Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Ordinaryswan    26/05/2013    6 recensioni
Lana ha 17 anni ed è difficile e scontrosa. L'unica cosa che la fa stare bene è il conservatorio, la sua seconda casa.
Kristian ha 20 anni. Un arrogante studente universitario. Bello e stronzo. La loro routine si spezzerà quando si incontreranno nella stessa aula scolastica. L'insegnante e la studentessa, una storia già vista no?...Un patto. Prime volte. Nuove sensanzioni. Una tesi.
Dal prologo:
Era assurdo, quel ragazzo, perché avrà avuto più o meno la mia età si andò a sedere alla cattedra.
Scossi la testa amareggiata. Un moccioso che beveva ancora il latte era stato mandato a insegnarmi la materia più importante della mia sezione.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Pov Kristian

 

Dopo cena, arrivarono Samuele e Lorenzo.

Diventò una piccola festa, così come lei la desiderava.

Jack si fece da parte subito lasciandoci scherzare e parlare per tutta la serata.

Lana buttò giù mezza bottiglia di champagne solo perché diceva che ora poteva farlo, in realtà aveva bevuto altre volte molto di più, ma in quel momento si sentiva libera, come mi ero sentito io a quel tempo, come ci eravamo sentiti tutti.

I diciotto anni per me erano stati bellissimi, era stato il mio periodo di ribellione.

Era stato l'anno in cui mi divertivo sempre e comunque, l'anno prima di incontrare Alessandra per i corridoi del conservatorio.

Non avevo pensieri.

Era bello rivivere, attraverso Lana quel periodo, era come avere un deja-vu.

Lana se la meritava tutta quella libertà, quell'indipendenza, lei che era sempre stata indipendente, forte, gentile, amabile.

Aveva lottato per riscoprirsi e ancora dopo mesi continuava a migliorarsi, a vivere davvero.

Era appena passata la mezzanotte, eravamo rimasti solo io e Lana, seduti su quel divano a sussurrarci discorsi sulla musica, discorsi che ci mancavano come l'aria. La musica era la nostra aria.

“E' tardi, vai a dormire” le dissi, purtroppo il giorno seguente ci sarebbe stata lezione regolare.

“Okay, ti accompagno alla porta”

Ci alzammo, svogliati, ormai abituati alla presenza costante dell'altro. Vedevo quel velo di malinconia ogni volta che ci dovevamo salutare, sapendo che il giorno seguente dovevamo far finta di nulla, ma era questione di tre settimane.

Anche la mia tesi era questione di settimane e non ero pronto, ma scacciai quel pensiero. La baciai, stringendola per la vita e muovendo le mani sulla sua schiena, sapendo che questo la rilassava molto.


La mattina seguente andai in biblioteca visto che avevo lezione solo dopo le undici, andai nella biblioteca comunale perché volevo cambiare ambiente, e non vedere i soliti colleghi, perché finivo per non fare niente come al solito e se non mi laureavo in tempo, mio padre mi avrebbe deriso per sempre.

Studiai per più di due ore e poi andai a riconsegnare un libro che avevo preso in prestito.

“Anche tu qui, è una vita che non ci vediamo!” quella voce non mi era nuova ma non mi ricordai chi fosse finché non mi girai. Era una mia compagna di classe del liceo, nonché mia ragazza in seconda, ma era acqua passata, decisamente passata.

“Ciao Elisa” dissi distaccato.

“Come stai?” chiese sorridente.

“Bene, te?”
“Alla grande” doveva sempre esagerare “ Lo sai vero della cena di questo week-end?”

“Ehm.. forse, no non lo so”

“Ci ritroviamo tutti quelli del liceo, ci saranno davvero tutti, abbiamo affittato un'intera sala” .. quindi ci sarebbe stata anche Alessandra

“Se mi libero ci sono” la salutai ed uscii, dirigendomi a fare lezione.

Volevo sentire prima se Lana era d'accordo, non avevo più problemi ad andare in un posto dove ci fosse anche la mia ex, anzi sarebbe stata la prova schiacciante che mi era indifferente.

Quando entrai a scuola,era ricreazione, cercai Lana nell'aula di pianoforte e la trovai con Caterina. Stavano suonando insieme con una dolcezza mai vista, amavo in generale che le mie alunne suonassero qualcosa. Sentivo che tutto quello che spiegavo non fosse fine a se stesso.

“Posso?” dissi quando la sonata era finita. Caterina mi fece l'occhiolino ed uscì dalla stanza.

“Certo” disse Lana, sembrava di umore ottimo, lo sapevo che i compleanni facevano sempre bene.

Mi sorrise e mi fece cenno di sedermi sullo sgabello con lei.

