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Autore: Fioredipalude    11/12/2007    15 recensioni
Dopo la sconfitta dei Sei-bara kishi dan (Saint Rose Crusaders)le sei 'ragazze' potettero vivere, finalmente,una vita normale...o quasi... In arrivo, esclusivamente sui vostri computer una nuova fan fction inedita! Questa e una fict sperimentale nata dalle menti pazze (T-T noi siamo sane di mente con un eccesso creativo Nd Kuroneko&Caomei, Whatever Nd Anil13), di tre persone che vivono a 800km di distanza e non si sono mai incontrate. (e qui si vede il potere di internet! U.U-Caomei) Anil13 , Kuroneko e Caomei (L’ho sempre detto che tre teste son meglio di una. Nd Anil13 UoU) presentano una nuova epica avventura piena di intrighi, amori, gelosie, umorismo, azione e nata in una sola settimana (siamo molto 'fertili'! Nd Anil13 ^o^, Mica sono un orto! Nd CaomeiT_T) Per chi ha il coraggio di fantasticare e vivere con noi questa storia intricante piena di soluzioni creative e punti di vista tutti nuovi che si allontanano dalle classiche fan fiction . Tra clessidre maledette, incarnazioni di divinità, mitologia norrena, sosia malvagie, guerre per il potere, matrimoni da concludere, misteri e cose irrisolte, allergie al pelo di gatto, agenti del X-files, mafia Giapponese, cuori spezzati, e molto altro, si prevedono...seri danni mentali (vi ho fregato!Nd Anil13). Quindi ci togliamo la responsabilità per qualsiasi sofferenza che seguirà leggendo questa storia (istinti omicidi, attacchi cardiaci, voglia di fragole, danni al cervello,...Aoyamanizzazione…) Entrare a proprio rischio!
Genere: Romantico, Commedia, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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RRS = Round Robin Stories; una fict scritta a più mani. Di solito ogni capitolo viene affidato ad una persona diversa. Anche se l'opzione è stata rimossa siamo sempre in tre a creare i capitoli. *O*

Anil13:" Benvenuti cari avventurieri in questa pazza fan fiction
sperimentale! Promettiamo un'avventura epica ed all'ultimo sangue!"

Caomei:" Si e decliniamo fin da ora ogni responsabilità per eventuali disturbi psico-fisici dovuti alla lettura della fict quali: manie di persecuzione, epilessia, mutismo...ecc...

(non sarete risarciti nemmeno se doveste diventare come Aoyama U.U)

Ovviamente ai commenti ( anche negativi ) su ogni capitolo risponderà l'autrice del medesimo. U.U Buona lettura. *o*

Declaimers: Tokyo Mew Mew non appartiene a me, ma a Mia Ikumi e Reiko Yoshida, e non ne possiedo i diritti. Questa storia non ha scopo di lucro né è serializzata.

Capitolo: I

Il cafè dei ricordi.

Simili a tante sfarzose principesse, i piccoli ventagli dorati del Ginkyō,*si lasciano sedurre dal principe Vento Autunnale e con esso danzano volteggiando nell'aria: a mille ne porta con sé, nella sua illusoria danza, quel principe gelido ed invisibile. In certi momenti le piroetta in cielo, vorticoso e sfrenato, come il più spietato degli amanti, in altri le culla a mezz'aria con molle sensualità. Finché i piccoli ventagli sembrano stanchi e, sfiorando il suolo con le loro leziose gonnelline, gli chiedono di potersi fermare per riposare. " Ancora un ballo!" sembra chiedere loro il vento mentre richiama le sue auree principesse tra le proprie braccia e di nuovo le fa volteggiare nell'etere per un ultimo ballo che le sfinisce. Ecco ora anche l'ultima danza si è conclusa e tutte si spargono in un prezioso tappeto: coprono i viali e le strade di cemento scuro create dagli uomini.

"Dispettoso Ginkyō! Noi spazziamo da ore e tu continui a far cadere le tue foglie!"

Strillò esasperata una quattordicenne mentre, tra le risa delle amiche, cercava disperatamente di mantenere le foglie nel suo mucchietto che aveva preparato ai piedi dell' argentea corteccia del grande Ginkyō ornamentale, che si trovava nel giardino del locale dove lavorava. Ormai erano ore che lei e le altre cinque ragazze, delle sei dipendenti che contava in tutto il Cafè Mew Mew, si affannavano invano a pulire il vialetto principale e la battuta della ragazzina aveva espresso brillantemente il pensiero di tutte quante suscitandone l'ilarità, una deliziosa pausa da quel lavoro ingrato. Le dolci risate di quelle giovani donne, non più bambine e non ancora adulte, risuonavano cristalline tra il fruscio delle foglie ed il vento che, impertinente, giocava malizioso con le corte gonne delle loro divise colorate. Solo una non partecipava standosene in disparte senza nemmeno guardarle ed addirittura estranea a ciò che lei stessa aveva provocato.

