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Autore: _Niallsbestfriend    25/05/2013    1 recensioni
Di obbiettivi nel mondo ce ne sono tanti, facili o no da raggiungere, io ne avevo alcuni, ma forse quello più importante era conquistarlo
[..]
-Sei la mia migliore amica.- disse lui alzando le spalle.
Mi sentii morire.
Ti amo Matthew, ti amo, sei l'unica mia ragione di vita, come fai a non accorgetene.
Io deglutii stringendomi alle sue spalle
-Anche se...- iniziò per poi bloccarsi.
Uno spiraglio di speranza mi si accese fissandolo quasi implorando di dirmi "anche se ti amo"
-Se?- chiesi impaziente
-Forse sei di più....-
Mi si fermò il cuore
-Di più?- chiesi
-Sì, di più, sei come una sorella per me-
Mi sentii cadere
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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15 anni, bellezza acqua e sapone, fisico slanciato  e un carattere difficile: quella ero io, Sara Mori. Nome orribile e il cognome anche di più, ma purtroppo non puoi scegliere tu chi sarai nella vita. Beh, se il nome e il cognome erano mostruosi la vita era, tutto sommato, la normale vita adolescenziale: non ero vittima di bullismo e non ero la bulla, non ero una "vip", ma nemmeno una sfigata, non ero una secchiona, ma nemmeno l'ultima della classe, ero solo una ragazza normale in un contesto normale e con la normale cotta. Logico, tutte le ragazze, soprattutto alla mia età, hanno una cotta, segreta o no, e la cosa più brutta è quando lui ti considera solo la sua migliore amica. Tutti quegli sguardi, quelle parole, quei momenti intimi e quei sorrisi ti fanno mancare il fiato, ti fanno andare su marte e ti fanno tornare sulla terra, ti fanno volare il cuore, ma tu non puoi dirglielo: devi rispondere alla battuta, cercare di parlare, di scherzare, di fare come se lui fosse il tuo compagno di banco, il tuo semplice amico. Io mi sono sempre considerata una persona apatica, che provava davvero poche emozioni, con obbiettivi e che non voleva assolutamente avere fidanzati (gli unici che ho avuto li ho lasciati dopo qualche giorno), ma mi sbagliavo di brutto. Io lui lo conoscevo già: avevamo fatto l'asilo e le elementari insieme e fin dal primo giorno di scuola andammo d'accordo: il nostro primo incontro avvenne in modo disastroso! Lui, un bambino goffo e incredibilmente bello, si era avventato su di me spingendomi a terra, io, una bambina bruttina e piagnucolona, scoppiai a piangere, tanto che lui si buttò sopra di me coprendomi la bocca con la mano per non farmi sentire dalla maestra. Avevamo lo stesso carattere: smerdatori, simpatici e svogliati. Avevamo passato le elementari sempre vicini, facendo pensare a tutti che eravamo "morosini" e, ogni volta che ce lo chiedevano, scoppiavamo a ridere, come se fosse l'idiozia più idiozia che avessimo mai sentito, in fondo lui era Matthew Parks, il mio best americano, ed io ero Sara, la sua best italiana. Dopo la quinta elementare lui si trasferì da New York a Washington e perdemmo i contatti, ma dopo 3 lunghi anni senza di lui, ci ritrovammo, affiatati come prima, ma con una piccola differenza: la mia amicizia si era trasformata in interesse.Lui non lo sapeva e questo mi rassicurava, almeno potevo ancora contare sulla carta amicizia, ma lui di ragazze non ne voleva sapere, nonostante avesse avuto qualche corta, ma significativa ragazza di cui sapevo tutto,perfino com'era a letto. Ogni volta che commentava una ragazza, anche solo dicendo "bella","bei fianchi","quella ci starebbe per una sveltina" io morivo, il mio cuore si spezzava. Perchè dopo due anni che mi piace lui non ha mai provato il kinimo interesse se non come amica? Perchè non mi vuole? Perchè è così cieco da non capire quanto mi faccia soffrire? Ed io stavo lì, sdraiata sul letto, con una sua foto sul comodino vicina a quella Liam Payne, le fissavo entrambe con We found love nelle orecchie e piangevo per ore oppure cercavo la prima scusa che mi veniva in mente per chattare con lui: la moto rotta, la camminata, i compiti, il libro perso... E così feci quella sera, quella fatidica sera.

