Serie TV > Un Medico In Famiglia
Segui la storia  |       
Autore: elev    26/05/2013    4 recensioni
Questa fan fiction è nata in realtà in risposta alla stupenda fan fiction di Intelligentola intitolata "io e te insieme ce la facciamo" dal punto di vista di Emiliano. La mia (con il permesso dell'autrice) è scritta dal punto di vista di Anna...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Oggi a scuola hanno deciso che in gita si va a Barcellona….evviva! Finalmente qualche giorno per cambiare aria.
Sorrido tra me e me.
La campanella della scuola mi risveglia dai miei pensieri…. Finalmente la lezione è finita. Me ne tornerò a casa.
Già a casa. Che pizza, casa nostra ultimamente più che una casa sembra la sala d’attesa di un aeroporto. Tra bambini urlanti, sorelle in procinto di  un nuovo matrimonio, i nonni e la colf maròooo e ora questa idea della colletta per la casa. Come se cambiasse qualcosa mettere gli spiccioli nel maialino. Bella idea veramente!
Oltretutto la gita costa, mio padre deve partire per Parigi e io? Come faccio a chiedergli i soldi?! 
Ringrazio il cielo di essere cresciuta in questa casa, l’affetto davvero non mi è mai mancato, se fossi cresciuta in una famiglia più modesta il problema non si sarebbe posto: niente soldi – niente gita: è chiaro!
Perfetto. Ora ne sono certa Martini fa rima con casini!
 
“ma scusa cercati un lavoretto no?!” 
Ne ho parlato con la mia amica Giulia, lei le soluzioni le trova immediatamente, sì certo la fa facile lei!
Nascondere qualcosa a casa mia non è facile, soprattutto con mio padre. Ha la facoltà di scoprirti immediatamente, qualunque cosa tu stia tramando….
E poi, cosa non marginale, Colla…. Come la metto con lui?! Se lo venisse a sapere come minimo mi farebbe mezz’ora di rimproveri al telefono e un’altra ora a scuola. Colla. Gli voglio bene.
“Anna ci sei?! È mezz’ora che ti parlo mi stai ascoltando?!” GIULIA! Oddio mi sono persa via di nuovo…. “ahh sì un lavoro, ma dove lo trovo ?!”
“una volta ho fatto delle consegne col motorino, se vuoi chiedo al tipo, eddai almeno ci vieni anche tu in gita no?!”
Brava Giulia…. Ve l’ho detto le soluzioni lei le trova nel giro di 5 minuti!
“Giulia, e il motorino? Guarda se mio padre lo viene a sapere come minimo mi fa rinchiudere in convento” e lei prontamente mi risponde con una parola sola, l’unica utile in quel momento: “COLLA”.
 
Ok Colla. L’ho sottovalutato. Mi ha prestato il suo motorino!
Oggi inizio a lavorare. A casa ho raccontato che sarei andata da Colla nel pomeriggio. 
 
“ok allora. Ecco qui lo stradario e i pacchi da consegnare…. “
Adriano, è il tipo della ditta di consegne, è stato davvero gentile.
“Ah Anna?!” mi richiama Adriano… “un consiglio? Tanti piccoli pacchi in zone diverse portano più soldi…. E la zona tre, quella vale il doppio ;) “ mi dice, porgendomi altri due bustoni targati “ZONA TRE”
“Tutto a posto si?”
Sono ancora un po’ incerta su quel motorino con un “sì sì certo” (che cerco di far risultare più convinto possibile) giro il motorino e mi preparo a partire…
Penso alla gita. Alla faccia di mio padre se sapesse che sono in giro con il motorino di un altro e un po’ mi scappa da ridere…. Spero che vada tutto bene. Ho già consegnato due pacchi. 
Chiamo Gianfi: ho già raccolto 50 euro gli dico… in mezzo a tutto mi è andata bene dai!
Sono le tre di pomeriggio passate e….zona tre arrivo!
Che ci sarà di così “strano” in quella zona?! Ci arrivo in poco tempo. D’accordo. È periferia e le case sono un po’ diroccate. A me non sembra poi così grave.
Cerco di ricordare la strada per fare l’ultima consegna.  Me la sono studiata prima di chiamare Colla. Sono soddisfatta di me stessa mi dico con un po’ di sano orgoglio personale…
E mo’ questo rumore? Che è sto rumore adesso?
Il motorino s’è fermato.
Ma bene!
Martini=casini. 
Di nuovo.
 
