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Autore: Monster_    26/05/2013    5 recensioni
[...]
Il tono freddo e distaccato con cui aveva espresso quella frase si stampò nella mente di Natsume.
Stava guardando il nuovo arrivato uscire dalla classe. Aveva un turbine di emozioni nella testa. Ma solo un nome che rimbombava così forte e straziante che ebbe l'impulso di coprirsi leorecchie per cercare di abbassare il volume dei suoi pensieri.
[...]
{Natsume/Mikan}
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mikan Sakura, Natsume Hyuuga, Ruka Nogi, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Better place 1
;Better place.





#1.


"Eri come il sole. Ed ora che non ci sei più, anche la pioggià mi fa pensare a te."




Mikan si sistemò una ciocca di capelli dal viso scarno, mentre la sua immagine si rifletteva allo specchio sopra il suo comò ciliegio. Sorrise leggermente; era davvero patetica.
Scosse il capo e indietreggiò lentamente, continuando a fissare la propria immagine. Non era più una bambina, aveva diciotto anni; lunghi capelli color rame legati in una coda alta e la frangetta sbarazzina che le incorniciava il volto. Gli occhi grandi e color nocciola. Un corpo gracile e magro, davvero magro. Anche troppo. Era dimagrita molto, da due anni a questa parte...
Due anni è un tempo infinitamente lungo per pensare, per piangere e per pentirsi. Mikan Sakura era morta da due anni ormai. Ora lei era solo un corpo vuoto che vagava cercando un po'
di calore, anche la luce di un fiammifero.
I pensieri della ragazza smisero nell'istante in cui la porta della sua camera si aprì. Sentì dei passi e subito riconobbe la persona davanti a lei. Sorrise.

Keshiro sorrise di fronte alla ragazza "Buonasera Mikan, sei agitata?" quasi sussurrò, mettendole una mano dolcemente sul capo, scompigliandole la frangia. Mikan sorrise, contenta di quel contatto, come un cucciolo bisognoso di attenzioni.
"Si, molto" bisbigliò, guardandosi nuovamente allo specchio; "Guardami Keshiro... con quale coraggio torno di nuovo li?" Biascicò con tono strozzato.
Keshiro si sentì nuovamente male per lei.
Nuovamente, come il giorno prima. E il giorno prima. E il giorno prima. E quell'orribile giorno... La guardava così da due anni. Eppure, quando l'aveva conosciuta, - quattro anni fa-, la lucentezza che Mikan emavana l'aveva attratto come le api con il miele. Lui aveva bisogno proprio di questo. E a lei deve tutto, davvero tutto. Ma era stanco di guardarla star male.
Piano si spostò dolcemente dietro di lei, mettendole le mani sulle spalle, guardando la loro immagine riflessa.
"Mikan, sei bellissima. E non solo fuori, per il tuo aspetto, no. Tutto di te è bello... Ora per te, è solo stata coperta quella bellezza, da tante cose brutte... Ma riuscirai a tirarle fuori, vedrai."
Le sciolse i capelli, sistemandoglieli sulle spalle, facendoli passare tra le dita delle sue mani.
"Domani tutto andrà bene, e... Tu non sarai mai sola! Io, Yachi e Shin saremo sempre al tuo fianco!" Mikan sorrise, annuendo.
"Si, questo lo so!" Keshiro le lasciò le spalle, indietreggiando "Ora vado, domani sarà una lunga giornata, è meglio che tu vada a dormire, il viaggio fino a Tokyo sarà estenuante." si diresse verso la porta, girandosi poi verso Mikan.
"Già. Ma non è il viaggio che mi spaventa. Buonanotte." La ragazza sentì la porta chiudersi e, legandosi nuovamente i capelli si diresse verso il bagno, cambiandosi, mettendosi nel suo letto subito dopo. Guardò la foto sul suo comodino. Raffigurava due bambine; una con dei codini color rame e occhi grandi, nocciola, che sorridente abbracciava fortemente l'altra bambina con i
capelli corti, corvini e due occhi grandi e blu. Un'espressione seria e per nulla scomposta sul suo visino.
"Hotaru..."
Piano prese la cornice della foto e la rigirò a faccia in giù sul comodino, spengendo poi la luce. Sarebbe tornata a Tokyo, all' Alice accademy. Dopo quattro anni, dopo che tutto,
ma davvero tutto, era cambiato. Lei era cambiata e non voleva, non era pronta a tornare. Avrebbe fatto di tutto per fermare il tempo e non tornare il giorno seguente.