“Sabato c'è una festa del liceo, con tutti i miei amici e mi hanno invitato e visto che c'è la mia ex ragazza, mi chiedevo se ti dava noia che io andassi”

“Io, no, non mi da noia.. io mi fido di te”

“Anzi perché non vieni?”

“Non conosco nessuno, no, vai e divertiti” disse, ma sembrava un po' scocciata.

La campanella suonò interrompendoci, ma mi ero promesso di riparlarne.

Lana si alzò e se ne andò dalla stanza, lasciandomi solo.

In sede d'istituto non mi dovevo aspettare nemmeno una carezza giusto?.. Eppure, eppure quel distacco non era dovuto al fatto che a scuola dovessimo comportarci normalmente, era dovuto a qualche sega mentale che si stava facendo.

 

Pov Lana

 

Mi ero svegliata dopo un incubo.

Avevo sognato l'incidente, come spesso mi capitava, ma in quel sogno c'era anche Kristian, Kristian che mi tirava fuori dall'auto come se in qualche modo mi avesse salvato.

Era così, quel sogno, era la chiave di tutta la mia confusione mentale, confusione che non c'era più.

Non c'era più perché mi ero svegliata con una parola stampata, fissata, inchiodata nella mente: amare.

Lui mi aveva ridato la possibilità di amare, in questi mesi mi ero lasciata amare.

Mi ero, inoltre, lasciata andare, con mille paure, con tanti forse, con tanti dubbi avevo ricevuto un po' di calore, ed ora mi ero accorta che ricevendo tutto quel calore, se ne era creato uno mio, capace di dare qualcosa.

Io amavo Kristian e volevo dargli il mio calore, come lui stava facendo con me.

Mi piaceva quella parola e allo stesso tempo mi faceva tremare.

Non sapevo nulla del domani, sapevo solo che in quel giorno io amavo Kristian, io avevo scelto Kristian.

Ero andata a scuola come se avessi appena scoperto le Americhe, come quel Cristoforo che dopo mesi di viaggio aveva incontrato la meta, e non importava che quella meta non fosse quella sognata, importava essere arrivati, salvi, vivi e pronti a scoprire.

Io avevo scoperto le Americhe, io avevo scoperto i miei sentimenti quella mattina ed ero pronta ad esplorarli, a capirli e a capirmi.
In quel momento c'era Kristian e non riuscivo a pensare che ci potesse mai essere qualcun altro, non potevo pensare ad un'altra meta.

Lui era la mia meta.

L'amore era la mia meta.

Il viaggio, il viaggio era stato tempestoso, pieno di tempeste.

Lo amo riuscivo solo a pensare a ciò, ed una strana voglia di suonare mi colpì appena uscii fuori dal letto. Avevo bisogno di dire a qualcuno che amavo Kristian, e questo qualcuno era la musica.

 

Quell'equilibrio che avevo creato si era rotto quando Kristian mi aveva parlato di quella festa.

Non sapevo come ci si comportasse in questi casi. Io mi fidavo di lui, ma non mi fidavo di quella, chiunque essa fosse. Kristian, poi, non mi aveva parlato delle sue ex, tanto che avevo rimosso dalla testa la certezza che lui avesse avuto tante, tantissime ragazze e che mi magari io ero così banale a confronto. Questo mi dava noia, che ci fosse stata qualcuno capace di avergli dato amore, e che fosse ricambiato come stava succedendo a me.

Passai l'ora di storia della musica a testa bassa, persa tra i miei pensieri, tra la consapevolezza di amarlo.

Mi piaceva ripetere questa cosa nella mia testa.

 

Appena rientrata a casa, squillò il telefono, Marika si avvicinò per rispondere ma feci cenno di lasciar perdere, così presi io la chiamata.

“Tesoro, sono io” era Lorenzo.

“Ehi, ragazzaccio! Prima che tu dica qualcosa, siete due pervertiti tu e Samuele, non voglio sapere le cose sconce che fate, soprattutto dopo avervi visto sul portone di casa tua a strusciarvi e mangiare gelato insieme” Lorenzo rise senza freni. Era una risata ilare ma anche isterica, di chi sapeva che avevo fatto centro. Lui e Samuele sicuramente facevano cose tanto maliziose insieme.

“Insomma mi vuoi dire se ci vai a letto?” insistetti, chiara.

“Ehm, oggi, oggi è stata la nostra prima volta” era dolce il tono con cui lo disse.

Continuammo a parlare senza sosta per un'ora.

“Tu che mi dici, con quel gran pezzo di figo che ti ritrovi accanto?”

“Va bene” monotona.

“Va bene vorrebbe dire che sei arrabbiata?” lui doveva fare lo psicanalista da grande, o forse mi conosceva fin troppo bene.