"E basta! Che palle!" Sbottò Purin voltandosi, parecchio infastidita, verso le colleghe.

Le ragazze del locale smisero istantaneamente di ridere ed allibite fissarono incredule la ragazzina bionda che ora le guardava adirata. Perfino la bellissima e sempre imperturbabile Zakuro, la più grande del gruppo, pareva stupita dalla violenta reazione della biondina. Nessuna sapeva cosa dire: Purin non aveva mai risposto in quel modo brusco e neppure se l'era mai presa per delle semplici risate, anche se, a pensarci bene, già durante la mattinata appena trascorsa era parsa parecchio svogliata nel lavoro ed insofferente verso i clienti. In realtà la biondina aveva già chiarito con loro il motivo del suo malumore quando aveva accennato al fatto di essere"mensilmente indisposta".

Eppure quella stessa mattina si era presentata al lavoro puntuale e di sua spontanea volontà nonostante fosse Giovedì, ovvero il suo tanto agognato giorno di riposo, e nonostante la sua presunta indisposizione. In realtà al suo arrivo, Purin, aveva riferito ad Akasaka e Shirogane, i gestori del locale, che voleva fare un po'di straordinari per far quadrare i conti a casa; essendo al corrente della sua situazione familiare sia Akasaka che quattro delle sue colleghe le avevano creduto da subito ed avevano perfino lodato il fatto che fosse venuta, senza curarsi dell'indisposizione, per amore dei cinque fratellini che aveva a carico. Solo i più sospettosi tra loro, Zakuro e Shirogane, parvero intuire che la ragazzina non fosse stata del tutto sincera e che in realtà stesse nascondendo qualcosa. Per questo motivo il ragazzo aveva preteso da lei ulteriori spiegazioni prima di concederle di restare. Il colloquio era durato per circa un'ora durante la quale tutte le ragazze, prese dalla curiosità, avevano interrotto il loro lavoro di cameriere per origliare alla porta dell'ufficio del titolare. Tuttavia quando la biondina era uscita sul viso aveva un'aria ugualmente indecifrabile anche per la stessa Zakuro, la quale fu però l'unica, oltre a Reatsu, a rispettarne il riserbo. Invece Ichigo, Minto e Berii avrebbero dato anche l'anima per sapere cosa si fossero detti, di preciso, lei e Shirogane e divennero parecchio invadenti nei confronti della povera Purin. Per cui, arrivati a mezzogiorno, il clima al Cafè Mew Mew era divenuto davvero opprimente per la ragazzina bionda, al punto che Shirogane si vide costretto prendere dei provvedimenti ed assegnare alle ragazze un compito che le tenesse impegnate per il resto della giornata; spedirle tutte e sei fuori a spazzare le foglie gli parve da subito l'idea migliore tanto più che, quel giorno, i clienti sembravano scarseggiare. Subito le ragazze avevano protestato facendo notare l'inutilità di un simile lavoro in una giornata ventosa come quella ma, per tutta risposta, si sentirono dire dal ragazzo che sarebbe bastato lavorare sodo e non ci sarebbero stati problemi, in più venne loro anche promesso, sempre da Shirogane, un premio se avessero svolto bene il loro incarico pomeridiano. Naturalmente Minto si congedò dopo neanche un'ora dichiarando che l'attendeva un'importante lezione d' Ikebana** nella prestigiosissima scuola Ohara, nell'andarsene rivolse un' ultima occhiata indiscreta a Purin per poi salire sulla sua lussuosa macchina sparendo dietro i vetri scuri.
L'occhiata indiscreta di Minto fu l'ultimo accenno di curiosità che Purin notò nelle sue compagne almeno fino a pochi minuti prima quando la biondina aveva risposto alle loro risate con quell'imprecazione, abbastanza forte, da richiamarne nuovamente l'attenzione e, quindi, la curiosità di sapere quale fosse vero motivo della sua insofferenza.

Accortasi di essere spiata dagli sguardi indagatori delle colleghe, Purin, si affrettò a cambiare espressione. Sforzandosi di sorridere, allegra come sempre, ed impugnando con energia la scopa, fece finta di prendersela, di nuovo, col Ginkyō:

"Maleducato! Non farlo più o sarò costretta a sculacciarti! Capito!?"

