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Autore: MegJung    26/05/2013    1 recensioni
Come reagireste alla sola idea di scoprire che la vostra migliore amica, in realtà è un extraterrestre, inconsapevole di esserlo? Sophie, una liceale qualunque, avrà a che fare con una ragazza particolare e insieme a lei e alle persone vicine dovranno affrontare un'impresa immensa, scopriranno segreti inconfessabili e entità misteriose, il tutto con avventura e, ogni tanto, anche a suon di risate!
Genere: Azione, Mistero, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Stavano tutti combattendo valorosamente contro il nemico, in quella fabbrica metallica a dimensioni planetarie un gioco di luci laser e sangue si stava diffondendo violentemente. Terrestri e pleiadiani furiosi si scagliavano senza paura contro i Grigi che attaccavano. Un mare di alleati persero la vita strenuamente, versando il loro nobile sangue per salvare il loro caro pianeta.
Dovevamo vincere, dovevamo riprenderci ciò che era nostro, quegli usurpatori dovevano morire!
Cercavo di rimanere calma, stavo nascosta fra grossi cumuli di macerie e al momento giusto saltavo fuori e sparavo a destra e a manca a quegli esseri schifosi.
Il nucleo era lontano da noi, ma ci saremo arrivati lo stesso, a costo di lottare giorno e notte, aprendoci un varco, calpestando cadaveri di Grigi.
Sidus riuscì a trovare, attraverso uno dei suoi strani viaggi astrali, a trovare le coordinate esatte della centrale dei Grigi. In quel nucleo maledetto c’era il centro di controllo di quella enorme struttura che copriva la Terra e i capi dei Grigi che governavano il tutto.
Si trovava vicino Ashford, una città lontana circa 35 miglia rispetto a Margate. A piedi, facendoci largo con la forza fra i Grigi ci avremo messo giorni e saremo stati vinti prima o poi dalla stanchezza o dal nemico. Avevamo bisogno per forza di un altro mezzo di trasporto per arrivare fino al nucleo.
Purtroppo avevamo bisogno delle milizie pleiadiane per andare avanti.
- Quanto manca ancora? Quando arriveranno le truppe? – chiesi schivando plasma luminoso, sentendomi come Neo di Matrix.
- Sono vicini – rispose Aster – fra un’oretta dovrebbero essere qui -.
Quelli sarebbero stati i 60 minuti più lunghi della mia vita. Intanto non potevo rimanere immobile, aspettando e lasciando che tanti miei compagni perdessero la vita. In quel momento desideravo tanto poter utilizzare il potere della mia aura rossa per far esplodere tutto, ma non avevo la più pallida idea di come attivarlo.
Fu una lotta dura, ma continuammo a combattere imperterriti con quei pochi marchingegni che proveniva da Antea. Purtroppo arrivò per me il fatidico momento in cui il plasma del mio fucile era esaurito e la tuta blu aliena non poteva proteggermi da qualunque cosa.
Esaurire le munizioni in un gioco suscitava bestemmie, ma perderle durante un conflitto reale faceva incombere addosso, come un macigno la disperazione.
Cercai di nascondermi come un ratto fra i cumuli di rottami che si stavano generando nello scontro, fortunatamente i Grigi erano troppo occupati con i ribelli umani per pensare a una ragazzina  di 18 anni innocua e senza poteri. Esher e  Nathalie erano già più pericolose, la prima faceva parte della specie nemica giurata dei Grigi, la seconda era capace di far guarire i nostri compagni, quasi facendoli resuscitare in certe situazioni.
Mi spostavo furtivamente, fra un ammasso al altro, osservando la scena della battaglia. Improvvisamente mentre mi stavo muovendo con passo silenzioso, fui colpita alla schiena da un raggio facendomi cadere a terra.
Mi girai, davanti a me apparve un disgustoso Grigio, armato fino ai denti pronto a dare il colpo di grazia. Chiusi gli occhi ed esalai quello che doveva essere il mio ultimo respiro, aspettando la mia miserabile fine.
Passò un secondo.
Un lampo improvviso squarciò il buio nei miei occhi chiusi. Ero forse morta?
Due secondi.
Tre secondi.
Quattro secondi.
Respiravo ancora, ma non avevo il coraggio di aprire gli occhi e vedere quello che stava accadendo. Tuttavia presi forza e ritornai a vedere.
Quel Grigio orrendo stava combattendo contro una creatura celestiale. Era un pleiadiano pallido, quasi luminoso, indossava un armatura supertecnologica metallizzata che lo copriva, lasciando scoperto il viso e la lunga chioma di capelli dorati.
Stava combattendo con una strana arma affilata e luminosa che rammentava una spada laser, mentre il Grigio rispondeva con raggi laser. Alla fine il mio carnefice fu ridotto a un pantano grigio misto con i suoi umori.
- Stai bene? – chiese con tono gentile.
Annuii con la testa senza spiaccicare parola, ero troppo occupata a contemplare quel cavaliere futuristico dall’aspetto così regale e divino.
Mi tirò su con delicatezza, mentre lo fissavo imbambolata come un’ebete, facendo la figura dell’idiota.
