'uomo che aveva di fronte. La teneva per i fianchi, per poter spingere più a fondo, e ancora le toccava i seni con prepotenza. Il suo sesso cominciò a pulsare su quello di lui, godendo sotto quell'uomo, e si sentiva a casa, ovunque essa esistesse.
I loro corpi uno sopra all'altro, sudati, stanchi, ma affamati e mai sazi. Felici su un lenzuolo bagnato. La mano di lui sul ventre, le unghie di lei conficcate sul braccio, la bocca sul seno, le gambe avvinghiate sui suoi fianchi. Oramai odoravano di seta, quando le labbra iniziarono a cercarsi, in un bacio immortale.


NdA:
Allora, un altro attesissimo capitolo eh!
Si, anche io ho fatto un capitolo in cui ho tirato fuori il loro amore, -ed ho fatto far loro l'amore, lol-, ma mi piacciono insieme, e non potevo privarli di tale piacere <3
Se vi state ponendo domande del tipo: "ma non erano fratelli?", tranquilli, non sono incoerente, è un particolare che svelerò più avanti :3
Dunque non so cosa dire, la ff è comunque a raiting arancione, e non mi pare di essermi spinta -lol- in particolari eccessivamente perversi, ma se credete invece il contrario, come al solito, liberissimi di criticarmi.
Vi dico solo che scrivere una scena del genere non è affatto facile, ho letto libri e guide in questi giorni, per scrivere questo capitolo, ho cercato di aggiungere più descrizioni possibili per renderlo meno pesante e più poetico, perciò spero che in ogni caso vi sia piaciuto. Nonostante tutto è la mia prima volta! .. che avete capito? È la prima volta che scrivo un capitolo del genere! HAHA. Scusate.
Bene, finisco qui le note d'autore, in attesa delle vostre amate recensioncine, che mi fanno sempre tanto tanto felice, e non so più come ringraziarvi.


 

  
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