Ma questa volta nessuna di loro rise o trovò divertente la battuta, ormai era inutile: avevano capito che non erano le foglie secche che il vento stava sparpagliando di continuo, rovinando ore di fatica e neppure le loro risate di prima o la famosa "indisposizione mensile" ad essere il vero motivo del suo nervosismo. Tuttavia trovarono più saggio riprendere il loro lavoro smettendo per il momento di stuzzicarla, visto che Purin non sembrava propensa a confidarsi con loro. Nel vederle ricominciare a spazzare in silenzio, la biondina, si sentì come sollevata e tirando un sospiro s' incamminò verso il Ginkyō. Una volta sotto di esso alzò lo sguardo e con i suoi grandi occhi del caldo colore delle nocciole, scrutò per un attimo attraverso quei rami flessuosi ed intricati: il vento stava cambiando ed ora le sue foglie vibravano instabili come il suo cuore di adolescente." Yuebin... " La biondina sibilò, astiosa e triste, questo nome appoggiandosi con una mano alla liscia corteccia del giovane albero mentre le arterie sulle sue tempie pulsavano dal nervoso e lo stomaco era tutto un groviglio di preoccupazioni. " Yuebin... " sibilò di nuovo con più astio ed aggiunse: " È tutta colpa di mio padre se..."

"Purin? Cos' hai? Ti senti male?" Mormorò impensierita Retasu contorcendosi le mani.

La voce apprensiva e gentile di quella ragazza con gli occhiali tondi e spessi riportò amorevolmente Purin alla realtà e la prima cosa che la biondina percepì fu di avere nuovamente gli sguardi indagatori di tutte le sue amiche puntati su di sé. Evidentemente neanche le buffe parole, utilizzate nella sua precedente esclamazione verso il Ginkyō e le sue dannate foglie, erano riuscite a coprire il suo reale stato d' animo. "Uff...ecco ora sono di nuovo preoccupate per me." Si disse abbassando lo sguardo. "Parlane con loro sono tue amiche..." Fu il pensiero immediatamente successivo. Pensiero che la biondina rimosse subito preferendo non infastidirle con i suoi problemi personali. Perchè era solo colpa della testardaggine di suo padre se adesso lei era tesa come una molla d' acciaio tanto da non riuscire a rimanere a casa, nemmeno nel suo giorno di riposo, con lui e con quell' altro uomo che l' aveva seguito fin dalla Cina. L' immagine di quest' ultimo prese corpo nella sua mente e Purin avvertì l'ansia crescerle dentro. Rialzando la testa sentì gli occhi pruderle per le lacrime che vi si erano accumulate ed ora premevano per uscire. Cercò di trattenerle, non se la sentiva di piagnucolare davanti agli altri come una mocciosa.

"Uff..." Sospirò cercando di ingoiare l'amaro che i discorsi, avuti la sera prima con suo padre, le avevano lasciato dentro.

La scopa di bambù le cadde di mano con un leggero tonfo ma lei non la raccolse, rimase immobile a fissarsi le scarpe nere e gialle della sua divisa da cameriera mentre qualche lacrima cominciava a scenderle sul viso. Ancora non rispondeva e Retasu, muovendo qualche incerto passo in direzione dell' amica, le mormorò di nuovo:

"Purin? Che cos' hai?"

Purin avrebbe voluto alzare la testa e sorridendo dirle "Reta-chan...sempre a preoccuparti per gli altri..." ma se già non aveva potuto evitare di cominciare a piangere ora almeno desiderava non farsi vedere, da lei e dalle altre, col viso bagnato dalle lacrime. Non era solo per orgoglio che la biondina rifiutava l' aiuto delle amiche ma era rimasta presto orfana di madre, con un padre assente e dei fratellini piccoli da guardare quindi si era dovuta abituare a tirare avanti senza appoggiarsi al prossimo. Oltre a ciò pensava che non fosse giusto estendere anche a loro la propria angoscia.

"Ma come posso sperare di ingannarle ancora? Che stupida, ormai sono tre anni che ci conosciamo... come ho potuto anche solo pensare d' ingannarle?" si ritrovò a pensare tra le lacrime mentre gli sguardi preoccupati delle sue amiche cominciavano a pesarle seriamente. Ormai la sua maldestra recita non stava più in piedi e tentare di portarla avanti era patetico oltre che ridicolo. Con un sospiro Purin rialzò la testa decisa a raccontare tutta la verità su quanto le stesse accadendo a casa e nella sua vita.

"Purin...perchè piangi?" Dissero tutte in coro mentre lei distoglieva nuovamente lo sguardo e l' imbarazzo le bloccava le parole impedendole di rispondere. Deglutì e cercò di racimolare un po' del coraggio rimastole, poi con la voce che tremava appena balbettò: "Scusami Reta-chan! Scusatemi...scusatemi tutte!Io..." ma non riuscì a proseguire a causa dei violenti singhiozzi che le strozzavano in gola ogni parola. Le sue amiche assistettero ammutolite a quella scena patetica ed ognuna sentì il proprio cuore stringersi ad ogni singhiozzo della ragazzina bionda. "Vado...vado in bagno!"Dichiarò infine, Purin, rossa dalla vergogna e con un tono che non avrebbe convinto nemmeno un bambino, per poi fare un rapido inchino e mettersi a correre, a testa bassa, verso
l' ingresso del locale. Aveva già superato i due bassi gradini dell' entrata quando si sentì afferrare il polso sinistro da una mano. La biondina si voltò d' istinto trovandosi di fronte il viso dispiaciuto, ma in qualche modo confortante, di Ichigo.