"Domani dovrò odiarvi tutti..." bisbigliò prima di costringersi a chiudere gli occhi e a dormire.


Natsume entrò in classe stranamente in anticipo, quel giorno. Fuori pioveva, e il ragazzo pensava che sicuramente il tempo era in perfetta sincronia con il suo umore. Appena varcata la soglia della quarta classe del liceo, vide alcuni dei suoi compagni parlare tra loro. Si guardò meglio intorno riuscendo ad individuare Koko seduto vicino ad Hotaru, intento a parlare con la ragazza che guardava da un altra parte, annoiata. Quei due stavano insieme da quasi un anno ormai. Molte cose sono cambiate ultimamente. Tutti erano cresciuti, non erano più i bambini ingenui delle elementari. Ognuno aveva imparato a gestire e amplificare quasi al massimo il proprio Alice. Alcuni ragazzi del liceo degli anni passati, come Tsubasa, Tono e Misaki sono rimasti all' Alice accademy frequentando ora un breve corso per diventare insegnanti nell'istituto.
"Natsume-kun, buongiorno!" Il ragazzo in questione girò lo sguardo verso colui che l'aveva riscosso dai suoi pensieri. Ruka era davanti a lui, sorridendo tranquillamente.
"Ho detto: buongiorno Natsume-kun!" ripetè insistentemente. "Tzè. Buongiorno" borbottò il moro proseguendo verso la fine dell'aula, sedendosi al suo posto. Il biondo lo seguì, continuandoa sorridere. Alla fine, si disse, non era cambiato poi un granché dalle elementari. Tutti erano passati alle classi successive, due anni prima si erano festeggiati i diplomi di tutte le ultime classi del liceo. C'era stato un grande sgomento, lacrime, felicità. Tante persone si sono dette addio per sempre, altri sono rimasti nell'accademia conquistando comunque un posto nella società.
Ruka si guardò intorno sentendo a gran voce il 'buongiorno' di Sumire. Si girò, ridacchiando nervosamente, borbottando un "ciao". Arrivò al suo posto, accomodandosi. Tutti erano rimasti amici. La classe iniziale delle elementari, ora, è sparpagliata qui e li nelle varie sezioni. Fortunatamente lui, Natsume, Koko, Hotaru e Sumire(?) erano rimasti uniti nella stessa classe. Sospirò, tornando alla realtà, ricordandosi di una cosa ridicola che aveva letto stamani nella bacheca principale delle classi superiori. "Hey Natsume, oggi, in bacheca c'era stritto davvero unacosa ridicola!" Il moro non si scompose, continuando a guardare fuori dalla finestra borbottò "cioè?!".
"Cito testualmente:'classe quarta C', - tirò fuori un foglietto dalla tasca, cercando di mettere a fuoco le parole- '...Classe quarta C-"
"Oh ma dai Ruka! Te lo sei scritto?!" il biondo fu interrotto da Natsume che, ridacchiando scuoteva la nuca.
"Shhh! Dicevo... 'Classe quarta C, sezione arti pericolose: Da quanto abbiamo sentito oggi la classe quarta, sezione C, avrà quattro nuovi studenti in trasferimento a tempo determinato. Non si sanno altre informazioni'. Scritto da Tsubasa-san, dichiarato da Narumi-sensei." Ruka finì di leggere rendendosi conto che le ultime due informazioni avrebbe anche potuto tralasciarle, non erano di grande importanza. Ripose il bigliettino; se l'era scritto perché era sicuro che si sarebbe dimenticato per filo e per segno cosa diceva l'annuncio. Magari avrebbe detto 'due studenti', invece di quattro, oppure 'nella sezione Z'... Ultimamente aveva la testa davvero sulle nuvole. Stava cercando di capire la motivazione, da diverso tempo, ma nulla. Non c'era spiegazione. Tornò, per l'appunto, alla realtà.
Natsume guardava l'amico degli animali con il sopracciglio leggermente alzato. "Hey. E' impossibile." Si espresse chiaramente. E tornò a guardare fuori dalla finestra, sospirando.
Ruka si scompose. Sì, quello l'ho detto anche io!
"Però non ti pare strano? Era scritto in bacheca" protestò. Natsume alzò le spalle, "Ruka, non mi interessa, sinceramente." pronunciò irritato.
