Salgemma

  «Si, e un uomo rispetta i giuramenti, anche a costo di seguire un ubriacone o uno squilibrato; ma per una volta nella mia vita, prima che finisca, vorrei scoprire cosa si prova a servire qualcuno in cui si crede ciecamente. Tu credi in lei?»

  «Con tutto il mio cuore» rispose a Ser Barristan, dopo una pausa lunga un sospiro.

 L’aveva vista bambina, con i capelli candidi che riflettevano i mille soli di Pentos; l’aveva vista adolescente, con la chioma argentea incatenata al nero dei Dothraki; l’aveva vista donna, calva per colpa del fuoco in cui si bagnava; l’aveva vista regina e l’aveva guardata.

  Si era sorpreso ad osservarla, molte più volte di quanto fosse lecito. Anche ora la ammirava, mentre ordinava agli immacolati di scegliere un nome che li onorasse.

  La luce rifletteva nei suoi occhi di cristallo. Non era quarzo, non era ametista, era uno sguardo di salgemma. Aveva iridi morbide, la principessa di Westeros, fatte per essere compassionevoli. Erano di una lucentezza vitrea, tipica dei minerali impuri: Daenerys, nata dalla tempesta, era sbiadita tentando di ricostruire il passato del suo sangue.  In quelle stesse iridi Jorah si era riconosciuto, come se quell’intensità gli fosse già appartenuta.

  Ogni notte pensava alle conseguenze di quel suo sentimento guasto, tentando di arrancare verso una soluzione. Ma cosa poteva decidere lui, che potere non ne aveva?

  Si addormentava pensando a quel bacio che non le avrebbe mai dato, si svegliava maledicendo il suo nome, Mormont.  

  Come riesce, un Drago, ad amare un Orso?

Note

Le prime due battute sono prese dall'episodio 3x6, "La Scalata".

Devo dire di non essere una fan di questa coppia, tuttavia mi sono ritrovata a buttare giù i pensieri del povero Jorah, in uno sprazzo di romanticismo quotidiano.

Sarei lieta se qualcuno di voi mi desse un'opinione su queste parole sconnesse.

Con la speranza che vi sia piaciuto,

Bea