"Purin...noi tutte vogliamo rivedere il tuo sorriso di sempre, siamo tue amiche quindi..."

La biondina si liberò dalla presa sbuffando "Quindi cosa Ichigo?" Chiese abbassando il viso per non sostenere lo sguardo compassionevole dell' amica. "Quindi cosa Ichigo?" ripetè e, cercando di mantenere la voce stabile, aggiunse: "Faremo come...come quando Minto era stata...offesa da Zakuro?" S' interruppe tirando su col naso per poi riprendere: "Verrete tutte...tutte da me a..uff... a fare a cuscinate...per...per ohh...divertirci finché non avremo più la forza di...ridere?" Farfugliò tra un in sospiro e l' altro mentre le sue belle iridi nocciola erano vive fonti di pianto. Smise di parlare ma non sollevò la testa e continuando a piangere ed a tremare pensò: "Ichigo...tu...non puoi capire...perchè per te...."

Ichigo, che l' aveva ascoltata in silenzio per darle modo di sfogarsi, ora le sollevò il mento e sorridendole dolcemente le rispose: "Purin, se lo desideri verremo tutte! Lo sai quando succedono delle cose spiacevoli bisogna cercare di non pensarci, solo così le preoccupazioni voleranno via come fecero le piume dei cuscini di Minto." Seguitando a piangere Purin fissò attentamente il sorriso di Ichigo. "Ichigo...per te è sempre tutto così semplice." considerò infine la ragazzina bionda strofinandosi gli occhi con la mano e ingoiando gli ultimi singulti per poi assumere un' aria quasi adulta. Nello stesso momento Ichigo, sempre sorridente, prese amorevolmente le mani dell' amica e con i suoi occhi di caldo e voluttuoso e cioccolato parve chiederle: "Purin io voglio rivedere il tuo bel sorriso, tutte noi lo vogliamo!" Purin, con fare incuriosito, si sporse un poco oltre la spalla della sua interlocutrice per poter vedere quale fosse l'espressione sui visi delle altre ragazze che erano riamaste in disparte infondo al giardino. "Ragazze..." pensò disperata nel vedere, con i suoi occhi arrossati, Retasu stropicciarsi freneticamente il suo gremibile di pizzo e torturasi impaziente le trecce scure mentre l'espressione dei suoi occhi blu oltremare era coperta dal vetro spesso degli occhiali che ora rifletteva la luce iridescente del tramonto. Zakuro, invece, ostentava calma ed indifferenza ma dai suoi occhi di zaffiro si poteva scorgere la profonda amarezza che ora aveva nell'animo e che neanche una brava attrice come lei sapeva mascherare ed infine Berii teneva la testa bassa con i lunghi capelli biondi che le nascondevano il viso e le mani intrecciate come se pregasse. Per il resto le tre ragazze erano immobili in un angolo del giardino semispoglio per l'autunno mentre il vento, di nuovo impietoso, le sferzava fischiando e creando piccoli mulinelli che sollevavano polvere e foglie. La biondina affondò il viso tra i seni di Ichigo aggrappandosi con forza alle maniche a sbuffo della divisa rosso fragola dell' amica. "Purin io voglio rivedere il tuo bel sorriso, tutte noi lo vogliamo!" Purin ricominciò a piangere mentre questa richiesta le rimbombava nel cervello. Era ora di affrontarle.

"Scusatemi...ragazze...scusatemi...io...vi ho mentito...non volevo darvi preoccupazioni...non sono indisposta...e...non devo fare nessun straordinario!" Gemette Purin staccandosi un poco dal petto di Ichigo. Era stata dura trovare le parole ed il coraggio per cominciare questo discorso ma ora già si sentiva più leggera.

"Allora perchè sei qui nel tuo giorno di riposo?" A parlare, laconica come sempre, era stata Zakuro.

"A casa mia c'è mio padre...con..." Spiegò biascicante la ragazzina bionda rimanendo aggrappata ad Ichigo ma fissando, adesso, la modella che aveva di fronte.

"Con quel suo allievo del quale non ricordo il nome? Intendo quello che era venuto tre anni fa qui al cafè e che era stato tuo ospite?" Chiese pragmatica la ragazza dagli occhi di zaffiro.

"Yuebin...il mio promesso sposo..." Annuì Purin spostando lo sguardo e cercando di non scoppiare nuovamente in lacrime. Probabilmente si aspettava delle domande ma nessuna aprì bocca: erano sconcertate da quello che avevano appena udito, solo Zakuro restava impassibile. Successivamente quest' ultima si limitò a dire: "Capisco..." per poi avviarsi verso la biondina, la quale si era rimessa con la testa sul petto di Ichigo ma almeno aveva smesso di piangere. Vedendo il comportamento della modella, Retasu, si prese coraggio e mosse qualche passo per seguirla ma Berii la trattenne afferrandola per il braccio destro. La ragazza con gli occhiali tondi si voltò lentamente verso l' amica che la guardava interrogativamente.