Scendo, mi tolgo la giacca e provo in tutti i modi. Niente. Morto.
Colla!
Cosa mi dirà adesso? Brava Anna, ti sei guadagnata un’altra mezz’ora di rimproveri.
Afferro il telefonino. Faccio per comporre il numero. Niente. Morto pure questo!
Martini=casini. 
Di nuovo.
 
Mentre cerco di spingere il motorino in una piazzola si avvicina un’auto.
Oh magari m’è andata bene. Ci sarà qualcuno che mi aiuta?
Da come inchioda deve aver fretta. Mi fermo e guardo.
Scendono tre ragazzi. E questi dove li hanno presi? 
Si avvicinano. Ok, magari mi possono aiutare, penso incerta.
Sicuramente penseranno che sono una stupida… la solita ragazzina in difficoltà con il motorino…. “daje a spinge’ biondì?!” dice uno. “Che vuoi una mano?” mi dice l’altro “daccelo a noi il motorino che vai più spedita” dice il terzo sfiorandomi il viso….
Ok, forse non sono qui per aiutarmi…. Panico.
Me ne esco con un “LASCIAMI”! Cerco di scappare, non ce la faccio “LASCIAMIIIII”
Ci riprovo.
 
Forse dovrei lasciare il motorino, forse dovrei cercare di scappare io….. “OH LASCIALA!!!” 
Un’altra voce!
Questa è diversa dalle tre che ho sentito. Profonda. Forse è il capo dei tre, forse ha mandato i tre in avanscoperta e ora a me ci penserà lui?! E mo’ che deve succedere d’altro?
Alzo lo sguardo. Sono impietrita. Un ragazzo alto, vestito di nero, con due grossi anfibi ai piedi si avvicina di corsa…..
Sorpresa!
Afferra il primo per il bavero, ora il secondo uno spintone, il terzo lo guarda negli occhi dicendo “da quand’è che rubate i cinquantini alle ragazzine ehh”
Non riesco a muovermi.
Mi viene da piangere!
Stupida, penso, stupida ragazzina col motorino. Se avessi chiesto i soldi a mio padre….
 
La macchina riparte sgommando, il ragazzo si avvicina.
Lo guardo. Lui, col capo chino e il viso rivolto a terra, afferra il casco e senza dire altro me lo porge dicendomi  “dai a me!”.
Lo guardo mentre cerca di accendere il motorino…. Forse dovrei dirgli che è rotto, forse dovrei dirgli qualunque cosa.
Rialzo lo sguardo e lui che scuote il capo, serio.
Niente. 
Martini=casini. 
Di nuovo.
Rimedio il silenzio con un imbarazzante “Dove andiamo?”
E lui senza nemmeno guardarmi “a fare benzina” e sospira….
Stupida ragazzina.
Potevi arrivarci anche tu. Stupida.
Accenno un sorriso, forse se n’è accorto anche lui…. Ha fatto una smorfia. Forse sono solo un peso per lui. La solita stupida ragazzetta da “salvare”?!
Venti minuti di silenzio….. camminiamo fianco a fianco lui, il motorino, io.
Vorrei trovare qualcosa da dire ma ho paura di dargli fastidio.
Il benzinaio! Evviva! 
Nel giro di 5 minuti sarò finalmente sulla via di casa, mi dico. Devo trovare qualcosa da dire a casa per giustificare il mio ritardo.
Mentre penso ad una scusa adatta e plausibile vengo interrotta da un “ma sempre tutto sfasciato da ste parti!” Alzo la testa e lo vedo lui, il mio salvatore che prende a calci un cassonetto dell’immondizia.
Mi spiace davvero, vederlo così,  sembra che se l’è presa a cuore questa cosa di farmi benzina. Infondo voleva solo aiutarmi. Ma sembra che ci tenga veramente.
Niente. 
Martini=casini. 
Di nuovo.
 
