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Autore: Fireflie    12/12/2007    7 recensioni
"Yohei Mito - vent'anni a Giugno, la camicia a maniche corte con disegni a fiori mezza sbottonata sopra ai jeans troppo larghi – sa che lo scherzo messo in piedi dall’Armata ai danni di Hanamichi è una pessima idea ancora prima di sapere tutti i dettagli."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Yohei Mito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Personaggi tratti dal manga di Takehiko Inoue (ovvero Il Maestro). Nessun riferimento a fatti o a persone reali. Naturalmente non c’è niente di mio, e non traggo alcun guadagno dalla pubblicazione di questa storia.
Note: - Scritta per lo special challenge GG: Con La Testa Vuota sull'Italianslashers.
- Ce l’ho fatta per il rotto della cuffia! Ho quasi temuto che non avrei postato nulla per questo challenge la cui scadenza era il 04/12/07, anche se mi piaceva molto e l’idea mi era arrivata nell’istante stesso che ho letto il bando del concorso. Ma infine ce la feci!
- Ed ora l’angolo della mia amata moglie, che è anche la mia fedelissima beta ufficiale (ha betato anche questa, quindi la ringrazio ancora una volta con tutto il cuore): NOTE BY VANY: tutto questo è dedicato alla mia amorissima ammora Ale, che io lovvo tanto e che è sempre felice di leggere e betare le mie fic che ama tanto *__*
(XDDDDDDDD piccola aggiunta da parte mia gnahahahah *dondi*)
- Ovviamente sottoscrivo e confermo tutto ciò che mia moglie ha detto. xD



Con La Testa Vuota


Yohei Mito - vent'anni a Giugno, la camicia a maniche corte con disegni a fiori mezza sbottonata sui jeans troppo larghi – sa che lo scherzo messo in piedi dall’Armata ai danni di Hanamichi è una pessima idea ancora prima di saperne i dettagli.
Hanamichi, ad un primo approccio, può non sembrare il tipo che ci rimane male facilmente, eppure è così; Yohei conosce questo lato del suo carattere da tempo, sin da quando la loro amicizia era iniziata diversi anni prima, e ora, che stanno insieme, se ne rende ancora più conto. È un’anima sensibile sotto tutta quella baldanza e spacconaggine, ma nessuno sembra capirlo o, perlomeno, rendersene conto. Però c’è da dire a loro discolpa che Hanamichi sa nascondersi tanto bene quanto Rukawa, anche se per trovare il lato sensibile di Kaede bisogna scavare un po’ più a fondo. Molto più a fondo.
Yohei sa anche che la colpa di quello scherzo ricadrà su di lui, come, del resto, tutta l’ira di Hanamichi dopo che avrà scoperto che quella non è la vera lettera di convocazione della Nazionale che sta aspettando da giorni; prendersi gioco di una cosa così importante e seria si rivelerà deleterio per tutti, soprattutto per la salute fisica dei membri dell’Armata; ma questi sono dettagli trascurabili se lui riuscirà a tenere a bada Hanamichi.
Quando Yohei aveva espresso il suo dubbio nei confronti del loro piano, Okusu aveva semplicemente deciso di tenerlo all’oscuro sullo sviluppo della parte tecnica, in modo che il compimento della burla non venisse compromesso dal buon cuore e buon senso di Yohei.
Così, triste e sconsolato, Mito si dirige verso casa – un appartamento piccolo a pian terreno, in un condominio nella periferia est di Kanagawa - le mani calcate a forza nelle tasche e lo sguardo basso.
Per lui è già abbastanza difficile tenere il segreto sulla loro relazione ancora così fresca e instabile, piena di dubbi e ripensamenti; fingere di essere l’amico che fino a pochi mesi prima faceva scherzi insieme agli altri mettendo Hanamichi in situazioni imbarazzanti, ridendo di lui se della carta igienica gli si attaccava alla suola della scarpa, lasciandolo girare impunemente per tutta la giornata alla mercé della risate degli altri studenti e dei passanti – e delle sue, ovviamente -, è diventato impossibile, assurdo quasi, perché ora Hanamichi è diventato il suo Hana, e lui vuole solo vederlo felice.
Eppure, ora si ritrova con questa grana tra le mani, improvvisa, inaspettata, un fulmine a ciel sereno che potrebbe spazzare via tutto ciò che sono riusciti a costruire insieme, tutto ciò che lui ha voluto per anni. Già se lo immagina Hanamichi, lo sguardo ferito, la stanchezza sulle spalle dopo le ore di lezione all’università e gli allenamenti, mentre gli dice che di lui si fidava, mentre gli chiede come ha potuto scherzare sul suo futuro; e Yohei sa che, in questi casi, negare è inutile.
Hanamichi si fida di lui, si fida così tanto che, qualche anno prima, gli aveva anche affidato le chiavi di casa sua - dopo che suo padre era morto, prima che loro due si mettessero insieme e si cercassero un appartamento loro, da condividere -, gli aveva concesso il simbolo di una fiducia incondizionata, immensa, anche se Yohei continuava a vedere quel gesto come quello di un amico solo e non come un gesto d’amore.