"Reta-chan? Che tipo è questo Yebin?" Chiese la ragazza dopo un attimo d' incertezza.

L' altra le sorrise gentile e disponibile come sempre "È vero! Tre anni fa Berii non lavorava con noi..." si ritrovò a pensare sempre sorridendo poi, con una confidenza che di solito non le riusciva, le prese la mano e l'avvicinò a sé per risponderle senza che Purin la sentisse. Quando l' altra ragazza fu alla distanza giusta, Retasu, mormorò:

"Beh...io...a dire il vero non lo conosco molto bene...quando è venuto si è fermato solo una settimana, però ho visto lui e Purin sfidarsi a kempou dentro il locale."

Berii la guardò perplessa non capiva bene cosa c' entrasse l' essere dei campioni di arti marziali col matrimonio e stava per chiederle delle delucidazioni quando Purin cominciò ad urlare:

"Taruto! Me lo avevi promesso!Sei un bugiardo!"Gridò la biondina per poi ricominciare piangere sul seno di Ichigo mentre Zakuro cercava di consolarla accarezzandole materna i capelli e ravvivandole i codini biondi. Dal viso della modella, Berii, parve intuire che questo Taruto doveva essere stato molto importante per la sua amica, forse come per lei lo era Tasuku. Tirò ancora il braccio di Retasu.

"Chi è Taruto?" Bisbigliò alla ragazza con le trecce

"Beh...Taruto...Taruto è..." Stava per risponderle ma il suo sguardo si posò su Purin, la quale aveva alzato il viso ed ora pareva osservarla tra le lacrime. La ragazza con gli occhiali tondi impallidì "Che mi abbia sentita?" Si chiese mentre Berii la fissava in attesa di una risposta. Per fortuna di Retasu la ragazzina rimise giù il viso, ma questa volta scelse Zakuro come cuscino per le sue lacrime. Tirando un sospiro di sollievo la ragazza con le trecce si voltò verso Berii e cominciò a bisbigliarle una lunga spiegazione mentre la ragazza bionda l' ascoltava ed ogni tanto sul suo viso si leggevano i segni sia del turbamento che della gioia a seconda di cosa le veniva raccontato. Un racconto davvero stupefacente e più la narrazione procedeva più Berii ne voleva conoscere i particolari, Retasu si lasciò tirare e finì col raccontarle ogni cosa che conoscesse o che ricordasse, non solo su Taruto ma anche su gli altri due, finché Berii non venne a sapere una cosa che la fece arrossire violentemente e, guardando di sottecchi Ichigo, prese a sghignazzare "E brava Ichigo..." Intanto la destinataria di queste occhiate allusive era impegnata assieme a Zakuro a tener ferma Purin, la quale tra le lacrime scalciava come un mulo e sbuffava come un toro in una corrida lanciando improperi contro suo padre, contro Yuebin e naturalmente contro Taruto.

Improvvisamente comparve sulla porta Shirogane, probabilmente attirato fuori dal locale dalle urla della biondina o peggio venuto per controllare come le cinque avessero pulito il viale. Appena videro il ragazzo tutte si zittirono e, temendo qualche rimprovero per la confusione causata dalle urla di Purin, si voltarono verso di lui per ascoltarlo nel caso avesse avuto qualcosa da dire, ma il biondino si passò una mano fra i capelli come infastidito poi si rivolse alle dipendenti: "Ragazze, sentite lasciate stare tanto con questo vento non se ne viene a capo, non importa per il viale tanto non credo verrà nessuno oggi, venite dentro che chiudiamo prima." Tutte tirarono un sospiro di sollievo quando videro il biondo voltarsi per rientrare, ma il ragazzo fece appena un gradino per poi voltarsi di nuovo ed aggiungere: "Ah dimenticavo! Raccogliete le scope ed i sacchetti e poi venite subito dentro!" Aveva un viso davvero serio mentre diceva queste parole al punto che le ragazze si preoccuparono e raccolsero le loro cose in silenzio ed alla svelta, per poi trovarsi tutte di fronte a lui che se ne stava appoggiato allo stipite della porta d' ingresso senza mutare la sua espressione.

"C'è qualche problema Ryou?" Chiese Ichigo con circospezione.