“dai magari ne troviamo un altro” gli dico. Cerco di sorridere.
Lui mi guarda - forse per la prima volta nel giro di un’ora.- con un’espressione strana e dubbiosa della serie “ ma dove lo trovi tutto sto ottimismo?!”
Ho fatto il solito casino… questa non so come mi è uscita di getto allungo la mano e dico “Anna”!
Anna?! E questa come t’è venuta? Chissenefrega di come ti chiami. Stupida. Penso alla faccia di Giulia se le raccontassi una cosa del genere. Penso che ci avrei scherzato su. Penso queste cose e miracolo! Mi trovo davanti la mano tesa, ora sono mano nella mano con lui. Una scossa elettrica. Ha due anelli. Uno al pollice e uno all’indice, un bracciale borchiato…. “ Anna, io sono Emiliano” mi dice.
Stupida.
 
La mano non mi si stacca più. Ha la mano grande. Io vorrei sprofondare.
Sorrido. Lui fa una smorfia che somiglia ad un sorriso e mi informa che il prossimo distributore è un pezzo avanti. Mi chiede anche se voglio chiamare casa. Non sa che ho il telefono scarico!
Ho sempre pensato che fosse una cosa “da ragazzine” dirlo ma oggi me ne sono capitate di tutti i colori e ho deciso di toccare il fondo con questa “no, tanto posso fare quello che voglio!”
Si va!
Silenzio. 
È diventato notte.
No  so cos’altro potrei dire.
Possibile che bisogna sempre parlare? Due persone non possono camminare in silenzio?
Sembra una cosa obbligatoria questa di parlare.
Devo trovare qualcosa da dire.
Lo guardo mentre spinge il motorino.
È serio.
È alto.
 
Mi sembra tutto così stupido.
Stupido come quello che poi alla fine ho detto.
“non sei uno che parla molto eh”
“solo quando serve” mi risponde.
Forse adesso non era una di quelle volte?!
Ritorna a spingere il motorino e io mi soffermo sul collo di emiliano.
Ha un tatuaggio.
Quando gli ho chiesto che significava ho definitivamente toccato il fondo.
Ho toccato il fondo.
Che storia avrai Emiliano?
 
Sembra sorpreso. Un misto tra lo scocciato (chissà quante ragazzine gliel’avranno chiesto?!) e il sorpreso. È il nome di sua madre. In arabo.
Ha aggiunto che non è uno strano. È come me: sua madre è morta quand’era piccolo!
Mi guarda
Ha gli occhi “profondi”.
La luce del benzinaio spegne la “nostra strana magia”… è come quando, mentre stai guardando un cielo stellato, improvvisamente arriva qualcuno che accende la luce….
In silenzio facciamo benzina, mi spiegala strada per tornare a casa. 
Che carino.
 
Faccio per riprendere il motorino… ed eccolo lì: si Toglie la felpa (oh mica male nemmeno in canottiera, penso!) rimango a bocca aperta e sorrido quando mi dice incerto “mettiti questa sennò ti congeli”.
Io gli chiedo cosa pensa di fare lui. Da vero “duro”  mi dice che non mi devo preoccupare. 
Lo vedo accendersi una sigaretta mentre parto per andare a casa.
 
Qualcuno si è mai preoccupato di te Emiliano?.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Un Medico In Famiglia / Vai alla pagina dell'autore: elev