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Autore: pponga    26/05/2013    4 recensioni
Sospira sollevato quando Harriet gli lascia la mano, ormai quasi sudata. Poi la vede camminare verso un gruppo di ragazze e non sa che fare. Dopo pochi minuti si ritrova a vagare nel parco, alla ricerca di una panchina libera. Trova posto accanto ad una ragazza. Lui con il suo hot dog tra le mani. Lei con le gambe incrociate ed un libro su di esse.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sono sempre io. Che fortuna, eh! 
Comunque ho aggiornato. Solo per i miei fans c: *grilli* ahahah
E sappiate che sono la persona più felice del mondo quando recensite, quindi fatelo <3 
Non so che dire, avevo un sacco di cose da scrivere e non me ne ricordo nemmeno una (?)

ps. ringrazio @_harrysbravery per il banner c:
pps. sono @xlovesjonas su twitter
pss. se avete curiosità riguardanti la storia e non chiedete pure! c:
so, xx 
____



«Andremo al concerto! Andremo al concerto!» «Ed Sheeran, aspettaci!» urla l'amica, dopo aver afferrato una spazzola ed aver improvvisato un concerto in camera di Julie. «Ora dobbiamo solo pensare a come arrivare all'arena». Faith interrompe quel silenzio di riflessione. Senza distogliere lo sguardo dal punto imprecisato sulla parete dice, quasi in un sussurro: «Posso provare a chiedere l'auto a mio padre» «Ed io dovrei rischiare la mia vita»'. La prima cuscinata le colpisce lo stomaco. E' solo il primo di una serie di colpi. Quando si accasciano a terra, sfinite per le risate, si guardano come solo loro sanno fare. «Resta da me a dormire, stasera» «Dico a mia mamma che mi trasferisco qui con te». Scoppiano nuovamente a ridere. «Lo sai che mi farebbe piacere» «Lo so, sto cercando un lavoro. Per riuscire a pagarti una parte di affitto pulirei anche water» «Non ti ci vedo a lavare water» «Nemmeno io».

 
 
«Amore, ho trovato due biglietti per il concerto. Accompagnami, ti preeego». La frase è seguita da una tenera smorfia da cucciolo a cui Nicholas proprio non riesce a dir di no. E poi, accompagnandola a quel concerto, potrebbe forse alleviare il senso di colpa. Non sarebbe dovuto andare a letto con quella mora che ha incontrato alla festa di suo fratello. Non avrebbe dovuto tradire Harriet con cui sta ormai da due anni. Però cavolo, quanto si è divertito.
 

 
Julie comincia a ricordare quel concerto senza nemmeno rendersene conto. Immagini e sensazione che credeva dimenticate si fanno spazio prepotentemente nella sua mente. Si lascia cadere sul divano, sfinita. Poi chiude gli occhi.
 

 
«Quindi porterai la tua ragazza a quel ritrovo solo perché vuole andarci? Sei diventato proprio patetico. Uno zerbino, ecco» «Mi fai proprio incazzare quando fai 'sti discorsi. L'accompagno perché ci tiene e io voglio renderla felice» «Sembri una donna. Allora, la facciamo questa partita a fifa o preferisci leggere un libro di Nicholas Sparks?» Scoppiano a ridere all'unisono. «Un'altra volta, devo passare a prendere Harriet all'università. Lo so cosa stai pensando. Però no, non sono uno zerbino» «Giusto, sei solo follemente innamorato e blah blah blah. Almeno vedi di esserci sabato sera, voglio presentarti della gente» annuncia Harry, divertito.
Nicholas riesce solo ad annuire prima che la portiera dell'auto si chiuda. Approfitta dei finestrini appannati per disegnare un cuore e dedicarlo al suo miglior amico e poi, premendo sull'acceleratore, si allontana.