- Tieni – mi disse dandomi un fucile – ti servirà -.
- Grazie – dissi sognante.
Subito ritornai con i piedi per terra, non era il momento per ammirare gli angeli dello spazio e ritornai subito all’azione. Tuttavia i miei pensieri caddero ancora una volta sul mio salvatore. Egli non aveva la solita tuta blu, ma una specie di armatura e l’arma che mi aveva dato era diversa da quelle che Sidus ed Aster ci avevano fatto vedere. Capii perché era diverso dagli altri, era un soldato di Antea, finalmente le milizie pleiadiane erano arrivate.
“Raggiungici, siamo vicini ai carri!” sentii nella testa.
Riconobbi la voce, era quella di Esther, mi aveva inviato un messaggio telepatico. Purtroppo essendo umana non potevo risponderle.
Mi affacciai appena dal cumulo dove mi ero nascosta, davanti a me c’era ancora un teatro di guerra e dall’altra parte c’era una fila di strani carri armati che sparavano. Notai che la vicino c’erano gli altri.
Con passo felpato, degno di una spia del M16 giunsi dagli altri che ansiosi mi stavano aspettando.
- Presto – ammonì Sidus – entriamo tutti nel carro ora! -.
Obbedimmo ed entrammo tutti nel mezzo, alla guida del bestione si mise Aster, Sidus stava occupato con l’artiglieria ed Esther smanettava su strane tastiere strane sequenze di simboli. Il potere delle auree azzurre e verdi era straordinario. Il mio stupido alone invece non si decideva a svegliarsi!
Avanzammo per non so quanti chilometri, fatto sta che dopo una manciata di minuti eravamo già vicino Ashford.
Quando ci arrivammo in quella città ci fermammo e uscimmo dal carro. Fuori era deserto e tranquillo.
Davanti a noi apparve il nucleo, era un altissima struttura cilindrica in metallo che si innalzava al cielo, pareva una fortezza impenetrabile.
Sidus si avvicinò al pass vicino alla porta e ci posò sopra le mani scatenando delle scosse elettriche che invadevano l’edificio. Stava combattendo contro qualcosa che noi non potevamo vedere. Quella specie di guerra psichica continuò finché Sidus diventò un evanescente ombra blu con gli occhi che emettevano luce bianca, era il suo secondo corpo.
Dopo aver visto per pochi secondi l’altro aspetto di Sidus, fra l’alieno e il marchingegno ci fu un esplosione che non fece vedere più nulla.
La porta del nucleo si aprì e spuntarono i sommi Grigi che governavano più di tutti la Terra. Lo spirito cobalto dell’alieno si scagliò contro i nemici. Gli altri ed io non rimanemmo con le mani in mano e andammo ad aiutarlo. Purtroppo i Grigi governanti erano molti più potenti di quelli che avevamo affrontato e i nostri attacchi a malapena gli facevano il solletico.
All’improvviso si sollevò un vapore che non fece vedere più nulla.
Quando quella nebbia sparì, i Grigi governanti era spariti come in trucco da illusionista, ma la cosa più grave era il corpo di Sidus.
Era presso la soglia dell’edificio, steso a terra, con un pugnale al plasma conficcato nel petto.
- Sidus! – esclamò disperata Nat.
Mi misi in ginocchio e posai la testa dell’alieno fra le mie braccia.
- Sidus – lo chiamai con voce tremante – ti prego rispondimi! -.
L’alieno aprì leggermente i suoi occhi color ghiaccio e mi fisso con sguardo sereno.
- È finita per me cara Sophie – mi rispose con voce affaticata – ho cercato di batterli, ma loro sono più forti di me. Per me è finita -.
- No – rantolai – non è finita, devi vivere ancora! -.
- Mi dispiace cari compagni, ma non c’è più nulla da fare per. Però dovete promettermi una cosa -.
- Dicci tutto -.
- Dovete liberare la Terra dai Grigi o il mio sacrificio per aprire il nucleo diventerebbe vano. Ho voluto bene a tutti voi, terrestri e pleiadiani. Addio -.
Chiuse gli occhi ed esalò il suo ultimo respiro.
- Sidus, Sidus – lo chiamai strattonandolo, ma lui non rispondeva.
- No – urlai addolorata.
Mi resi conto che lacrime calde scivolavano sul viso. Erano le lacrime più dolorose che avessi mai pianto. Mi voltai verso gli altri, avevano osservato la scena in religioso silenzio. I visi di Nat ed Esther erano rigati dal luccichio delle lacrime e loro non piangevano mai.
Mi accucciai in me stessa e esplosi a piangere.
- Perché? Perché? – chiedevo inutilmente disperata.
Aaron si avvicinò al cadavere dell’alieno e tirò fuori dal suo petto quel pugnale assassino fissandolo.
- Per questo sangue così nobile e puro, io prometto sulla mia vita di combattere contro i Grigi fino alla morte – poi si voltò verso tutti noi – chi è con me? -.
Posammo tutti la mano su quel funesto pugnale e tutti demmo la nostra parola che avremo liberato la Terra non solo per ritornare a vivere, ma soprattutto per vendicare Sidus.
   
 
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