Narumi entrò in classe in quel momento, posando un libro sulla scrivania. "Buongiorno ragazzi! Sedetevi svelti!" si girò verso la lavagna e scrisse tre nomi. "Keshiro Hanzo", "Yachi Mizune", "Shin Miyakii" posò il gesso sbattendo le mani insieme, pulendole. Guardò gli studenti davanti a lui e sorrise. "Siate contenti, oggi avremo quattro nuovi studenti!" cantilenò. In risposta, solo voci di domande, anche alquanto inutili.
Ruka guardò Natsume, "Visto? Che ti avevo detto?" sorrise contento. "Tzè!" Il moro si concentrò sui tre nomi alla lavagna. ...Tre? Aspetta, tre nomi? Quel pervertito gay
che si ritrovava come insegnante non aveva appena detto quattro?
Prima che potesse parlare, sentì la voce fredda e schietta di Hotaru Imai innalzarsi e sormontare il vociferio fastidioso. "Sensei, ha detto quattro nuovi compagni. Perché tre nomi?"  
Narumi non rispose.
Ma quando Hotaru fa una domanda, pretende una risposta. Una domanda senza risposta è come un'invenzione lasciata a metà. E' incompleta. E lei erano quattro anni che non faceva che sentirsi incompleta.

[...]
"Non mi hai risposto però! Ti sto chiedendo perché lo stai facendo? Per lui?" Hotaru non si era mai agitata.
Non mostrava emozioni quando parlava, perché le cose futili che discuteva con persone futili non meritavano sensazioni.
Ma ora poteva mostrare tutta la sua frustrazione. Non erano discorsi futili, ma incredibili. Non era una persona futile, era una completa idiota.
"Hotaru, spostati." Le parole erano fredde e distaccate.
"No! Stupida! Cosa ne sarà di te?" Stava per piangere, lo sapeva. Ma strinse i denti.
"Tu sei... troppo stupida per lasciarlo. Per lasciarci. Non sei pronta e non lo sarai mai!"
La ragazza sorrise scansando Hotaru dalla porta. "Tu non capisci. Sei uguale a lui." Aprì di scatto la porta, non si girò neanche a guardarla per un ultima volta. Se ne andò. Hotaru si affacciò a guardare le spalle della ragazza allontanarsi, sentiva le lacrime rigarle le guance e chiuse gli occhi abbracciandosi dolcemente. Un sussurrò uscì dalle labbra leggermente schiuse.
"Mikan"
[...]

La ragazza dagli occhi blu scosse il capo a quel pensiero. Aveva passato ore intere a sognare e a pensare a quel preciso istante della sua vita; ora era stanca. Si schiarì la voce, guardando glaciale il docente.
Narumi sospirò; sarebbero stati davvero pronti? Continuò a far vagare lo sguardo per tutta la classe, soffermandosi su tutti gli studenti presenti. Con uno sbuffo, continuò a parlare. "Keshiro Hanzo ha diciotto anni, ha il massimo delle stelle ed è uno studente modello. Yachi Mizune ha anche lui diciotto anni ed è stato nominato presidente da tutti gli allievi della loro scuola.
In pratica è il loro portavoce. E, infine..." Narumi si fermò. Aveva descritto quasi perfettamente e chiaramente i primi due studenti. Ora si avvicinava il secondo problema principale.
"Shin Miyakii ha diciannove anni. Sta ripetendo la quarta classe per motivi di salute."
Ruka alzò le spalle. Da come Narumi-sensei aveva parlato di questi tre nuovi studenti non c'era nulla di strano. Certo, apparte il fatto erano tre (o quattro?) e la loro classe era al completo. Spostò lo sguardo verso Natsume che annoiatamente cercava di rimanere concentrato sul discorso del docente.
Natsume non era sinceramente interessato a quello che stava per capitare. A lui non importava dei nuovi studenti; a lui ormai non importava più nulla.
Si sentì un bussare preciso e la classe sobbalzò dall' eccitazione. Solamente quattro persone sembravano indifferenti a tutto quello che stava accadendo. Hotaru fissò Narumi biascicare un "aspettate tranquilli al posto" - Dio, non avevano più dodici anni-, e lo vide dileguarsi, aprendo la porta e chiudendola dietro di se. Aveva provato a sbirciare ma non era riuscita a vedere molto.
