Le figlie della rivoluzione
si prostrano dinanzi a me,
parlano di un sogno
che pochi hanno raggiunto.
L’erba è ormai cresciuta,
racconta come molti uomini
si sono dati per questo Paese
che non ripaga il loro sacrificio silenzioso
a volte urlato.
Sono orizzontali,
i loro corpi hanno fatto crescere
fiori rossi di passione
intorno a un pezzo di terra umida.
Ricordi quando li vedesti?
Gongolasti giorni interi di contentezza.
Sei rimasta sulla soglia
nella speranza vana che tornasse salvo e,
si spera sempre, sano.
Non tornò,
morì
gli spararono a morte
nella ripida vallata scoscesa.
Lo hanno dato per disperso
ti disperasti,
impazzisti,
piangesti per settimane credendo
che fosse solo uno scherzo
dal sapore amaro come il caffè appena bollito.
Le sue braccia ti avrebbero stretto ancora in sogno,
ti ritrovasti di colpo rigida sul vecchio letto in ferro battuto,
con un mezzo sorriso sulle esili labbra color rugiada
e gli occhi chiusi come per stanchezza.