“Si sono arrabbiata con lui e con me stessa, sono arrabbiata perché non capisce che voglio sapere di più della sua vita privata, perché mi sembra normale se due persone si amano che si dicano delle cose, e poi sono arrabbiata con me stessa perché mi sono comportata da ragazzina gelosa che non si fida del proprio ragazzo”

“Aspetta, aspetta... se due persone si amano? Lo ami?”

“Si, si Lorenzo, lo amo e mi sembra la cosa più semplice di questo mondo amarlo” dissi stupita delle mie stesse parole che con naturalezza erano uscite dalla mia bocca.

“Spiegami tutto ora, perché sono confuso” disse, e così feci. Partii da quel mattino fino alla fine della giornata.

“Perché non provi a dirglielo che lo ami?”

“Perché ho paura di essere rifiutata, lui d'altronde ha detto che è innamorato di me, non che mi ama... sono due cose diverse”

“Lo so, datti e dagli tempo” mi disse ancora.

Alla fine dovetti chiudere la chiamata perché avevo da studiare.

“Ciao” saltai per lo spavento “Marika mi ha fatto entrare” Kristian entrò in camera mia sdraiandosi sul letto vicino a me.

Avevo ancora il cellulare caldo appoggiato al comodino, speravo solo che non avesse origliato una parola della conversazione.

“Ciao” dissi intrecciando le mie dite con le sue.

“Voglio presentare la mia ragazza a i miei amici, vieni sabato sera con me?” mi domandò. Posta così quella domanda era veramente diversa, quasi appetibile.

“Non è una buona idea”

“Perché?” .. se voleva la sincerità gliela avrei servita su un piatto d'argento.

Perché vedrei la tua ex ragazza e mi sentirei così piccola e insignificante, mi farebbe star male sapere che te hai passato più tempo ad amare lei invece che me” Kristian si irrigidì, segno che ciò che avevo detto era vero. Lui aveva amato la sua ex ragazza.

“Non ti farei mai sentire piccola ed insignificante” mi disse, ignorando la seconda parte del mio periodo.

“Non è qualcosa che fai tu, è qualcosa che mi farò da sola.. perché scommetto che lei sarà anche bella”

“La smettiamo di parlarne, ci sei tu adesso, e non mi interessa nulla di quella mocciosa da quattro soldi” disse serio prendendomi il viso tra le mani. Si avvicinò irruento sulle mie labbra e mi baciò, senza aspettare permessi o consensi, insinuò la sua lingua nella mia bocca, assaporò ogni centimetro.

Mi concentrai solo su quel bacio come se tutto il resto sparisse, come se il letto stesso sparisse, perché c'eravamo solo io e lui e il movimento delle nostre lingue che si accarezzavano, si cercavano si muovevano e si scambiavano saliva come se fosse ossigeno.

Interrotto il bacio, mi avvicinai più a lui, mettendo la testa tra il petto e la spalla e stringendomi al suo corpo.

“Uscirò con Caterina e tu andrai alla festa”

“Oppure invitiamo anche Lorenzo e Samuele e vieni alla festa”

“Non molli mai eh?” dissi sorridente, vedendo il suo volto ormai trionfante, perché quell'ultima domanda retorica era come un assenso.

Avevo avvertito giorni dopo Lorenzo, e in quel momento mi stavo trovando ad armeggiare nell'armadio per trovare qualcosa da poter indossare, qualcosa che non mi facesse sembrare insignificante, visto che già non conoscevo nessuno a quella festa.

Kristian, quella sera era venuto a prendermi, e si trovava sul letto ad aspettare che io mi vestissi, sempre se avessi trovato qualcosa con cui vestirmi.

Optai alla fine per un abito corto.

Kristian sembrava eccitato per questa festa, non sapevo per quale motivo, ma sapevo solo che non aveva smesso di sorridermi da quando era entrato in casa.

Anche in quel momento che stavamo uscendo sorrideva, mi sorrideva.

Avrei conosciuto i suoi amici, finalmente. Almeno qualcosa di buono c'era a quella festa.


Non volevo interrompere il capitolo così, ma dovevo o il capitolo sarebbe venuto troppo lungo..
Lana ha svelato finalmente cosa prova :)
Spero non ci siano troppi errori, ma non ho avuto il tempo di rileggero e vi ho fatto già aspettare troppo.
Il prossimo capitolo sarà incentrato sulla festa e vedremo la figura di Alessandra.. ma ancora non ho la più pallida idea di cosa succederà
Pubblicherò tra una settimana (ormai fino alla fine della scuola sono impegnatissima)
A prestissimo e GRAZIE MILLE *_*
Cri

 

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Ordinaryswan