Shirogane spostò lo sguardo su di lei rimanendo in silenzio ad osservarne malinconicamente il viso avvolto nella luce infuocata del tramonto che ne esaltava il rosso naturale dei capelli mentre Ichigo si sentiva in un forte imbarazzo e Retasu sentiva la tristezza invaderla. La ragazza con le trecce e gli occhiali tondi era innamorata di Ryou ma non si era mai sognata di competere con
l' altra, sapeva che Shirogane aveva un debole per la rossa con gli occhi di cioccolata, così come sapeva che questa era già fidanzata, da almeno tre anni, con un altro ragazzo e che tra loro non
c' era mai stata una lite od un' incomprensione. Persa nei suoi ragionamenti Retasu non udì la conversazione tra Ichigo e Shirogane, l' unica cosa che sentì fu solo lui che annunciava:

"Vi avevo detto che ci sarebbe stata una sorpresa: Keiichirou ha fatto i Wagashi*** da mangiare bevendo il the verde!"

"Ah e pensare che Minto se li sta perdendo!" Urlò Ichigo appena seppe che avrebbe finalmente assaggiato quei dolci tanto buoni quanto costosi, che non si era mai potuta comprare, e che Keiichirou sapeva preparare in maniera a dir poco sublime.

"Uff...ma devi sempre urlare in modo tanto rozzo?" La ragazza che aveva parlato si trovava al cancello del locale, proprio sotto il portico d' accesso al giardino, e dietro di lei s' intravedeva una grande auto scura. Ichigo si voltò mentre un brivido le percorreva la schiena: "Mi...Minto!? Ah ma guarda arrivi giusto in tempo!" Esclamò la rossa cercando di cavarsi d' impaccio, ma Minto si limitò a farle un sorriso di circostanza per poi annunciare: "Sono venuta per portare un regalo alla mia Onee-sama Zakuro!****" Poi si voltò verso un' anziana donna con indosso un kimono scuro e stretto in vita da un obi color susino, la quale venne avanti prodigandosi in inchini e reggendo un involucro di seta prugna con decori a foglie d' oro. Minto prese il dono e raggiunse Zakuro e quando le fu di fronte cinguettò: "Onee-sama Zakuro accetta questo modesto dono fatto per te con le mie mani!" Sollevò dunque il velo di seta che nascondeva un delizioso Ikebana nel quale i fiori, bellissimi, degradavano dal viola intenso al lilla più delicato mescolandosi con il verde acceso delle foglie ed alcuni rametti erano posti in maniera artistica. Tutte restarono esterrefatte nel vedere quella meraviglia creata dalla loro amica, ma Zakuro ringraziò freddamente e con un inchino appena accennato. Questo deluse parecchio Minto, la quale senza dire una parola si voltò e fece per andarsene; era quasi arrivata alla sua auto scura quando sentì che Ichigo l' aveva raggiunta ed ora la stava tenendo per un braccio.

"Minto? Keiichirou ha fatto i Wagashi, rimani li mangiamo tutte assieme!" Disse la rossa mentre le sorrideva ma l'altra la guardò con aria superiore per poi replicare: "Uff...vedo che basta poco per contentarti! Ecco perchè non sopporto i poveracci come te!" Poi si sistemò meglio il nastro giallo tenue che le fermava i capelli scuri ed ondulati e cercando di rimanere calma per non far tremare la voce aggiunse: "Sono venuta solo per consegnare personalmente il mio regalo alla Onee-sama Zakuro, ora l' ho consegnato. Non c'è più motivo che io rimanga! Ci vediamo domani!" La mora salì elegantemente sulla sua auto e l' anziana chiuse lo sportello per poi mettersi accanto al conducente. Pochi minuti e Minto era già sparita lasciando le amiche interdette.

"Zakuro...cosa ti costava farle un sorriso?" Pensò Ichigo, probabilmente interpretando il pensiero di tutte, e guardando il polverone lasciato dall' auto dell' amica. "Ichigo! Lascia stare dai vieni!" Le urlò Shirogane mentre quasi tutte le altre erano già rientrate o lo stavano facendo; si avviò anch' essa verso il locale cercando di non incontrare lo sguardo del ragazzo, neanche lei sapeva perchè ma ultimamente non riusciva guardare i suoi occhi azzurri senza sentirsi strana. Ichigo camminava lenta ma era già a metà strada quando Berii le si parò davanti facendole uno sguardo complice ed addirittura malizioso, Insinuando: "Ma...Ichigo potevi anche dirmelo..."

"Eh? Che cosa?" Chiese la rossa un po' preoccupata, sperando che non volesse chiederle perchè fosse arrossita di fronte a Shirogane nonostante lei fosse già impegnata con Masaya.

La ragazza con i capelli lunghi le si avvicinò poi le fece una smorfia sorniona e toccandole con l'indice la punta del naso le chiese: "Che un alieno si era innamorato di te!"

"C...Co...Come fai a...saperlo..?!?!"Esclamò Ichigo mentre sul suo viso si poteva scorgere un diffuso rossore. "Co...cos'altro sai!?" S'affretto a chiederle sempre più agitata.

Sentendola Berii rise, le fece una boccaccia e saltellando si avviò verso l' ingresso del locale quando fu sui gradini si voltò e le disse: "Vuoi sapere cos'altro so?"

