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Autore: 97_Levy_97    26/05/2013    2 recensioni
Nè elf-nichan, torniamo a casa?
Un sorriso. Un ruggito. Una vita. La sua vita.
Lisannaaaaaaaaaaaa
Questa è la mia prima storia su Fairy Tail. Già da tempo volevo scrivere qualcosa del genere e ora che finalmente ci sono riuscita ho deciso di condividerla con voi! Accetto ogni tipo di critica... fatemi sapere se vi è piaciuta!
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Erza Scarlet, Mirajane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nè elf-nichan, torniamo a casa?
Un sorriso. Un ruggito. Una vita. La sua vita.
Lisannaaaaaaaaaaaa
 
Mira! Mira! calmati, ti prego!
-Lei... lei! I suo occhi!- gridava tra i singhiozzi- I suoi occhi! Li ho visti spegnersi, capisci? Ho visto, la vita scivolare... abbandonare il suo corpo!- ancora lacrime e terrore.
 Orrore traspariva dai suoi occhi distanti, assenti...
-Shh è tutto finito, tutto finito... - le sussurrò portandosela al petto e accarezzandole i capelli lentamente...
Uscì dalla stanza, chiuse la porta e si lasciò scivolare lungo quel legno freddo, morto. Così non va… - sospirò pensando a quel che era successo pochi istanti prima e che si ripeteva ormai da settimane. Ultimamente sembrava fosse migliorata; rispetto ai primi giorni... Già… s’era completamente chiusa in se stessa, non dormiva, non mangiava, barricata in quella maledettissima stanza… Ma ora, ora che finalmente sembrava avesse trovato un po' più di tranquillità, gli incubi tornavano più forti di prima e popolavano quelle poche ore in cui riusciva a dormire... Chiuse gli occhi, prese una ciocca dei suoi morbidi capelli scarlatti e iniziò a giocherellarci nervosamente...
 Lisanna...
 
Toc toc - nessuna risposta. Spinse delicatamente la porta in avanti. Come ogni mattina dopo quel giorno fatale, trovò la ragazza albina affacciata alla finestra che dava sul fiume. Stesso sguardo, stessa espressione: persa, opaca, arrabbiata… poggiò il vassoio della colazione sul comodino lì di fianco e, esitante, sfiorò con una mano la spalla della giovane maga, riportandola alla realtà.
Ciao mira... come va?- chiese accennando un sorriso non troppo convincente, non era brava in queste cose…
 -Dovresti mangiare qualcosa- disse ancora indicando la tazza di tè fumante e gli invitanti biscottini al burro che giacevano lì vicino.
Nemmeno il tempo di voltarsi e -Spatatrack- un rumore assordante di piatti rotti invase la stanza.
–Non ho bisogno della tua pietà!- urlò digrignando i denti – Vattene! Sparisci dalla mia vista!!- non sopportava di farsi vedere in quel modo, non poteva accettare di mostrarsi debole, fragile, non tollerava quella gentilezza mossa solo dalla compassione… Soprattutto da lei,  Erza, sua eterna rivale…
 In quel momento doveva apparirle solo come una patetica ragazzina…
La odiava, odiava tutti, odiava il mondo, la vita… perché era così ingiusta?   
 Per un attimo annegò quei vetri freddi e opachi di un azzurro chiaro nei due pozzi castani della maga…
Vedeva solo commiserazione, solo quella fottutissima pena che ognuno provava nei suoi confronti… Accecata dal dolore, non poteva scorgere invece l’infinita tristezza che si celava dietro quello sguardo…
 
Clunk-  mirajane...
 
Master, master!? Natsu, dov’è il master?- chiese con foga afferrando per la sciarpa un ragazzo dai capelli rosa. 
Erza! Mi stavi cercando? - un vecchietto minuto con un paio di baffi bianchi si avvicinò alla ragazza.
-Master, ti devo parlare... 
-Capisco... andiamo in posto più adatto... - le fece segno di seguirlo. 

-Sono preoccupata...-sussurrò abbassando gli occhi.
-È per Mira vero?... La perdita di sua sorella... L- Lisanna era una vostra compagna... Faceva parte della famiglia... Era come una figlia per me...- pronunciò queste ultime parole con voce strozzata. 
Io... io non so cosa fare... - disse Erza stringendo i pugni- non posso permettere che continui a vivere in questo stato, o dovrei dire sopravvivere… Si sta abbandonando sempre più a se stessa, sta sprofondando in quell’oblio devastato dai suoi incubi…
- Tutto quello che possiamo fare adesso, è concederle tempo, solo questo guarirà la ferita che ha ridotto a brandelli il cuore di tutti noi…
-Ma master!- protestò la giovane maga che fu subito ammonita da un gesto da parte del vecchio.
-Ora basta Erza… la questione è chiusa- detto ciò, lasciò la stanza in silenzio.
Tutto quello che possiamo fare, è aspettare… aspettare? Come poteva restare a guardare mentre quella ragazzina, mentre Mira, si consumava sempre più nel dolore? Master… come puoi restare impassibile? E con rabbia e un forte senso d’impotenza, uscì dalla gilda, dirigendosi verso il fiume che le teneva compagnia nelle giornate di solitudine...  
 Non comprendeva, che al vecchio era costato più di quanto sembrasse indossare quella maschera fredda e insensibile dinanzi alla giovane donna. Ciò che non avvertiva era l’enorme sforzo nel mostrarsi forte e convinto della decisione presa. Non sarebbe dovuto ancora intervenire, i tempi non erano maturi…
 