Sospirò girandosi verso Koko che la fissava. Alzò un sopracciglio, irritata.
"Cosa?"
"Sei agitata. Calmati." L'affermazione di Koko, come di consueto, fece cadere la maschera di Hotaru. La ragazza si strinse nelle spalle, lasciando trasparire un sorriso leggero ma quasi impercettibile.
"smettila di leggermi." pensò. Subito dopo, sentì la risposta bisbigliata di quello che ormai era il suo ragazzo da più di un anno.
"No. Adoro farlo!" Sorrise. Hotaru si voltò sentendosi più tranquilla ora e, in quel momento la porta della classe si spalancò e Narumi entrò sorridendo.
Al contrario di quello che voleva mostrare, Narumi-sensei non era affatto felice. No, affatto. Aveva parlato per due secondi con i nuovi studenti e per di più, in quei due secondi, solo uno dei tre aveva avuto la buona educazione di rispondergli. Di sicuro stavano facendo uno sbaglio.
Proseguì verso la cattedra, schiarendosi la voce. "Classe, stanno per entrare i tre nuovi studenti. Per favore, prendetevi cura di loro."
Keshiro entrò in classe, il suo umore non era dei migliori ma si sforzò di sorridere. Sapeva che in quanto di buone maniere, era l'unico che avrebbe potuto parlare. Sentì un coro di 'oooh' e si chiese se per davvero questa era una quarta classe.
Hotaru alzò lo sguardo, sinceramente curiosa. Vide entrare un ragazzo e sentì la classe iniziare a parlare tra di loro. Subito dopo altri due ragazzi seguirono il primo. La ragazza si scompose...
Certo ne aveva visti di bei ragazzi. La sua classe aveva due o tre elementi maschili che riscuotevano alquanto successo. E anche se lei era la fredda e glaciale Hotaru Imai era pur sempre una donna. In questi ultimi anni aveva capito anche lei che l'occhio vuole la sua parte.
"Buongiorno a tutti. Sono Keshiro Hanzo, ho diciotto anni, e fino a ieri frequentavo l'istituo affiliato alla vostra accademia, dall'altra parte del Giappone." Hotaru si irrigidì.
Non ne sapeva la motivazione precisa ma quell'affermazione le fece alzare gli occhi, piantandoli direttamente sul ragazzo che stava parlando. In cambio ricevette uno sguardo altrettanto sorpreso da parte di Keshiro. Hotaru guardò i suoi capelli corvini, lunghi sino alle spalle e ricci. I suoi occhi neri profondi e l'espressione leggermente sorpresa, ma distesa.
La ragazza, irritata, si girò di scatto. Si decise a guardare il ragazzo con cui, da quasi un anno, non aveva nessun tipo di approccio parlato. Figuriamoci un contatto visivo...
Natsume Hyuuga. E, straordinariamente, lui, la stava già fissando irrigidito.
Natsume aveva seguito il tutto con noia. Aveva intravisto il primo tipo entrare e iniziare a cianciare qualcosa di poco interessante. E poi silenziosamente, una bomba esplose dentro di lui.
"...fino a ieri frequentavo l'istituto affiliato alla vostra accademia, dall'altra parte del Giappone." Il dominatore del fuoco sussultò. Era lo stesso posto dove in questo momento lei si trovava. Da quattro anni, dopo quel giorno. Provò a deglutire, ma la sua saliva era inesistente. Sentì Ruka muoversi sulla sedia; sicuramente anche la mente del migliore amico era arrivata al suo stesso pensiero. E se quella ragazza riusciva a farsi pensare da due persone nello stesso momento, sicuramente... Non fu sorpreso quando Hotaru Imai si girò verso di lui. Quella ragazza era perspicace. La fissò. Era quasi un anno che non la guardava eppure gli sembrò fossero passati solo pochi giorni. "Lei riesce ad unire tutti. Solo il suo pensiero."
Keshiro sorrise quando vide i strani movimenti di tre persone che assolutamente non conosceva ma poteva immaginare. Oh si, poteva. Si schiarì nuovamente la voce.
"Questi accanto a me sono i miei più cari amici. Yachi Mizune, di età diciotto, era della mia stessa classe. E' il nostro portavoce." La sua voce era calma, rilassata e scherzosa. Sorprese un paio di ragazze di media bellezza fissarlo insistentemente. Sapeva già cosa volevano e cosa immaginavano. Che squallore.
