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Autore: bennina_bennina    24/05/2013    1 recensioni
Delilah è una sedicenne che viene da Chicago, ma è costretta a Hearltown, una piccola cittadina della Virgina, con la madre, per andare a vivere con il patrigno e i suoi due figli. Delilah partirà per la Mason School, prestigiosa scuola/collegio femminile, dove conoscerà le persone che cambieranno il suo mondo. La vità nel collegio non è come sembra: feste clandestine, votka camuffata da acqua nelle bottigliette della mensa, torbide storie amorose con gli studenti della vicina scuola maschile Berstein School, spinelli sul terazzo e poi musica, baci, parole non dette, promesse infrante, lacrime, storie nascoste, segreti... Grazie a May, Bex e Val, Delilah conoscerà tutto questo e molto altro; conoscerà l'amore, amerà, tradirà, fino a ritrovarsi irriconoscibile ai propri occhi. E ben presto non riuscirà ad uscire dalla ragnatela di segreti, inganni e bugie che lei stessa si è creata intorno..
" Che cos’è che ci da davvero la felicità, cosa ci rende soddisfatti? Anche se l’uomo avesse in mano tutto ciò che desidera, non sarai mai soddisfatto, non sarà mai abbastanza per lui, vorrà sempre di più, chiederà sempre di più. L’uomo è insaziabile."
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Threesome, Triangolo, Violenza | Contesto: Scolastico
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Che cos’è che ci da davvero la felicità, cosa ci rende soddisfatti? Anche se l’uomo avesse in mano tutto ciò che desidera, non sarai mai soddisfatto, non sarà mai abbastanza per lui, vorrà sempre di più, chiederà sempre di più. L’uomo è insaziabile.
 
Delilah prese l’ultimo maglioncino dall’armadio e lo mise nella valigia. Finalmente, dopo ore ed ore, aveva finito, poteva chiuderla. Ma c’era qualcosa che la bloccava, non riusciva a pensare di aver veramente finito. Qualcosa in lei le diceva che quello che stava facendo era un errore, aver accettato quella situazione era un errore, essere perfino lì in quel momento era un errore. Pensava a quanto era più facile prima, quando abitava a chilometri di distanza da lì, quando c’erano solo lei, sua madre ed i rumori di Chicago. Quella che stava vivendo non era la sua vita; era stata sballottata lì ingiustamente contro il suo volere, convinta che fosse la cosa migliore per sua madre, ma allo stesso tempo la cosa peggiore per lei. Ma non poteva dire no, lei non diceva mai di no, era la ragazza fresca, disponibile, dal bel sorriso sempre stampato in volto, la ragazza che diceva sempre “Si”. Quanto avrebbe voluto essere una persona diversa, quanto avrebbe voluto opporsi a quello che le stava succedendo, quanto avrebbe voluto tornare indietro di qualche mese, cancellare quella serie di avvenimenti che avevano cambiato la sua vita per sempre. Si guardò intorno. La spoglia stanza in cui si trovava era la stanza degli ospiti della casa di Cole, il fidanzato di sua madre. Delilah aveva passato lì la maggior parte dell’estate, aveva cercato di renderla un po’ più accogliente, ma con scarsi risultati. A parte il letto, nella stanza vi era un semplice armadio in legno, un tavolo, una sedia e nulla di più. L’unico motivo per essere felice della propria partenza era quello che almeno avrebbe lasciato quella stanza, la prigione che l’aveva ospitata. L’indomani la sua casa sarebbe stata un’altra, un posto di cui Delilah non conosceva quasi nulla. Stava andando incontro all’ignoto e questo le faceva paura. Non era a suo agio quando non sapeva cosa l’aspettava.
  • Non credo che la valigia si chiuderà da sola – disse una voce dolce, sua madre stava facendo capolino dalla porta.
Delilah si girò verso di lei e notò che era radiosa. Forse era una caratteristica di tutte le donne incinte, ma sua madre emanava una luce particolare, non si poteva fare a meno di sorriderle. E infatti, la bocca di Delilah si curvò in un sorriso per poi ritornare seria.
  • Che c’è? – le chiese la madre entrando del tutto nella stanza; indossava un lungo abito leggero e bianco, che la rendeva ancora più solare di quanto già non fosse.
  • Non lo so – rispose Delilah, guardandola dispiaciuta – non riesco a chiudere la valigia.
  • Lo capisco, è un grande cambiamento per te. Tutto questo lo è.– Delilah annuì e la madre le accarezzò il volto – Mi dispiace che tu stia male.
  • Mamma, io non sto ma..
  • Non mentirmi – le disse la madre – lo vedo nel tuo volto. Hey, so che le cose ora sembrano così difficili, ma vedrai che tutto diventerà più semplice. Domani andrai in quella scuola e vedrai che tra qualche settimana sarai felice, ti sarai fatta dei nuovi amici. E poi conosci già David e Brody!
  • Si, come no – sbuffò Delilah.
David e Brody erano i due figli adolescenti di Cole. David qualche mese in più di Delilah, mentre Brody era all’ultimo anno. Durante l’estate i due l’avevano assolutamente ignorata, rivolgendole la parola al massimo durante i pasti e ciononostante la massima lunghezza delle loro frasi era stata : “mi passi il sale?”. Se doveva iniziare a farsi degli amici, partendo da loro due, non sarebbe riuscita a conoscere nessuno, neanche nel giro di un anno. Se ci pensava bene, aveva abitato sotto lo stesso tetto dei due ragazzi per ben due mesi e non sapeva nulla di loro, solo che frequentavano la Berstein School, la scuola maschile vicina a quella che avrebbe iniziato a frequentare il giorno dopo.
  • Sono due ragazzi molto simpatici – li difese la madre.
  • Certo, se solo mi avessero rivolto la parola..
  • Forse neanche tu sei stata molto disponibile a parlare con loro.
  • Forse – ammise Delilah, per chiudere la conversazione.
  • Allora, sei pronta ? – le chiese la madre, indicando la valigia.
  • Si.
Chiuse la cerniera del trolley. Era la fine di qualcosa e l’inizio di qualcos’altro, qualcosa che l’avrebbe completamente risucchiata.
 
  
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