Tonf. Si lasciò cadere sull’erba fresca che invadeva il prato. Distese le braccia, aprì i palmi delle mani, strusciò le dita contro quei fili verde smeraldo. Ne afferrò e ne prese una manciata, li accostò al naso, chiuse gli occhi e ispirò profondamente. Quei pochi semplici gesti avevano il potere di calmarla e riordinare un po’ la sua mente confusa. Riuscivano a placarla e a farle avvertire un senso di pace e serenità provato solo in rare occasioni... Avvertire l’erba soffice senza quella protezione di metallo, è davvero una cosa fantastica- si ritrovò a pensare cullata dal vento fresco che le accarezzava la pelle...
 
Aprì gli occhi di scatto-mi sono appisolata?- pensò stupita…
Si mise subito seduta, riequipaggiò l’armatura e contemplò il fiume placido che le scorreva davanti…
Fin da quando sono entrata in Fairy Tail, io e Mira abbiamo sempre fatto a gara su tutto: su chi dovesse essere la più brava a portare a termine le missioni, la più resistente durante gli allenamenti, perfino la più veloce a mangiare torte... Eravamo rivali, sempre a fare a botte, tra di noi si avvertiva perennemente un’aria di sfida... Ma, in realtà, dietro quelle continue competizioni, la nostra amicizia non ha fatto altro che crescere… Nonostante le apparenze, il legame creatosi è diventato forte, profondo… Non immaginavo che un giorno avrei dovuto star vicino a quella ragazzina sfacciata, pestifera, insopportabile, arrogante, sempre in cerca di guai…
Adesso basta…- si allontanò da quel piccolo nido accogliete, accompagnata dagli ultimi raggi solari, scarlatti e pieni di passione, proprio come il colore dei suoi splendidi capelli…
 
Nonna nonna! Guarda!- la bambina indicò uno dei tanti cesti di fiori che campeggiavano davanti al negozietto.
Non sono bellissimi?- chiese con un visino innocente.
-Mmm… Che ne dici di questo?- l’anziana signora indicò un fascio di tulipani coloratissimi.
-Grazie nonnina!- ammiccò un sorrisetto furbo mentre prendeva quei tulipani dalle mille sfumature.
-Mi scusi?
 -Si?
-Mi darebbe quel mazzo di garofani?
 -Rossi o bianchi?
-Bianchi per favore
- Peccato, rossi s’intonano alla perfezione con i suoi bei capelli! –osservò ad alta voce la fioraia.
- Grazie… ma non sono per me- replicò la ragazza con un sorriso triste…
 
Maledizione! Debole! Patetica! Inutile!
Non ho saputo neanche proteggerti…
È colpa mia, è tutta colpa mia… Dannazione... - Le lacrime di quel cielo grigio si mescolavano sempre più a quelle pesanti e salate della ragazzina.
Cadde di peso sulle ginocchia. Batté il pugno sul terreno fradicio così violentemente, da graffiarsi le nocche.
-Csa! Non avrei mai dovuto portarti con me! Era una missione troppo, troppo pericolosa…
Io… io non posso credere che non rivedrò mai più il tuo dolce sorriso…
Non posso…
Io…  non voglio rinunciare a quei due occhioni grandi, pieni di vita, così limpidi, sempre in cerca di verità, pronti ad assaggiare le meraviglie del mondo…
Non sono in grado di accettare il fatto di non poter più avvertire il tuo calore, percepire il profumo dei tuoi capelli arruffati mentre ti bacio dopo esserti assopita…
E per cosa? Per la mia eccessiva sicurezza, stoltezza, per la mia infinita irresponsabilità…
Io, sono la maggiore… prima che morisse, avevo promesso alla mamma di prendermi cura di te e di elfman, le avevo giurato che non vi avrei mai abbandonato, che non vi avrei mai fatto sentire soli, che saremmo cresciuti sani e forti e, felici… Tutti e tre saremmo stati una famiglia per sempre…
Non sono stata in grado di fare nemmeno questo…
Lisanna… io, non ci riesco… Io non sono capace di andare avanti… E nemmeno elfman… Sono molto preoccupata per lui… Ogni volta che lo vedo, non posso fare a meno di trasalire, brividi attraversano il mio corpo mentre rivivo ogni istante di quella sera… Ma è mio fratello e la colpa della tua perdita non è sua… Nonostante ciò temo che egli non sia di questo parere…
Ho paura.
Ho paura che anche lui possa smarrirsi e commettere qualche stupidaggine. Che si lasci andare e che naufraghi tra i rimorsi e le colpe...  Oramai è convinto di essere la causa di tutto ciò che è successo…
Aiuto.
 Non so cosa fare, Lisanna…
Io non sono forte abbastanza da poter sopportare tutto questo! Sono solo una stupida ragazzina arrogante, troppo orgogliosa per permettere agli altri di starmi accanto... Perché te ne sei andata? Perché, perché mi hai lasciato sola?
 