Ichigo la raggiunse ed annuì fissandola quasi temesse che la bionda sapesse troppo, l'amica la guardò e le fece segno di avvicinarsi, quando l' ebbe vicina le bisbigliò:

"Shh...io so...che...so che Keiichirou ha fatto i Wagashi da mangiare bevendo il the verde! Approfittiamone chissà quando ci ricapiterà di mangiarli!"

"Andiamo!" Rispose la rossa sorridendo, sentendosi più serena. Salì i gradini d' ingresso del cafè e stava per chiudersi la porta alle spalle ma si fermò per poi voltarsi ancora un attimo a vedere il cielo, dove ormai le ombre della sera stendevano il loro manto dai colori incerti e Venere salutava la Terra come prima stella della sera. "Ichigo...cosa ti costava fargli un sorriso?" Pensò con un moto di nostalgia prima di rientrare e chiudere la porta.

Intanto, in altro luogo, qualcosa scivolava elegante tra le mille stelle dello spazio, come una razza guizza tra i mille pesci nell' oceano. Solo il pianeta Álfaheimr***** costruisce astronavi tanto belle, veloci e resistenti. Nella parte superiore del suo corpo piatto e romboidale si trova la cabina di pilotaggio dove ha posto l' equipaggio che, la grande tecnologia aliena permette di ridurre al minimo: un pilota, un copilota ed un membro di riserva.

"Tks! Tempo perso...ma non possiamo lasciar fare al consiglio?"

Sbottò per l' ennesima volta il giovane copilota ed, incrociando le braccia dietro la testa, assunse un' aria scocciata. Tutta colpa di quella missione che non lo convinceva e poi l' obbligava a tornare sulla Terra, cosa della quale avrebbe fatto volentieri a meno. "E da quando lasci decidere agli altri per te?" Ribatté, con fare provocatorio, il membro di riserva mentre si appoggiava con
l' avambraccio allo schienale del suo sedile facendolo ruotare in direzione del copilota, il quale non si era ancora degnato di rispondergli. Taruto, questo il nome del membro di riserva, vide che il suo compagno si stava stiracchiando sul sedile del copilota come se neanche si fosse accorto della domanda, o meglio la stava deliberatamente ignorando.
"Odioso..." Sibilò Taruto voltandosi dall' altra parte incrociando le braccia, l'altro gli lanciò giusto uno sguardo per poi sbuffare:

"Andiamo! Per questa cosa possono decidere anche loro! Tanto, per quello che vale!" Proferì agitando la mano sinistra come fosse un ventaglio e chiudendo gli occhi. Il membro di riserva si voltò di scatto poi lo fissò e, con un tono fintamente ingenuo e decisamente provocatorio, gli chiese: "E tu accetteresti senza fare storie? Eh Kisshu?" Per aumentare l'enfasi si portò pure un dito sotto il mento quasi stesse pensando mentre di sottecchi studiava il suo compagno per vederne la reazione. "Taruto? Il sarcasmo è una dote naturale e tu ne sei drammaticamente sprovvisto, quindi esimiti dall' utilizzarlo!" Affermò Kisshu con aria di sufficienza. "Pai digli qualcosa!" Urlò Taruto cercando l' aiuto del più grande.

"Si Pai, fammi stare zitto!" l' anticipò sarcastico Kisshu.

Pai si voltò verso di lui e per un attimo i due si squadrarono mentre Taruto si preparava ad assistere ad una splendida schermaglia verbale fra i suoi due fratellastri maggiori. Rimase perciò molto deluso quando Pai si limitò a mormorare:

"Kisshu, lo sai cosa succederà se falliremo! Non ci vuoi neanche provare?"

"Ma si, si! Solo non capisco perchè ci dobbiamo fare un simile viaggio della speranza quando la soluzione era già a casa nostra e, per quello che vale, poteva andare benissimo!" Rispose Kisshu chiaramente stizzito.

"Se andava benissimo allora perchè è comparsa la clessidra di Freya?" Proruppe Taruto con un tono indecifrabile, ma chiaramente curioso di sentire quale risposta ingegnosa avrebbe dato il fratellastro. "Tks! Io un' idea l' avrei ma se te la dico dopo Pai mi accusa di essere troppo sospettoso!" Replicò l' altro alzando le braccia in segno di resa.

"Beh...dai guarda il lato positivo." Insinuò Taruto rivolgendosi ancora a Kisshu il quale, capendo dove volesse andare a parare, sfoderò uno dei suoi ghigni maliziosi prima di rispondere: "Cosa? Che tu rivedi la tua scimmia delle foreste Brasiliane?" All' altro però non sfuggi la nota di disprezzo contenuta nella frase ed offeso gli urlò:

"Purin non è una scimmia!"

"Beh Taruto che dire: divertitivi nella foresta pluviale!" Schernì nuovamente il più grande.