Era la sera prima della festa, la festa dei 18 anni di Stradi, il mio amico violinista. Io ancora non potevo sapere cosa mi sarebbe successo. Comunque, quella sera mi chiamò Frensi, subito dopo aver ricevuto il messaggio di Matt:"Mi passeresti i compiti di spagnolo?". Ecco le uniche cose per cui mi messaggiava, per sapere dei compiti, dei fottuti compiti! Ero talmente arrabbiata che neanche gli risposi rispondendo invece a Frensi, una delle mie due migliori amiche.

-Ciao- dissi quasi piangendo buttandomi sul letto.

Lei mi poteva capire, mi capiva meglio di chiunque altro. Aveva avuto pochi ragazzi, tutti fighi, simpatici e stimati dai prof, lei era stupenda e mezza scuola le cadeva ai piedi e se lei ricordava i loro nomi loro sgranavano gli occhi come se Dio in persona li avesse chiamati, ma a lei non interessava nessuno di loro, lei si concentrava su Albert, quel vent'enne che le piaceva da 3 anni e che non la hai mai cagata.

-Su Sara, su col morale- mi disse

-Come posso essere felice quando il mio migliore amico, il ragazzo che mi piace mi scrive solo per avere dei compiti?- chiesi quasi arrabbiata

Lei sospirò ed io capii. Albert lo vedeva raramente, solo quando andavamo a Picco Soleggiato, un posto sperduto sulle montagne dove io, lei, Albert e degli altri ragazzi passavamo le estati e qualche festa.

-Notizia bomba: domani c'è la festa di Stradi. Sai che Stradi ha invitato tutti i ragazzi di Picco e anche dei suoi amici. Sai cosa ho scoperto?- chiese tutta emozionata

Io mugolai un no mentre tirava una pallina anti-stress contro il soffitto

-Ok miss vitalià, non metterci molta allegria- scherzò -Stradi conosce Matthew e Luke e li ha invitati alla festa. altra notizia bomba: bisogna entrare con un accompagnatore del sesso opposto alla festa- disse lei tutta trionfante.

Per poco non mi strozzai con la saliva. Luke? E Matt? Accompagnatore? Ma stava scherzando? Punto primo, io e Matt nella stessa stanza significava non potermi sfogare per una sera e, punto secondo, con chi sarei andata alla festa?

-Un accompagnatore? E a chi posso chiedere- chiesi tornando triste

-Ma hai sentito chi ho detto che viene?-  chiese lei spazientendosi

-Non chiederò a lui, ma a parte questo, tu con chi andrai?- chiesi con un mezzo sorriso pensando già chi potrebbe aver invitato. Secondo me sarebbe andata o con Tayler o con Jaz.

-Rich- grugnì

Io a quel nome sobbalzai. Rich era stato il primo ragazzo-puttaniere di Frensi, la pretendeva quando erano a Picco, ma poi non la guardava, ne la sentiva al di fuori di quel posto

-Come? Stai scherzando?-

-Era l'unico disponibile, ma abbiamo già deciso che entreremo insieme ed usciremo insieme, dentro ognuno andrà per i fatti propri- disse lei molto probabilmente corrugando le labbra in una smorfia disgustata al pensiero di entrare mano nella mano con lui.

-Ok. Devo andare a studiare Fren, ci vediamo domani- dissi salutandola. Non ero in vena disentire uno dei suoi nuovi piani per cercare di conquistare Albert senza risultato.

Chiusi il cellulare sospirando e iniziando a piangere silenziosamente. Quanto era bello e allo stesso tempo orribile l'amore!

  
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