Quando non sentì nessun movimento alla sua sinistra, capì che, come di consuedo, nessuno dei due ragazzi avrebbe spiaccicato parola.
"... E Shin Miyakii, diciannove anni." Si fermò. Di certo non avrebbe detto niente di più su Shin. Tutto sarebbe stato esposto a tempo debito; affrettare le cose non sarebbe divertente.
Ruka aveva un enorme punto interrogativo stampato nel cervello. Aveva visto tre persone. Aveva sentito una sola voce parlare e presentarsi. E poi, aveva visto il terzo ragazzo... Shin(?).
Aveva corti capelli ramati, rossicci e sbarazzini. Gli occhi verdi, con l'espressione annoiata. Era alto e magro. Aveva una mano in tasca e l'altra si rigirava uno strano anello tra le dita. Ruka non aveva il sesto senso come i veggenti, ma di certo quella persona non gli piaceva. Guardò Natsume; anche lui era fisso su quella persona.
Il moro si era stranamente attivato, facendo uno scan generale delle tre persone in piedi al centro dell'aula. Il primo dai neri capelli e gli occhi altrettanto scuri era alto, ma non troppo, forse due o tre centrimeti meno di Natsume.
Parlava soppesando ogni parola non lasciando trasparire emozioni. Ok, il primo decisamente, non gli piaceva. Il secondo ragazzo era davvero gracile, lunghi capelli castani legati in una treccia. Gli occhi color acquamarina quasi del tutto coperti dalla frangetta. Non si era ancora pronunciato. Non aveva fatto una smorfia e neanche un cenno. Sembrava un automa. Profonde occhiaie gli scavavano il viso. No, decisamente neanche lui gli andava a genio. Per ultimo, inquadrò quello strano ragazzo dai capelli ramati e gli occhi verdi che giocava con un qualcosa che Natsume non riusciva a vedere. Aveva una strana aurea. Se avesse potuto fare una classifica della gente che non sopportava, forse, sarebbe riuscito a guadagnarsi il secondo posto, seguito da Tono-pervertito-san. (Seguito da Tsubasa!) Eppure non aveva scambiato una parola con nessuno dei tre.
Narumi capì che la classe non era esattamente tranquilla. "Umh, Keshiro-kun, tu e i tuoi amici, Yachi-kun e Shin-kun potete prendere posto dove più preferite."
Alcune ragazze iniziarono a scalpitare, esprimendo tutta la loro 'intelligenza'.
Keshiro sorrise scuotendo la nuca. "Oh, la ringrazio Narumi-sensei, ma io ed i miei amici non ci accomoderemo adesso." Continuando a sorridere tra l'incomprensione generale della classe, si rivolse verso gli altri due. "Yachi saresti così gentile da portare fuori Shin ed aspettarla? Sai quanto diventa suscettibile..." Non finì la frase, vide Yachi girarsi e fare un cenno a Shin.
Shin si fermò. Se doveva essere sincero, ancora non capiva cosa diavolo ci facesse li. Si, certo, loro tre si erano messi a parlarne e a pensarci qualche tempo prima.
Ora eccoli qui. Gli dava fastidio questo pensiero. Questa gente gli dava fastidio.
L'unica persona in questo dannato mondo che non gli dava fastidio, - anzi, il contrario-, non era qui. E non la vedeva da una settimana. Anche questa situazione gli dava fastidio. Sapeva che anche lei era infastidita e questo lo consolava. Ma avrebbe voluto consolare lei, che da una settimana lo evitava. Era diventata così piccola ultimamente che non riusciva a intravederla neanche per sbaglio dentro casa loro. Sospirò, guardando Yachi che ormai lo aspettava alla porta. Si girò verso Keshiro, accostandosi al suo orecchio.
"Ricorda che posso ucciderti." bisbigliò, per poi allontanarsi e chiudere la porta dietro di se. Keshiro sorrise.
"Mi adora ogni giorno di più, lo sò." pensò distrattamente.
Hotaru non capiva. Natsume non capiva. Questo li univa.
La ragazza dai corti capelli corvini era stralunata. Questi tipi erano strani e non gli piacevano. Erano entrati, portando scompiglio. Ora due sono usciti, - non che questo la rattristasse,- e c'era più scompiglio di prima.
Il dominatore del fuoco era accigliato. Avrebbe voluto essere una mosca per sentire quello che uno dei ragazzi ha bisbigliato all'altro. Di certo non gli era sfuggito ma, sicuramente, qualcos'altro si. Era sicuro che qualcosa non inquadrava ma non era riuscito a coglierla.