"E tu divertiti tra le montagne ed i rilievi accidentati!" Rispose di getto Taruto non accorgendosi del sussulto di rabbia di Kisshu il quale, se non ci fossero state le cinture di sicurezza a tenerlo saldamente ancorato al sedile, gli sarebbe saltato addosso per massacrarlo. Pai notò la cosa e con un' occhiata tentò di far capire ai due che non era il caso di continuare. Kisshu se ne accorse e sbuffando si voltò dall' altra parte "Taruto? Penso che comincerò ad ignorarti accuratamente!" Aggiunse seccato.

"Cos'è non vuoi rivedere Ichigo?" Malignò Taruto perdendosi una buona occasione per tacere, mentre Pai, guardando l'espressione dell' altro fratellastro, si stava già preparando al peggio.

"Preferirei evitare!" Si sfogò Kisshu, poi portandosi le dita alle labbra, sospirò: "No, sul serio: preferirei non vederla mai più!" Le parole gli erano uscite come strozzate al punto che a Taruto venne spontaneo domandargli:

"Kisshu...cosa c'è?"

Kisshu percepì il tono preoccupato del fratellastro minore "Niente, non c'è niente! Ma Taruto lascia che ti dica una cosa: se stai tornando solo per Purin allora sappi che la bambina che cerchi non esiste più! Preparati pure ad una delusione colossale perchè ci sono buone probabilità che questa lo sia!" Ora si era sfogato, aveva finalmente espresso cosa lo infastidisse della missione ed avrebbe aggiunto altro magari sul conto di Pai ma improvvisamente dalla postazione trasmittente arrivò un massaggio:

"Qui Álfaheimr la clessidra si è attivata, la prima fragola è caduta!"

"Grandioso! Si è attivata e noi manco siamo arrivati sulla Terra!" Sbottò stizzito l' alieno dai capelli verdi per poi incrociare le braccia e chiudere gli occhi.

Proprio così la sfida era stata lanciata, il tempo aveva cominciato a scorrere ed la prima fragola era caduta.

Note dell' autrice:

* Ginkyō: Ginkgo biloba una pianta della famiglia Ginkgoaceae. il nome biloba si riferisce alle sue foglie bilobate.

** Ikebana: Arte giapponese della disposizione dei fiori recisi, anticamente conosciuta come Kadō. Il termine Ikebana significa "Fiori viventi".

*** Wagashi: Sono dolci giapponesi a base di farina di riso, cereali e crema di fagioli rossi di soia. La forma varia in base alla stagione, così come i colori, e sono veramente belli da vedere. Vengono considerati come un dono di lusso dal momento che alcune confezioni arrivano a costare anche 3.000 Yen e contengono solo 9 pezzi.

****Onee-sama Zakuro: Sorella maggiore Zakuro.

*****Álfaheimr: Il pianeta degli alieni, il suo nome deriva dalla mitologia norrena è il mondo dove dimorano gli Elfi chiari detti Liósálfar.

Commenti delle autrici:

Caomei: "Bene!^^ ecco finito il primo capitolo! Nel ricordarvi che il prossimo sarà scritto interamente da Anil13. Rinnovo l' avviso di non risarcimento di prima e...

Compare Aoyama da chissà dove.

Aoyama:"Ma come? Tutti vogliono diventare come me! ^^ Siete venuti nel posto giusto!"

Gary:"Ecco la ragione che stavate cercando per scappare via, mandare una bomba alle autrici e distruggere il vostro computer."

Anil13:" NOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!! Sei tornato!!!
Mi hai segui
to anche qui! Com' è possibile! Tornatene nella fiction 'Che la mew story (r)inizi!!!!"

Gary:"Spiacente. Devo salvare il mondo dal diventare zombie controllati da due pazze sfasciate."

Caomei:"Gary? L' Aoyamanizzazione si abbatterà su di te!" U.U

Infatti da Masaya esce uno spettro ameboide che ricorda un vegetale: una specie di broccolo. Il broccolo si avvia verso Gary ma lo manca e colpisce Hitler ( che è venuto perchè ha sentito che ci sarà una guerra).
Il nazista comincia a sorridere come un idiota, gli spuntano due treccine bionde con nastrini rosa confetto ed un vestitino rosa da bavarese. Infine, saltellando come Heidi e con la grazia di un ippopotamo, lancia in giro margherite canticchiando L'inno all'Ecologia di Ludvig Mark Bethoven.
intanto Gary scappa verso l'orizzonte sempre inseguito dal terribile 'virus'.

Anil13:"Se questo è l'inizio...l'apocalisse sembra un paradiso..."

Caomei:"Boh! Magari il peggio deve ancora venire!" ^^'''

Siamo ansiose di ricevere i vostri commenti!^^

Messaggio di Caomei: un ringraziamento a parte va a Kuro per avermi suggerito la risposta di Ichigo, (me troppo indecisa^^''') ed a Picci per l' incoraggiamento. GRAZIE *O*
  
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