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Autore: YouAreAParah00    26/05/2013    3 recensioni
" « Usagi-san, sono così felice! » si avvicinò e fece per abbracciarlo, ma ricevette un netto rifiuto.
« E tu chi sei? ».
Quelle parole gli spaccarono in due inequivocabilmente il cuore. "
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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»Misaki, are you afraid?
Quando te ne sei andato,
mi sono mancate le
parole
che avevo bisogno di sentire
per farmi andare avanti
fino alla fine;
Mi manchi.

When you walk away,
I count the steps that you take
Do you see how much I need you right now?
We were made for each other
Out here forever
I know we were, yeah yeah
All I wanted for you to know
Everything I do I give my heart and soul
I can hardly breath I need you feel here
with me, yeah. ]
- Avril Lavigne, when you’re gone.

 
«U-Usagi-san...! », volle urlare, ma la voce gli si mozzò in gola. Eccolo lì, piegato in un lago di sangue, come in uno dei suoi sogni. In uno dei suoi incubi.
Voleva darsi un contegno ma non riuscì a trattenere le lacrime che scorsero incapaci di fermarsi sulle sue guance.
Che devo fare? si domandò.
Era stata una giornata soleggiata, come tutte le altre. La sera Akihiko aveva insistito per uscire, e come al solito, per ultimo, erano saliti sulla ruota panoramica.
Che devo fare?
E allora, se era tutto filato tranquillo, perché doveva succedere tutto questo?
Che devo fare, fratello? Non so che devo fare.
Ad un tratto nel cielo si era formata una crepa scura. Tutto aveva cominciato a tremare. La ruota aveva cominciato a tremare.
« Usagi-san! Usagi-san! Usagi... Usagi-san! ».
Lo scrittore era accasciato sul pavimento, e non si muoveva. Intanto tutto si era fermato. Misaki corse verso di lui, quasi contro tempo, si accovacciò e cominciò a scrollargli le spalle.
« Usagi-san... ».
Ma non gli arrivò nessuna risposta. Nessuno poteva rispondere. « S-se tu muori, io... BAKA USAGI! ».
Quelle ultime parole si spensero tra il caos della folla in subbuglio sotto la cabina.
Fu solo allora che ricominciò ad ondeggiare tutto, le crepe nel cielo si disegnavano sempre di più, e intanto lui era accovacciato sul pavimento.
Guardava lo scrittore. Era sicuro che lui non era, - non poteva – essere...  
Era in attesa di un rumore, anche di un singolo sospiro, di un movimento, di qualcosa che gli avrebbe fatto capire che in realtà lui stava bene, era vivo.
Non era preoccupato. Sarebbe andato tutto come al solito. Lui si sarebbe alzato e avrebbe riso, con il suo solito fare irritante, e avrebbe detto che quello era uno scherzo, un tremendo incubo, e che presto si sarebbe svegliato...
Dalla fronte del moretto uno squarcio di sangue scendeva e sporcava le sopracciglia. Ma non sentiva che faceva male. Il dolore non gli interessava più, ormai. Sentiva solo un male, ma non poteva spiegarlo, perché era un male che veniva da dentro.
All’improvviso, però, tutto cambiò. L’oscurità di quella fredda serata cessò. Al suo posto c’era una luce abbagliante, che gli ferì gli occhi, ma si constrinse a guardare: nel bagliore c’erano due ombre scure.
Si sforzò per capire chi fossero le due persone, ma prima che potesse fare qualcosa, una di loro si girò e lo guardò. Aveva gli occhi di un colore scuro e travolgente, e poi sorrise.
Fu un sorriso secco, quasi fatto controvoglia, ma gli bastò.
Scordò tutto e sprofondò in un sonno pesante, con la mano incastrata in quella di Akihiko.     
 
Quando si svegliò era già mattina tarda. Si alzò, scrollò le spalle e aprì gli occhi, all’improvviso sentì un prurito al naso e si accorse di essere sbattuto contro qualcosa.
«AAAAAAAAAAAAAAAH!».
« Sh, sh, sh... Gli altri staranno dormendo... »
« Cos’è sto’ baccano?! »
« Il ragazzino si è svegliato... »
« Ragazzino? Avrà minimo 20 anni... »
« Io gliene dò 14... »
« Kurosaki-kun, Sado-kun, ssssh! Si è svegliato.»
Misaki quella mattina credette di star ancora sognando. Sgranò gli occhi, ma tutto era tale e quale a prima. Non riuscì a fare altro che cacciare un altro urlo, e poi dire « Chi diavolo siete voi?! ».
Si era svegliato nel suo letto come ogni giorno, questo era certo. Ma al posto di un Usagi scontroso e di malumore c’erano tre ragazzi davanti a lui.
Il primo, il più grosso, aveva capelli castani ricci che gli scendevano ma non toccavano le spalle. Era alto e portava al collo un pendolo d’oro, sembrava molto robusto. Poggiava la mano sulla spalla di un altro ragazzo, di poco più basso di lui, anch’esso robusto e con stranissimi capelli arancioni e sopracciglia aggrottate. Al suo fianco c’era una ragazza dai capelli lunghi e castani, era bassa ma formosa, sorrideva e aveva degli occhi blu scuro.
No, non erano quegli occhi. Non erano gli stessi occhi dell’altra sera.
« Ma voi chi siete? » domandò, incredulo. « Ho capito, siete dei ladri! Avete portato degli orsi, non è così?! Non mi spaventerete tanto!» urlò.
I tre ragazzi si guardarono interrogativi. « Degli orsi? Dove? » domandò con aria sognante la ragazza con i capelli castani.
« Mi sa’ che questo è un altro svitato... Ne abbiamo pure troppi come lui... » commentò il ragazzo con i capelli arancioni, sospirando.
« Non preoccuparti.» Lo rassicurò la ragazza. « Ti abbiamo semplicemente portato qui dopo... L’incidente sulla ruota panoramica. » Sorrise.
È vero... Misaki ricordò tutto. La ruota panoramica dov’era andato ieri. Lì improvvisamente aveva cominciato a tremare tutto in modo strano... I vetri si erano rotti... E una figura indistinta, quasi sfregiata come un vetro, l’aveva preso e gli aveva fatto quel taglio sulla fronte... Ma non solo lui, aveva anche ferito...
« Usagi-san! » fece d’un tratto. « Dov’è Usagi-san?».
« Coniglietti? Dove?! » esclamò la solita acuta voce femminile.
Il ragazzo con i capelli arancioni sbuffò sonoramente, forse ricordando qualcuno.
« Il... L’uomo affianco a me! C’era un uomo con me! Avete preso anche lui, vero...? Dove... » rispose.
La donna e il ragazzo accigliato si guardarono, quasi come se volessero spiegargli, come se non avessero voluto che Misaki se ne sarebbe ricordato. Fu così il ragazzo più robusto a parlare.
« Lui è... Di là.» Disse, indicando la stanza affianco.
Misaki non tardò e scattò subito in piedi, aprendo la porta violentemente. Credette di sentire il ragazzo con i capelli arancioni dire qualcosa, che somigliava ad:
« Che dite, ci teneva a quell’uomo? », ma era sicuro che si trattava di un’illusione.


- Commento dell'autrice -
OMG COME MI FA STRANO CHIAMARMI AUTRICE xD
Bene, dunque... Questa è la mia prima FF quindi siate clementi se ci sono errori - orrori - di ortografia, di sintassi; ecc... Spero vi sia piaciuto, al prossimo capitolo! ^w^
 
  
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