Quella mattina, Hanamichi aveva detto che sarebbe tornato tardi dagli allenamenti e che avrebbe cenato fuori con i suoi compagni di squadra, così Yohei si era preparato ad una tranquilla serata, noleggiando un paio di film alla vicina videoteca e cucinandosi una leggera zuppa di miso.
È quasi a metà di “The Ring” quando, dall’esterno, gli giungono voci sommesse e lo sbatacchio tipico del metallo che cozza contro altro metallo; Yohei mette in muto la televisione e rimane ad ascoltare, sapendo perfettamente che i fautori di quel gran fracasso non sono altri che i ragazzi dell’Armata. Quando tutto si acquieta, si alza dal divano e si dirige verso la finestra accanto alla porta per controllare che fuori non ci sia più nessuno; dopo essersi accertato che dei ragazzi non c’è più alcuna traccia, Yohei esce di casa per controllare la cassetta della posta appesa a fianco della porta d’entrata. Aprendola risente il rumore metallico di prima e sorride tra sé: se i suoi amici fossero stati dei ladri, sarebbero di sicuro stati dei ladri falliti, perché per imbucare una lettera avevano fatto un casino tale da destare anche un morto, quindi figuriamoci se si fossero dovuti intrufolare in un appartamento.
Mito chiude la cassetta della posta e ritorna in casa, nel chiudersi la porta alle spalle, osserva la busta bianca che contiene la lettera e gli basta un’occhiata per notare che lo scherzo è organizzato male: non ci sono francobolli né timbri sulla busta, e anche il mittente manca, chiaro segno che la busta è stata recapitata a mano e non tramite le poste. Poi, arrivato in salotto, si siede sul divano e apre la lettera, pronto a farsi due risate davanti all’ingegno degli amici, e inizia a leggere.


Spett.le Sig. Hanamichi Sakuragi,


con la presente desideriamo informarla della sua fallita candidatura come membro della Nazionale Giapponese. A lei abbiamo preferito atleti migliori e più capaci, come Kaede Rukawa, il quale non acceca gli altri giocatori con lo sfolgorante rosso semaforo dei suoi capelli, o Minori Kishimoto, che quando prende un rimbalzo non atterra come un ippopotamo obeso sul parquet. Inoltre, abbiamo esaminato le sue prestazioni atletiche durante gli anni del liceo, è benché le siano valse la borsa di studio all’università, non sono abbastanza per fare parte della Nazionale di basket del nostro paese.
Pertanto ci scusiamo per le false speranze che le abbiamo dato durante il colloquio telefonico della scorsa settimana.


Cordiali saluti,
La Nazionale


Ancora prima di finire la lettera, Yohei era piegato in due dal ridere, e ora crede che morirà per tutte quelle risate: quella lettera è quanto di più idiota abbia mai visto, e non solo perché è impostata dannatamente male, ma anche per le assurdità che ci sono scritte. Non possono aver creduto davvero che Hanamichi l’avrebbe presa sul serio!
La sta rileggendo per la seconda volta quando sente le chiavi girare nella serratura, allora afferra la busta poggiata sul tavolino di fronte al divano e la schiaccia insieme alla lettera sotto al cuscino del divano e ci si sdraia sopra.
Quando Hanamichi arriva in salotto, Yohei sta ancora sorridendo.

“Andato tutto bene?” esordisce Mito, sempre con quel sorriso divertito sul volto.
“Sì, ma sono stanchissimo” risponde Hanamichi, l’espressione serena, mentre appoggia a terra la sacca della palestra. Poi, notando il sorriso di Yohei, chiede “Che hai da sorridere?”
“Niente.” Risponde l’altro sempre sorridendo.
“Mmmm, che facevi?” chiede sospettoso Hanamichi.
“Nulla. Me ne sono stato tutta sera qui sul divano, con la testa vuota”, conclude Yohei e si sposta per far posto ad Hanamichi.


Fine
   
 
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