"Io sono qui solo per preannunciare una notizia importante." Keshiro si portò le mani dietro la schiena, sorridendo. Continuò con voce calma e rigida.
"Negli ultimi quattro anni il nostro istituto ha subito molti cambiamenti e sono avvenuti molti fatti eccezionali. Per prima cosa, una studente si è distinta tra tutti gli altri ragazzi, per una dura battaglia all'interno e all'estrerno del nostro istituto. Ora, dopo quasi due anni dalla fine di questa battaglia, la scuola è inagibile sotto molti punti di vista. Siamo rimasti in pochi e il preside ha deciso di mandare la persona più importante per noi e con più potere nel nostro istituto, in questa accademia, per sottoporvi ad un periodo di prova. Finito questo periodo di prova dalla durata di due mesi, questa persona tornerà al nostro paese per comunicare al preside le sue impressioni sull'Alice accademy. Se la sua impressione sarà buona, avverrà la fusione.
Il nostro preside firmerà un accordo con il vostro e noi, più tutti gli altri, verremo a stabilirci qui." Keshiro continuava a sorridere mentre il silenzio regnava sovrano. Narumi era sconcertato.
Non era stato avvisato e, secondo un suo pensiero sfuggente, neanche gli altri docenti.
Hotaru aveva tanti pensieri contrastanti. Una fusione all'Alice accademy, con questi tre? Sarebbero iniziati i guai. Quest'importante persona di cui sentiva parlare non la faceva stare più
tranquilla. Sentì Koko irrigidirsi accanto a lei, ma non gli chiese cos'avesse. Sapeva che Koko era già a conoscenza di come sarebbe andata a finire il resto della conversazione.
E la sua faccia non la faceva stare più tranquilla...
Natsume stava attento in classe, stranamente. Era rimasto accigliato dalle ultime affermazioni ed era sicuro che questa quarta persona che prima o poi sarebbe saltata fuori, non gli sarebbe andata a genio più degli altri tre.
Subito dopo la lezione sarebbe andato a chiedere all'uomo gay un po' di informazioni, anche su questa suddetta battaglia durata due anni e bla bla bla.
Koko non era per niente contento. Vide lo strano ragazzo di nome Keshiro sorridere e, concentrandosi su di lui un' ultima volta riuscì a percepire di nuovo lo stesso nome che non sentiva da anni ormai.
Il ragazzo dagli occhi scuri si decise e continuò a parlare: "Sono sicuro che avrete tante domande da fare e a tempo debito tutto sarà spiegato. La nostra 'persona importante' sarà presente  
dopo pranzo. Ora è indaffarata con il preside per le ultime carte." Aprì gli occhi e smise di sorridere. Le braccia di Keshiro scesero sui suoi fianchi e strinse stranamente i pugni, cambiando la sua espressione dolce e tranquilla per una glaciale e alquanto sinistra.
"Dopo pranzo, Mikan Sakura, la persona con più influenza nella nostra scuola, sarà qui." si bloccò, guardando una ad una tutte le persone presenti nell'aula,
soffermandosi stranamente su una paio d'occhi cremisi, sconcertati e spaesati, che lo fissavano con una furia ancora inesplosa. Pronunciò allora le ultime parole, prima di congedarsi.
"Quindi, io Yachi e specialmente Shin, non lasceremo che la infastidiate. In alcun modo." il tono freddo e distaccato con cui aveva espresso quella frase si stampò nella mente di Natsume.
Stava guardando il nuovo arrivato uscire dalla classe. Aveva un turbine di emozioni nella testa. Ma solo un nome che rimbombava così forte e straziante che ebbe l'impulso di coprirsi le orecchie per cercare di abbassare il volume dei suoi pensieri.
Mikan!




# 1. end.



Note dell'autore:
Wow! Cioè mio dio, wow! E' davvero un lunghissimo primo capitolo!
Comunque salve a tutti! Sono rientrata in punta di piedi in questo bellissimo mondo dimenticato in una parte del mio cervello con... questo!
Che strano!
Spero per davvero che questo primo capitolo di questa storia così strana e non definita vi sia piaciuto! Fatemelo sapere per favore! Accetto tutto, specialmente le critiche!
Buona giornata e a presto! :)
  
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