 
Nick sospira sollevato quando Harriet gli lascia la mano, ormai quasi sudata. Poi la vede camminare verso un gruppo di ragazze e non sa che fare. Non vuole rimanere ad ascoltare tutta quella gente che parla del cantante dai capelli rossi. Non saprebbe cosa dire. E poi ha fame, e quella bancarella vende degli hot dog che gli fanno venire l’acquolina in bocca. Si mette in fila, già pregustando il suo pranzo. Riesce ancora a vedere il profilo di Harriet proprio accanto alla fontana. Sta sorridendo. Dopo pochi minuti si ritrova a vagare nel parco, alla ricerca di una panchina libera. Trova posto accanto ad una ragazza. Lui con il suo hot dog tra le mani. Lei con le gambe incrociate ed un libro su di esse. Nicholas trattiene una risata quando lei, allungando il braccio alla ricerca del pacchetto di caramelle al suo fianco, ‘afferra’ la gamba del ragazzo. Decisamente meno commestibile. Passano alcuni secondi prima che si renda conto di quello che ha fatto. Poi le guance le si colorano di un rosso tenue. Nervosamente si passa una mano tra i capelli e torna con i piedi a terra, abbandonando quella posizione che le ha provocato un leggero formicolio. Solo ora se ne rende conto. Balbetta qualche scusa. Lui scuote la testa e da’ un morso al suo hot dog. «Cosa leggi?» le chiede. Lei sembra acquisire un po’ di sicurezza. Sorride e, senza perdere il segno, socchiude il libro. «L’ombra del vento, di Zafon». Poi lo guarda, aspettando una risposta. Vorrebbe chiedergli se lo conosce ma non vuole essere invadente. Lui non smette di masticare quell’hot dog, e lei continua ad essere in imbarazzo. «Forte» dice, dopo essersi pulito la bocca con un fazzoletto. Nemmeno la guarda in faccia. Si dirige velocemente verso la fontanella e , dopo essersi bagnato le mani, torna a sedersi. Lei non gli toglie gli occhi da dosso, un po' infastidita, disturbata. «Ti dispiace se ne prendo una?» chiede Nicholas, indicando il sacchetto con le caramelle. Lei lo cerca con lo sguardo ed annuisce, trascinandolo verso di lui. «Scusa ancora per prima, pensavo di essere sola» «Tranquilla, non c’è problema. E poi me lo dicono spesso che sembro una caramella. Non so, sarà il nuovo taglio di capelli». La ragazza lo osserva confusa. Poi inclina leggermente la testa e ride. Lui la segue a ruota. Smettono poco dopo, sui loro visi ci sono ancora le tracce di quella pessima battuta. Nicholas ha la conferma dei suoi dubbi proprio in quel momento. I capelli, che ricordava vagamente scuri, ora sono di un castano leggero e poco più corti. Il sorriso però è il suo, il ragazzo non ha dubbi. Vorrebbe chiedergli se lei lo ricorda, se durante quel concerto lei si sia accorta proprio di lui. Harry scuoterebbe la testa, contrariato. «Sono Nicholas». Le porge la mano. «Julie. Cioè, il mio primo nome è Rose, però preferisco Julie» «Meglio Rose» la spiazza. Lei non sa cosa rispondere, sembra così spavaldo. E poi sta ancora cercando di capire dove lo abbia già visto. Perché lei è sicura di averli già visti quegli occhi, quelle labbra. «Sei qui per il raduno?» le chiede lui. «Oh, ehm, sì. L’idea iniziale era quella. Ma c’è troppa gente. Non trovi che sia esagerata tutta quella confusione?» «Già, qui però si sta bene». Lei annuisce. «E tu?» aggiunge. «Eh?» «Sei qui per il raduno?». Lui sembra pensarci alcuni secondi. Poi, dopo aver preso una caramella dice: «La mia ragazza. Lei è qui per il raduno, io l’accompagno» La osserva, aspetta una sua reazione. Lei nasconde appena il viso tra la sciarpa. «La tua ragazza? Beh, ha ottimi gusti musicali» forza un sorriso che non le esce molto naturale. «Ecco, l’ho accompagnata al concerto di questo Sheeran, cinque mesi fa. È uno forte!». Per un attimo spera che lei abbia capito, che lei si sia ricordata dei loro sguardi. «Quel concerto è stato meraviglioso. Cavolo, Ed sa quel che fa» Nulla, lei non ricorda.


 
Harriet lo sta cercando. Lui istintivamente si alza, non vuole che gli faccia una delle sue solite scenate di gelosia. Non davanti a Rose. A Julie, Julie . «Devo andare» «Ora? Cioè, certo. C-ci si vede, in giro» «In giro, certo. Domani? Ehm, ecco, ti devo due caramelle. Guarda che sono un gentiluomo». L’aria si riempie di qualche risata nervosa. «Si vede. Però non serve. Insomma, non muoio per un paio di caramelle». Solo dopo averlo detto le balena in testa l’idea che lui potrebbe volerla rivedere. Però è fidanzato. È solo un gentiluomo fidanzato. Nicholas si sente stupido, come se si fosse buttato da un aereo. Senza paracadute. «Oh sì, certo. Allora, vado. Harriet mi-devo andare». Le sorride gentilmente e, dopo aver fatto alcuni passi senza staccarle gli occhi di dosso, le volta le spalle. Non lo chiama subito. Quando la sua voce riecheggia tra gli alberi però, lui è contento di sentirla. Si ferma, restando in quella posizione. Aspetta che lei ricominci a parlare. «Sono qui tutti i pomeriggi, dopo le tre. Sono quella con il libro in mano». Quando riprende a camminare sembra quasi più alto. Le spalle, più larghe di pochi minuti prima, lo rendono più sicuro. Julie si accorge solo in quel momento di aver perso il segno dal libro. 
  
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