Sembra che non voglia più smettere…-quasi a confermare questo pensiero, le fece subito eco un tuono che fiero e prepotente, scagliava la propria voce al cielo, quasi stesse reclamando la libertà, la natura selvaggia, il suo essere indomabile e  indipendente…
  Ha quel mazzo di garofani ancora in mano. È rimasta lì, in disparte, in piedi, ad ascoltare tutto il tempo. Non poteva immaginare che Mira si trovasse proprio in quel luogo.
 Ora si avvicina in silenzio. Posa quei fiori di una purezza incredibile sulla lastra di pietra grigia che le sta di fronte.
Ripercorre ad una ad una quelle lettere incise in corsivo:
“Lisanna Strauss”  X764-776
Chiude lentamente gli occhi ed inspira prima di sussurrare a bassa voce un mormorio quasi incomprensibile
- Il tuo animo gentile resterà sempre nei nostri cuori... Continuerai a vivere, Lisanna, ad essere parte indelebile di Fairy Tail…  Ovunque andremo, qualsiasi cosa noi faremo, non dimenticheremo mai una nostra compagna… Lisanna, risiederai sempre nelle nostre menti, nei nostri ricordi. Non abbandonerai mai questa gilda, ti porterà sempre con sé. Come una famiglia piangerà, gioirà, amerà, e continuerà a custodire il tuo dolce ricordo, il tuo lieve profumo, la memoria del tuo nobile animo…
È una promessa, Lisanna, anche se non potremo più vederti, sentire la tua voce, vivremo sempre insieme, fino alla fine delle nostre interminabili avventure…
 
 
Erza, che ci fai tu qui?
Vattene, ti prego Erza, vattene…
 Non sopporto che tu mi veda in questo stato... 
Che stai facendo? Quelli sono fiori?
 E… cosa stai mormorando?
 
Trascorsi una manciata di secondi, finalmente posò il suo sguardo sulla figura che le stava accanto.   
Lacrime mute scorrevano copiose sulle sue guance, denti serrati s’intravedevano dalla bocca leggermente socchiusa, pugni inchiodati al suolo stringevano un miscuglio viscido di terra e acqua… 
 
Erza… V-vai vi- non finì nemmeno di pronunciare la frase che di colpo la compagna si gettò su di lei. Aveva rimosso l’armatura e ora poteva sentire quel corpo rigido al contatto col suo. Era così freddo e paralizzato dalla sorpresa… Allentò la morsa circondandolo nel modo più delicato che conosceva, avvolgendola con entrambe le braccia.
Che cosa stai facendo? Staccati… -sussurrò cercando di allontanarsi il più presto possibile da lei. Ma, trattenuta da quella stretta, non fu in grado di muoversi nemmeno di un centimetro.
-Mira… Sei la solita stupida…
La tua, non è debolezza. Ognuno di noi porta nel proprio cuore un fardello, una paura, non tentare di fuggire da questa, non permetterle di farti allontanare dalle persone, non consentirle di sopraffarti…
Baka… chiudere il proprio cuore dietro una corazza non ti porterà ad altro che alla solitudine e al dolore…
 Quando lo capirai?
Accettare le proprie “debolezze” non ti farà apparire come una ragazzina patetica…
 
E-er…
Shhh… abbandona, la tua corazza …
 
Allora accadde. Allontanò ogni difesa.
Singhiozzi iniziarono a scuoterle il corpo che pian piano si rilassava, accogliendo sempre più quel tenue calore. Sollevò le braccia, appoggiò il mento sulla spalla della compagna e ricambiò l’abbraccio con un trasporto che non aveva mai conosciuto. Si arrese finalmente a quelle parole che lasciarono spazio ad un ultimo sussulto:
Grazie…  

ANGOLO DELL'AUTORE Yo minna! possibile che mi sia dimenticata d'inserire l'angolo dell'autore? ahahah che testa xD comunque... niente come accennato nella trama spero che vi piaccia ed essendo la mia prima fanfic mi farebbe mooolto piacere ricevere vostri commenti, consigli e quant'altro! ora vado va che la cena mi sta chiamando :3 alla prossima! -spero- u.u
  
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